giovedì 5 giugno 2025

DI ERBE E DI FIORI

Vaso di Fiori
Filippo de Pisis
Vaso di Fiori, 1949
P420 Bologna
Tra scienza e arte, la rassegna DI ERBE E DI FIORI. Erbari d’autore. Da Besler a Penone, da De Pisis a Cage, al Castello di Miradolo di San Secondo di Pinerolo (TO) fino al 22 giugno 2025, contrappone gli erbari storici di Carlo Allioni, Basilius Besler, Carlo Lupo, Pierre Edouard Rostan, Camillo Sbarbaro, Ada e Alfonso Sella alle opere di Vincenzo Agnetti, Björn Braun, Chiara Camoni, Adelaide Cioni, Betty Danon, Filippo De Pisis, Piero Gilardi, Giorgio Griffa, Wolfgang Laib, Ugo La Pietra, Christiane Löhr, Mario Merz, Helen Mirra, Richard Nonas, Giulio Paolini, Giuseppe Penone, Robin Rhode, Thomas Schütte, Alessandra Spranzi e Michele Zaza.
Photo-Graffia
Vincenzo Agnetti
Photo-Graffia, 1980
carta fotografica esposta e graffiata
29,5 x 49,5 cm
Collezione La Gaia, Busca (CN)
Curato dalla Fondazione Cosso e da Roberto Galimberti, con la consulenza iconografica di Enrica Melossi, il percorso si apre con l’opera segnica di Helen Mirra. Lungo la Manica Storica, l’indagine critica illustra il dettagliato Hortus Heystettensis del farmacista tedesco Basilius Besler: 1.084 piante raffigurate a grandezza naturale, provenienti dal giardino del vescovo Johann Konrad von Gemmingen, suo committente nella Norimberga di inizio ‘600.
Si deve tuttavia al torinese Carlo Ludovico Allioni, considerato uno dei massimi esperti di scienza botanica e medica del XVIII secolo, la prima sistematica rinominazione sul modello linneano della flora piemontese. I risultati della sua più che ventennale ricerca furono pubblicati nel trattato Florae pedemontanae Icones del 1789.
Da un erbario raccolto nel 1979 in Woga-Woga Australia
Mario Merz
Da un erbario raccolto nel 1979
in Woga-Woga Australia
, 1989
collezione privata
Alla base di ogni erbario vi è l'esigenza di lasciare ai posteri una porzione ben ordinata del complesso regno vegetale. Alcuni assemblano raccolte di proporzioni mastodontiche. Oltre duemila fogli compendiano gli studi di Pierre Edouard Rostan, medico e appassionato botanico delle valli valdesi. Trent’anni di ricerche, dal 1954 al 1984, sono racchiuse nei 2.539 fogli dell’Erbario di Ada e Alfonso Sella. Il giovane Filippo De Pisis, dal 1907 registra più di mille erbe, confluite nella collezione donata all’Orto Botanico di Padova tra il 1916 e il 1917.
Talvolta l’atto di catalogare diventa azione performativa. Wolfgang Laib, medico di formazione, affascinato dalle filosofie orientali, a partire dal 1977 raccoglie e sparge con regolare cadenza il polline, simbolo esoterico di vita e potenza, in una sorta di mantra rituale. Nello stesso anno Michele Zaza realizza un ciclo di opere autobiografiche intitolate Coltivazione.
Libri aperti, n. 3 esemplari
Ugo La Pietra
Libri aperti, n. 3 esemplari, 2008
terracotta ingobbiata e incisa a mano, 23 x 33 cm cad.
Ugo La Pietra Studio, Milano2
Nella Manica Nuova il metodo di Giulio Paolini e Piero Gilardi, esponenti dell’Arte Povera, è declinato in termini di progettualità e militanza.
Vi è poi chi ha costruito la sua ricerca artistica sul segno e sul suono. Betty Danon, artista concettuale e poetessa visiva, dal 1979 realizza delicate composizioni di piccole piante e fiori sul pentagramma in attesa della loro fioritura (Green Sounds).
Concettuale è pure l’opera di Robin Rhode, Harvest (Raccolto) che chiude il percorso espositivo nella Cappella del Castello: le immagini in bianco e nero ritraggono l’azione del soggetto (l’artista stesso) in dialogo con la pittura.
GreenSounds
Betty Danon
GreenSounds, 1978
Galleria Tiziana Di Caro, Napoli
Anche John Cage, compositore grande esperto di funghi - nel 1972, insieme a Lois Long, scrittrice e designer, e al micologo Alexander Hanchett Smith, pubblica The Mushroom Book, un libro d’artista in 75 esemplari con 20 litografie non numerate - elabora una partitura strettamente legata alla vita delle piante, ad imitazione della struttura proteiforme dei miceti. A partire da tali premesse, l'installazione sonora, a cura del progetto Avant-dernière pensée, rilegge il brano In a Landscape che John Cage compose nel 1948, in omaggio alla musique d’ameublement (musica d’arredo) di Erik Satie.

