venerdì 31 gennaio 2020

INCANTI RUSSI ALLA PINACOTECA ALBERTINA

Karev S.D.
Il monastero dell’Assunzione di San Cirillo
2015
Acrilico su carta, cm 120×130
Nel 1986 l’artista sovietico Il’ja Glazunov, durante il periodo riformatore della perestrojka, è riuscito a far rivivere la gloriosa Accademia di Belle Arti di Mosca che tanto seguito aveva avuto nel corso dell’Ottocento e nel periodo delle avanguardie russe degli anni venti del Novecento, ospitando artisti celebri quali Lentulov, Konchalovsky, Mashkov, Rodchenko, come anche Malevich e Kandinsky.
Legata ai modelli della pittura e della scultura classica, italiana in primis, e alla tradizione popolare russa, a metà negli anni ’20 l'Accademia fu assimilata da Lenin ad istituzioni tecniche per avvicinare l’arte alle classi proletarie, in accordo con le teorie del "realismo socialista".
Pavlova O.V.
Resurrezione
2001
Olio su tela, cm 133×180
Oggi, scomparso Il’ja Glazunov, questa particolare Accademia intitolata al suo rifondatore e retta dal figlio Ivan Glazunov, artista di grande rilievo, assiste al ritorno della letteratura, della musica, del teatro, al mondo poetico del popolo russo intrisi di storia nazionale, religione e mitologia evocati dai paesaggi e dalle visioni architettoniche. La composizione pittorica insegnata nella scuola giace su un sistema codificato e mai superato dello studio dal vero dei soggetti; della composizione in relazione allo spazio, alle atmosfere luministiche e alla psicologia dei personaggi con effetti teatrali e narrativi di particolare fascino.
Lo sguardo di Salvo Bitonti, curatore della mostra INCANTI RUSSI allestita alla Pinacoteca Albertina di Torino, offre una carrellata di tipo cinematografico su un mondo magico da sempre influente sull'arte europea, ancor prima della sua affermazione decisiva a seguito della rivoluzione d’Ottobre.
Morgun E.O.
Mosca ai tempi dei boiari
2005
Olio su tela, cm 138×235
La morte misteriosa del piccolo zarevic Dimitri, all’epoca di Boris Godunov, suicidatosi o forse ucciso per una congiura. Una scena di corte ai tempi di Ivan il terribile, processioni nuziali di grande fascinazione visiva o ancora l’azione taumaturgica del futuro San Basilio nelle strade di Mosca e immagini della capitale moscovita al tempo dei boiari sono alcuni degli episodi narrati. Di particolare pregio il lavoro sui paesaggi, colti ad esempio nel loro mutare fra la stagione invernale e quella primaverile; puntualmente descritti sono alcune chiese di Mosca e l'antico monastero greco-ortodosso dell’Assunzione di San Cirillo; ed ancora gli scorci moscoviti del Cremlino e del monastero di Novodevičij. A questa selezione vanno ad aggiungersi piccole opere ad acquerello e matita su carta ispirate alle bylìny, componimenti della tradizione epica orale russa. Concludono il percorso una natura morta e il ritratto di una giovane fanciulla nei pressi di un pozzo.
Dolgaja O.P.
Natura morta
1997
Olio su tela, cm 101×85
Ventidue dipinti selezionati con la consulenza di Paola Gribaudo presidente dell’Accademia Albertina, per lo più di grandi dimensioni realizzati dagli studenti come tesi di diploma o durante i corsi all’Accademia Glazunov dal 1999 al 2019 sono caratterizzati da una tecnica virtuosistica, dal sapiente uso del colore e dalla precisione dei dettagli, al tempo stesso riproposta e sfida al realismo e al verismo ottocenteschi. Un ritorno al passato che in questi anni ha riguardato anche il teatro e il cinema. Si pensi, sempre in ambito russo, alle realizzazioni dei maestri Alexandr Sokurov o Nikita Michalkov dei quali è possibile intravedere non poche citazioni nelle opere esposte, comprese nel percorso di visita della Pinacoteca Albertina.
                               
