lunedì 9 dicembre 2013

NICK EDEL: DIPINTI, DISEGNI, PROGETTI

"Per tutta la vita ho cercato di ritrarre gli animali selvatici nel loro ambiente naturale."
Pittore naturalista, Nick Edel nasce a Bordighera nel 1934 da un'antica famiglia di artisti austriaci che si trasferirono in Italia al seguito di Maria Luigia di Parma. Conseguita la maturità artistica, al ritorno dal viaggio studio in Europa, si iscrive al corso di Pittura, passando poi a Decorazione, presso l’Accademia Albertina di Belle Arti.
Racconta in proposito l’autore: “erano gli anni Cinquanta ed assistevo inerme alle esperienze astratte ed aggressive dei giovani pittori che venivano invitati alla Biennale ed ambivano a premi importanti. Lasciai la scuola di Pittura e passai a Decorazione... Fu una scelta felice: mi dedicai allo studio e poi alla professione di progettista di interni e disegnatore di arredi; avevo così modo di rispondere ad esigenze reali, a richieste specifiche e finalmente potevo dipingere, isolato, ma totalmente libero”.
 
Dal 1952 partecipa a mostre personali e collettive, fonda a Torino il movimento "Wildlife" per riunire pittori e scultori interessati ai paesaggi selvatici e incontaminati; il gruppo espone a Torino , Milano, Roma Colonia, Copenaghen, New York, Miami, contribuendo alla divulgazione dell'arte naturalistica nel mondo. Afferma: "volevo fortemente dipingere le favole che io stesso immaginavo", forse per questo costruisce la capanna di Pra' Del Fondo (Vallone dell'Albergian), punto base per fotografare e disegnare all'aperto. Prosegue anche d'inverno le ricerche sugli animali delle Alpi, affittando la casa di Usseaux, dove risiede con la famiglia per molti mesi all’anno.
Il suo campo di interesse travalica i confini nazionali e nel 1979 effettua un viaggio di studio in Sudafrica, durante il quale produce un brillante taccuino di disegni dal vero della savana. Tornerà nel cuore dell'Africa nel 1984, invitato per cinque settimane ad un "safari" nel Selous, in Tanzania, dove incontra e ritrae i più importanti mammiferi osservati nelle ampie distese del parco nazionale.
Il suo metodo di lavoro si basa su una approfondita documentazione fotografica della fauna selvatica nel suo habitat, quantificabile in migliaia di immagini in bianco e nero e a colori scattate in Europa, Africa, America del Nord e Groenlandia.
 
Una sorta di taccuino che restituisce i momenti delle stagioni e i luoghi più significativi, utili a formare quella «memoria emozionale» ispiratrice di rapidi schizzi liberi, dove confluiscono conoscenze di zoologia, anatomia, botanica e geologia, propedeutiche alla realizzazione di ogni dipinto. L’opera nasce quindi con un progetto, dopo aver attentamente studiato, catalogato e immagazzinato tutto il materiale raccolto, solo così: “la somma, sempre mutevole, di molti elementi cercati, rilevati, decantati e poi definitivamente amati compone il progetto che infine diventa segno, colore.”
Il tradizionale Bestiario autunnale di Nick Edel rimarrà in esposizione fino al 30 dicembre presso lo studio di via Barbaroux, insieme ai progetti di Silverio Edel.

I dipinti di Nick Edel e i progetti di Silverio Edel
Dal 15 novembre al 30 dicembre 2013
Studio Nick Edel
Via Barbaroux 2, ang. Piazza Castello - 10122 Torino
Orario: dal lunedì al sabato 10 - 12,30 e 15-19,30
Tel. 011.535093; info@nickedel.it; www.nickedel.it

sabato 7 dicembre 2013

L’INCORONAZIONE DELLA VERGINE DI DEFENDENTE FERRARI

Giovedì 12 dicembre alle 18, Palazzo Madama presenta al pubblico una grande tavola inedita di Defendente Ferrari, pittore nato a Chivasso e documentato tra il 1509 e il 1535, formatosi nella bottega di Martino Spanzotti, dove elabora una pittura intrisa di suggestioni nordiche, attenta alla preziosità della materia e dotata di spiccati valori emotivi e devozionali.
Le opere di Defendente Ferrari, spesso grandi macchine d’altare, ancora conservate nelle chiese piemontesi o smontate e disperse in diversi musei italiani, d’Europa e d’America, documentano l’attività di una vivace bottega in grado di rispondere alle richieste di una vasta committenza, mantenendo uno standard elevato sia sul piano della narrazione di storie sacre (grazie anche alla conoscenza di stampe nordiche), sia della tecnica. L'Incoronazione della Vergine, per la prima volta esposta al pubblico, è una grande tavola alta 180 cm databile intorno al 1530 dall’iconografia piuttosto rara, dove il ruolo di Maria come Regina del cielo non assume una posizione centrale ma tende piuttosto a sottolineare l’umiltà della Vergine in preghiera.
L'opera, appartenente a una prestigiosa e antica famiglia piemontese nei primi decenni dell’Ottocento, era forse l’elemento centrale di una grande macchina d’altare, smembrata con le soppressioni degli ordini religiosi di epoca napoleonica, e successivamente isolata come un dipinto adatto a un ambiente privato. Venduta di recente, è stata dal nuovo proprietario restaurata e dotata di una cornice moderna che riprende il disegno delle pale cinquecentesche. Il restauro ha permesso di recuperare l'intensità dei verdi della veste e del manto del Cristo, del blu dedicato alla Madonna, del rosso brillante dell’Eterno e i dettagli dorati con perle e pietre preziose, cifra pittorica di Defendente. Sorprendente è l'originario sfondo chiaro dove si riconoscono ancora, anche se parzialmente perdute, ricche decorazioni in oro con festoni e raggi.
Temporaneamente in deposito presso Palazzo Madama, viene esposta in Sala Acaia con i 17 dipinti di Defendente Ferrari raccolti nel secondo Ottocento da Leone Fontana, donati dai figli Maria e Vincenzo al Museo Civico d’Arte Antica nel 1909.

