sabato 4 maggio 2024

SHINHANGA. LA NUOVA XILOGRAFIA

La grande lanterna del tempio di Kannon ad Asakusa
Kasamatsu Shirō (1898-1991
La grande lanterna
del tempio di Kannon ad Asakusa

Collezione Privata Bologna
Lo Shinhanga (”la nuova xilografia”) è un movimento affermatosi in Giappone in epoca Taishō (1912-1926) e proseguito fino agli anni Quaranta del Novecento che, con la diffusione di stampe raffiguranti scorci suburbani, templi, auliche vestigia imperiali, pone l’enfasi sull’espressività del colore e sul romantico legame fra l’umanità e la natura, segnando un cambio di passo nell’evoluzione stilistica dell’Ukiyo-e, pittura tradizionale dal linguaggio rigidamente codificato.
Negli stessi anni il Terremoto del Kantō (1º settembre 1923) devasta buona parte di Tokyo. Alla ricostruzione della città corrisponde un cambiamento dei costumi in favore di una maggior apertura al modello occidentale. La donna inizia a occupare spazi prima a lei preclusi, studia, lavora, si emancipa diventando l’emblema di una nuova era.
Luna piena sul fiume Arakawa
Kawase Hasui (1883-1957)
Luna piena sul fiume Arakawa
Collezione Privata Bologna

Tutto questo è oggetto della mostra SHINHANGA, La Nuova Onda delle Stampe Giapponesi in corso a Palazzo Barolo, a Torino fino al 30 giugno 2024, a cura di Paola Scrolavezza con la consulenza del collezionista Marco Fagioli.
Un suggestivo piano sequenza suddiviso in undici sezioni tematiche per illustrare la genesi di oltre ottanta xilografie a firma di maestri incisori - fra gli altri: Itō Shinsui, Kawase Hasui, Hashiguchi Goyō - restituendo al pubblico (anche ai neofiti) il contesto e l’immagine di un Estremo Oriente enigmatico e struggente.
Kanzashi
Itō Shinsui (1898-1972)
Kanzashi - Giovane donna che si aggiusta l’acconciatura
per prepararsi alla festa del nuovo anno

Collezione Privata
Nel prologo GIAPPONISMI è descritta la fine del sakoku - l’isolazionismo autarchico sancito con editto del 1641 dallo shōgun Tokugawa Iemitsu -, a seguito dello sbarco nell’arcipelago (1853) del commodoro Matthew C. Perry e con esso di avventurieri e fotografi che contribuiranno a diffondere l’esotismo del Giappone in Occidente.
La novità è nei volti grotteschi del teatro kabuki, nel focus sul trucco elaborato degli attori (kumadori), immortalati al culmine del dramma in un video d’epoca proiettato in sala. 
Neve al parco Shiba
Kawase Hasui (1883-1957)
Neve al parco Shiba
Collezione Privata
I riflettori sono puntati però sulle vedute, sulla sacralità degli elementi: la pioggia, la neve (Il ponte Yakumo al santuario di Nagata a Kobe), l’incedere delle stagioni, fogli riccamente impaginati che indulgono al gusto Liberty (Il grande ciliegio) e Art Deco (Cavallucci marini). Il rosso vibrante di una lanterna (La grande lanterna del tempio di Kannon ad Asakusa), il paesaggio antropizzato, il fulgore delle luci artificiali, la vegetazione rigogliosa, il cielo notturno rischiarato dalla luna - celebrata nell’Otzukimi, l’antico rito autunnale di “ammirare la luna piena” - generano una polifonia  che va dal lirismo ovattato del bianco e nero (La spiaggia di Maiko, La sera sul laghetto di Shinobazu) alle vibrazioni cromatiche del giallo (Pesca coi cormorani sul Nagaragawa), dei verdi, dell’acqua cilestrina (Il ponte ad arco di luna), sovrapposti in misurati piani prospettici.
Pesca coi cormorani sul Nagaragawa
Tsuchiya Koitsu (1870-1949)
Pesca coi cormorani sul Nagaragawa
Collezione Privata Bologna
Ogni aspetto tradizionale è indagato, anche grazie ad oggetti e indumenti di uso comune: un cofanetto  da toeletta in legno laccato con intarsi in madreperla, tre kimono, un Meisen estivo in seta, un Hōmongi con moderni  crisantemi (kiku) impressi ‘a riserva’ tramite stencil in carta di riso, e un Rinzu primaverile in seta.
Particolare rilievo, come si è detto, è stato dato ai differenti ruoli femminili nella società nipponica: gheisha, musicista, cittadina in abiti moderni. La sua nuova immagine si profila nelle riviste di moda, in fotoromanzi e nelle copertine illustrate da Nakahara Jun’ichi (1913-1983) in voga nell’immediato secondo dopoguerra.
Il ciclo conclusivo, in un gioco circolare di rimandi, presenta la riedizione di un classico del teatro kabuki, “La fanciulla airone” (sagimusume), con l’onnagata in abiti femminili, dallo stile minimale ormai affrancato dai consueti canoni figurativi.
Tuttavia, non di abiura si tratta.
Il ponte sacro a Nikkō
Yoshida Hiroshi (1876-1950)
Il ponte sacro a Nikkō
Collezione Privata Bologna
Il movimento Shinhanga nasce infatti per volontà di editori e stampatori illuminati - tra i quali spicca la figura emblematica di Watanabe Shōzaburō (1885-1962) -, intenzionati a produrre un’arte autoctona e innovativa servendosi però del processo tradizionale dello hanmoto, ovvero l’“atelier” (lo stesso utilizzato dai maestri dell’Ukiyo-e) che vede l’artista occuparsi dell’ideazione e del disegno, affidando all’incisore, al tipografo e all’editore le fasi successive della produzione e diffusione delle stampe. 
A questo metodo si deve il perpetuarsi di un universo elegiaco, che dopo aver ispirato i pittori impressionisti, Vincent van Gogh, Aubrey Beardsley e altri, continua a sedurre schiere di artisti o semplici osservatori rapiti dall'arcana bellezza dell'etereo mondo fluttuante. 

Kasamatsu Shirō (1898-1991), Il Tōshōgū a Ueno
SHINHANGA

8 marzo – 30 giugno 2024
Palazzo Barolo
Via delle Orfane 7/A -  Torino
Orario: martedì, mercoledì, giovedì, venerdì 10 – 19. Sabato, domenica 10 – 20. Aperture straordinarie: mercoledì 1° maggio 2024, domenica 2 Giugno 2024
www.shinhanga.it