INCANTI RUSSI
Opere pittoriche di tradizione dell'Accademia Glazunov di Mosca

Dal 31 gennaio al 22 marzo 2020
Pinacoteca Albertina
Via Accademia Albertina 8, Torino
Orario: tutti i giorni dalle ore 10 alle ore 18 (ultimo ingresso ore 17.30). Mercoledì chiuso.
Per informazioni: t. 0110897370; pinacoteca.albertina@coopculture.it
www.pinacotecalbertina.it

venerdì 24 gennaio 2020

LA RAGIONE DEL DIPINGERE

Mondo globale
"La ragione più grande del dipingere è che non c'è ragione di dipingere". Nel concetto paradossale espresso da Keith Haring, writer e genio visionario della cultura pop americana, risiede la motivazione essenziale che fin dalla più tenera età ha spinto la pittrice AMBRETTA ROSSI a dedicarsi alla figurazione, realizzando in prevalenza ritratti a carboncino e scene di vita quotidiana ad acquerello dalle quali traspaiono notazioni autobiografiche, riflessione critica e impegno sociale in una tessitura composita di pigmento liquido connesso ad un segno grafico ruvido e sicuro.
A quest'ultimo segmento, fondato sull'immediatezza e la transitorietà della luce, la Galleria Rinascenza Contemporanea a Torino dedica, fino al 4 febbraio, una rassegna con sedici tavole ad acquerello realizzate dall'artista nel 2019.
Emissioni zero
Ambretta Rossi dipinge dall'età di tre anni ad oggi senza conoscere pause, dividendosi fra il lavoro di educatrice con i giovani adolescenti e come assistente alla prima infanzia (0-3 anni), arrivando a confezionare un cospicuo repertorio di immagini di grande impatto narrativo e ritratti di profonda analisi psicologica. Forme ancor più accentuate dall'uso estemporaneo del carboncino, mezzo conforme ad una personalità volitiva dai tratti decisi e spontanei. Per contro, il lato più etereo, emotivo dell'autrice sembra affacciarsi nella pittura en plein air, interamente giocata sui contrasti chiaroscurali, talora rielaborati in studio con l'ausilio di fotografie scattate nelle ore più soleggiate. Anche le cornici connotano l'allestimento, con passepartout che esaltano la dominante cromatica dei soggetti e scandiscono il ritmico alternarsi di luci ed ombre (Donna con la spesa in viola).
Lo spazzino
Colori, pause, spazi vuoti e campiture piane dosati con sapienza accentuano il valore simbolico della composizione. Fare acquisti per rifornire la dispensa diventa un rito comunitario (Mattina al mercato, Mercato a Chivasso), genera un incontro di culture (Mondo globale), la piazza affollata di venditori ambulanti, variopinta centuria a presidio del quadrilatero romano, diviene luogo controverso di riscatto sociale e riqualificazione urbana (Mercato a Porta Palazzo). La tavolozza si fa più vivace per descrivere scene corali, sovrastate da lacerti di nubi grigio-azzurre, contrapposte ad ombre livide allungate sull'arido suolo in essenziali pennellate che lasciano libere ampie zone del foglio.
Estate in città
Azioni semplici, abituali - come camminare, giocare a pallone, andare in bici - si caricano di significato per esprimere il mistero dell'esistenza, sintesi disarmante di semplicità e insondabile complessità.
In tal modo Lo spazzino, imbracciati i suoi vessilli, diventa attore protagonista di una assolata mattina invernale, bucando la scena con i colori verde, viola, giallo della propria livrea metropolitana, assorto per un attimo sullo sfondo fuligginoso dell'asfalto e il verde bottiglia del tessuto urbano. Anche il copripaco, rosso come un faro, illumina il centro dello spazio relegando in secondo piano il semaforo e una donna con cane al guinzaglio, enigmatica figura comprimaria, forse attesa dalle amiche per il tradizionale caffè nel salotto buono della città.
Bolle di sapone
Bolle di sapone si librano in cielo foriere di un roseo avvenire, lievi come la giovinezza, sospese tra gioco e maturità. Mentre in un dibattito di stringente attualità si colloca Emissioni zero, istantanea di una generazione schierata in prima linea nella difesa di istanze ambientaliste.
Nel racconto per immagini di Ambretta Rossi, torinese, non mancano episodi autobiografici, un frammento del tragitto compiuto Sul 13; trovano spazio momenti lirici e intimisti nella Passeggiata domenicale di una coppia di anziani: i negozi deserti, le saracinesche abbassate e la parete sfregiata di una strada al crepuscolo. Come pure, infine, il pallone abbandonato sul manto erboso, si fa testimone della perenne staffetta fra generazioni ed emblema di struggente tenerezza in Nonnità.
Nonnità
Gestito da Andrea Domenico Taricco - critico d'arte e fondatore del magazine "Il Periodico d'Arte" - lo spazio espositivo amplifica ed accoglie la doppia natura, razionale e istintuale dell'opera d'arte. Le pareti di fondo, bianca da un lato e scorticata con screziature beige e marroni sul versante opposto, offrono due distinti contrasti alle opere in rassegna. Venere del mondo rivolta all'esterno, copia da Thorvaldsen (già replicata da Pistoletto, travolta da un cumulo di stracci nell'installazione rivolese)  - opera realizzata dal gallerista stesso - rappresenta insieme alla sferica superficie di un mappamondo l'ulteriore riprova di un universo in evoluzione, principio costitutivo della professione artistica e forza propulsiva del gesto creativo.