Sospeso fra itinerario cronologico e apparato organico, il programma espositivo si avvale inoltre di un percorso ludico per visitatori di tutte le età, Da un metro in giù e della serie di incontri di approfondimento Mezz’ora con… curati da Enrica Melossi.

DI ERBE E DI FIORI
Erbari d’autore. Da Besler a Penone, da De Pisis a Cage 
22 marzo-22 giugno 2025
Castello di Miradolo
via Cardonata 2, San Secondo di Pinerolo (TO)
Orari: sabato, domenica e lunedì, dalle 10 alle 18.30. Ultimo ingresso alle ore 17.30
Informazioni: 0121 502761; prenotazioni@fondazionecosso.it
www.fondazionecosso.com

martedì 6 maggio 2025

NOVECENTISTI

Ponte di Torino
Francesco Menzio
Ponte di Torino
olio
70x50 cm
Si protrarrà fino a sabato 17 maggio 2025 la mostra NOVECENTISTI, presso la Galleria Fratelli Fogliato, in cui sono presenti un centinaio di opere provenienti da raccolte private e dalle famiglie degli artisti.
Come di consueto la rassegna si profila come un’entusiasmante incursione nello scenario artistico del secolo scorso, epoca di grandi cambiamenti urbanistici, di fervore culturale, con personalità di spicco e schiere di seguaci riuniti in cenacoli più o meno eterogenei. È intorno alla figura di Felice Casorati, al mecenatismo illuminato di Riccardo Gualino e ai contributi critici di Lionello Venturi, Marziano Bernardi, Angelo Dragone che si sviluppa la koinè artistica torinese fra le due guerre.
Fiori
Jessie Boswell
Fiori
olio
60x73 cm
In particolare è l'esperienza del Gruppo dei Sei a segnare l’intensa - seppur breve - stagione compresa fra il 1928 e il1931. 
Ai suoi protagonisti - Jessie Boswell, Gigi Chessa, Nicola Galante, Carlo Levi, Francesco Menzio, Enrico Paulucci - la Galleria dedica ampio spazio, esponendo fra gli altri i ritratti di Menzio, i nudi di Chessa, i colorati Ombrelloni al mare di Galante e le inconfondibili barche di Paulucci.
Oltre ai Sei, la pittura piemontese vanta firme autorevoli, spesso eccellenti in un ambito specifico della figurazione: Mennyey (in mostra l’arioso Porticciolo eseguito ad olio) si distingue nell’acquaforte, i tappeti natura di Gilardi si collocano fra Arte Povera ed evocazioni Pop, Tabusso incanta rivelando la magia dei boschi nella tipica sintassi fra espressionismo e naïveté, Mastroianni elabora codici astratti su tela e in opere plastiche, Albano recupera la lezione metafisica di Carrà e De Chirico.
Una lunga giornata
Sergio Albano
Una lunga giornata
olio
40x40 cm