L’INCORONAZIONE DELLA VERGINE DI DEFENDENTE FERRARI 
Presentazione ed esposizione nella Sala Acaia di Palazzo Madama
Giovedì 12 dicembre 2013, ore 18
Intervengono: Giovanni Romano (professore emerito Università degli Studi di Torino), Simone Baiocco (conservatore di Palazzo Madama), Cesare Pagliero (restauratore)
Palazzo Madama – Camera delle Guardie
Piazza Castello – 10122 Torino
Ingresso libero alla conferenza
Informazioni: tel. 011 4433501; www.palazzomadamatorino.it

venerdì 6 dicembre 2013

PITTURA ITALIANA DAL SEICENTO AL NOVECENTO

Gaetano Ottani (Bologna 1722- Torino 1808)
Capriccio architettonico
Olio su tela, cm 75 x 87,5
Seconda metà del Settecento
La Galleria Giamblanco festeggia i vent'anni di attività nello storico Palazzo di via Giolitti 39 a Torino, già sede della Scuola e Convitto delle Rosine, associazione privata fondata nel 1742 da Rosa Govone, santa sociale torinese che strappò dalla miseria ragazze di strada, orfane o di famiglie indigenti, insegnando loro un lavoro per garantirne autosufficienza e dignità.
L’isolato neoclassico, progettato da Giuseppe Talucchi (1782-1863), con interventi successivi dell’ingegner Severino Grattoni (1815-1876), rappresenta il luogo ideale per ospitare la preziosa collezione acquisita grazie alle competenze antiquarie e di restauro maturate in anni di esercizio dai coniugi Deborah e Salvatore Giamblanco.
Antonio Bellucci (Pieve di Soligo 1654-1726/27)
Berenice che si taglia i capelli
Olio su tela, cm 66,5 x 57
Primi del Settecento. Cornice intagliata e dorata coeva al dipinto
La mostra propone circa trenta opere di pittura italiana dal Seicento al Novecento, in alcuni casi poco note al grande pubblico, divenute tasselli importanti nel vasto panorama della critica d’arte. Fra questi è la serie di dipinti caravaggeschi di ambito romano e napoletano, con l’inedito Liberazione di san Pietro dal carcere (1620 circa), o il coevo San Giovanni Battista nel deserto, opere di eccezionale fattura, la cui attribuzione è attualmente in fase di studio. 
Claudio Maria Francesco Beaumont (Torino 1694-1766)
Diana ed Endimione
Olio su tela, cm 99 x 109
1735 circa
Fra i soggetti biblici e mitologici occorre ricordare Semiramide riceve la notizia della caduta di Babilonia (1740-1750), in una scenografia rococò impreziosita da dettagli esotici, del pittore veneto Giambattista Crosato, simile per alcuni aspetti formali e compositivi a Massinissa e Sofonisba (1755-1759) del napoletano Fedele Fischietti. Non manca una nutrita rappresentanza di pittori attivi in Piemonte o presso la corte sabauda fra cui Daniel Seiter, autore del Patrocinio di San Giuseppe e l'Immacolata Concezione (1698-1699 circa), commissionato dalla beata suor Maria degli Angeli  per la chiesa carmelitana di Santa Cristina in piazza S. Carlo a Torino; Vittorio Amedeo Cignaroli con due eleganti paesaggi con pastori e viandanti; Vittorio Amedeo Rapos (Torino, 1729-1800) che firma due allegorie con puttini classicisti.
 Vittorio Amedeo Cignaroli (Torino 1730-1800)
Paesaggio con caccia al cervo
Olio su tela, cm 79 x 105
 Al XIX secolo appartengono il neosettecentesco Concertino di Rodolfo Morgari e l’elegante Giovane dama con un cane, del figlio Pietro Morgari, morto suicida poco più che trentenne.
La rassegna si conclude con la vibrante pittura dell’eclettico Pietro Salinas e i due capolavori di Giacomo Grosso: l’ultimo Autoritratto (1933), dedicato alla moglie Carolina, e il Ritratto di Maria e Carmen Marsaglia in abiti secenteschi, eredi dell’ingegner Giovanni Marsaglia (Torino 1845 – Sanremo 1900), abbigliate come i figli di Carlo I d’Inghilterra nel quadro di Van Dyck, alla Galleria Sabauda di Torino.
 Giacomo Grosso (Cambiano [Torino] 1860 - Torino 1938)
Ritratto di Maria e Carmen Marsaglia in abiti secenteschi
Olio su tela, 127 x 127 cm
1893-1894 circa
Assolutamente da non perdere, la mostra si avvale di accurate ricostruzioni filologiche e iconografiche di studiosi accreditati, autori delle schede tecniche dei cataloghi Pittura italiana dal Seicento al Settecento: venti anni di attività e Pittura italiana dal Seicento al Novecento, editi da Allemandi, entrambi a cura di Arabella Cifani. Fondamentali strumenti di consultazione e approfondimento, riportano nel testo biografico di Maria Teresa Reineri, docente dell’Università di Torino, alcuni momenti cruciali per l’affermazione della galleria e la crescita artistica dei coniugi. Capitoli che raccontano di un lavoro accurato, di episodi fortunati e di una buona dose di ostinazione, necessari per condurre a buon fine un progetto ambizioso come quello di Salvatore e Deborah Giamblanco.

Pittura italiana dal Seicento al Novecento
Dall'8 novembre al 21 dicembre 2013
Galleria Giamblanco Dipinti Antichi
Via Giolitti, 39 (Piazza Cavour) - 10123 Torino
Orario: dal lunedì al venerdì 10 - 13 e 15 - 20; sabato 11 - 19
Tel.: 3385722525, 3475642884; galleria@giamblanco.com;
www.giamblanco.com

giovedì 5 dicembre 2013

BILL VIOLA

http://www.youtube.com/watch?v=r3OqnXzrJZo
Bill Viola
The Encounter
Color High-Definition video on plasma display
GUARDA IL VIDEO TEASER
La GAM ospiterà mercoledì 11 dicembre alle 18.30 Bill Viola, artista di fama internazionale che ha avuto un ruolo determinante nell’affermazione della time-based art. All’incontro parteciperà anche Kira Perov, sua compagna e collaboratrice da oltre 30 anni. Insieme mostreranno al pubblico alcuni estratti della nuova opera The Encounter (2012), dalla serie "Mirage", recentemente presentata a Londra, nella quale l’artista rinnova le trasparenze di alcuni paesaggi rinascimentali insieme all’evanescenza della pittura ad inchiostro orientale. The Encounter rievoca la mobile liquidità che fu di Chott el-Djerid (a Portrait in Light and Heat) del 1979, riconosciuto capolavoro della storia del video d’artista. Lo spazio sconfinato di un deserto fatto d’aria e di calore ricorre nuovamente in The Encounter, ma questa volta è presente anche una sottile linea narrativa. Scrive Bill Viola: “Due donne, in due fasi opposte delle proprie vite, stanno percorrendo ciascuna il proprio viaggio. Nel momento in cui si incrociano durante un breve incontro, i legami esistenziali si rafforzano e il mistero della conoscenza viene trasmesso silenziosamente dalla più anziana alla più giovane”. Le opere storiche di Bill Viola costituiscono uno degli assi portanti della Videoteca GAM, che oggi è una tra le più importanti collezioni europee di film e video d’artista. Bill Viola è l’artista che più è stato capace di coniugare il linguaggio dei nuovi media e l'innovazione tecnologica con le forme d’arte più tradizionali, in oltre 40 anni di incessante attività.
In occasione della sua visita in Italia l’artista americano donerà all’Associazione Amici degli Uffizi l’opera Self Portrait, Submerged, 2013, che andrà ad arricchire la collezione degli autoritratti della Galleria degli Uffizi.

