sabato 30 ottobre 2021

GIOVANNI FATTORI E LA VERITÀ DELL'IMMAGINE

Giovanni Fattori
Le macchiaiole, 1866
Olio su tela
Collezione privata
Credito fotografico: Società di Belle Arti

La GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino ospita per la prima volta nei suoi spazi una grande retrospettiva dedicata all’opera di Giovanni Fattori (Livorno 1825- Firenze 1908), uno dei maestri assoluti dell’Ottocento italiano che seppe interpretare in modo originale e innovativo tanto i temi delle grandi battaglie risorgimentali quanto i soggetti legati alla vita dei campi e al paesaggio rurale a cui infuse, analogamente ai ritratti, nuova dignità e solennità. La mostra FATTORI. CAPOLAVORI E APERTURE SUL ‘900, aperta al pubblico fino al 20 marzo 2022, è organizzata e promossa da GAM Torino - Fondazione Torino Musei e da 24 ORE Cultura - Gruppo 24 ORE in collaborazione con l’Istituto Matteucci e il Museo Civico Giovanni Fattori di Livorno.
Giovanni Fattori
Gotine rosse, 1882 ca.
Olio su tavola
GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino
Il percorso espositivo, che presenta oltre 60 capolavori dell’artista livornese, tra cui tele di grande formato, preziose tavolette e una selezione di acqueforti, si articola in nove sezioni e copre un ampio arco cronologico che dal 1854 giunge al 1894, dalla sperimentazione macchiaiola e da opere capitali degli anni Sessanta e Settanta fino alle tele dell’età matura, che ne rivelano lo sguardo acuto e innovatore, capace di aperture sull’imminente ’900. 
Giovanni Fattori
In vedetta, 1872
Olio su tela
Fondazione Progetto Marzotto, Trissino
Le curatrici del progetto, Virginia Bertone (Conservatore Capo della GAM) e Silvestra Bietoletti (Storica dell’arte, specialista di pittura toscana dell’Ottocento), affiancate dal Comitato scientifico composto da Cristina Acidini, Giuliano Matteucci e Fernando Mazzocca, hanno concepito un articolato progetto espositivo dove si succedono, secondo una scansione cronologica e tematica, le opere del maestro la cui vicenda artistica incontrò, già nel corso dell’Ottocento, anche il gusto dei torinesi, come testimonia la presenza di Fattori alle mostre allestite in città - sia alle manifestazioni annuali della Società Promotrice di Belle Arti di Torino sia alle Esposizioni Nazionali - dalla primavera del 1863 fino al 1902.
Giovanni Fattori
La mena in Maremma, 1890 ca.
Olio su tela
Istituto Matteucci, Viareggio
© Istituto Matteucci, Viareggio

