mercoledì 9 dicembre 2015

IL DRAGO E IL FIORE D’ORO

"Se durante lo stato di quiete lo spirito ha la sensazione di una grande serenità
quasi come in un'ebbrezza lucida...

questo è un segno che lo yang è armonicamente distribuito in tutto il corpo;
allora il Fiore d'Oro comincia a sbocciare.
Quando, dopo di ciò...questa vasta terra viene sentita come un mondo di luce,
questo è un segno che l'interno del cuore si apre alla luce.
Questo è anche un segno che il Fiore d'Oro sta dischiudendosi."

Il segreto del Fiore d'Oro (Tai yi jin hua zong zhi)
Il MAO Museo d’Arte Orientale, in collaborazione con la Fondazione Museo Asia, propone una grande mostra che presenta per la prima volta opere di arte tessile di rara bellezza e impatto visivo: 36 tappeti di manifattura cinese realizzati tra il 18° e il 19° secolo nei laboratori imperiali per adornare le immense sale e i podi dei troni dei palazzi dell’Imperatore nella Città Proibita di Pechino.
Le preziosissime opere esposte provengono da varie collezioni internazionali e rappresentano una selezione significativa di tutti i tappeti imperiali di seta e metalli preziosi della dinastia Qing (1644-1911) conosciuti nel mondo, che superano di poco i trecento esemplari.
Drago Imperiale
Cina
Dinastia Qing (1644-1911)
Epoca  Qianlong (1736-1795)
cm 116 x 205
Il tappeto - frutto di una raffinatissima arte che vedeva gli artigiani/artisti dei laboratori imperiali combinare seta, oro, argento e rame -  esprimeva il  potere imperiale e la concezione del mondo a esso sottostante attraverso la componente estetica e decorativa.
Con la loro straordinaria lavorazione, con la luce che sembra scaturire dal fondo dei tappeti, con la complessa decorazione di esseri favolosi e animali fantastici, queste opere rappresentano una finestra spalancata sul mondo del potere divino dell’Imperatore e sulla Città Proibita, uno sguardo sui simboli e sui principi del taoismo, la dottrina filosofico/religiosa che ha permeato la cultura e la società cinese.
Il Drago del Cielo
Cina
Dinastia Qing (1644-1911)
Epoca Qianlong (1736-1795)
cm 247 x 308
nell’iscrizione: Ningshougong Yuange Beiyong
In dotazione di riserva per il Palazzo della Tranquillità e della Longevità
A partire dal titolo, la mostra dischiude al visitatore un mondo invisibile e complesso nel quale il Drago rappresenta l’Imperatore, il Figlio del Cielo, il potere, mentre il Fiore d’Oro dai mille petali è il simbolo dell’energia divina e del’universo. Questi due simboli assieme ci raccontano dell’ordine del cosmo e dell’immortalità.
Il Drago del Cielo e della Terra
Cina
Dinastia Qing (1644-1911)
Epoca Yongzheng (1722-1735)
cm 185 x 273
Il fascino dell’universo simbolico scritto nella trama dei tappeti trova rispondenza in musica e immagini e la mostra si fa polisensoriale: la partitura originale 'The Dragon and the Golden Flower' per quartetto d'archi ed elettronica scritta da Nina Danon e la videoinstallazione in cinque sezioni 'Mirrors' di Andreas Nold accompagnano e avvolgono il visitatore durante percorso di visita.
Ritmi e movimenti ispirati al simbolismo e alla storia delle opere in mostra vengono usati per creare un linguaggio in cui i cinque sensi si fondono dando vita a paesaggi sonori e armonie visive.
Oltre ai grandi tappeti, cuore della mostra, il MAO espone due vesti anch’esse risalenti alla dinastia Qing provenienti da una collezione privata e una selezione di opere della collezione permanente del Museo.
La Danza del Leone delle Cinque Direzioni
Cina
Dinastia Qing (1644-1911)
Epoca Daoguang (1820-1850)
cm 120 x 120
Per tutta la durata della mostra, un ricco calendario di eventi consentirà al pubblico di immergersi totalmente nell’atmosfera della Cina antica, apprezzandone dal vivo la storia, l’arte e le tradizioni.
La rassegna prevede incontri con gli studiosi che hanno contribuito alla realizzazione della mostra, conferenze in collaborazione con l’Istituto Confucio di Torino, workshop, spettacoli, attività per famiglie, visite guidate alla mostra, degustazioni di tè e festeggiamenti in concomitanza il Capodanno cinese.

IL DRAGO E IL FIORE D’ORO
Potere e Magia nei Tappeti della Cina Imperiale
5 dicembre 2015 - 28 marzo 2016
MAO Museo d’Arte Orientale
Via San Domenico 11, Torino
Orario: mar-ven 10-18 sab-dom 11-19 (la biglietteria chiude un’ora prima).
Chiuso il lunedì
info: t. 011.4436928; mao@fondazionetorinomusei.it; www.maotorino.it
Facebook MAO. Museo d’Arte Orientale | Twitter @maotorino