Conversazione con BILL VIOLA e KIRA PEROV e presentazione dell’opera The Encounter
Mercoledì 11 dicembre 2013, ore 18.30
Sala Conferenze GAM
Corso Galileo Ferraris 30 - 10128 Torino
THE ENCOUNTER
Fino al 10 gennaio 2014 (nel percorso dedicato al tema della Natura, collezioni permanenti 2° piano)
GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea
Via Magenta 31 - 10128 Torino
Orario: da martedì a domenica dalle 10 alle 19.30, giovedì dalle 10 alle 22.30, lunedì chiuso
Informazioni: 011 4429518
Videoteca GAM
Da martedì a sabato 10-18. Aperta la prima domenica del mese.
Info: tel. 011 4429597;  videotecagam@fondazionetorinomusei.it
http://billviola.gamtorino.it; https://www.facebook.com/billviolagamtorino

martedì 3 dicembre 2013

UN BIGLIETTO PER L’ARTE

Il Borgo Medievale di Torino inaugura il 5 dicembre alle ore 17 la mostra Un biglietto per l’arte, un percorso nella memoria delle maggiori esposizioni realizzate dai Musei Civici di Torino. La raccolta di cartoncini di invito, accompagnata da una piccola selezione di cataloghi, manifesti, e fotografie degli artisti e del pubblico presente alle inaugurazioni, permette di ripercorrere momenti cruciali della cultura torinese dai primi decenni del Novecento ad oggi.
È Vittorio Viale, direttore dei Musei Civici dal 1930 al 1965, a dare il via a questo impegno rimasto costante fino ai giorni nostri. La prima vera mostra d’arte fu quella dedicata ad Antonio Fontanesi nel 1932. Seguirono le grandi esposizioni sull'arte piemontese, ospitate a Palazzo Madama e a Palazzo Carignano, che hanno fatto storia per la profondità degli studi e per la modernità degli allestimenti: la Mostra del Sei-Settecento Piemontese (1937), che pone le basi per la grande iniziativa sul Barocco del 1963; Gotico e Rinascimento in Piemonte (1938-1939); la Mostra del manierismo piemontese e lombardo del Seicento (1955).
Dopo la guerra, Torino si apre alla cultura internazionale e al confronto con l’arte europea contemporanea. Nel 1959 si inaugura la Galleria d’Arte Moderna ricostruita e vengono presentati i protagonisti della nuova arte figurativa, fra cui Francis Bacon (1962), Graham Sutherland (1965), Lucio Fontana (1970) e Alberto Burri (1971). In parallelo, si ripercorrono i movimenti pittorici d’avanguardia della prima metà del secolo, con L'opera di Marc Chagall (1953), Espressionismo e arte tedesca del XX secolo (1954), la retrospettiva su Giacomo Balla (1963), e la mostra epocale Il Cavaliere Azzurro (1971).
Anche il museo di arte antica a Palazzo Madama guarda al contemporaneo con una mostra nel 1955 sull’American Design dal Museum of Modern Art di New York. Nel 1959, The family of Man, l'eccezionale esposizione fotografica curata da Edward Steichen per il MoMA, itinerante in 69 nazioni e visitata da 9.000.000 di persone, porterà l'attenzione sull'arte della fotografia, celebrata con le retrospettive sui grandi fotografi americani, Steichen il fotografo nel 1965 e I platini di Irving Penn. 25 anni di fotografia nel 1975.  Negli anni Sessanta, la collaborazione con l’Istituto Italiano per il Medio ed Estremo Oriente – ISMEO - dà avvio a una stagione di mostre sull’arte antica orientale, dall’Ottocento parte integrante delle raccolte civiche e, dal 2008, esposta nel nuovo Museo di Arte Orientale.
Un biglietto per l'arte è un modo per ricordare, a 150 anni dalla nascita del Museo Civico, l'importanza della sua attività per la città e sul panorama internazionale.

UN BIGLIETTO PER L’ARTE
Le mostre dei Musei Civici nei cartoncini di invito
6 dicembre 2013 - 2 marzo 2014
Inaugurazione: giovedì 5 dicembre 2013, ore 17
Sala mostre del Borgo Medievale
Viale Virgilio 107 - 10126 Torino
Orario: lunedì - domenica ore 10-18
Ingresso libero
INFO: tel. 011 4431701, borgomedievale@fondazionetorinomusei.it
www.borgomedievaletorino.it
www.borgomedievaletorino.it/biglietto_arte
www.facebook.com/biglietto_arte
Twitter: #BorgoMedievale 




sabato 30 novembre 2013

IL MISTERO DELLE COSE

Sergio Saccomandi
Raccolto
Tecnica mista, cm 65 x 80
La Galleria Fogliato ospita fino all'8 dicembre la rassegna dedicata ai dipinti a tecnica mista e ai lavori di grafica di Sergio Saccomandi.
Nato a Torino nel 1946, diplomato all’Accademia Albertina di Belle Arti, allievo di Paulucci e Calandri, già titolare della Cattedra di Discipline Pittoriche presso il Liceo Artistico di Torino, Sergio Saccomandi attinge il suo immaginario dagli scenari naturalistici dei colli di Barbania nel Canavase, dove si trasferisce e 'inventa la sua vita' dal 1981. Le vedute campestri, i dettagli sulla fauna e gli animali da cortile, gli ortaggi che ricoprono le distese silenziose dei terreni, acquistano nelle sue composizioni una fisionomia letteraria. La parola, la cadenza narrativa, si fanno immagine e trggono ulteriore ispirazione dal mondo dello spettacolo, che l’autore frequenta da tempo come regista, attore e scenografo, ottenendo negli anni soddisfazioni professionali e consenso di pubblico.
Sergio Saccomandi
Notturno
Tecnica mista, cm 90 x 115
E' proprio la familiarità con la drammaturgia e in particolare con il teatro dell'assurdo di Eugène Ionesco ad apportare alla pittura di Saccomandi una voce fuori campo, interpellata sulle grandi questioni che da sempre coinvolgono l'essere umano e la sua condizione esistenziale nel mondo. Come in una delle più celebri pièce di Ionesco, "Le sedie", esplicitamente evocata dalle sedute scarlatte che spesso campeggiano sulle grandi superfici, lo spettatore si ritrova in una dimensione metafisica, in bilico tra lo spazio vuoto del nero, gli scampoli saturi di bianco e i cumuli di oggetti quotidiani, a ‘rimbalzare da pausa a pausa’, a  ‘destarsi nella pienezza del vuoto’, a ‘perdersi per ritrovarsi’, secondo quanto dichiarato dal pittore stesso.
Sergio Saccomandi
Attesa
Tecnica mista, cm 80 x 120
Tutto questo giustifica il titolo dato alla mostra, "Il mistero delle cose", e rievoca un aspetto altrettanto importante nella ricerca pittorica e personale dell’autore. E’ il tema del sacro. Lo si individua nell’uso simbolico del colore, nella ieraticità dei soggetti e degli oggetti strappati alla loro banale inerzia, oppure, per altri aspetti, nel mistero divino racchiuso nel vivere quotidiano.  Raffigurazioni che, in modo emblematico, sono sintetizzate nell’effigie della Sindone, carica di rimandi mistici, religiosi ed escatologici, più volte rappresentata nelle opere grafiche, oggi in esposizione. E’ ancora l’autore a darci una definizione del mistero: "...innanzi alla Sindone, come all'infinito, è inevitabile il silenzio. La Sindone è infatti un rimando all'infinito, all'essere, al mistero...In questo tempo avvolto dall'apparenza urge recuperare il valore simbolico delle cose affinché lo spirito possa avere qualche sussulto, altrimenti le cose rimangono come puri beni da consumare. Le cose diventano divine e Dio diventa una cosa”.  
Sergio Saccomandi
Vedova allegra
Tecnica mista, cm 115 x 90
Il forte simbolismo è presente anche nelle procedure formali, dove il colore bianco del supporto sottostante, delle zone volutamente incompiute,  riveste pari importanza rispetto al disegno e ai colori e diventa parte integrante della composizione. Come una pausa musicale, un’ellissi retorica colma di aspettative, ‘origine responsabile del tutto’, il colore bianco, sintesi di tutti i colori, luce che irradia e dà forma alla materia, riassume la poetica di Saccomandi e la principale funzione del suo operare, che non vuole stupire, creare mondi illusori, ma invita l’osservatore a scavare con sé nel silenzio, nella certezza che 'dentro di noi ci sono ricchezze infinite'.

