venerdì 30 marzo 2012

Interviste/ETIENNE DE FRANCE

Etienne de France
Etienne de France nasce nel 1984 a Parigi, dove si laurea alla Sorbonne in Storia dell'Arte, da alcuni anni risiede a Reykjavik. E' autore del progetto multimediale Tales of a Sea Cow, sua prima esposizione personale in Europa, presso il PAV Parco Arte Vivente di Torino, fino al 24 giugno 2012.
Tales of a Sea Cow è il risultato di un intenso lavoro sulla biodiversità imperniato sulla Ritina di Steller, un mammifero marino avvistato per la prima volta nel 1741 nel mare di Bering e dichiarato estinto nel giro di poche decine di anni. Metafora amara della velocità e della voracità con cui l’uomo tende ad appropriarsi dell’ambiente.

Come è nata l’idea di esporre al PAV Parco Arte Vivente?
Conoscevo la curatrice della mostra Annick Bureaud, che ha iniziato a seguire il progetto Tales of a Sea Cow nel 2010. In seguito Piero Gilardi ha incontrato Annick a Parigi, in occasione di un convegno sulla biodiversità, e le ha chiesto di collaborare con il PAV come critica e curatrice esperta e specializzata nei nuovi media. Da qui è stata avanzata la proposta di farmi esporre in questa sede. Il PAV è anche co-produttore di una parte del progetto.
È stato complicato realizzare un allestimento così articolato in uno spazio fortemente connotato come il PAV?
Non è stato facile, ma si è trattato di una sfida entusiasmante. Abbiamo dovuto adattare la mostra ad uno spazio concettuale, con una corte, la serra, ecc…che non assomiglia al classico ‘white cube’, mi è sembrato interessante giocare con un museo così particolare. Inoltre è il luogo adatto per il debutto europeo di un lavoro con una struttura modulare [che al PAV è stato possibile dispiegare nella sua totalità, ndr], atipica rispetto alle esposizioni tradizionali.
Il tema della mostra si snoda su vari livelli narrativi. A quale pubblico si rivolge?
Non sono interessato a rivolgermi a una particolare fascia di pubblico, non lo divido per genere, età, ecc. Mi interessa semplicemente che le persone, siano esse bambini, giovani, anziani, intellettuali, non intellettuali, si sentano coinvolte dal percorso espositivo, che ne ricevano suggestioni utili a sollevare dubbi, suscitare interrogativi.
Il suo appare come un atto d’accusa verso l’eccessiva fede nel progresso. In cosa può credere oggi l’uomo contemporaneo?
Il paradosso di questo progetto è che ho criticato il fatto che noi stiamo intervenendo sulla natura, stiamo antropomorfizzando la natura, ma alla fine ho raccontato una storia proprio su questo.
Il mio obiettivo è quello di realizzare lavori poetici e metaforici che parlino di cose che sono difficili da accettare. Quando si rispetta la relazione tra natura e uomo è possibile superare il confine di ciò in cui si crede ed essere molto creativi, scoprendo tutta la ricchezza che esiste in questa creatività. Italo Calvino ad esempio è un autore molto nostalgico, ma è ricco di poesia. Offre molti stimoli a diversi tipi di pubblico. Crea dei ponti su altre vie d’accesso, non è statico.
Dovendo classificare arte, scienza ed etica in che ordine metterebbe queste tre parole?
Arte, Etica e Scienza.
Al primo posto metto l’arte perché è quello che faccio, che sento, che vedo più vicino a me e come artista mi relaziono con gli amici, i parenti, genitori e in generale la società. Questo passaggio di relazioni è ciò che io considero etica. All’ultimo posto metto la scienza perché sono molto interessato alla ricerca, cerco un dialogo con gli scienziati, ma assolutamente non sono uno scienziato.
Esiste una scena artistica islandese?
Esiste in Islanda una scena underground sperimentale molto piccola, ma molto valida. A Reykjavik ci sono artisti interessanti, anche giovani, già famosi all’estero che però devono la loro fama al fatto di aver esposto in grandi manifestazioni in Europa e Stati Uniti. Tra questi Ragnar Kjartansson che ha esposto nel 2009 nel padiglione islandese della Biennale di Venezia. Il vantaggio di vivere in una comunità così piccola è che tutti si conoscono ed è molto facile partecipare ai workshop, mettere in atto dei progetti. Mi è stato di grande aiuto vivere in un ambiente di questo tipo. Penso che la scena islandese si possa riassumere in una parola: spontaneità.