sabato 5 dicembre 2015

EARTHRISE

Earthrise, veduta allestimento
EARTHRISE, terza mostra collettiva a cura di Marco Scotini nell’ambito del programma artistico 2015 del PAV di Torino, aggiunge un nuovo capitolo alla genealogia del rapporto tra pratiche artistiche, politiche ed ecologiche, presentando un insieme di ricerche pionieristiche condotte in Italia negli anni cruciali attorno al ‘68. Il sessantotto è anche l'anno della celebre foto scattata da William Anders il 24 dicembre, meglio nota come “Earthrise”, da cui prende il titolo l’esposizione, dove la Terra appare per la prima volta vista dalla Luna.
Gianfranco Baruchello
Giornali appesi all’albero, 1975
giornali, filo di ferro
Courtesy Fondazione Baruchello
“L’idea che faremo meglio a tornare alla terra intesa come risposta polemica all’esplorazione spaziale è l’idea di base dalla quale sono partito per questa avventura chiamata Agricola Cornelia”, scriveva Gianfranco Baruchello nel 1983. La fattoria sperimentale, che porta il nome di Agricola Cornelia S.p.A., inizia a prendere forma nel 1973, “alla fine – cioè – di tutte le esperienze politiche con le quali eravamo stati connessi dal sessantotto in poi e ci scoprivamo alla ricerca di valori diversi dalla normale militanza”. Nel 1971 il gruppo di architettura radicale 9999 lancia un manifesto-volantino con lo slogan: “Caro studente o cultore dell’ambiente, stai attento! Il tuo ecosistema è in crisi, la tua capacità creativa è assopita”. La terra vista come “luogo del ritorno” è ciò che unisce queste esperienze ai Tappeti Natura di Piero Gilardi della seconda metà dei ’60 e alle incursioni sugli orti urbani spontanei e periferici di Ugo La Pietra.
Ugo La Pietra
Recupero e reinvenzione (orti urbani), 1969
tecnica mista e collage su carta, cm 60x60
Courtesy Studio Ugo La Pietra
Alcuni dei lavori in esposizione, riuniti anche nella mostra ormai storica Italy: The New Domestic Landscape presso il MoMA, del 1972, sembrano essere oggi gli unici precursori, nel contesto italiano, del rinnovato rapporto tra pratiche artistiche e ambito ecologico. Al Progetto Apollo (1971) dei 9999, in cui la Luna diventa l’arca su cui conservare i modelli della vita terrestre in distruzione, fa seguito nello stesso anno il modello abitativo Vegetable Garden House, nel quale tecnologia e natura si coniugano secondo il principio delle risorse riciclabili. L’idea di riciclo ricompare nella ricerca di La Pietra sugli orti spontanei ai margini della città, intesi come “gradi di libertà” e di creatività sociale ancora praticabili e auspicabili in una proposta di gestione integrale della città.
9999
Vegetable Garden House, 1971
fotomontaggio
Archivio Carlo Caldini, Firenze
Il progetto a lungo termine di Gianfranco Baruchello, Agricola Cornelia S.p.A., include in un’unica ampia azione individuale e collettiva l’estetica, l’agricoltura, la zootecnia e la vita. L’idea di ecoambiente sviluppata da Baruchello è implicita anche nei Tappeti Natura di Piero Gilardi, frammenti paesistici in poliuretano, simbolicamente sottratti all'inquinamento ambientale. Questa utopica dimensione scultorea lo condurrà, negli stessi anni, ad allontanarsi dal sistema dell’arte per una immersione radicale nella vita sociale reale, con largo anticipo sul concetto di “ecosofia” formulato da Félix Guattari nel 1989.
Piero Gilardi
Greto di torrente, 1967
poliuretano, cm 70x90x20
Courtesy Fondazione Centro Studi Piero Gilardi
Fre le iniziative di approfondimento intorno alla mostra EARTHRISE le Attività Educative e Formative propongono Immersioni Urbane, laboratorio per le scuole secondarie di primo e secondo grado. L’attività propone una riflessione sulla città a partire dal lavoro di Piero Gilardi e Ugo La Pietra che, nel corso delle loro ricerche, hanno indagato e attivato esperienze artistiche partecipative volte a una riappropriazione dell’identità collettiva e degli spazi pubblici.

EARTHRISE
Visioni pre-ecologiche nell'arte italiana (1967-73)

9999, Gianfranco Baruchello, Ugo La Pietra, Piero Gilardi
a cura di Marco Scotini
Dal 6 novembre 2015 al 21 febbraio 2016
PAV Parco d'Arte Vivente
Via Giordano Bruno, 31 - 10134 Torino
Orari: venerdì, 15 - 18; sabato e domenica, 12 - 19
Info e prenotazione attività: +39 011 3182235; press@parcoartevivente.it
www.parcoartevivente.it

venerdì 4 dicembre 2015

ORTI SCOLASTICI IN RETE

Venerdi 11 dicembre alle ore 17, presso l’Aula Magna dell’Orto Botanico (Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università, viale Mattioli 25, Torino) si terrà l'incontro Orti scolastici in rete: dal progetto alla pratica. Un’esperienza torinese con Davide Lobue dell’Associazione Parco del Nobile di Torino.
“Orti a scuola”: nell'anno di EXPO Nutrire il Pianeta si è parlato molto di orti sociali, collettivi, biologici, biodinamici, ma le scuole - e quelle di Torino in particolare - sono anni che lavorano sul tema degli orti. Orti alla Otto, ad esempio, è un progetto della Circoscrizione VIII realizzato dall'Associazione con la collaborazione di insegnanti, educatori e famiglie delle scuole dell'infanzia, primarie e secondarie presenti sul territorio.
Portare l'orto nel cortile scolastico significa dare ai bambini la possibilità di sperimentare, conoscere, esprimersi, scoprire le stagioni, il tempo, le piante, insegna ad avere cura del prossimo, dell'ambiente a condividere spazi, strumenti, progetti.
L’evento è organizzato in collaborazione con l’Associazione Parco del Nobile di Torino, la Società Botanica Italiana – Sezione Piemonte e Valle d’Aosta e l’Orto Botanico dell’Università di Torino.

Davide Lobue, laureato in Scienze Naturali presso l'Università degli Studi di Torino, educatore e formatore che da anni si occupa di educazione ambientale e alla sostenibilità, ci parlerà del recupero di spazi scolastici attraverso la realizzazione di orti, giardini e apiari didattici con i bambini.