AMBRETTA ROSSI
Mostra personale di acquerelli
Dal 10 gennaio al 4 febbraio 2020
Galleria Rinascenza Contemporanea
Via Volta 1/F
Orario: tutti i giorni 15 - 18
Per informazioni: t. 3493930061

RAI RADIO LIVE PRESENTA IL MUSEO CADEM DI MESTRE

Una sala del museo Cadem
Il museo Cadem
, che ha sede a Mestre lungo il Terraglio, in una villa antica lungo la via storica dei nobili veneziani, sarà protagonista della puntata di "Mattino Live" in onda il 28 gennaio dalle 9 alle 10 su Rai Radio Live nella quale le voci di Giovanna Savignano e Daniela Miniucchi enunceranno una mappa aggiornata degli eventi culturali, musicali e sociali in programma su tutto il territorio nazionale.
Supplica dei Pari d’Inghilterra a Papa Clemente VII
con richiesta di annullamento del matrimonio di Enrico VIII Con Caterina d’Aragona

(Originale presso l'Archivio Segreto Vaticano - A.A., Arm. I-XVIII 4098A)
Sarà l’occasione per illustrare il testamento di Marco Polo , recentemente riportato alla ribalta dal clone realizzato da Scrinium  e dal relativo studio scientifico attorno all’opera. Non solo, si parlerà della bolla Antiquorum habet fida per l’indizione del primo giubileo della storia con Bonifacio VIII, delle pergamene degli atti integrali del processo ai Cavalieri Templari (1308), della supplica dei pari d’Inghilterra a Papa Clemente VII per ottenere l'annullamento del matrimonio di Enrico VIII con Caterina d’Aragona (1530) ed anche degli unici scritti autografi superstiti di San Francesco.
Solet annuere. Lettera di Onorio III
di conferma della Regola dei frati Minori (Laterano, 29 novembre 1223)

(Originale presso la Basilica Inferiore di Assisi, Cappella delle Reliquie)
Opere riprodotte ed esposte nel Cadem di SCRINIUM, organizzazione culturale che nasce nel 2000 e che attraverso le più avanzate tecnologiche nel campo del rilievo documentario e della registrazione ad altissima risoluzione delle immagini, realizza cloni di documenti e opere letterarie dei secoli andati, garantendo la conservazione e la tutela di scritti patrimonio dell’umanità. Un lavoro che inizia col restauro conservativo e con la raccolta di informazioni inedite sulla storia del documento attraverso una minuziosa ricerca paleografica sulla struttura bio-chimico-fisica del reperto storico.