martedì 27 marzo 2012

Usa la tua zucca

La zucca Biribum
© Adriana Polimeni

Sono aperte le iscrizioni al concorso Usa la tua zucca - IX Concorso di Biribum "Bi-bi-di Bo-bi-di Bummm". La competizione ideata nel 2004 da Adriana Polimeni, artista ed ex insegnante di discipline artistiche, è rivolta agli studenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado del territorio nazionale. Gli allievi dovranno, ispirati dalla zucca Biribum, curioso personaggio nato dalla fantasia dell'autrice, rappresentare il tema proposto con tecnica libera. La giuria, composta da giornalisti, artisti e operatori culturali, valuterà gli elaborati che potranno essere realizzati individualmente o a piccoli gruppi. Nel corso della premiazione finale, che si terrà in autunno nella piazza principale di  Candiolo (To), saranno assegnati i premi ai primi tre classificati e l’attestato di partecipazione a tutte le scuole concorrenti. Gli elaborati dovranno pervenire entro il 10 ottobre 2012 all’indirizzo “Biribum la zucca che cammina”, presso Associazione Culturale La Contrada Nuova, Via XXV Aprile 5 - 10060 Candiolo (TO) indicando nome, cognome, classe e scuola di provenienza.
Info: tel.3486613053

domenica 25 marzo 2012

La Danza degli Alberi


...superando i propri limiti terreni e corporali, la sua pittura diventa un tramite verso la vita, la grazia, il respiro, il sogno, verso la forza armoniosa dell’universo, come in un esercizio di meditazione. (Anispi)

Nel piccolo e raccolto spazio espositivo di Garignani Belle Arti, nel centro storico di Torino, fluttuano, come sospese in una dimensione onirica, le opere di Ilaria Villagrassa, pittrice e arteterapeuta che ha fatto dell'indagine sulla libera espressione di sé la propria peculiarità creativa.
La selezione di lavori, eseguiti con leggere velature ad olio e a tecnica mista, esprimono nella dominante blu celeste elementi come l'acqua e l'aria, simboli di vita e di ascesi, interpretazione visiva di una musicalità eterea su cui si fonda la spontanea gestualità dell'autrice. L'accrescimento e la completa realizzazione dell'Io trovano rispondenza nell'immagine dell'albero, tema portante della mostra, declinato in varianti multiformi e variopinte. La resa è intenzionalmente non naturalistica e al mimetismo subentrano forme trasfigurate nel tentativo di raggiungere il perfetto accordo tra due estremi: la componente terrena, da cui l'arbusto trae stabilità e nutrimento e la tensione dinamica verso una sorgente di luce, fattore indispensabile per sintetizzare le risorse del sottosuolo in preziosa energia vitale.
 
La Danza degli Alberi...contemplazioni in sogno
Mostra personale di Ilaria Villagrassa
Dal 24 marzo al 10 aprile 2012
Orari: lunedì 15,30-19,30; dal martedì al venerdì 9,30-13 e 15,30-19
Garignani Belle Arti
Via Vanchiglia 16/d - 10124 Torino
tel.: +39 011 8123097; http://www.garignani.it/

mercoledì 21 marzo 2012

Tales of a Sea Cow

Giovedì 29 marzo 2012, alle ore 18.30, nell’ambito dell’Art Program PAV 2012 dedicato all’Ethos del vivente, inaugura Tales of a Sea Cow, personale di Etienne de France, a cura di Annick Bureaud.
La mostra sarà preceduta mercoledì 28 marzo 2012 alle ore 17 dall'incontro Inner focus, nell’ambito del corso Il sistema dell’arte contemporanea organizzato dal Castello di Rivoli - Museo d’Arte Contemporanea presso l’Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino, durante il quale si terrà la lecture di Etienne de France, a cura di Claudio Cravero. Intervengono i Docenti Massimo Melotti (Etica della comunicazione) e Maria Teresa Roberto (Fenomenologia delle arti contemporanee).