Ingresso libero
Informazioni: Annalaura Pistarino, tel- 011.4326312

mercoledì 2 dicembre 2015

IL MERCANTE DI NUVOLE. STUDIO65: CINQUANT’ANNI DI FUTURO

Studio65
stand Babilonia 72
composizione poltrona Acanto, 1972
Prima tappa in Italia della mostra Il Mercante di Nuvole. Studio65: cinquant’anni di Futuro che celebra i 50 anni di attività di Studio65, fondato a Torino nel 1965 da un collettivo di futuri architetti riuniti attorno alla figura di Franco Audrito, intenzionati a combattere il conformismo imperante dello stile “moderno” con le nuove idee creative del design radicale.
La mostra raccoglie per la prima volta insieme progetti e oggetti di Studio65, molti dei quali prodotti da Gufram, storico marchio che festeggerà il cinquantesimo compleanno nel 2016, celebrato in anteprima dall'edizione speciale limitata del divano Bocca, in versione oro.
Studio65
Capitello (Acanto), seduta, 1971
prodotto da Gufram ©Stefano Ferroni
Risale al 1970 la prima edizione di Bocca e tra il 1971 e il 1972 datano la seduta Capitello, la poltroncina Attica e il tavolino Attica TL, tutti nati dal sodalizio fra Gufram e Studio65. Dal profondo significato concettuale, il divano Leonardo, il mobile-contenitore Colonna Sonora, la seduta Mela del Peccato, segnano il passaggio tra era industriale e società post-industriale.
‘La capacità di immaginare e trasformare elementi d’arredo in icone del nostro tempo - afferma la curatrice Maria Cristina Didero - è mossa dalla natura profondamente irriverente, rivoluzionaria e iconoclasta che ha caratterizzato l’attività di Studio65.”
Studio65
Leonardo, divano componibile, edizione 2015
prodotto da Gufram©Stefano Ferroni
L’allestimento, concepito come un progetto urbano virtuale con strade e piazze che si alternano lungo il percorso espositivo, diventa esso stesso un’esperienza collettiva, interattiva e ludica, dove gli oggetti possono essere fruiti direttamente e liberamente dal visitatore. Questi potrà costruire composizioni fantasiose con i pezzi del gioco Baby-lonia (1972), ispirato alle scatole delle costruzioni. Potrà farsi immortalare sul divano Bocca, o sulla maxi poltrona fumetto Mickey (1972). Oppure potrà sdraiarsi sul lungo divano Bruco (1970), su Chiocciola (1970) divano a forma di foglia d’acanto arrotolata, o sulla poltrona Money Money (2013) simbolo dello smisurato potere finanziario degli ultimi anni. Per terminare sdraiati sul Tappeto di nuvole (2015), come veri sognatori.
Studio65Money Money, seduta, 2015
©Stefano Ferroni
Il coinvolgimento del pubblico sarà totale, anche grazie a due progetti collaterali condivisi sui principali social network collegati alla mostra. Tutte le domeniche del periodo espositivo in Museo, dalle ore 10 alle 13, ‘Star & Design. Divi per un giorno’ vedrà l’hairstylist Franco Curletto  e il suo staff in collaborazione con L’Oreal, acconciare e truccare 10 partecipanti selezionati ogni settimana, i quali saranno poi immortalati dal fotografo Daniele Ratti come divi hollyoodiani sul divano Bocca, allestito in un set fotografico.
Studio65
Baby-lonia appare tra le nuvole come un castello incantato
, 2015
gioco per bambini
prodotto da Gufram ©Stefano Ferroni
A partire dal 16 novembre 2015 fino al 28 febbraio 2016 due divani Bocca saranno i protagonisti di un’installazione realizzata con il supporto di GTT – Gruppo Torinese Trasporti nelle due stazioni della metropolitana XVIII Dicembre e Porta Nuova, dove i passeggeri potranno sedersi e scattare una fotografia da postare on line con l’hashtag #il mercantedinuvole.
Dopo la tappa torinese, Il mercante di nuvole. Studio65: cinquant’anni di futuro sarà presentata in altre istituzioni internazionali iniziando dal Medio Oriente (Ryad, ottobre 2016 e Jeddah, febbraio 2017).
Il catalogo Skira è a cura di Maria Cristina Didero e Franco Audrito, con contributi di esponenti del mondo del design internazionale.

IL MERCANTE DI NUVOLE.
Studio65 cinquant’anni di futuro

27 novembre 2015 - 28 febbraio 2016
GAM
via Magenta 31, Torino
facebook: GAM Torino | twitter: @gamtorino | instagram: GAM TORINO
Facebook Studio65 | Twitter & Instagram studiosessanta5
SEGUI e COMMENTA LA MOSTRA CON #ilmercantedinuvole
www.studio65.eu
www.gamtorino.it

giovedì 26 novembre 2015

TACCUINI DI VIAGGIO

MiroModo ospita il workshop Taccuini di Viaggio. Il taccuino è qualcosa di personale che raccoglie le emozioni che proviamo durante un viaggio.
Tutto ciò che ci colpisce, che vogliamo ricordare e trasmettere ad altri. Sotto la guida di Silvia Mandelli, viaggiatori, disegnatori, scrittori o anche solo amanti della carta e della legatoria, avranno modo di imparare le tecniche utilizzate nella creazione di libri e quaderni di diversa misura, foggia o scopo. Ognuno potrà confezionare il carnet di viaggio più adatto al proprio itinerario e alla propria valigia, reali o immaginari.
Il laboratorio avrà luogo presso la sede MiroModo sabato 12 dicembre dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.00 alle 18.00. Tutte le attività sono riservate ai soci. È possibile aderire al workshop versando la quota associativa 2015. Il corso sarà attivato con un minimo di 7 partecipanti e massimo 12.
Per informazioni su costi e iscrizioni: info@miromodo.it

MiroModo
Associazione non profit
Via Bligny 9 - 10122 Torino
Facebook: Miromodo

mercoledì 25 novembre 2015

LIBRI/Cristo e l’impronta dell’arte

Il libro racconta come gli artisti hanno affrontato nella loro opera il rapporto con il trascendente e in che modo hanno trattato l’immagine di Cristo, interpretandone la figura con l’obiettivo di rendere visibile l’invisibile. Questa impostazione affiora già nell’immagine di copertina, un recente dipinto dell’artista cinese Yue Minjun che riprende la Deposizione dalla Croce di Rosso Fiorentino, svuotandola però della presenza umana.
Già dalla seconda metà dell’Ottocento, la rappresentazione di Cristo tende a sottrarsi alla narrazione religiosa per farsi simbolo della sofferenza umana. Ne consegue una rappresentazione legata alle vicende personali dei singoli individui e alle vicende storiche, come dimostrano le crocifissioni di James Ensor, Lovis Corinth, Max Beckman o Marc Chagall.
L'autore mette in gioco inediti accostamenti che consentono di analizzare le antropometrie di Yves Klein e le tante opere realizzate attraverso l’impronta del corpo umano in relazione alla Sindone di Torino. Dedica inoltre attenzione al modo in cui la figura di Cristo compare nell’arte cinese contemporanea. La ricchezza di riferimenti spazia da Matthias Grünewald ad Anish Kapoor, da Sebastiano del Piombo ad Akseli Gallen-Kallela, dalle antiche icone ad Andy Warhol, da Hans Holbein a Marlene Dumas, dalle veroniche di El Greco a quelle di Georges Rouault, di Mimmo Paladino, di Francesco Clemente e di Nicola Samorì, alle rappresentazioni della Sindone di Tony Oursler e Wang Guangyi.