Il mistero delle cose
Mostra di Sergio Saccomandi
Dal 9 novembre all'8 dicembre 2013
Galleria Fogliato
Via Mazzini, 9 - 10123 Torino
Orari:  9,30-13/15-19,30; chiuso il lunedì e festivi
Tel. 011 887733; info@galleriafogliatotorino.com; www.galleriafogliatotorino.com

CHIOCCIOLA HELIX POMATIA

Chiocciola Helix pomatia
Le scienze naturali si raccontano a Palazzo Lascaris. Con le “Collezioni minime a Palazzo Lascaris” vengono esposti a rotazione interessanti reperti e volumi presenti nelle collezioni del Museo Regionale di Scienze Naturali che, presentati negli ambienti del Consiglio, faranno da “ambasciatori” della cultura scientifica in Piemonte. Il terzo appuntamento del Museo Regionale di Scienze Naturali presso la sede di Palazzo Lascaris - dopo quelli sulla felce lunaria e sul cranio dell’orso delle caverne - è con la chiocciola Helix pomatia, comunemente nota come chiocciola vignaiola ed escargot de Bourgogne. Presenta una conchiglia calcarea avvolta a spirale di 30-50 x 32-50 mm, un capo ben distinto con due paia di tentacoli retrattili e un piede a suola. Da sempre è utilizzata nella farmacopea popolare per la preparazione dello “sciroppo di lumaca”, lenitivo per la tosse e per le ulcere; diffusa in boschi, giardini, incolti e vigneti, dell' Italia settentrionale, vive anche a quote alpine elevate, per l'elevato pregio gastronomico  Helix pomatia  è inclusa nell’Allegato V della Direttiva Habitat come specie il cui prelievo in natura deve essere regolamentato. Fra le sagre che la vedono protagonista primeggia in Piemonte la storica Fiera fredda di Borgo San Dalmazzo (CN), che quest’anno si svolge dal 2 al 5 dicembre.
La DreamWorks Animation ne ha di recente accresciuto la notorietà, grazie al film Turbo, che racconta le avventure di una chiocciola da giardino con il sogno di diventare il pilota più veloce del mondo.

Chiocciola Helix pomatia
29 novembre 2013 –  27 gennaio 2014
Palazzo Lascaris
via Alfieri 15 - 10121 Torino
Orario: Lunedì - venerdì 10-18, sabato 10-12.30. Ingresso gratuito

mercoledì 27 novembre 2013

IL GUERRIERO GIAPPONESE ATTRAVERSO I SECOLI

In occasione della mostra “Spirito del Giappone. Fotografie di Suzanne Held” il MAO Museo d’Arte Orientale propone giovedì 28 novembre alle ore 18 un incontro dedicato alla figura del guerriero giapponese dal titolo IL GUERRIERO GIAPPONESE ATTRAVERSO I SECOLI, a cura di Massimo Soumaré, esperto della cultura del Sol Levante e della lingua giapponese.
I bushi, i guerrieri nipponici, si sono adattati ai mutamenti di armi, tecniche e strategia di guerra e hanno fatto propri complessi principi di origine buddhista e filosofici come lo Zen e arti raffinate quali la cerimonia del tè. Dai primi soldati che servivano i re di Yamato armati di spade dritte a doppio filo di origine continentale, si è passati ai samurai arcieri del XII secolo d. C. che utilizzavano il katana, una spada a lama curva e che durante le invasioni mongole (1274 e 1281) si trovarono a fronteggiare le prime granate della storia. Divenuti i samurai del Periodo degli Stati Combattenti (XV-XVI secolo) ed Edo (1603-1868), epoca in cui le regole etiche della classe dei guerrieri si sono cristallizzate, dall’antico concetto di bugei (arte marziale) si è giunti a partire dal XVI secolo alla definizione di bushidō (la via del guerriero).
Il loro pensiero ha permeato profondamente gli ideali del moderno esercito imperiale della prima metà del ventesimo secolo, arrivando, nel corso del primo conflitto mondiale, a influenzare persino le forze armate occidentali ed è sopravvissuto fino ai giorni nostri nelle strategie di mercato delle ditte giapponesi.

MAO Museo d’Arte Orientale
Via San Domenico 11 - 10122 Torino
Giovedì 28 novembre 2013 - ore 18
Ingresso libero fino esaurimento posti. Potranno essere ritirati due tagliandi a persona a partire da mezz’ora prima dell’inizio dell’attività.
INFO: tel. 011 4436928


martedì 26 novembre 2013

VISIONI DEL FUTURO: JULES VERNE E GLI ALTRI

Domani, mercoledi 27 novembre alle ore 19, presso la Sala di Consultazione della Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli, si terrà la CONVERSAZIONE SUL COLLEZIONISMO dal titolo "VISIONI DEL FUTURO: JULES VERNE E GLI ALTRI". Un viaggio nel mondo di Jules Verne raccontato dal collezionista Piero Gondolo della Riva in una conversazione con Marcella Pralormo, direttrice del museo.
Piero Gondolo della Riva, avvocato, nasce nel 1948 nel cuneese e vive a Torino. Inizia a collezionare sin da bambino, dapprima modellini di automobili e figurine, poi documenti sulla storia di Cuneo. Inizia ad appassionarsi di Jules Verne all'età di 13 anni. Da quel momento raccoglie libri e oggetti sullo scrittore francese costituendo una collezione straordinaria con migliaia di pezzi che verrà acquistata dalla città di Amiens nel 2000.
A 15 anni inizia a scriverene la bibliografia analitica che verrà pubblicata in francese nel 1977 e nel 1985. Negli anni '90 inizia a collezionare libri e oggetti sul tema della visione del futuro, a partire dal romanzo inedito di Jules Verne intitolato "Parigi nel XX secolo". La collezione comprende libri antichi che rappresentano il futuro e il tema della conquista dello spazio. Articoli, cartoline, piatti, giochi, figurine, oggetti, stampe e manifesti costituiscono la collezione che Piero Gondolo della Riva continua ad arricchire di nuovi oggetti ancora oggi.

Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli
Lingotto, Via Nizza 230/103 – 10126 Torino
Tel: +39 0110062008; + 39 0110062615; segreteria@pinacoteca-agnelli.it; www.pinacoteca-agnelli.it
Ingresso libero fino esaurimento posti

lunedì 25 novembre 2013

ROTAZIONE DI PARAVENTI GIAPPONESI

A partire dal 26 novembre, nella grande sala al primo piano del MAO Museo d’Arte Orientale verranno riproposte al pubblico le due coppie di paraventi a sei ante “Vedute di Kyoto e dintorni” e “Tigre e Drago”.
La prima coppia, minuziosamente dipinta nella prima metà del XVII secolo, appartiene al genere pittorico Rakuchu rakugai zu, caratterizzato per la scelta di raffigurare la città di Kyoto e le zone limitrofe. A questa si aggiungono due paraventi raffiguranti un drago e una tigre del 1830 ca., eseguiti da Kishi Ganku (1749/56-1838) o da qualcuno dei suoi più stretti collaboratori con ampie e vigorose pennellate ad inchiostro, evocanti lo stile della pittura cinese.
Al secondo piano della sezione giapponese sarà riproposto il grande kakemono (dipinto su rotolo verticale) del XIX secolo, con il Buddha storico ritratto in Parinirvana, ovvero nell’attimo in cui cessa la sua esistenza fisica per estinguersi nel Nirvana. Completa la rotazione un raro contenitore per sutra in pietra con iscrizione datante 1127.
Lungo il percorso espositivo del secondo piano rimane esposta la prima metà della serie più famosa di Utagawa Hiroshige (1797-1858), “Le 53 Stazioni della Tokaido”, datata 1833-34. Tokaido, la “Strada del Mare Orientale” era la maggiore arteria che collegava la capitale shogunale del Giappone, Tokyo, a quella imperiale, Kyoto, lungo la costa meridionale dell’isola di Honshu. La prima stampa rappresenta la partenza dal ponte Nihon, a Tokyo, e le altre riproducono le immagini di 53 località famose che si attraversavano procedendo verso Kyoto, fino ad arrivare al grande ponte di Sanjo. La serie di xilografie policrome di Hiroshige, presentata al pubblico dopo un intervento generale di restauro conservativo, è di proprietà dell’Unicredit S.p.A.
Dal 26 novembre all' 8 dicembre sarà inoltre proiettato il documentario del regista belga Luc Cuyvers “Tokaido – a Journey” (in inglese) prodotto nel 2010. Il viaggio in 10 puntate da 23’ ciascuna ripercorre le 53 tappe della Tokaido nel Giappone contemporaneo e svela un Paese nel mezzo di rapidi cambiamenti.

MAO Museo d’Arte Orientale
Via San Domenico 11 – Torino
Dal 26 novembre - rotazione dei paraventi
Dal 26 novembre all' 8 dicembre - proiezione del documentario
Ingresso al museo: intero € 10 – ridotto € 8 – gratuito ragazzi fino ai 18 anni
Ingresso libero alla proiezione
INFO: tel. 011 4436928; www.maotorino.it

giovedì 21 novembre 2013

LA SCUOLA D'ARTE RUSSA

Sergej Pankratov
Sulla panchina
1950 ca
olio, cm 26,5 x 19,5
La Galleria d’Arte Pirra dal 1971 ad oggi ha ospitato numerose mostre con artisti di fama consolidata, tra cui Pierre Auguste Renoir, Moise Kisling, Kees Van Dongen, Amedeo Modigliani, Maurice Utrillo, Pietro Annigoni, Giacomo Grosso e Galileo Chini. Accanto ad essi, ha contribuito alla divulgazione delle opere di Edgardo Corbelli, pittore dall’impronta fortemente espressionista, di Giulio Da Milano, legato all’ambiente artistico torinese degli anni ’30 e ’40 e in particolare al Gruppo dei Sei, dei fiorentini Enzo Faraoni, Fernando Farulli, Chiti Batelli ed altri. 
Vladimir Andeev
Studio per “Primavera a Ufa”
1950 ca
olio, cm 37 x 26
Dal 1991 la Galleria svolge un lavoro di ricerca e di diffusione di importanti artisti russi del dopoguerra, tra i quali Aleksej e Sergej Tkacev, Boris Lavrenko, Dmitrij Kosmin, Georgij Moroz, Gleb Savinov, Olga Bogaevskaja, Maya Kopitzeva, Leonid Vaichlia, Nikolaj Latyshenko, tutti esponenti delle Scuole di Mosca e San Pietroburgo. Nati per lo più tra gli anni Venti e Trenta, in un periodo storico che aveva praticamente cancellato i rapporti con l’Occidente, instaurano una continuità pittorica tra l’epoca prerivoluzionaria -in particolare la tradizione francese della pittura en plein air impressionista- e la contemporaneità, per evolversi in un linguaggio che può definirsi propriamente “post-impressionismo russo”. 
Nadezhda Vorobieva
Inizio primavera
1962
olio, cm 34 x 44
Le opere selezionate dalla Galleria Pirra hanno in comune l’estraneità alle tematiche di propaganda e la predilezione per soggetti di vita quotidiana, paesaggi e nature morte di grande suggestione emotiva. In occasione del ventesimo anniversario dalla prima mostra della scuola d'arte russa, la Galleria torinese presenta per la prima volta, accanto ad artisti ormai familiari quali Gleb Savinov, Olga Bogaevskaja e Nadezhda Vorobieva, nuovi autori, tutti nati nei primi venti anni del Novecento, con una selezione di opere datate prevalentemente tra gli anni Cinquanta e Sessanta.
Rina Sinelnikova
L’elefante-parcogiochi
1960
gouache, cm 52 x 37,5
Gli autori sono: Sergej Pankratov (Nizhniy Novgorod, 1905 – San Pietroburgo, 1975), rappresentante della Scuola di San Pietroburgo; Rina Sinelnikova (1916 – 2005), brillante artista grafica la cui produzione spazia dai disegni, alle incisioni, agli acquerelli, presente in mostra con una deliziosa gouache raffigurante un gruppo di bambini che giocano su un originale scivolo; Nikolaj Trunov (Zemlyansk, 1924 – Voronezh, 2009), i cui soggetti preferiti sono la figura e il ritratto; Aleksej Ryabikov (Kostroma, 1908 – 2000), con un piccolo olio anni ’50 che ritrae una ragazza intenta a ricamare.  
Evsey Reshin
Lettura
1977
tempera, cm 68 x 61
Ivan Dereberya (Varenovka, 1923), maestro della luce e delle sue modulazioni, è autore del disegno a matita raffigurante una bambina concentrata sui compiti; Vladimir Andreev (1910 – 1955) firma due oli, tra cui uno studio dove i bambini sono protagonisti. Completano la rassegna lo studio di figura e un interno con donna che legge di Evsey Reshin (Bukhara, 1916 – Mosca, 1978) e una bellissima natura morta con vasi di fiori di Nikolaj Tolkunov (Novosurino, 1917 - Mosca, 1996). 
Nikolaj Tolkunov
Fiori
1970
olio, cm 50 x 49
 LA SCUOLA D'ARTE RUSSA. A 20 anni dalla prima mostra
Dal 22 novembre 2013 al 12 gennaio 2014
Galleria d'Arte Pirra
Corso Vittorio Emanuele II, 82 - 10121 Torino
Orari: da lunedì a sabato 9,30-12,30; 15,30-19,30
Domenica 24 novembre, come consuetudine, aperti la mattina.
Le domeniche 1-8-15-22 dicembre aperti mattina e pomeriggio.
Tel. 011.54.33.93 - www.galleriapirra.it