Il secolo breve, anche nelle regioni italiane transalpine, presenta vari modi di guardare al futuro. Con un occhio rivolto alla scena internazionale (in questi anni in molti soggiornano all'estero, soprattutto a Parigi), autori come Massimo Quaglino, Mino Maccari e Luigi Spazzapan, sono tra coloro i quali più risentono delle suggestioni francesi postimpressioniste e dei movimenti di area mitteleuropea. A partire da queste premesse - cui va aggiunta la narrazione futurista di Diulgheroff - la pittura figurativa prenderà da un lato la strada dell’informale e della definitiva smaterializzazione, dall'altro rivendicherà la preminenza dei generi tradizionali in declinazioni ora moderniste, ora nostalgiche.
Vietato entrare
Roberto Pasteris
Vietato entrare
tecnica mista
59x43 cm
Dipinti come Neve a Salice d’Oulx di Felice Vellan, la vivida scogliera di La Baie de l’Argent Faux realizzata da Antonio Possenti, i fiori recisi declinati in varie forme, le vedute di Mario Lisa, i paesaggi innevati o montani di una nutrita schiera di autori naturalisti - da Brunetto a Musso, a Campagnari, Boetto e Sobrile - denotano il preciso intento, radicato nel secolo precedente, di attenersi alla realtà oggettiva, ora naufragante in derive simboliste (tale appare l’atmosfera böckliniana nell'Isola Ildebranda di Mazzonis), ora di concreta immanenza per quell'apporto - minimo o debordante - di colore autobiografico che l'artista vi ha infuso.

Elenco dei pittori presenti:
Abacuc, T. Aime, L. Ajmone, S. Albano, E. Alciati, G. Benzi, G. Boetto, A. Bosia, J. Boswell, S. Brunetto, O. Campagnari, F. Carena, Felice Casorati, G. Chessa, G. Da Milano, G. Depetris, N. Diulgheroff, E. Fico, N. Galante, R. Gazzera, P. Gilardi, G. Grande, W. Jervolino, C. Levi, M. Lisa, T. Longaretti, M. Maccari, G. Manzone, U. Mastroianni, O. Mazzonis, F. Mennyey, F. Menzio, P. Morando, G. Morbelli, I. Mus, C. Musso, R. Pasteris, E. Paulucci, E. Peluzzi, A. Possenti, M. Quaglino, L. Serralunga, G. Sobrile, L. Spazzapan, F. Tabusso, D. Treves, D. Valinotti, F. Vellan, L. Verdiani, V. Zolla.


NOVECENTISTI
Fino al 17 maggio 2025
Galleria Fratelli Fogliato
Via Mazzini, 9 - 10123 Torino
Orario: 10,30-12,30 / 16-19. Chiuso lunedì e festivi. 
Tel. 011887733
http://www.galleriafogliatotorino.com

sabato 19 aprile 2025

MUCHA E BOLDINI A FERRARA

Alphonse Mucha, Fantasticheria, 1897
Alphonse Mucha
Fantasticheria, 1897
Litografia a colori, cm 34,5 x 27
Palazzo dei Diamanti a Ferrara presenta, fino al 20 luglio 2025, due mostre straordinarie: una monografica su ALPHONSE MUCHA, uno dei padri dell’Art Nouveau, nelle 11 sale dell’ala Rossetti, e una mostra-dossier su GIOVANNI BOLDINI, dedicata al tema del ritratto femminile, nelle 3 sale dell’ala Tisi.
La retrospettiva racconta attraverso circa 150 opere la biografia e il percorso artistico di Alphonse Mucha (Ivančice, 1860 – Praga, 1939), che raggiunse fama internazionale nella Parigi fin de siècle grazie ai manifesti per gli spettacoli teatrali della celebre attrice Sarah Bernhardt e ai pannelli decorativi raffiguranti donne attraenti e raffinate, nello stile inconfondibile e seducente, subito ribattezzato “Le style Mucha”.
Alphonse Mucha, Le stagioni: estate, 1896
Alphonse Mucha
Le stagioni: estate, 1896
Litografia a colori, cm 103 x 54
© Mucha Trust
Quando nel 1900 venne inaugurata l’Esposizione Universale di Parigi, il grafico ceco era già considerato una delle figure di spicco del nuovo decorativismo internazionale. Nel 1904 visitò per la prima volta gli Stati Uniti e la stampa lo definì «il più grande artista decorativo del mondo».
 Poliedrico e versatile fu anche fotografo, scenografo, progettista d'interni, creatore di gioielli e designer. Insegnante, filosofo e pensatore, era convinto che la bellezza e la forza ispiratrice dell’arte potessero favorire il progresso dell’umanità e la pace. Fermo sostenitore dell’indipendenza dall’Impero asburgico espresse con forza il sogno di unità dei popoli slavi.
L’esposizione è curata da Tomoko Sato con il coordinamento scientifico di Francesca Villanti, in collaborazione con la Mucha Foundation.
Giovanni Boldini, La signora in rosa (Ritratto Olivia Concha de Fontecilla), 1916
Giovanni Boldini
La signora in rosa
(Ritratto Olivia Concha de Fontecilla)
, 1916
Olio su tela, cm 163 x 113
Ferrara, Museo Giovanni Boldini Ferrara
© Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea
foto Tiziano Menabò