Demetrio Paparoni (Siracusa 1954), saggista e curatore di mostre d’arte contemporanea, ha fondato nel 1983 la rivista d’arte contemporanea “Tema Celeste”, che ha diretto fino al 2000. Ha curato numerose monografie di grandi protagonisti della scena artistica internazionale. Negli ultimi anni ha scritto saggi per i cataloghi delle grandi mostre che la città di Milano ha dedicato ad Andy Warhol, Keith Haring, Jean-Michel Basquiat, David LaChapelle, Edward Hopper, Roy Lichtenstein, Tony Oursler, Anish Kapoor. Tra i suoi libri: L’astrazione ridefinita (Tema Celeste, 1994), Il corpo vedente dell’arte (Castelvecchi, 1997), Il corpo parlante dell’arte (Castelvecchi, 1997), L’arte contemporanea e il suo metodo (Neri Pozza, 2005), Eretica Skira, 2006), Il bello, il buono e il cattivo (Ponte alle Grazie, 2014). 

Arte moderna. Saggi
Demetrio Paparoni
Cristo e l’impronta dell’arte
Il divino e la sua rappresentazione nell’arte di ieri e di oggi
2015, 16,5 x 21 cm, 232 pagine, 178 colori, cartonato
ISBN 978-88-572-2816-7, € 28,00
www.skira.net

venerdì 13 novembre 2015

TRACES

Traces. Documento e testimonianza nell’arte contemporanea italiana propone un percorso nelle arti visive, tra gli anni Sessanta e Ottanta del Novecento, attraverso opere accompagnate da testi, fotografie, libri, libri d’artista e progetti provenienti da archivi e collezioni pubbliche e private.
Inaugurata lo scorso 7 novembre, nell'ambito delle attività promosse dal progetto ContemporaryArt Torino Piemonte, la mostra ha permesso di visitare in orario inconsueto la Biblioteca Nazionale, inserendola nel circuito delle gallerie d'arte aperte per la visita notturna in occasione della Notte delle Arti Contemporanee.
Aldo Mondino
Oltre quaranta le opere di autori che hanno segnato il panorama artistico del periodo, presentate in un percorso espositivo concepito come uno spazio neutro, con l'obiettivo di far dialogare fra loro gli artisti, senza seguire un rigido percorso tematico, per costruire nuovi contenuti e inedite valutazioni critiche. Una scelta curatoriale che fa pensare al manifesto di uno degli autori presenti, Nanni Balestrini: "la mia operazione è appunto quella di distruggere i contenuti, per arrivare a un altro tipo di significato rispetto a quello della normale comunicazione verbale e della scrittura corrente[…] un significato più profondo, irrazionale, che generi emozioni mentali, come fanno la musica e la pittura."   
Nanni Balestrini
Afferma il curatore Domenico Maria Papa : “il significato dell’opera d’arte, nelle esperienze degli ultimi decenni va cercato non più solo nell’esecuzione del manufatto, ma nell’elaborazione concettuale, nella traccia biografica, nel confronto tra l’artista e gli altri operatori del sistema dell’arte.” Per la comprensione di un percorso di ricerca assume perciò grande importanza la documentazione e la testimonianza diretta relativa al lavoro di un autore. Il supporto documentale diviene un supporto fondamentale nel ricostruire la cultura artistica di un periodo, per approfondire e contestualizzare l’opera.
Mario Schifano
Sede di prestigio è la Sala Mostre dell'Auditorium Vivaldi della Biblioteca Universitaria Nazionale di Torino, di recente sottoposta a intervento di restauro, inaugurato il 18 settembre 2015.
Realizzata con la collaborazione del Mart - Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, del DigiLab, Centro interdipartimentale di ricerca e servizi de “La Sapienza” di Roma; della Soprintendenza beni artistici e architettonici di Torino; del Centro di Conservazione e Restauro di Venaria Reale; dell’Associazione Amici della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, Traces è la prima grande mostra nello spazio espositivo rinnovato.
Il catalogo  prevede la raccolta di interventi sul tema della documentazione dell’arte moderna e una conversazione con Achille Bonito Oliva.

Traces. Documento e testimonianza nell’arte italiana
a cura di Domenico Maria Papa
7 novembre - 9 dicembre 2015
Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino
Sala mostre Auditorium Vivaldi
Piazza Carlo Alberto 3
Orari:da lunedì a venerdì dalle ore 10 alle 18, sabato dalle ore 10 alle 13
Ingresso gratuito
www.tracesart.it

UN WEEK-END A BRERA PER SALUTARE CARAVAGGIO

Caravaggio
Cena in Emmaus (1606 ca.)
Milano, Pinacoteca di Brera
La Pinacoteca di Brera propone due giornate ad ingresso gratuito il 14 e il 15 novembre per consentire al pubblico di salutare una delle sue opere più significative, la Cena in Emmaus di Caravaggio.
Il dipinto infatti, lunedì 16 novembre sarà rimosso dalla sua parete e vi tornerà solo a giugno 2016.
La prima tappa sarà al Musée des Beaux-Arts di Caen, dove sarà ospitato in cambio della celebre tavola di Perugino raffigurante Il matrimonio della Vergine che arriverà a Brera nel marzo 2016  per essere esposta accanto al dipinto di Raffaello dal medesimo soggetto, offrendo per la prima volta la possibilità di confrontare dal vivo l’opera del maestro e quella del geniale allievo.
Da Caen la Cena volerà a Tokyo, per essere esposta al National Museum of Western Art  nell'ambito di una mostra dedicata a Caravaggio e ai caravaggeschi che si concluderà il 12 giugno, organizzata in occasione del 150° anniversario dei Trattati di Amicizia e Commercio Giappone-Italia.
Nelle due giornate precedenti la partenza, oltre all’ingresso gratuito saranno distribuite brevi schede per una visita autonoma a tema caravaggesco.
Ogni mezz’ora, davanti al dipinto, un membro dello staff dei servizi educativi terrà una brevissima spiegazione dell’opera mentre per i bambini  nella sala XXXI si proporrà il laboratorio "Accendi le luci e scopri Caravaggio", che permetterà loro di comprendere il meccanismo luminoso che tanto contribuisce al fascino della tela.
Orazio Gentileschi (Pisa 1563 - Londra 1639)
La madonna dello svezzamento (ante 1610)
Olio su tela, cm 113 x 91
Questo è l’ultimo viaggio - per Caravaggio e per gli altri capolavori della Pinacoteca - prima che il museo  avvii un processo triennale di riallestimento e di reinterpretazione della collezione permanente. La ‘parete di Caravaggio’, dal 17 novembre al 20 gennaio, sarà occupata dalla tela la Madonna dello svezzamento di Orazio Gentileschi, proveniente dalla Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Corsini, così bella da far pensare a Roberto Longhi al giovane Caravaggio, al quale infatti era attribuita negli antichi inventari della famiglia.