LA CERIMONIA DEL TÈ SECONDO LA SCUOLA OMOTE SENKE

In occasione della mostra “Spirito del Giappone. Fotografie di Suzanne Held” il MAO Museo d’Arte Orientale propone una serie di incontri e dimostrazioni dedicati alla cultura giapponese. Giovedì 21 novembre l’Associazione Sakura dimostrerà al pubblico del museo come viene svolta la cerimonia del tè secondo la tradizione della scuola Omote Senke.
Il Chanoyu, (“cerimonia del tè”), è un’arte tradizionale introdotta in Giappone nel XII sec. da monaci buddisti zen. Codificata in maniera definitiva alla fine del XVI secolo dal monaco buddhista zen Sen no Rikyu (1522-1591), questa cerimonia e pratica spirituale può essere svolta secondo stili diversi ed in forme diverse. La cerimonia proposta al MAO secondo la scuola Omote senke, sarà condotta dalla Maestra Yuko Fujimoto - Presidente di Sakura Associazione Interculturale Italia-Giappone - e si avvarrà dell'utilizzo di oggetti e paramenti tradizionali, dal kimono della Maestra officiante, al chagama o braciere bronzeo, alle pregiate terrecotte raku.
L'Associazione Sakura si prefigge l'obiettivo primario di realizzare un tramite tra la cultura giapponese e quella italiana,  operando attivamente allo scopo di favorire e diffondere la conoscenza della cultura giapponese all'interno della realtà locale italiana e piemontese e, al contempo, fornendo un valido sostegno alla comunità giapponese presente nella città di Torino, nella speranza di aprire le due culture a un dialogo costruttivo e creativo.

MAO Museo d’Arte Orientale
Via San Domenico 11 – Torino
Giovedì 21 novembre 2013 - ore 18
Ingresso libero fino esaurimento posti all'incontro. Potranno essere ritirati due tagliandi a persona a partire da mezz’ora prima dell’inizio dell’attività.
Le collezioni del museo e la mostra chiudono regolarmente alle ore 18
INFO: tel. 011 4436928

lunedì 18 novembre 2013

ENI APRE IL CENACOLO AL PUBBLICO

Leonardo da Vinci
Ultima cena
Martedì 19 novembre 2013 si aprono le prenotazioni telefoniche per le ultime due serate speciali a ingresso gratuito al Cenacolo Vinciano, il 6 e il 20 dicembre
Grazie a ENI, sponsor dell'iniziativa, sarà possibile ammirare il capolavoro nel Refettorio di Santa Maria delle Grazie a Milano, dalle ore 19.30 alle 22.30, oltre il normale orario di apertura del Museo.
Leonardo ha dipinto l’Ultima Cena per volere di Ludovico Maria Sforza detto il Moro, in un arco di tempo che va dal 1494 al 1497. L'artista realizzò la pittura su muro con un metodo innovativo, che gli consentisse di intervenire sull'intonaco asciutto a più riprese, rivelatosi meno resistente dell'affresco. Ben presto la pittura cominciò a deteriorarsi e nel corso dei secoli si resero necessari molti restauri nel disperato tentativo di salvare il capolavoro. Solo nel 1999 un imponente intervento conservativo durato oltre vent’anni, grazie alla rimozione di tante ridipinture, ha riportato in luce quanto restava delle stesure originali. Le precarie condizioni del dipinto obbligano il Museo a osservare rigide regole di visita consentendo l’ingresso di 30 persone ogni 15 minuti.

Fra gli eventi promossi da Eni -società da sempre impegnata a sostegno e valorizzazione della cultura-, va ricordato il successo a Palazzo Marino della mostra Amore e Psiche (225mila visitatori) che ha portato a Milano la statua di Antonio Canova e il quadro Psyché et l’Amour di François Gérard, provenienti entrambi dal Museo del Louvre. Dal Louvre proveniva anche il San Giovanni Battista di Leonardo, esposto nel 2009 presso il Comune di Milano.

Cenacolo Vinciano
Refettorio di S. Maria delle Grazie
piazza Santa Maria delle Grazie, 2 -  20100 Milano
Venerdì 6 e 20 dicembre 2013 (ultime due serate)
Ingresso gratuito dalle ore 19.30 alle 22.30
Prenotazione obbligatoria dal 19 novembre, telefonando al n. 02 92800360 (orari call center: dal lunedì al sabato dalle 8.00 alle 18.30). E' possibile prenotare un massimo di 5 biglietti a telefonata.
www.cenacolovinciano.net