mercoledì 15 gennaio 2020

LA NATURA SELVAGGIA DI KONRAD MÄGI

Paesaggio con nuvola rossa
1913–1914
Olio su tela; cm 70,4 × 78
Museo nazionale d’arte, Estonia M 355
Ai Musei Reali di Torino nelle Sale Chiablese  La luce del Nord, presenta l'opera dell’artista
KONRAD MÄGI, considerato il capostipite della pittura estone moderna, spesso assimilato ad artisti come Vincent Van Gogh e Alfred Sisley.
La mostra, curata dallo storico dell’arte Eero Epner in collaborazione con la direzione dei Musei Reali, cade in prossimità dei 100 anni dalla visita di Konrad Mägi in Italia e, con oltre cinquanta opere (paesaggi, ritratti e disegni), è una delle retrospettive più grandi mai realizzate in Europa. In Italia una personale dell’artista si è già svolta alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma e i suoi quadri sono stati esposti anche al Museo d’Orsay di Parigi. Le opere, provenienti dal Museo Nazionale d’Arte dell’Estonia e dal Museo d’Arte di Tartu, oltre che dalle collezioni private di Enn Kunila e Peeter Värnik e da quelle della Società degli studenti estoni, rivelano una personalità irrequieta e intensa.
Ritratto di ragazza norvegese
1909
Olio su tela; cm 60,3 × 48,5
Museo d’arte di Tartu M 329
Konrad Mägi, nato in un ambiente rurale dell’Estonia meridionale nel 1878, nel 1889 si sposta con la famiglia a Tartu, dove comincia a lavorare come apprendista falegname. Poco più che ventenne inizia la sua formazione artistica nella scuola di arti industriali di San Pietroburgo ma, già inquieto, abbandona la città nel 1906 per trasferirsi in Finlandia, nelle isole Åland, dove realizza i suoi primi dipinti. Dipinse per soli 16 anni, ma in questo breve arco di tempo sperimentò vari stili ed è perciò possibile distinguere diversi periodi della sua opera tra cui spiccano particolarmente un periodo norvegese, uno italiano ed altri legati a diverse località dell’Estonia. Il colore e la natura sono i temi principali dell’opera di Mägi: dagli esordi del primo decennio del Novecento, ancora intrisi di gusto per la decorazione, fino all’irrompere della natura e del paesaggio come soggetto assoluto d’ispirazione.
Paesaggio norvegese con pino
1908 - 1910
Olio su tela; cm 58,5 × 75,2
Museo nazionale d’arte, Estonia M 1986
Nel 1907 approda a Parigi, dove vive per un anno, lottando con i disagi causati dalla povertà e dalle difficoltà di inserimento nell’ambiente artistico della metropoli. Il tema delle frontiere, così drammatico per l’età moderna dell’Estonia, non ha risparmiato le arti, come documenta una lettera scritta in quello stesso anno da Mägi all’amico finlandese August Vesanto: "Vedi, gli artisti parigini non ci considerano europei, e spesso ci ricordano che loro sono europei, mentre noi siamo 'russi'". Nel 1908 è in Norvegia, dove dipinge intensamente, creando la base per le prime esposizioni di Tartu e di Tallin (1910), che gli daranno grande notorietà consentendogli un altro viaggio a Parigi. Ma già nel 1912 fa definitivamente ritorno in Estonia, dove lavora come insegnante d’Arte.
L’ultima sua fase creativa coincide, nel 1921, con il viaggio in Italia dove "la vita ha uno scopo" e dove realizza luminose vedute di Roma, Capri e Venezia. Tornato in patria, gravemente malato si spegne nel 1925, all’età di quarantasette anni.
Lago Pühajärv
1918–1920
Olio su tela; cm 52,7 × 68
Museo nazionale d’arte, Estonia M 3910
Per la direttrice del Museo Nazionale d’Arte dell’Estonia, Sirje Helme, la mostra rappresenta un riconoscimento e un risarcimento nel contesto dell’arte europea.
Nel film-documentario su Konrad Mägi, appositamente realizzato dalla regista estone Marianne Kõrver, proiettato nell’ultima sala espositiva, vari scrittori, storici dell’arte e studiosi estoni (Tiina Abel, Tõnu Õnnepalu, Eha Komissarov, Veiko Õunpuu, Hasso Krull, Lauri Sommer, Marek Tamm, Jaan Elken e Kristi Kongi) indagano la personalità contradditoria e in parte inesplicabile di Mägi in relazione al contesto in cui essa si è sviluppata.
L’allestimento è curato da Tõnis Saadoja e il design grafico da Kätlin Tischler. L’organizzazione è coordinata dal Museo Nazionale d’Arte dell’Estonia e supportata dalla Fondazione Konrad Mägi.
Al termine dell’esposizione torinese, la mostra continuerà il suo viaggio facendo tappa nell’autunno 2021 al museo EMMA di Espoo, in Finlandia.
Cavoli marini
1913 - 1914
Olio su tela; cm 56 × 66,2
Museo nazionale d’arte, Estonia M 443