Pinacoteca di Brera
Via Brera, 28
Via Fiori Oscuri, 2 – accesso diversabili
Orario di apertura: MAR, MER, GIO, VEN, DOM  8.30 - 19.15 (chiusura biglietteria alle 18.40), SAB  8.30 - 23.00 (fino al 19/12/2015, chiusura biglietteria alle 22.40)
Biglietti: Intero € 10.00; Ridotto € 7; Abbonamento 2015 € 25.00 (ingresso a Pinacoteca e mostre fino al 10 gennaio 2016); Gratuito: ogni prima domenica del mese
www.brera.beniculturali.it
Prenotazioni Per gruppi, scuole e singoli
tel. 02 92800361; www.pinacotecabrera.net
Ufficio Mostre ed Eventi
tel. 02 72263.259 - 266; sbsae-mi.brera@beniculturali.it
Ufficio Comunicazione
tel. 02 72263.259 - 266; comunicazione.brera@beniculturali.it
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mercoledì 11 novembre 2015

I PAESAGGI DI CARLO VAULÀ

Dai prati di Verrand
cm 30x40
La vocazione artistica di Carlo Vaulà ha origini lontane e radici profonde. Inizia a dipingere in gioventù, seguendo gli insegnamenti della pittrice Maria Antonietta Prelle, incentrati sull'attenzione al disegno e sulle peculiarità della tecnica ad olio e dell'acquerello. Insegnamenti che costituiscono il denominatore comune del suo stile autentico e onesto: un saldo impianto compositivo, mescolato alla brillantezza dell'olio e agli effetti luministici delle terse campiture proprie dell'acquerello. Sicure fondamenta su cui ha costruito una carriera più che trentennale, riconosciuta dalla critica, dal pubblico e da una vasta schiera di acquirenti privati che hanno individuato nell'autore un degno epigono dei maestri figurativi di solida formazione accademica.
Il vecchio e il nuovo a Perinera
cm 45x35
La Galleria Vailati presenta circa trenta opere recenti di una produzione che conta oltre 700 quadri, risultato di un lavoro diventato quotidiano a partire dagli anni Ottanta -risale al 1994 ad Ala di Stura la prima mostra personale-, per i quali è inevitabile l'accostamento con i paesaggi rappresentati dai pittori piemontesi a cavallo tra XIX e XX secolo, fra tutti Cesare Ferro Milone e ancor più Lorenzo Delleani. Non è un caso che nel 2013, Alberto Tazzetti, Presidente del Museo Civico Alpino "Arnaldo Tazzetti" di Usseglio, abbia deciso di acquisire una delle sue vedute ussegliesi per ampliare la collezione permanente del museo, in un'ottica di continuità con la tradizione, quale valore da trasmettere e preservare per mantenere intatta la forte identità culturale di quei territori.  
Cascinali in campagna
cm 24x30
Già ad un primo sguardo il pensiero corre alle vedute della prima metà del Novecento di Giovanni Guarlotti, Camillo Merlo, Ugo Malvano, nelle quali malgrado le influenze parigine e l'avanzare di un linguaggio sempre meno realista, permangono idilli bucolici e soluzioni intimiste, ultimo baluardo tutt'altro che anacronistico contro le pressanti istanze moderniste.
Nonostante un'innegabile volontà di seguire le orme dei suoi predecessori, Vaulà ripercorre i temi di scuola piemontese utilizzando un differente modo di intendere il racconto: là, spesso, una scena di genere si cristallizza sulla tela, attività abituali o quotidiane si innestano nel tessuto narrativo, per completare una quinta di case scandite da stretti selciati o per animare piccole borgate, conferendo allo scenario la rassicurante tranquillità delle occupazioni domestiche; in Vaulà l'enunciato non è didascalico, non tende a descrivere un momento, bensì a restituire un'atmosfera. 
Neve a Bairo Canavese
cm 18x24
Le figure mancano o restano in posizione marginale poiché è lo stesso spettatore in soggettiva a percorrere, meglio, ad essere condotto per mano all'interno della scena, in uno scambio dialettico che coinvolge il riguardante senza ridurlo a passivo fruitore di un'immagine da cartolina. Sono gli scenari delle Valli di Lanzo e di Viù, perlustrate palmo a palmo fin dall'adolescenza ad ispirare la produzione dell'artista, inizialmente colte en plein air e ultimamente rielaborate in studio, mescolando invenzione e fedeltà al soggetto, con l'ausilio di immagini fotografiche scattate in gran numero nel corso di lunghe passeggiate fra i boschi.
Il castello di Nus
cm 30x24
Si tratta a tutti gli effetti di una sorta di canovaccio su cui imbastire la sceneggiatura, dove il più delle volte è la montagna il principale interlocutore, con il suo mutare a seconda dei colori e delle stagioni. Invenzioni che si pongono come licenze poetiche volte a suscitare stupore, generare momenti di riflessione, creare aspettative, per raggiungere infine un dato scenario e immergersi in esso fino a diventare parte integrante dell'ambiente circostante. "Cerco le atmosfere", è l'assunto imprescindibile. "Voglio che la pittura piemontese non finisca", dichiara la voce fuori campo dell'autore, testimone di un mondo familiare da far conoscere o riscoprire.
Pascolo presso la masseria
cm 40x30
"Mi piaceva sentire il suono dei campanacci delle mucche pascolare nella nebbia", ricorda, ed in effetti pare proprio di udire nelle sue vedute l'eco lontana di una mandria brucare pigramente i pendii erbosi del Pian della Mussa, della Val Germanasca, scordandosi gli aspetti più prosaici della pastorizia moderna, che non di rado si avvale di dispositivi tecnologici ed è inserita in un ecosistema ben più complesso di allora. Ma questo non conta nell'economia generale della resa poetica, dove il ricordo e una visione analitica della realtà hanno la capacità di porre in evidenza ciò che conta e lasciare in secondo piano quanto non è funzionale alla percezione emotiva.
Vecchie imbarcazioni in laguna
cm 24x30
Il gesto pittorico di Vaulà restituisce un percorso fatto di spazi nei quali l'occhio lungi dal perdersi, cattura ogni dettaglio con pennellate sicure, piccole spatolate, cedendo solo in parte al colorismo materico, sia nelle vedute alpine, sia negli scorci marini altrettanto amati, tra cui la riviera del Metaponto in Basilicata, Camogli, o ancora nelle vedute di Torino, a completare il personale carnet di viaggio del pittore torinese.