venerdì 8 novembre 2013

SPIRITO DEL GIAPPONE

Suzanne Held
Kyoto, jardin du temple buddhique Ryoan-ji, erables
cm 180x120
Il MAO Museo d’Arte Orientale presenta Spirito del Giappone, 40 fotografie di grande formato dedicate al Giappone della fotografa francese Suzanne Held già esposte al Musée d’Arts Asiatiques di Nizza. Negli scatti giapponesi Suzanne Held restituisce un Paese abitato dalla tradizione nel quale ogni istante si veste del silenzio del rituale, di un'anima che il suo popolo ha sempre saputo salvaguardare. Il grande formato delle fotografie consente al visitatore l’immersione in un Giappone senza tempo, lontano dall’effervescenza delle megalopoli e dalla febbre industriale, un Giappone nel quale l’estetismo è un’arte di vivere e nel quale l’armonia e la delicatezza del gesto si mescolano al rigore e alla precisione dei riti ancestrali.
Suzanne Held
Tokyo, temple Senso-ji d'Asakura, bonze mediant
cm 180x120
Le immagini si articolano attorno a quattro grandi temi: le geisha, i giardini, i luoghi di culto dello Shintō e del Buddhismo.
Le geisha sono letteralmente ‘persone d’arte’, donne istruite nella musica, nella danza e nel canto, altamente apprezzate e richieste dai clienti delle case da tè per il loro talento. Le geisha vestono kimono di seta decorati da motivi carichi di significato, che variano in base alla stagione, all’età di colei che indossa l’abito (colori vivaci per le giovani donne, colori tenui per le donne in età matura), alla casa da tè presso la quale operano.
Suzanne Held
Kyoto, quartier de Gion, deux maiko de do
cm 180x120
I giardini sono elemento essenziale della cultura nipponica. Per i Giapponesi, tutto è abitato. La pietra più piccola, il più piccolo ciuffo di muschio, ogni albero, foglia o fiore racchiudono uno spirito. Anche una porzione di natura che agli occhi di un Occidentale può apparire casuale è in realtà un giardino minuziosamente organizzato, sistemato in modo da riprodurre lo spazio naturale nel quale vivono gli spiriti, con lo scopo di attirarli e di assicurarsene la benevolenza.
Suzanne Held
Kyoto, jardin zen du temple bouddhique, Ryogi-in
cm 180x120
All’insegna della perfetta integrazione tra uomo e natura, alle foto di giardini si affiancano le suggestive immagini di luoghi di culto legati allo Shintō e al Buddhismo.
Lo Shintō è un insieme di riti che possono variare ampiamente di regione in regione, se non di villaggio in villaggio. Il Buddhismo giunse in Giappone dalla Corea, nella versione cinese del Grande Veicolo, nel corso del V-VI secolo d. C. Nel corso dei secoli nascono scuole e dottrine che si diffondono nel paese senza tuttavia oscurare la pratica dello Shintō. Oggi i due culti coabitano pacificamente, al punto che si usa dire “i Giapponesi nascono shintoisti e muoiono buddhisti”.
Suzanne Held
Kyoto, sanctuaire shintoiste Heian-jingu
cm 120x180
Arriscono la mostra due antiche sculture buddhiste, kimono, haori e altri elementi che richiamano le tradizioni estetiche e culturali dell’arcipelago. Tra questi spiccano i bonsai e gli esemplari di ikebana realizzati da Ingrid Tosei Maier Galvagni e dai suoi allievi della Wafu School of Ikebana e dall'atelier di ceramica del Monastero di Bose.
Un ricco calendario di eventi dal vivo si articolerà per tutta la durata della mostra: accanto alla cerimonia del tè, all’ikebana, alla calligrafia e alla danza butoh, troveranno spazio conferenze dedicate alla concezione e creazione dei bonsai, alla carta e alla figura del guerriero giapponese.
Suzanne Held
Nara, snctuaire shintoiste de Kasuga-taisha
cm 120x180
Per consolidare e ribadire il rapporto di gemellaggio di Torino con la città di Nagoya, dall’inizio della mostra al 10 novembre verrà proiettato il cortometraggio “Knights and Noodles”, realizzato con il sostegno del Ministero del Commercio, dell’Economia e dell’Industria giapponese.
Infine dal 14 dicembre al 16 febbraio 2014, in occasione della mostra Origami – spirito di carta, realizzata dall'Associazione Yoshin Ryu nel vicino Palazzo Barolo, il  MAO ospiterà un video dedicato all’arte tradizionale giapponese della  piegatura della carta.

SUZANNE HELD
Interessata alla fotografia sin dall’infanzia e iniziata all’arte dalla frequentazione dei musei e dalla passione per il disegno, dopo qualche anno di impegno nel
giornalismo fu in modo del tutto naturale indirizzata alla carriera di fotoreporter dalla sua doppia formazione in Storia dell’Arte e in Scienze Politiche.
A partire dagli anni ‘60 percorre ed esplora la terra intera, in un’epoca in cui erano ancora possibili reportages inediti da parti del mondo sconosciute al grande
pubblico. Grandi riviste come VSD, Grand reportage, le Figaro Magazine, Connaissance des Arts le dedicano regolarmente ampio spazio. Pubblica più di una trentina di albums che documentano i suoi quarant’anni di viaggi solitari alla ricerca dei più bei paesaggi – lei direbbe delle luci più belle – e dei popoli che li abitano.

SPIRITO DEL GIAPPONE
Fotografie di Suzanne Held
Dal 29 ottobre 2013 al 12 gennaio 2014
MAO Museo d’Arte Orientale
Via San Domenico 11 – 10122 Torino
Orario: aperto da martedì a domenica, ore 10-18 (la biglietteria chiude un’ora prima), chiuso il lunedì.
Per informazioni: t. 011.4436928, www.maotorino.it

FLASHBACK

Il 7 novembre ha aperto al pubblico negli spazi della Società Promotrice di Belle Arti a Torino la prima edizione di FLASHBACK - L’arte è tutta contemporanea, la nuova fiera dedicata all'arte antica e moderna con 28 espositori di pregio, 5 progetti speciali, 4 incontri culturali, 5 appuntamenti musicali che vanno a completare il programma di ContemporaryArt Torino. 
Cornelis Kruys
Natura morta con brocca di peltro
1645 ca
olio su tavola, cm 98x78
Affermano le direttrici e ideatrici della manifestazione, Stefania Poddighe e Ginevra Pucci: "L’ambizione di FLASHBACK è di imporsi come riferimento per il collezionismo di settore, italiano e straniero, affiancato però da un pubblico più trasversale per il quale la discriminante non è più il periodo di realizzazione dell’opera ma la sua unicità e qualità...I fruitori a cui ci rivolgiamo in particolare sono i nostri coetanei, per i quali questo settore è ritenuto meno appetibile.” 
Bernardino Lanino
Adorazione del Bambino
1565 ca
penna, inchiostro scuro, matita nera e acquerello
con rialzi in biacca su carta grigia
cm 39,9 x 29,5
Un' ottica di innovazione riscontrabile nell'allestimento non convenzionale firmato dall'architetto Carlo Alberto De Laugier in collaborazione con l'artista Alessandro Bulgini, e nella comunicazione, che spazia da quotidiani a riviste specializzate di arte antica e contemporanea, ai social network, fino alla realizzazione di un e-book della manifestazione.
FLASHBACK- L’arte è tutta contemporanea si colloca a pieno titolo all’interno della settimana dell'Arte che, secondo un' indagine della Camera di Commercio relativa all'edizione 2012, ha registrato a Torino circa 200mila presenze complessive (+56% rispetto al 2011), con un ritorno economico di 3,6 milioni di euro.
Giovanni Boldini
Ritratto di Betty Wertheimer
1902
olio su tela, cm 155.5 x 103
Filo conduttore della fiera è il concetto di tempo, come suggerisce l’affermazione di Gino De Dominicis "l’Arte è tutta Contemporanea", esemplificato all’ingresso della Palazzina da due sculture molto diverse, in relazione tra loro: l’Amorino, opera in gesso del grande Antonio Canova e MarMonia, scultura in marmo dell’artista contemporaneo Luigi Ontani.
Richard James Wyatt
Venere al bagno
1830-40
marmo bianco, altezza cm 157
Al dato temporale sembra alludere anche il ripristino della pavimentazione in marmo di alcune sale della sede espositiva, affidato per l'occasione all'azienda Catella Fratelli, la stessa che ai primi del ‘900 fornì i marmi per la realizzazione dell’atrio.
Tra i progetti speciali sono da segnalare la project room realizzata da PIOMONTI ARTE CONTEMPORANEA in memoria del grande ed eccentrico Gino De Dominicis, nella quale Pio Monti, suo grande amico, riproduce l’arredo di una stanza della casa dell’artista ai Fori Imperiali di Roma.
Marc Chagall
Le  Pierrot
1968
acquaforte e acquatinta, cm 93,6 x 75,3
Arricchiscono la rassegna la mostra TIMELESS Opere dalla Collezione Giuseppe Iannaccone  -con opere di artisti attivi negli anni ’30 del secolo scorso, come Renato Guttuso e Renato Birolli-, e la performance live dell’artista visivo Alessandro Bulgini realizzata ogni giorno, dal 7 al 10 novembre, all’interno della Promotrice che sarà visibile in diretta sulla pagina Facebook di FLASHBACK. Da segnalare infine il programma di incontri quotidiani dal titolo L’enigma del tempo, con presentazioni di libri e appuntamenti musicali a cura del duo elettronico ADIASTENIA.
Il catalogo (Edizioni Prinp) è scaricabile dal sito web della manifestazione e acquistabile in formato cartaceo sul sito www.prinp.com.