KONRAD MÄGI
La luce del Nord

30 novembre 2019 - 8 marzo 2020
Musei Reali di Torino, Sale Chiablese
Piazzetta Reale 1 - 10122 Torino
Orario: dal martedì alla domenica, ore 10 - 19, ultimo ingresso ore 18
Per informazioni e prenotazioni di visite e workshop: t. +39 011 19560449
www.museireali.beniculturali.it

venerdì 10 gennaio 2020

UNA DOMENICA AL MUSLI

Il MUSLI in via Corte d’Appello 20/C a Torino propone FIABE CON I BAFFI E CON IL BECCO, LA CODA, LE ALI, LE PIUME, incontro di letture animate indirizzate a bimbi fino ai 3 anni. L'attività si svolgerà Domenica 19 Gennaio alle h.17.00 all'interno del suggestivo percorso dedicato ai libri per l'infanzia, con storiche edizioni e preziose illustrazioni originali dei libri per ragazzi più belli di sempre. Il primo appuntamento condurrà i partecipanti alla scoperta del volume Fiabe con i baffi raccolta di fiabe di Jacob e Wilhelm Grimm narrate da Giusi Quarenghi e illustrate da Anna Curti (Panini 2012).

Costo dell'attività: € 7,00 per 1 bambino con 1 accompagnatore (€ 4,00 in caso di Abbonamento Musei). Per ulteriori accompagnatori: 3.00 € tariffa agevolata per Percorso Libro; gratuito con Abbonamento Musei.
Domenica 26 Gennaio alle h. 15.30 e 17.00 si svolgerà BUONGIORNO SIGNOR MAESTRO! una vera lezione scolastica del passato aperta a tutti.
I partecipanti, accolti nell’Aula dei tempi di Cuore dal maestro Perboni, saranno invitati a rivivere la ritualità scolastica dell'anno scolastico 1881-82 e a lavorare con vari supporti didattici del periodo, trasformandosi in scolari di fine Ottocento. Banchi e arredi restituiranno l’atmosfera dell’epoca in cui è ambientato il celebre romanzo di Edmondo De Amicis, specchio delle condizioni sociali dell’Italia postunitaria e dell’ambiente scolastico torinese.

Il costo previsto per il laboratorio è di 5.00 € a partecipante. È possibile partecipare alla visita completa del museo prima o dopo l’attività, con un’integrazione di 5.00 € (per genitori e accompagnatori); gratuito con Tessera Abbonamento Musei.

