A giudicare dall’interesse suscitato fra i visitatori dalla doppia personale di Bruno Fabbrini e Antonio Fariello presso il Chiostro della SS. Annunziata a Torino, si può affermare con un certo sollievo che la pittura di paesaggio non ha ancora fatto il suo tempo.
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Bruno Fabbrini, Masserano Antica |
Bruno Fabbrini, reduce dalla recente esposizione nella stessa sede di scorci torinesi e del Ricetto di Candelo, prosegue il suo racconto piano e discorsivo descrivendo alcuni degli angoli più pittoreschi del Piemonte e d’Italia. Fra questi il
Borgo Medievale riflesso sulle acque del Po solcate dal passaggio dei canottieri, un gruppo di barche attraccate alla banchina di fronte al
Monte dei Cappuccini, accanto a nature morte di fattura fiamminga del XVI e XVII secolo, come il
Vaso di rose dipinto alla maniera degli antichi maestri olandesi.
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Bruno Fabbrini, Il Monte dei Cappuccini |
Artefice di una pittura “senza compromessi”, Fabbrini instaura una corrispondenza fra temi e impianto formale di matrice verista nelle mondine chinate a raccogliere il riso con i piedi immersi nel terreno fangoso; carica di rinnovate suggestioni le familiari vedute del
Ricetto di Candelo e i vicoli notturni di
Masserano Antica, paese natale della madre in provincia di Biella. Infine siede ad osservare l’attesa paziente dei pescatori d’altura con le lenze gettate nel torrente, incuneato fra le anse di una gola rocciosa.
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Bruno Fabbrini, Piazza Cavour |
Ampliando lo sguardo sul patrimonio architettonico dislocato lungo lo stivale, Fabbrini diviene per noi guida di un itinerario silente e attraverso i suoi occhi ci fa riscoprire il
Ponte di Rialto a Venezia, lontano dal fragore del turismo di massa, ci lascia attoniti di fronte al riflesso cristallino della
Grotta Azzurra di Capri, rievoca l’eruzione del
Vesuvio che svetta in silhouette su un cielo blu cobalto.
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Bruno Fabbrini, Via Roma |
Con l’incedere delle stagioni seguitiamo a passeggiare nelle fredde mattine invernali, tra i monumenti storici di Torino, fino a giungere davanti alla
Chiesa della Gran Madre dove l’aria è pungente e le strade semideserte eludono per un attimo il traffico cittadino. Ci sorprende di tanto in tanto lo sfrigolio della neve, crepitante sotto le scarpe di qualche passante, quelle di due innamorati stretti sotto l’ombrello rosso in cammino all’imbrunire fra i lampioni accesi di
Piazza Cavour. Ma la realtà è anche frenetica, dinamica, segue il ritmo veloce del tempo presente e rapidamente conduce sotto il porticato eclettico razionalista di
Via Roma, che incalza Palazzo Madama e la cupola del Guarini, baluardi inespugnabili del migliore barocco piemontese.
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Antonio Fariello, Cilento - Castellabate |
Antonio Fariello presenta vedute del Cilento, di Castellabate, piccolo paesino di pescatori in provincia di Salerno, dove nasce nel 1942. Attualmente vive e svolge la sua attività di pittore a Settimo Torinese, ma le marine dai colori luminosi e dalle atmosfere metafisiche, con richiami alle muse di De Chirico nei volti mimetizzati lungo le scogliere (
Passarono di qui) o arroccati al centro dell’arenile (
Vennero da nord est), restano peculiari della sua pittura. Attivo da oltre cinquant’anni Fariello realizza numerosi ritratti attorno agli anni settanta, ma è l’acqua salmastra il suo elemento naturale. Definito ‘il Ligabue del mare’, conserva una certa naiveté nell’accostarsi alla bellezza perfetta della natura. Tuttavia questo non rappresenta un limite, del resto l’onestà d’intenti è piuttosto un valore aggiunto che un ostacolo alla creazione artistica, ma si configura come punto di partenza dal quale dipartono molteplici diramazioni semantiche e autobiografiche.
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Antonio Fariello, Costa del Cilento |
Appassionato di storia romana inserisce resti capitolini fra le insenature del
Golfo di Policastro con una volumetria derivata dai primi studi da scultore e ceramista, poi tradotti in pittura sotto la scuola del prof. Mario Carotenuto, grazie al quale entra a far parte del cenacolo culturale presieduto dal poeta Alfonso Gatto. La sua formazione artistica si compie con gli insegnamenti del maestro Tristano Marchi, seguace della scuola di Posillipo, che ne condiziona la ricerca grafica e simbolica.
“Collerico, dolce, crudele, amico benevolo, irrequieto e immensamente grande all'orizzonte”, turchese come quello della Maddalena in Sardegna, di risacca sull’arenile di Castellabate, sormontato dallo strapiombo della vicina frazione di Santa Maria, il mare resta il suo nume tutelare e “modello d’eccezione”.
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Antonio Fariello, La Maddalena |
La tavolozza comprende l’indaco della lavanda, il lilla della battigia, il celeste dell’aria tersa, il verde smeraldo sul profilo dell’orizzonte e ogni gamma di blu per distillare tutta la trasparenza e la profondità del “padre del pianeta”. I pigmenti sono ocra per sostanziare il terreno sabbioso, bruni per consolidare la struttura minerale delle rocce, la gamma dei rossi argillosi permea il suolo dell’Isola di Licosa ricoperto dagli aghi del pino marittimo deformato dal vento, osservato e compreso in tutte le sue nodosità. Tutti insieme compongono la vegetazione della macchia mediterranea di Punta Tresina e del litorale salernitano. Vi è in ogni veduta un che di sublime ed una citazione di Friedrich nell’uomo appoggiato al lampione, smarrito di fronte all’immensità dell’universo.
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Antonio Fariello, S. Maria di Castellabate |
Antonio Fariello ha esposto in numerose mostre personali e collettive con l'
Associazione ARTinsieme. Nella primavera del 1979 a Settimo Torinese partecipa ad un concorso sul tema della Memoria, a cui segue un breve scambio epistolare con Primo Levi, del quale condivide un sentimento di velata malinconia.
Il Comune di Castellabate ha recentemente acquisito tre dipinti per la collezione civica, presso il Museo di Arte Moderna e conserva alcune opere in permanenza presso Villa Matarazzo, tributando così il giusto riconoscimento ad un autore che con sincera dedizione nobilita la propria terra e valorizza da sempre un ambiente naturalistico dichiarato dall’Unesco patrimonio mondiale dell’umanità.
Bruno Fabbrini e Antonio Fariello
Doppia personale
Dal 27 aprile al 3 maggio 2012
Orario: dal lunedì al sabato 10-19
Chiostro della SS. Annunziata
Via Po 47 – 10124 Torino
Per informazioni: Bruno Fabbrini tel. 3409664123; Antonio Fariello tel. 3398046273