Nella primavera del 1863 Giovanni Fattori inviava alla mostra della Società Promotrice di Belle Arti di Torino la sua Ambulanza militare (Episodio dell’indipendenza italiana del 1859). Per presentarsi per la prima volta al pubblico torinese, l’artista aveva voluto riproporre il soggetto de Il campo italiano dopo la battaglia di Magenta che gli aveva assicurato la vittoria al Concorso Ricasoli, tappa fondamentale per l’avvio della sua carriera artistica.
Tra i suoi primi estimatori è il torinese Marco Calderini, brillante allievo di Antonio Fontanesi e autorevole animatore della scena culturale cittadina, che entra in contatto con lui per l’acquisto di una cartella di litografie, a testimonianza di un vivo apprezzamento anche per la sua opera grafica.
Giovanni Fattori
Sulla spiaggia (Giornata grigia), 1893
Olio su tela
Museo Civico Giovanni Fattori, Livorno
Nel corso dei primi anni del Novecento, l’attenzione per l’opera di Fattori si intensifica sino a divenire il modello di un nuovo "ideale classico": furono allora autorevoli collezionisti, in primo luogo l’imprenditore Riccardo Gualino, ad arricchire le proprie raccolte con capolavori come il Ritratto della seconda moglie, conservato alla Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti a Firenze e presente in mostra.
Nel 1930, anno in cui aveva assunto la direzione del Museo Civico di Torino, Vittorio Viale riuscì ad acquisire la preziosa tavola Gotine rosse, dipinto appartenuto alle collezioni fiorentine di Giovanni Malesci e poi di Mario Galli e oggi custodito alla GAM. E proprio la vicenda dell’acquisto di Gotine rosse offrirà lo spunto per sottolineare la fortuna di Fattori e di altri artisti toscani dell’Ottocento a Torino nel segno di Lionello Venturi.
Giovanni Fattori
Autoritratto, 1894
Olio su tela
Istituto Matteucci, Viareggio
© Istituto Matteucci, Viareggio
A concludere il percorso sono alcune opere emblematiche di allievi di Fattori e di artisti influenzati dalla suggestione della sua pittura - Plinio Nomellini, Oscar Ghiglia, Amedeo Modigliani, Lorenzo Viani, Carlo Carrà, Giorgio Morandi - a testimonianza della lezione che il maestro livornese seppe stimolare nella pittura italiana del Novecento.
Arricchisce la mostra un suggestivo video che racconta i luoghi, le vicende umane e le relazioni artistiche che hanno accompagnato la vita del maestro attraverso le parole dello stesso Fattori, desunte da lettere e documenti d’epoca. Un viaggio nel viaggio, che vuole avvicinare il visitatore all’artista livornese la cui indole fu schiva eppure così carismatica da influenzare future generazioni di artisti.

FATTORI. Capolavori e aperture sul ’900
14 ottobre 2021 - 20 marzo 2022
GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea
Via Magenta, 31 Torino
Orario: da martedì a domenica: 10 - 18; giovedì 13 - 21. Lunedì chiuso.
Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura
www.gamtorino.it

venerdì 8 ottobre 2021

IL RESPIRO DELLA MODERNITÀ DI ANTOINE DE LONHY

Antoine de Lonhy
Polittico della Vergine, sant’Agostino e san Nicola da Tolentino, 1461-1462 ca.
Tempera, olio e fondo oro su tavola
Corpo principale dell’altare della Vergine, sant’Agostino e san Nicola da Tolentino
Barcelona, Museu Nacional d’Art de Catalunya, MNAC

Palazzo Madama, dal 7 ottobre 2021 al 9 gennaio 2022, e il Museo Diocesano di Susa, fino al 7 novembre 2021, presentano insieme l’esposizione IL RINASCIMENTO EUROPEO DI ANTOINE DE LONHY a cura di Simone Baiocco e Simonetta Castronovo per la sezione di Torino e di Vittorio Natale per la sezione di Susa. Antoine de Lonhy, artista poliedrico - era pittore, miniatore, maestro di vetrate, scultore e autore di disegni per ricami -, venuto a contatto con la cultura fiamminga, mediterranea e savoiarda ebbe un impatto determinante per il rinnovamento del panorama figurativo del territorio dell’attuale Piemonte nella seconda metà del Quattrocento. Originario di Autun, prima del 1450 era già in contatto con uno dei più straordinari mecenati di ogni tempo, il cancelliere del duca di Borgogna Nicolas Rolin, per il quale eseguì delle vetrate istoriate, purtroppo perdute.