Fondazione Tancredi di Barolo

Info e prenotazioni: 011 19784944 / 388 4746437
didattica@fondazionetancredidibarolo.com

giovedì 9 gennaio 2020

HOKUSAI, HIROSHIGE, HASUI

Katsushika Hokusai
Ariwara no Narihira ason
Serie: Cento poesie per cento poeti in racconti illustrati della balia
1835‐1836
Silografia policroma
Ōban; 258 x 371 mm
La Pinacoteca Agnelli di Torino presenta la grande esposizione HOKUSAI, HIROSHIGE, HASUI Viaggio nel Giappone che cambia.
La mostra, a cura di Rossella Menegazzo (docente di storia dell’Arte dell’Asia Orientale dell’Università di Milano) e Sarah E. Thompson (curatrice del Boston Museum of Fine Arts) riunisce 100 silografie dei grandi Maestri del "Mondo Fluttuante" dell’Ottocento, Katsushika Hokusai (1760-1849) e Utagawa Hiroshige (1797-1858), insieme alle stampe moderne di Kawase Hasui (1883-1957), pittore esponente del movimento shin hanga ("nuove stampe"), che portò avanti i temi e le tecniche delle silografie policrome fino a metà degli anni Cinquanta del Novecento quando venne nominato "Tesoro nazionale vivente" nel 1956.
Uagawa Hiroshige
Il Pino della luna sulla collina di Ueno
Serie: Cento vedute di luoghi celebri di Edo
1857, ottavo mese
Silografia policroma
Ōban; 372 x 250 mm
Monet, Van Gogh, Degas, Toulouse-Lautrec, sono solo alcuni fra gli artisti che subirono il fascino dei paesaggi di Hokusai e Hiroshige, opere che rivoluzionarono il linguaggio pittorico della Parigi di fine Ottocento.
Le immagini su rotoli, paraventi e soprattutto stampe del Mondo Fluttuante (ukiyoe), debuttarono nel XVII e raggiunsero la massima fioritura nei primi decenni dell’Ottocento. Hokusai seppe rappresentare i luoghi, i volti, il carattere e le credenze della società del suo tempo con linee libere e veloci e l'uso sapiente del colore - in particolare del blu di Prussia, da poco importato in Giappone -, traendo spunto sia dalla pittura tradizionale autoctona, sia dalle tecniche dell'arte occidentale.
Tra le serie di maggior successo degli anni Trenta le Trentasei vedute del monte Fuji consacrano Hokusai come grande maestro e consegnano al mondo La Grande Onda presso la costa di Kanagawa (la "Grande Onda") divenuta icona dell’arte giapponese.
Kawase Hasui
Il ponte Kaminohashi a Fukagawa, Tokyo
Serie: Venti scene di Tokyo
1920 estate
Silografia policroma
Ōban; 260 x 387 mm