I PAESAGGI DI CARLO VAULÀ
Dal 6 al 21 novembre 2015
Galleria Vailati
C.so Bramante 78 - Torino
Orario: lunedì 15,30-19,30, da martedì a sabato 9,30-12,30 e 15,30-19,30
Per informazioni: +39 011 6967292
Ingresso libero

ARTISSIMA 2015

Artissima 2015, Oval ©Perottino-Alfero
Si è chiusa con 52 mila visitatori la ventiduesima edizione di Artissima, Fiera Internazionale d’arte contemporanea, diretta per la quarta volta da Sarah Cosulich Canarutto, con duemila ingressi in più rispetto all’edizione 2014. 207 le gallerie partecipanti, di cui 66 italiane e 141 straniere, provenienti da 35 paesi, per un totale di quasi 70% di presenza estera.
Grande attenzione hanno ottenuto la sezione Back to the Future, focalizzata quest'anno sul decennio 1975-1985, Present Future per l'eterogeneità geografica e la varietà del lavoro dei 20 artisti proposti e Per4m, nata nel 2014 e dedicata alla performance, che ha registrato una partecipazione massiccia di pubblico a tutti gli appuntamenti.
Anne Imhof, Untitled 2, 2015, ph Perottino-Alfero
Nelle quattro giornate di apertura la città di Torino ha visto una grande affluenza di collezionisti e responsabili acquisizioni da tutto il mondo - con numerose adesioni da Sud America, Stati Uniti e Asia. Importanti collezionisti sono stati coinvolti personalmente nelle Walkie Talkies, le passeggiate in fiera accanto ai grandi curatori di tutto il mondo. Sempre al tema del collezionismo è stato dedicato il progetto visionario Opium Den, curato dall’artista Maurizio Vetrugno e ancora la mostra “Inclinazioni”, curata da Stefano Collicelli Cagol, spazio di alto profilo per la presentazione di collezioni pubbliche e private del Piemonte.
Tra le novità dell’edizione 2015, gli Ypsilon st’Art Percorsi in fiera, visite tematiche agli stand delle gallerie, rivolte al grande pubblico e UniCredit Art Advisory, servizio di consulenza gratuita e indipendente per nuovi collezionisti d’arte in Italia.
Gallerie Laurent Mueller, Paris, ph Perottino-Alfero
Sei i riconoscimenti assegnati nel corso di Artissima 2015:
Premio illy Present Future, giunto alla quindicesima edizione - dedicato ai talenti emergenti - assegnato ad Alina Chaiderov (1984, St. Petersburg, Russia), della galleria Antoine Levi, Paris. Il premio darà all’artista l’opportunità di realizzare un progetto espositivo in un importante museo del territorio, da inaugurarsi con l’edizione 2016 di Artissima. Inoltre, l’opera Before 1989 we kept the bananas in the closet è stata acquistata dalla Fondazione Ettore Fico per la collezione permanente del MEF – Museo Ettore Fico.
La seconda edizione del Premio Sardi per l’Arte Back to The Future - nato in partnership con la Fondazione Sardi per l’Arte ha assegnato 5.000 euro alle gallerie Ellen De Bruijne, Amsterdam, e Dan Gunn, Berlin, che hanno presentato i lavori dell’artista Michael Smith (1951, Chicago, USA), progetto ritenuto meritevole in termini di rilevanza storica e di presentazione dello stand.

Alina Chaiderov, Before 1989 we kept the bananas in the closet (2014), ph Perottino-Alfero
Prix K-Way® Per4m 2015 - seconda edizione, premio di 10.000 euro, è stato assegnato ex-aequo al lavoro performativo di Julien Bismuth (1973, Parigi, Francia), presentato dalla Galerie Emanuel Layr, Vienna, con l’opera Untitled (Lull), 2015, e Christian Falsnaes (1980, Copenhagen, Danimarca), presentato dalla PSM Gallery, Berlin, con l’opera Rise, 2014, giudicati più rilevanti e significativi tra quelli presentati in Per4m.
Il Premio Promos Scalo Milano New Entries - riservato alle giovani realtà con meno di cinque anni di attività presenti per la prima volta in fiera, nella sezione New Entries - assegnato alla galleria Laurent Mueller, Paris a cui vanno 5.000 euro e la possibilità, per uno degli artisti della galleria, di realizzare un’installazione site specific negli spazi di Scalo Milano a oggi in costruzione, nell'ambito del progetto Piazze d'Artista.
Isabella Bortolozzi Galerie, Main Section
Max Pitegoff & Calla Henkel, Times, Berlin, Spring, (2013), ph Perottino-Alfero
Novità dell’edizione 2015, il Premio Reda, che assegna una pubblicazione monografica Humboldt Books ai giovani fotogtafi sotto i 35 anni, vinto dal duo presentato dalla galleria Isabella Bortolozzi, Berlin, nella Main Section, composto da Calla Henkel (1978, Boston, USA) & Max Pitegoff (1988, Minneapolis, USA), con l’opera Times, Berlin, Spring, 2013.
L’artista Anne Imhof (1978, Gießen, Germania), presentata dalla galleria Isabella Bortolozzi, Berlin, nella Main section, con l’opera Untitled 2, 2015, è la vincitrice del Premio Fondazione Ettore Fico, istituito nel 2009 per valorizzare e promuovere il lavoro dei giovani artisti, del valore di 15.000 euro, che andranno a sostenere un progetto editoriale o una mostra dell’artista vincitore.
Michael Smith, Gallerie Ellen De Bruijne Projects, Amsterdam + Dan Gunn, Berlin, ph Perottino-Alfero
www.artissima.it