Oltre 40 opere di Giovanni Boldini (Ferrara, 1842 – Parigi, 1931) tra dipinti ad olio, pastelli, acquerelli, disegni e incisioni, selezionate dal curatore Pietro Di Natale fra quelle custodite nel Museo ferrarese a lui intitolato, raccontano il suo talento nel tradurre in pittura il fascino della “donna moderna”. Ricercatissimo da una facoltosa clientela, il pubblico e la critica, in Europa come in America, ne apprezzarono soprattutto lo stile elegante, spigliato, colto, emancipato, inquieto, talvolta eccentrico.
Lo dimostrano i ritratti a figura intera della contessa Berthier de Leusse, della principessa Eulalia di Spagna, della misteriosa protagonista di Fuoco d’artificio, e di Olivia Concha de Fontecilla, dipinto noto come La signora in rosa.
Giovanni Boldini, Fuoco d’artificio, c. 1890
Giovanni Boldini
Fuoco d’artificio, c. 1890
Olio su tela, cm 200 x 99,5
Ferrara, Museo Giovanni Boldini Ferrara
© Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea
foto Luca Gavagna
La rassegna presenta inoltre due esemplari a mezza figura a olio e a pastello, due ritratti di Boldini (il bronzo realizzato da Vincenzo Gemito e il famoso Autoritratto a sessantanove anni), alcuni interni dell’atelier, un genere dalla forte valenza autobiografica a cui si dedicò dalla fine degli anni Ottanta, e studi vitali e vibranti, tra cui il Nudino scattante e la tela Ninfe al chiaro di luna. Completano il percorso espositivo una selezione di disegni e una serie di incisioni che documentano un aspetto significativo ma meno conosciuto della sua produzione.

ALPHONSE MUCHA / GIOVANNI BOLDINI
22 marzo – 20 luglio 2025
Palazzo dei Diamanti
Corso Ercole I d’Este 21, Ferrara
Orario apertura: tutti i giorni, feriali e festivi, 9.30 – 19.30 (la biglietteria chiude un’ora prima).
Informazioni e prenotazioni:
T. +39 0532 244949 | diamanti@comune.fe.it 
info@arthemisia.it
www.palazzodiamanti.it 
www.arthemisia.it