FLASHBACK - L’arte è tutta contemporanea
7 - 10 novembre 2013
Società Promotrice delle Belle Arti
Viale Balsamo Crivelli 11 (Parco del Valentino) - 10126 Torino
Orario: 12 – 21
www.flashback.to.it
Un servizio di navette gratuito collega la Promotrice all’Oval Lingotto fino al 10 novembre, con orario 13 -20.

martedì 5 novembre 2013

SEICENTO LOMBARDO A BRERA

La Pinacoteca di Brera possiede un ingente patrimonio di dipinti dei principali protagonisti del Seicento lombardo, realizzati a partire dall’età di Federico Borromeo fino alla successiva stagione barocca e alla svolta classicista della seconda Accademia Ambrosiana.
La mostra Seicento lombardo a Brera presenta al pubblico 46 opere lombarde del XVII secolo prevalentemente di grande formato, normalmente sottratte al percorso espositivo per  ragioni di spazio.  
Fede Galizia
Noli me tangere
olio su tela, 313 x 196,5 cm
Fra esse figurano quattro importanti pale d’altare, tre delle quali firmate e datate: Noli me tangere (1616) di Fede Galizia, nota soprattutto per la produzione di ritratti e nature morte, l’Assunzione della Vergine (1648) di Carlo Francesco Nuvolone, ormai pienamente barocca, e San Francesco in estasi (1650) di Giuseppe Nuvolone. Di Giovan Battista Crespi detto il Cerano è invece il Cristo nel sepolcro, san Carlo e santi (1610 circa), fino a qualche mese fa in deposito presso la chiesa milanese di Santo Stefano.
Daniele Crespi
Il Cenacolo
olio su tela, 335 x 220 cm
Tre opere appartengono all’importante serie dispersa dei cicli pittorici già realizzati per la Sala dei Senatori in Palazzo Ducale (oggi Palazzo Reale) a Milano, inaugurata nella metà degli anni venti con l’Andata al Calvario di Daniele Crespi. Dal ciclo delle Storie della Passione di Cristo, provengono l’Orazione nell’orto di Giovanni Stefano Montalto e la Flagellazione di Giuseppe Nuvolone,  nelle ricche cornici dorate originali. Probabile ispiratore, se non diretto committente della decorazione della sala, che alla Passione affiancava il tema delle Allegorie della Giustizia cristiana, fu Bartolomeo Arese, mecenate e Presidente del Senato di Milano dal 1660 al 1674.
Carlo Francesco e Giuseppe Nuvolone
La famiglia dei pittori Nuvolone
olio su tela, 126 x 180 cm
Il percorso espositivo comprende inoltre dipinti di soggetto sacro di piccolo e medio formato, fra cui il bozzetto per una pala d’altare nella Certosa di Pavia di Morazzone (La Madonna del Rosario con san Domenico e due angioletti), la tavoletta di Cerano con San Giorgio e il drago e la Natività e adorazione dei pastori di Giuseppe Vermiglio, espressione del realismo lombardo di dettato caravaggesco. Comuni denominatori sono qui, come in tutta la scuola pittorica lombarda del XVII secolo, il senso corposo della materia pittorica e l’uso scenografico degli effetti luministici. 
Giuseppe Vermiglio
Natività e adorazione dei pastori
olio su tela, 230 x 250 cm
Una nutrita sezione è dedicata a ritratti e autoritratti di pittori milanesi e lombardi appartenuti al cosiddetto Gabinetto de’ ritratti costituito da Giuseppe Bossi, all’inizio dell’Ottocento segretario dell’Accademia di Brera e tra i promotori del museo braidense. Tra essi si segnalano il ritratto di gruppo della famiglia Nuvolone in concerto (metà del XVII secolo) dei fratelli Carlo Francesco e Giuseppe Nuvolone, e l’Autoritratto (1624) di Giulio Cesare Procaccini, dipinto un anno prima della morte, la coppia dipinta dal valsesiano Tanzio da Varallo (considerati un tempo effigi dell’artista e della di lui consorte) e il ritratto dovuto a Francesco Cairo del pittore perugino e scrittore d’arte Luigi Scaramuccia.
Antonio d’Enrico detto Tanzio da Varallo
Ritratto di gentildonna
olio su tela, 80 x 58 cm
Dalla ricca collezione del Gabinetto dei disegni della Pinacoteca di Brera provengono infine otto significativi fogli di pittori diversi,  tra i quali spiccano Cerano, Morazzone e Moncalvo. Il catalogo edito da Skira, comprende contributi delle curatrici Simonetta Coppa e Paola Strada, di Danilo Zardin, Francesco Frangi e Paolo Vanoli e agili biografie degli artisti redatte da Eugenia Bianchi.

Seicento lombardo a Brera. Capolavori e riscoperte
8 ottobre 2013 – 12 gennaio 2014
Pinacoteca di Brera, sale XXX-XXXIV
Via Brera, 28 – Milano
Accesso disabili da via Fiori Oscuri, 2
Orari: 8.30-19.15 da martedì a domenica (la biglietteria chiude alle 18.40); chiuso lunedì
Informazioni: tel. 02 72263.257, sbsae-mi.brera@beniculturali.it; www.brera.beniculturali.it