martedì 3 novembre 2015

ARTE, CULTURA, LAVORO, POLITICA

 
Venerdì 13 novembre 2015 dalle 17 alle 20, presso la Sala delle Colonne di Palazzo Civico a Torino, si terrà un momento di incontro per approfondire il tema dell'Arte, considerando in particolare i suoi aspetti politici e sociali. Operatori del settore, professionisti e artisti impegnati a vario titolo nella promozione e divulgazione di differenti discipline artistiche dialogheranno sul significato e il valore culturale-educativo della creatività.
Numerosi gli interventi e gli eventi in programma: Giuseppe de Michele (Presidente Associazione Amici dell’Arte e di Alleanza dei Democratici) presiederà il dibattito ARTE, CULTURA, LAVORO, POLITICA. Modera Alberto Del Noce (Consigliere comunale di Pecetto Torinese). Intervengono Gianna Pentenero (Assessore regionale all’Istruzione, Formazione, Lavoro), Edoardo Di Mauro (Presidente Museo d'Arte Urbana Torino) e Rodolfo Tabasso (attore, autore, regista).
Rodolfo Tabasso presenterà, in una serata di danze, parole e cinema, il format TetraRecital tratto dal suo romanzo Il Risveglio in un Sogno; con Mauro Tabasso (Direttore Artistico del Laboratorio del Suono - Sermig To), Alessandro Castellaneta (primo violino dell’Arsenale della Pace), Elisa Spizzo (voce), Umberto Del Noce (chitarra acustica) e Celeste Veglia (chitarra classica). Allieteranno la serata le coreografie di Jennifer Compagno, Letizia Mengozzi, Eleonora Papa e Vittoria Pochettino, atlete della Ginnastica Ritmica della Polisportiva di Carignano.
Infine presso il loggiato antistante la Sala Marmi di Palazzo Civico gli artisti dell'Associazione Amici dell'Arte inaugurano la mostra di pittura Emozioni, Sogno e Realtà. Espongono, fino al 27 novembre, Adelma Mapelli, Maria Pia Ghilarducci, Chong Chen, Marco Longo, Dudi D’Agostini, Vittoria Piccioni, Michele Di Erre, Antonio Russi, Bruno Guala, Giacomo Sampieri, Federico Galati, Salvatore Tuttorosa, Laura Fernandez.
L'iniziativa è promossa dall'Associazione Amici dell'Arte, dall'Associazione Culturale Esprimere Amore e da Alleanza dei Democratici.
 
Convegno ARTE, CULTURA, LAVORO, POLITICA
TetraRecital dal romanzo di Rodolfo Tabasso, IL RISVEGLIO IN UN SOGNO
Mostra di pittura EMOZIONI, SOGNO E REALTA' 
Venerdì 13 novembre 2015
Dalle 17 alle 20
Ingresso su invito
(La mostra proseguirà fino al 27 novembre 2015 col seguente orario: lun - ven 9 -18. Ingresso libero)
Palazzo Civico
piazza Palazzo di Città, 1 - Torino





giovedì 22 ottobre 2015

MONET. Dalle Collezioni del Musée d’Orsay

Claude Monet
Argenteuil (1875)
olio su tela; 56x65 cm; inv. RF 1963 106
Paris, Musée d’Orsay
© RMN-Grand Palais (musée d’Orsay) /
Franck Raux
La collaborazione tra la Città di Torino, e l’asse Musée d’Orsay e gruppo Skira, inaugurata nel 2012 con la mostra di Degas e proseguita nel 2013 con Renoir alla GAM, si rinnova con una straordinaria esposizione dedicata a Claude Monet (1840-1926).
Dopo un esordio all’insegna del realismo courbettiano negli anni 60 dell’Ottocento, i dipinti di Monet mostrano la cifra più pura dell’Impressionismo, prima di dare vita, inizialmente tramite uno sguardo sempre più acuto e penetrante, poi attraverso una libertà e un lirismo sempre più marcati, a un intero capitolo dell’arte del XX secolo.
Claude Monet
Le déjeuner sur l’herbe (entre 1865 et 1866)
olio su tela; 248,7x218 cm; inv. RF 1987 12
Paris, Musée d’Orsay
© RMN-Grand Palais (musée d’Orsay) /
Benoît Touchard
Gli studi condotti a partire dal 1980 hanno messo in luce alcuni aspetti meno conosciuti del lavoro dell’artista, emersi nell’ultima importante retrospettiva parigina dedicata al pittore organizzata dal Musée d’Orsay al Grand Palais nel 2010. La mostra di Torino si prefigge, dunque, di presentare una selezione delle opere più significative di Monet e di rendere omaggio a uno dei più grandi artisti francesi, facendo comprendere il suo ruolo di figura chiave per la storia dell’arte.
Molte le opere mai prima presentate in Italia: un esempio su tutti è quello del grande frammento centrale de Le déjeuner sur l’herbe, opera capitale nel percorso di Monet per la precoce affermazione di una nuova, audace concezione della pittura en plein air e come passaggio cruciale per giungere all’Impressionismo.
Claude Monet
Les dindons (1877)
olio su tela; 174x172,5 cm; inv. RF 1944 18
Paris, Musée d’Orsay
© RMN-Grand Palais (musée d’Orsay) /
René-Gabriel Ojéda
Per meglio contestualizzare questa straordinaria presenza, cui si lega anche il superbo ritratto a figura intera di Madame Louis Joachim Gaudibert, sono stati selezionati due prestigiosi nuclei di dipinti che documentano i luoghi che accolsero le fasi decisive della sua ricerca; da un lato gli studi dei riflessi della luce sull’acqua ad Argenteuil,  dall’altro quelli legati al soggiorno di Vétheuil, che riprendono nello studio della resa luminosa della neve il precoce motivo de La pie (La gazza), anch’essa esposta. 
Tra le opere rare poste in apertura di percorso è il trittico composto e appartenuto al  mercante Durand-Ruel, la cui azione fu decisa per l’affermazione dell’Impressionismo e che svolse un ruolo di primo piano anche nelle vicende biografiche di Monet: la composizione vede al centro il dipinto di Camille Pissaro, Entrée du village de Voisins (1872), affiancato a sinistra da Alfred Sisley, L’Île Saint-Denis (1872), e a destra da Claude Monet, Bateaux de plaisance (1872).
Claude Monet
La pie (entre 1868 et 1869)
olio su tela; 89x130 cm; inv. RF 1984 164
Paris, Musée d’Orsay
© RMN-Grand Palais (musée d’Orsay) /
Hervé Lewandowski
La mostra documenta momenti decisivi di un arco cronologico che giunge sino al 1886, anno in cui Monet realizza l’emblematica figura intrisa di luce dell’Essai de figure en plein air: Femme à l’ombrelle tournée vers droite, affiancando ad essa capolavori  come La rue Montergueil, à Paris. Fête du 30 juin 1878, con l’immagine delle bandiere che si sfaldano nella luce parigina o Les villas à Bordighera (1884) che restituisce gli sfolgoranti colori che egli registra nel suo primo soggiorno nella Riviera ligure.
Claude Monet
La rue Montorgueil, à Paris. Fête du 30 juin 1878 (1878)
olio su tela; 81x50 cm; inv. RF 1982 71
Paris, Musée d’Orsay
© RMN-Grand Palais (musée d’Orsay) /
Patrice Schmidt
Ad evocare la ricchezza dell’ultima parte della produzione dell’artista sono altre  presenze d’eccezione come le due straordinarie versioni della Cattedrale di Rouen: Le portail, temps gris e Le portail et la tour Saint-Romain, plein soleil. Qui il gioco di scelte cromatiche quasi antitetiche rimanda alla messa a punto di serie e ripetizioni che egli compone tra gli anni Ottanta e la fine degli anni Novanta, mentre in Londres, le Parlement, l’architettura monumentale del parlamento inglese è ormai pressoché dissolta nella luce.
Claude Monet
La cathédrale de Rouen. Le portail et la tour Saint-Romain, plein soleil (en 1893)
olio su tela; 107x73,5 cm; inv. RF 2002
Paris, Musée d’Orsay
© RMN-Grand Palais (musée d’Orsay) /
Patrice Schmidt
La mostra, allestita al primo piano della GAM, nella sala dell’Exhibition Area, all’interno del percorso delle collezioni permanenti, è curata da Xavier Rey, Conservatore presso il Musée d’Orsay e specialista di Monet, e da Virginia Bertone, Conservatrice della GAM di Torino.
Il Musée d’Orsay, che conserva la collezione più importante dell’opera dell’artista, ha concesso per quattro mesi oltre quaranta capolavori, per dare vita a una speciale rassegna che documenta l’attività del maestro, testimoniando i momenti più significativi e le svolte che, partendo dagli esordi, hanno portato l’artista a essere considerato il padre dell’Impressionismo.