Antoine de Lonhy
Tre profeti, 1480 ca.
Pioppo
Lione, Musée des Beaux-Arts

Il percorso di entrambe le sedi evidenzia i viaggi, gli spostamenti e la carriera itinerante di Lonhy attraverso l'Europa: a Tolosa, in Francia meridionale, dove realizzò almeno un ciclo di affreschi e decorò diversi codici liturgici e statuti cittadini; a Barcellona, in Catalogna, dove ancora sopravvive uno dei suoi capolavori: la grande vetrata per la chiesa di Santa Maria del Mar; infine nel ducato di Savoia, dove lavorò per la corte e per numerose chiese e monasteri del territorio e dove si spense, probabilmente, prima della fine del secolo. Il trasferimento dalla Spagna ad Avigliana - dove è documentato dal 1462 - si deve a diversi fattori, come la presenza in questo centro di un castello dei duchi di Savoia e la vicinanza con le prestigiose abbazie di Novalesa e Ranverso, poste sulla Via Francigena, una delle principali arterie di comunicazione già dal Medioevo, da cui passavano cavalieri, ecclesiastici e mercanti di mezza Europa.

Antoine de Lonhy
Presentazione di Gesù al tempio/Purificazione della Madonna, 1490
Dipinto su tavola trasportato su tela, cm 135 x 130
Greenville, Bob Jones University Museum & Gallery
L’allestimento torinese inizia raccontando la "scoperta" di Antoine de Lonhy: come spesso avviene nel campo della storia dell'arte, alla conoscenza di questo artista del Quattrocento si è arrivati per gradi. Per lungo tempo gli studiosi avevano raccolto alcuni dipinti sotto il nome convenzionale di "Maestro della Trinità di Torino", prendendo spunto proprio da uno dei suoi massimi capolavori, che è nelle collezioni civiche torinesi. D'altro canto, nell'ambito dello studio dei codici miniati, si era identificato, invece, un "Maestro delle Ore di Saluzzo", a partire dal meraviglioso manoscritto, che è uno dei prestiti più importanti concessi per la mostra dalla British Library di Londra. In seguito si è poi compreso che dietro questi nomi convenzionali si celava un'unica personalità, il cui vero nome è stato svelato grazie allo studio dei documenti.
Antoine de Lonhy
La Trinità, 1465-1470 ca.
Tempera e oro su pergamena, miniatura dal manoscritto delle "Ore di Saluzzo"
Londra, The British Library, ms. Add. 27697, f. 75r

La mostra si avvale di prestigiosi prestiti nazionali e internazionali, provenienti da importanti collezioni pubbliche e private. Emblematico il caso del senatore Leone Fontana, che nell'Ottocento aveva acquistato la già citata Trinità, inserendola nella sua ricchissima raccolta di opere piemontesi, donata in seguito al museo di Torino; oppure quello di Bob Jones Jr., che a metà del Novecento scelse la Presentazione di Gesù al Tempio per ampliare la pinacoteca dell'università privata fondata dal padre a Greenville (South Carolina). La mostra costituisce, inoltre, l'occasione per riunire gli elementi di un polittico venduto nel 1885, che aveva al centro la Adorazione del Bambino, appartenuta in seguito al collezionista olandese Fritz Mayer van den Bergh e oggi custodita nel museo che porta il suo nome ad Anversa.

Antoine de Lonhy
San Domenico (o San Tommaso) nello studio
Tempera e oro su tavola
Torino, Musei Reali - Galleria Sabauda
Il progetto nasce nell’ambito del Réseau européen des musées d’art médiéval, una rete di musei europei fondata nel 2011 da Élisabeth Taburet-Delahaye, già direttrice del Musée de Cluny - musée national du Moyen Âge di Parigi, per promuovere iniziative espositive comuni, ricerche condivise, convegni e conferenze sul proprio patrimonio artistico.

La pubblicazione del catalogo, a cura di Simone Baiocco e Vittorio Natale, è sostenuta da Associazione Amici Fondazione Torino Musei, in memoria del professor Giovanni Romano.

IL RINASCIMENTO EUROPEO DI ANTOINE DE LONHY
Palazzo Madama - Sala Senato
Piazza Castello - Torino
7 ottobre 2021 - 9 gennaio 2022

Susa, Museo Diocesano
Via Mazzini, 1 - Susa
10 luglio - 7 novembre 2021