mercoledì 16 aprile 2025

HAMMERSHØI E I PITTORI DEL SILENZIO

Luce del sole nel salotto III,
Vilhelm Hammershøi
Luce del sole nel salotto III, 1900 circa,
Stoccolma, Nationalmuseum
© Nationalmuseum / foto Cecilia Heisser
Fino al 29 giugno 2025 a Palazzo Roverella è in corso la prima mostra italiana dedicata a Vilhelm Hammershøi (Copenaghen, 1864-1916), il più grande pittore danese della propria epoca.
Da anni è in atto la sua riscoperta a livello internazionale: grandi e importanti mostre a lui dedicate sono state realizzate a Parigi, Tokyo, a New York, Londra e in molti altri musei nel mondo. La retrospettiva, da una parte esplora il rapporto tra Hammershøi e gli italiani U. Prencipe, O. Ghiglia, V. Grubicy de Dragon, G.A. Sartorio, Mario Reviglione e innumerevoli personalità a lui affini; dall’altra lo pone a confronto con artisti europei che praticarono una poetica basata sui temi del silenzio, della solitudine, delle ‘città morte’, dei ‘paesaggi dell’anima’.
Interno della chiesa di Santo Stefano Rotondo a Roma
Vilhelm Hammershøi
Interno della chiesa di Santo Stefano Rotondo a Roma, 1902
Odense, Kunstmuseum Brandts
© Kunstmuseum Brandts
A Rovigo è esposto un nucleo fondamentale di opere, selezionate nella rarefatta produzione di Hammershøi. Sottolinea il curatore Paolo Bolpagni come, in seguito ai soggiorni in Italia e a Roma (unico soggetto italiano, la basilica di Santo Stefano Rotondo al Celio, è presente in mostra), egli elaborò una personale riflessione intorno all’antichità classica, ai Primitivi e agli artisti del nostro Quattrocento.
Per contro, non pochi pittori italiani coevi e successivi furono suggestionati dalle sue opere, piuttosto precocemente segnalate dalla critica - Vittorio Pica, Giuseppe Antonelli, Emilio Cecchi -  e nei periodici ‘Il Marzocco’ ed ‘Emporium’.
Il violoncellista. Ritratto di Henry Bramsen
Vilhelm Hammershøi
Il violoncellista. Ritratto di Henry Bramsen, 1893
Odense, Kunstmuseum Brandts
© Kunstmuseum Brandts
Tre sono gli ambiti portanti della ricerca dell’autore approfonditi in mostra: gli interni, spesso privi di presenze umane, i ritratti e le vedute architettoniche.
Completano il percorso una comparazione tra la produzione di Hammershøi e i dipinti di  artisti scandinavi, francesi, belgi, svizzeri, olandesi e un omaggio di uno dei più interessanti  fotografi contemporanei, lo spagnolo Andrés Gallego.
Ad accompagnare la rassegna, l’ampio catalogo edito da Dario Cimorelli Editore, con saggi del curatore Paolo Bolpagni e di Claudia Cieri Via, Luca Esposito, Francesco Parisi e Annette Rosenvold Hvidt.
Sunshine in the Drawing Room III Strandgade 30
Vilhelm Hammershøi
Sunshine in the Drawing Room III. Strandgade 30, 1903
Stoccolma, Nationalmuseum


Hammershøi e i pittori del silenzio tra il Nord Europa e l’Italia
Dal 21 febbraio al 29 giugno 2025
Palazzo Roverella
via Laurenti 8/10, Rovigo
Orario: dal lunedì al venerdì: 9 – 19; sabato, domenica e festivi: 9 – 20. Ultimo accesso un’ora prima della chiusura
Per informazioni: +39 0425 460093; info@palazzoroverella.com

martedì 18 marzo 2025

FOGLIATO, OTTOCENTO IN GALLERIA

Gian Giorgio Massara

E. Reycend, V. Cavalleri, C. Pittara, A. Tavernier

Am piaso ij senté solitari
Con l'ombre dle feuje
C'ha geugo sle pere
Ch’a pisto ij mè pe

Ines Poggetto, 1948


Eravamo tutti giovani: Sandro, Carlo Alberto Fogliato e il sottoscritto. Entusiasti, curiosi, appassionati di arte, stupiti talvolta di fronte ad alcune novità poi diventate “stabili” oppure quasi scomparse.
E ogni mostra della Galleria era accompagnata da un catalogo a colori, preziosa fonte di studio per un gruppo di giovani critici d’arte formatisi sotto la guida di Annamaria Brizio, specie sulla pittura veneta e ferrarese¹.
Oggi ci tornano alla mente le mostre dedicate a Fontanesi, il volume - ultimo per scelta - di Luigi Mallé, i dipinti di Carlo Pollonera da noi valutati anni dopo, molti dei quali rubati e mai più ritrovati. 
Quindi, ecco vedere in Galleria un bel Sauli d’Igliano, autore già considerato nella Monografia promossa dal Museo di Usseglio; e ancora i dipinti di Reycend che una Mostra in Biennale aveva consentito di meglio conoscere i pittori dì Rivara, i Delleani dalle nubi tempestose e centinaia di altri autori.
Oggi è una cartolina a invitarci al vernissage² con quattro opere scelte che non vedremo dal vero dopo che i nostri anni sono diventati 94!
Buona fortuna dunque alle nuove generazioni di casa Fogliato con Serena e Francesca, gentili signorine che accolgono i visitatori con garbo e simpatia.

1) Fortunato gruppo di Storici dell'Arte: Aldo Passoni, Mirella Bandini, Mariolina Tibone, Nini Denoyé, Silla Zamboni e Massara.
2) Mostra Tra 800 e 900, 11 ottobre - 9 novembre 2024.