MONET dalle Collezioni del Musée d’Orsay
Dal 2 ottobre 2015 al 31 gennaio 2016
GAM
Via Magenta 31 - Torino
Da Martedì a Domenica: 10.00 - 19.30. Lunedì chiuso. La biglietteria chiude un'ora prima
Informazioni e prenotazioni: 011.0881178 (dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18, sabato dalle 9 alle 13)
http://www.mostramonet.it/

mercoledì 7 ottobre 2015

FLASHBACK

FLASHBACK 2014, Pala Alpitour | Isozaki
FLASHBACK - l’Arte è tutta contemporanea ritorna al Pala Alpitour | Isozaki di Torino dal 5 all'8 novembre 2015 per la sua terza edizione con 35 gallerie e nove espositori in più rispetto allo scorso anno.
Importante il programma legato all’arte italiana della prima metà del ‘900 con autori futuristi come Carrà, Russolo, Severini, la pittura metafisica di De Chirico, Savinio e De Pisis, il realismo magico di Casorati, con i Sei di Torino accanto alle correnti del Fronte Nuovo delle Arti e al gruppo degli Otto e infine l'accento sull’opera di Carol Rama, dagli anni Quaranta autrice di straordinaria intensità.
Felice Casorati
Ponte Vittorio Emanuele e piazza Vittorio Emanuele a Torino (1926)
olio su cartone, 28,3 x 40 cm
courtesy Centro d’Arte La Tesoriera
Di alto livello la proposta di arte antica, vero e proprio Atlas della storia dell’arte: dalla Cina della dinastia Sung del XII secolo al Giappone del periodo Edo per finire ai novecenteschi paraventi dai motivi astratti. Alla scultura lignea del 1300, alle sculture di Arrigo Minerbi e del seicentesco Antonio Tarsia, si aggiungono una rilevante presenza di pittori Primitivi Fiamminghi, opere del Rinascimento Tedesco e un’importante incursione nell’universo dei Bruegel.
Carol Rama
Spazio anche più che tempo (1971)
gomme su tela e juta, 100 x 130 cm
courtesy Galleria del Ponte
Filo conduttore del programma 2015 sarà il concetto di energia sviluppato attorno al binomio arte e vita in partnership col Museo Ettore Fico, dal 31 ottobre sede di una mostra sulla vanitas con autori storici e contemporanei visitabile gratuitamente con il biglietto di FLASHBACK.
Due mostre e una project room arricchiscono il programma culturale della rassegna: LA VITA IN UN ARCHIVIO, strutturata come un viaggio documentale nel tempo e nello spazio; SIMULACRA, collettiva di sculture sul rapporto tra uomo e ambiente allestita negli spazi esterni del Pala Alpitour | Isozaki, curata dall’associazione culturale torinese Neks.
La project room NIENTE DA VEDERE NIENTE DA NASCONDERE, a cura di Luca Tomio, è invece dedicata alle avanguardie italiane della seconda metà degli Anni Sessanta, con opere di Alighiero Boetti, Gino De Dominicis, Luigi Ontani, Giulio Paolini, Michelangelo Pistoletto, Emilio Prini, Salvo, Mario Schifano.
Antonio Tarsia
Due Gruppi Allegorici
legno dorato, cm 127 ca
courtesy Galleria Longari
Ampio il programma dei talk, con un focus sull’evoluzione nel corso del tempo delle figure dell’artista, del gallerista, del collezionista e del fenomeno della committenza. Storici dell’arte, artisti, galleristi, rappresentanti di importanti fondazioni e istituzioni culturali, giornalisti, docenti e consulenti del settore, indagheranno il rapporto tra arte e ambiente, arte e antropologia, etnologia/etnografia e apriranno un tavolo di confronto sull’insegnamento della storia dell’arte in Italia e nel resto del mondo.
Luigi Mainolfi
Piramide (Scala), 1990
bronzo, dimensione ambientale





Tra le novità le rassegne ENERGIA CINETICA: Cinema d’avanguardia o Videoarte?, proiezioni in loop nell’ArtSquare di filmati dagli anni Venti a oggi, il servizio gratuito di art advisory e i Laboratori di Didattica per i bambini e ragazzi dai 6 ai 13 anni. Completano il calendario di eventi le performance tra musica barocca, lirica e d’avanguardia di ENERGIA SONORA: sound program, il progetto dell’artista visivo Alessandro Bulgini, FLASHBACK è Opera Viva e le visite guidate FLASHBACK storytelling. Confermati anche quest'anno i collegamenti con navette gratuite.

FLASHBACK – L’Arte è tutta contemporanea, III edizione
Direzione: Stefania Poddighe e Ginevra Pucci
Pala Alpitour | Isozaki
via Filadelfia, 82 & Corso Sebastopoli, 123
Da giovedì 5 novembre a domenica 8 novembre 2015
Orario: 11 – 20
Biglietti: intero €10, ridotto €8. Gratuità previste per legge, Abbonamento Torino Musei, biglietto MEF (Museo Ettore Fico)
Per informazioni:+39 393 6455301, info@flashback.to.it
www.flashback.to.it