Più giovane di circa vent’anni rispetto a Hokusai, Hiroshige divenne un nome celebre della pittura ukiyoe poco dopo l’uscita delle Trentasei vedute del monte Fuji del maestro grazie a una serie, nello stesso formato orizzontale, che illustrava la grande via che collegava Edo (l’antico nome di Tokyo) a Kyoto. Si tratta delle Cinquantatré stazioni di posta del Tōkaidō, l’antica strada costiera orientale giapponese, conosciute come "Hōeidō Tōkaidō" dal nome dell’editore che lanciò verso il successo Hiroshige. Da allora l’artista lavorò ripetutamente su questo soggetto, fino agli anni Cinquanta.
La ricchezza degli elementi stagionali e atmosferici - nevi, piogge, nebbie, chiarori di luna - gli valsero il titolo di "maestro della pioggia e della neve".
Utagawa Hiroshige
Shōno. Scroscio improvviso
[Stazione 46]
Serie: Cinquantatré stazioni di posta del Tōkaidō
1833‐1834 circa
Silografia policroma
Ōban; 241 x 350 mm
Per la prima volta in Italia, i paesaggi di Hasui riprendono solo in parte quelli della tradizione ukiyoe (meisho), prediligendo luoghi meno noti del Giappone rurale combinando tecniche tradizionali con la prospettiva e il chiaroscuro del realismo occidentale, in una nuova tendenza definita come shin hanga, stampe nuove, o moderne. Il dato atmosferico e lo studio della luce esprimono qui gli stati d’animo dell’uomo contemporaneo alla ricerca del Giappone autentico.
Quattro sono i punti tematici per osservare la produzione dei tre maestri a confronto. Da Edo a Tokyo: vedute della Capitale Orientale incentrato sui luoghi del territorio di Edo (l’antico nome di Tokyo), sede shogunale sviluppatasi intorno al castello a partire dal Seicento. Fra essi primeggia Il ponte di Nihonbashi stazione di partenza per intraprendere il viaggio lungo il Tokaido, e punto  zero per le misurazioni di tutte le distanze verso le province.
Kawase Hasui
Hinomisaki a Izumo
Serie: Souvenirs di viaggio. Terza raccolta
1924 (Taishō 13 nen)
Silografia policroma
Ōban; 263 x 388 mm
In viaggio lungo le vie del Giappone conduce il visitatore lungo il Tōkaidō, fino alle province più lontane: con la neve (Kanbara), sotto la pioggia battente (Shōno), con gli aceri arrossati o sotto la luna piena autunnale riflessa sulle risaie.
La sezione Luoghi della poesia è dedicata alle serie ispirate alla letteratura cinese e giapponese classica - Cento poesie per cento poeti in Racconti illustrati della balia, sviluppata in orizzontale, e Specchio dei poeti cinesi e giapponesi, in verticale -, tra le ultime creazioni di Hokusai per il grande mercato prima di ritirarsi e dedicarsi esclusivamente alla pittura su rotoli.
Chiudono la mostra le Vedute del Fuji di Hokusai, tra cui La Grande Onda presso la costa di Kanagawa e il Fuji Rosso, alcune tratte dalla omonima serie creata da Hiroshige oltre un ventennio dopo secondo uno sguardo occidentalizzato e una veduta di Hasui del 1930, unica ma di assoluta modernità.