Tales of a Sea Cow
Personale di Etienne de France
Dal 30 marzo al 24 giugno 2012
PAV – Parco Arte Vivente
Via Giordano Bruno 31 - 10134 Torino
Tel. 011 3182235; http://www.parcoartevivente.it/
Orari: dal mercoledì al venerdì, 13 - 18; sabato e domenica, 12 - 19
Inner focus
Mercoledì 28 marzo 2012, ore 17
Accademia Albertina di Belle Arti

Via Accademia Albertina 6 - 10123 Torino
Tel. 011 889020

martedì 20 marzo 2012

100 anni dal raggiungimento del Polo Sud

Giovedì 22 marzo alle ore 17.30, presso il MRSN Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino si terrà la conferenza: 100 anni dal raggiungimento del Polo Sud - Le spedizioni di Amundsen e Scott: cronologia, eventi, errori, atti eroici.
Saranno proiettati alcuni filmati originali delle due spedizioni e un documentario-inchiesta sulla rivalità tra Amundsen-Scott e Scott-Shackleton.
Partecipano Aldo Scaiano del Circolo Polare Artico di Milano e Filippo Tuena curatore dei Diari di Scott.
La conferenza sarà introdotta da una relazione di Cesare Bumma presidente dell’associazione culturale italiana sezione di Torino  e Maria Teresa Scarrone presidente dell’associazione culturale “Giacomo Bove” di Maranzana (Asti) sull’esploratore piemontese Giacomo Bove che progettò l’attraversamento dell’Antartide 30 anni prima di Scott e Amundsen.
Ingresso libero

MRSN Museo Regionale di Scienze  Naturali
via  Giolitti 36 - 10123 Torino
Orario: 10-19, chiuso il martedì
Tel. +39 011 4326354,  http://www.mrsntorino.it/

lunedì 19 marzo 2012

Doni di pace

Ritorna dopo oltre cent’anni al Museo Civico d'Arte Antica il servizio in argento Tiffany donato dagli Stati Uniti a Federico Sclopis nel 1873, come segno di ringraziamento per l’opera politico-diplomatica prestata nella questione nota come “Alabama Claims”.
Nel 1872 Federico Sclopis di Salerano, giurista e senatore torinese, venne nominato delegato del Regno d’Italia per il Tribunale Arbitrale di Ginevra, composto da tre arbitri di stati neutrali, Italia, Svizzera e Brasile, chiamati a deliberare su un contenzioso fra  Stati Uniti e Gran Bretagna. In discussione era il comportamento britannico durante la guerra di secessione americana: nonostante la proclamata neutralità, l’Inghilterra aveva armato ed equipaggiato nel porto di Liverpool diverse navi sudiste (tra cui la celebre Alabama), coinvolte nei combattimenti in acque americane. Il Tribunale stabilì che la Gran Bretagna versasse agli Stati Uniti un indennizzo pari a quindici milioni e cinquecentomila dollari in oro. Dopo il verdetto, Sclopis e gli altri due delegati ricevettero dei doni preziosi da parte del governo americano e di quello britannico, in segno di ringraziamento per l’opera spesa a titolo gratuito in una delicata causa legale, risolta pacificamente. Gli Stati Uniti offrirono “un fornimento d’argento massiccio” composto da una coppa da punch, due candelieri e  due rinfrescatoi per bottiglia realizzati dal designer francese Eugène Soligny per le officine Tiffany di New York.
La regina Vittoria, invece, fece pervenire ai delegati una grande fioriera in argento cesellato e dorato in stile neorinascimentale, opera degli argentieri londinesi “Robert & Sons Garrard”. I doni raggiunsero Sclopis a Torino nel marzo del 1873. Durante l’estate, gli argenti Tiffany vennero esposti nel padiglione statunitense dell’Esposizione Universale di Vienna. Rientrati in Italia, i pezzi di Sclopis, insieme alla fioriera Garrard, rimasero nel palazzo di famiglia in via Milano a Torino fino al 1883, quando Isabella Sclopis di Salerano, ormai vedova, decise di donare le preziose opere al Museo Civico d’Arte Antica. Ricevute dall’allora direttore Emanuele Taparelli d’Azeglio, occuparono dal 1883 al 1890 la sala dedicata ai cimeli sabaudi e al Risorgimento, a testimoniare l’operato e i meriti accademici di Federico Sclopis, tra i redattori dello Statuto Albertino, per poi essere ritirati a deposito negli anni della direzione Avondo.
Restaurati sotto la guida di Valeria Borgialli, grazie al cospicuo contributo della ditta  Musy Padre e Figli  Gioielleria e Argenteria in Torino, i cinque pezzi sono esposti  dal 17 marzo in Sala Ceramiche al secondo piano di Palazzo Madama e inaugurano la nuova rassegna “Opere in primo piano” dedicata ad oggetti d'arte
protagonisti di restauri importanti o di studi approfonditi. La scelta di valorizzarli oggi, arricchisce il percorso espositivo legato alle arti decorative e soprattutto sottolinea l’orientamento attuale del museo, che dal 2008 è impegnato a studiare, esporre ed acquisire anche le opere di arte decorativa del XIX e XX secolo.