HOKUSAI, HIROSHIGE, HASUI
Viaggio nel Giappone che cambia

19 ottobre 2019 - 16 febbraio 2020
Pinacoteca Agnelli
Via Nizza 230 - Torino
Orario: martedì - domenica 10-19 (orario continuato). Ultimo ingresso alle 18.15. Chiuso il lunedì
http://www.hokusaitorino.it/

martedì 7 gennaio 2020

LA BELLE ÉPOQUE DI VITTORIO CORCOS

Paolina Clelia Silvia Bondi
1909
Olio su tavola
Collezione privata
La Fondazione Accorsi-Ometto rende omaggio a VITTORIO CORCOS, maestro indiscusso del ritratto femminile dell’Ottocento.
La mostra, curata da Carlo Sisi, ripercorre in sei ‘capitoli’ un’Avventura dello sguardo a partire dalla serie di figure della sezione Sguardi, fulcro dell'universo poetico di Vittorio Corcos, già accreditato dalla critica del tempo.
Nella sezione In posa nell’atelier, i protagonisti sono le personalità che frequentavano lo studio dell’artista: Anna Belimbau, moglie del pittore Adolfo o Fernanda Ojetti, moglie del potentissimo Ugo, ma anche gli amici Jack La Bolina, pseudonimo di Augusto Vecchi, ufficiale di marina, noto soprattutto come scrittore, oppure il pittore Francesco Gioli che, con il fratello Luigi, teneva studio nello stesso edificio abitato da Corcos.
Jack La Bolina (Augusto Vecchi)
1897
Olio su tela
Courtesy Società di Belle Arti, Viareggio
La sezione Aria di Parigi comprende, oltre ai dipinti della Belle Époque esplicitamente francesi, come la delicata Jeune femme se promenant au Bois de Boulogne - che doveva far parte di una più ampia composizione, a tutt’oggi sconosciuta - o le splendide Istitutrici ai Campi Elisi, il ritratto della Figlia di Jack La Bolina che ricorda le eleganze di De Nittis e degli amici impressionisti.
La sezione dedicata al Salotto della "gentile ignota" conduce all’eletto circolo della moglie di Corcos, Emma Rotigliano, assidua corrispondente di Giovanni Pascoli che le aveva attribuito quell’enigmatico appellativo. Accanto al ritratto di Emma si avvicendano quelli del poeta Giosuè Carducci, l’ormai anziano macchiaiolo Silvestro Lega o il compositore Pietro Mascagni, ospiti illustri di casa Corcos.
Anna Belimbau
1900
Olio su tela
Istituto Matteucci, Viareggio
Nella sezione Luce mediterranea la costa livornese fa da sfondo al quadro In lettura sul mare, straordinaria prova di pittura en plein air in grado di attestare la qualità stilistica raggiunta da Corcos anche nel genere del paesaggio, ulteriormente testimoniato dal lirico scorcio di Pracchia, piccolo borgo della montagna pistoiese.
L’ultima sezione consacrata all’Eterno femminino riassume in due ‘capitoli’ il tema della donna sviluppato, in arte come in letteratura, dal Decadentismo: il quadro Sogni, fra i più celebri di Corcos, incarna perfettamente la bellezza ineffabile delle donne amate e descritte da D’Annunzio e da Fogazzaro, mentre la ricca selezione di incisioni dedicata alle "vergini funeste" porta in mostra i massimi rappresentanti della cultura figurativa mitteleuropea alla vigilia delle Avanguardie.
Sogni
1896
Olio su tela
Roma, Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea
In Sogni, Corcos riassume le inquietudini di un’epoca consapevole della propria crisi e ad esso associa donne perdute ed altre venerate per la loro leggendaria bellezza, come Lina Cavalieri, "massima testimonianza di Venere in terra" secondo D’Annunzio e soggetto molto congeniale all’estro compositivo del pittore. Attento osservatore della moda del suo tempo, Corcos esibisce nella sua pittura un’eccezionale mimesi dei tessuti, dei ricami, dei gioielli, di ogni componente dell’abito utile a connotare la posizione sociale del personaggio ritratto, come si vede in Corinna Salmon o in Maria Josè principessa di Piemonte, la négresse blonde, così chiamata a causa dei suoi indomabili capelli.
Ritratto della moglie Emma
1889 ca.
Olio su tela
Livorno, Museo Civico Fattori
Vittorio Corcos (1859-1933) nasce a Livorno da famiglia ebraica e si forma nelle Accademie di Firenze e di Napoli, città da lui ambita per la presenza di Domenico Morelli, convinto assertore del concetto di verità. Nel 1880 inizia l’esperienza parigina frequentando il vivace salotto di Giuseppe De Nittis, collettore degli ‘italiani di Parigi’, entrando nell’orbita del mercante Goupil, fautore della precoce fortuna internazionale del pittore.
Nel 1886 rientra a Livorno e sposa Emma Rotigliano, per poi trasferirsi a Firenze dove riceverà il battesimo in San Giovanni il 9 dicembre 1887. Il salotto di casa Corcos diviene da allora meta affollatissima di letterati ed artisti, riflesso del milieu culturale aggiornato e poliglotta che si riflette nell’opera del pittore, impegnato nella illustrazione di libri e di riviste, ma soprattutto nel ritrarre la società di fine secolo.

VITTORIO CORCOS
L’avventura dello sguardo

Dal 3 ottobre 2019 al 16 febbraio 2020
Museo di Arti Decorative Accorsi - Ometto
Via Po 55, Torino
Orario: da martedì a venerdì 10 - 13; 14 - 18; sabato, domenica e festivi 10 - 13; 14 - 19. La biglietteria chiude mezz’ora prima. Lunedì chiuso
t. 011 837 688 int. 3
www.fondazioneaccorsi-ometto.it