Doni di pace
Gli argenti Tiffany di Palazzo Madama

Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica
Piazza Castello - 10122 Torino
Orario: martedì-sabato 10-18,  domenica 10-20, chiuso lunedì
Tel.: 0114433501
http://www.palazzomadamatorino.it/; http://www.fondazionetorinomusei.it/

sabato 10 marzo 2012

Qui non ci sono bambini

E' stata inaugurata nel Giorno della Memoria, il 27 gennaio scorso, la mostra Qui non ci sono bambini. Infanzia e deportazione, che presenta cinquanta riproduzioni in scala originale dei settantanove disegni con i quali, a soli quindici anni, Thomas Geve volle raccontare al padre la sua esperienza di prigionia, all'indomani della liberazione nel 1945. La mostra nasce dal volume Qui non ci sono bambini. Un'infanzia ad Auschwitz, pubblicato da Einaudi nel gennaio 2011.
Thomas Geve nasce a Stettino in Polonia nell’ottobre del 1929. Ha quindi tre anni quando Hitler sale al potere. Alla fine del 1938 il padre, non potendo più esercitare la professione di medico in quanto ebreo, si trasferisce in Inghilterra, ma nonostante ripetuti tentativi non riesce a farsi raggiungere dalla moglie e dal figlio. Nel giugno del 1943, a tredici anni, Thomas Geve è deportato ad Auschwitz insieme alla madre; i due vengono separati e il piccolo Thomas non la rivedrà più. Poiché dimostra più della sua età è considerato abile al lavoro e destinato a imparare il mestiere di muratore: sarà la sua salvezza.
Nel gennaio del 1945, all’avvicinarsi dell’Armata Rossa, viene costretto a una marcia forzata verso Buchenwald insieme agli altri prigionieri, passando prima per il campo di Gross-Rosen. L’11 aprile del 1945 il Lager di Buchenwald viene liberato; Thomas Geve, troppo debilitato per lasciare la sua baracca, rimane ancora un mese nel campo: a questo periodo risalgono i suoi disegni.
Nel gennaio del 1945 viene mandato in un convalescenziario infantile in Svizzera e un anno dopo può raggiungere il padre a Londra. Nonostante per quattro anni non abbia frequentato la scuola, riesce a conseguire il diploma di maturità nel 1947 e ad iscriversi alla facoltà di ingegneria. Nel 1950 parte per Israele, dove tuttora vive. Dopo il 1945 non ha mai più disegnato.
Con l'ausilio di brevi commenti dell'autore e dei curatori le miniature particolareggiate descrivono le mappe di Auschwitz e Birkenau, la quotidianità, il cibo, il lavoro, le malattie, la morte. Una sezione tematica e un video esaminano in dettaglio alcuni aspetti dei disegni, corredati alle ore 16 di ogni domenica dalla proiezione del documentario-intervista di Wilhelm Rösing, Thomas Geve: Nient’altro che la vita.
Le tavole originali, realizzate sul retro dei formulari delle SS con acquerelli e pastelli colorati, sono state donate nel 1985 dall'autore al Museo Yad Vashem di Gerusalemme, dove attualmente sono conservate.

Qui non ci sono bambini. Infanzia e deportazione
I disegni di Thomas Geve
Dal 27 gennaio al 13 maggio 2012
Orario: da martedì a domenica dalle 10 alle 18; giovedì dalle 14 alle 22; lunedì chiuso.
Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà
C.so Valdocco 4A - 10122 Torino
Tel. +39 011 4363470; www.museodiffusotorino.it