giovedì 7 novembre 2024

BERTHE MORISOT ALLA GAM DI TORINO

Donna con ventaglio (Al ballo)
Berthe Morisot 
Donna con ventaglio (Al ballo) 
1875 
Olio su tela 
Parigi, musée Marmottan Monet,
don Eugène et Victorine Donop de Monchy, 1940
lnv. 4020
È dedicata all’unica donna tra i fondatori dell'Impressionismo la mostra BERTHE MORISOT. PITTRICE IMPRESSIONISTA, nell'ambito delle celebrazioni internazionali per i 150 anni del movimento francese, fino al 9 marzo 2025 alla GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino. L’allestimento, a cura della storica e critica d’arte, Maria Teresa Benedetti e di Giulia Perin, consulente per gallerie italiane ed internazionali, accoglie anche un display, dal titolo L’INTRUSO, realizzato da Stefano Arienti (Asola, MN 1961) all’interno di un progetto concepito da Chiara Bertola, Direttrice del Museo, che rivisita i dipinti di Morisot con materiali differenti, utilizza elementi olfattivi, nastri di stoffa in raso e organza, carte da parati, oggetti d’epoca per offrire al pubblico un insolito percorso di visita.
Caffé Concerto
Stefano Arienti
Caffé Concerto
(da Édouard Manet)
2024
Cera pongo su poster montato su pannello 
Ph. Perottino
Grande interprete della Nouvelle Peinture, Berthe Morisot (Bourges, 14 gennaio 1841 -  Parigi, 2 marzo 1895) ha partecipato a sette delle otto mostre impressioniste che si sono tenute dal 1874 al 1886 (unica assenza nel 1879 per la nascita della figlia Julie). Dopo un periodo di formazione a Parigi, nel 1868 Morisot conosce Édouard Manet, il più importante artista del suo tempo, con il quale instaura una profonda amicizia e relazione professionale. I due artisti si influenzano a vicenda nello stile e Manet la sceglie anche come musa per alcuni dei suoi dipinti. Qualche anno dopo, nel 1874, Berthe sposa Eugène Manet, fratello di Édouard, entrando di diritto nella famiglia.
Eugène Manet all’isola di Wight
Berthe Morisot
Eugène Manet all’isola di Wight 
1875 
Olio su tela
Parigi, musée Marmottan Monet
legs Annie Rouart, 1993. lnv. 6029

La selezione di circa 50 opere, tra celebri dipinti, disegni e incisioni, giunge da collezioni private e prestigiosi enti pubblici tra cui, oltre al Musée Marmottan Monet di Parigi (istituzione che vanta la più grande raccolta di opere di Berthe Morisot, da cui proviene Eugène Manet all’isola di Wight realizzato dalla pittrice durante il viaggio di nozze in Inghilterra nel 1875), il Musée d'Orsay di Parigi (Su una panchina al bois de Boulogne, 1894), il Musée des Beaux-Arts di Pau (la grande tela Pasie che cuce nel giardino, 1881-82), il Museo Nacional Thyssen-Bornemisza di Madrid (Pastorella nuda sdraiata, 1891), il Musée d'Ixelles di Bruxelles (La bambina con la bambola o l'interno del cottage, 1886) e l’Institut National d'Histoire de l'Art (INHA) di Parigi.
Il ciliegio
Berthe Morisot 
Il ciliegio 
1891 
Olio su tela 
Parigi, musée Marmottan Monet
legs Annie Rouart, 1993. lnv. 6020
Il percorso si sviluppa in quattro sezioni tematiche dedicate ai principali soggetti protagonisti della produzione di Morisot: la sfera familiare, i ritratti femminili colti in situazioni di intimità o nel brillio della vita sociale, luoghi all’aperto con un focus su paesaggi e giardini e figure nel verde. L’esposizione è anche un’importante occasione per scoprire straordinarie opere dell’artista meno conosciute provenienti da collezioni private come La ciotola del latte (1890), in origine di proprietà di Claude Monet, primo detentore dell’opera, esposto per la prima volta in Italia e venduto in un’asta Sotheby’s a maggio 2022 per più di un milione di euro, a dimostrazione del crescente valore di mercato attribuito ai dipinti dell’autrice.
Ritratto di Julie
Berthe Morisot 
Ritratto di Julie 
c. 1888 
Pastello su carta 
Private collection LGR Brussel 
L’interesse per il percorso artistico di Berthe Morisot è confermato dalla mostra Impression, Morisot curata da Marianne Mathieu, fino al 23 febbraio 2025 a Palazzo Ducale di Genova, visitabile con ingresso ridotto su presentazione del biglietto dell’esposizione torinese. Infine, il catalogo BERTHE MORISOT. Pittrice impressionista edito da 24 ORE Cultura, che accompagna la rassegna con i saggi delle curatrici, i contributi di Sylvie Patry, massima esperta internazionale dell’artista e di Sylvie Carlier, Direttrice delle Collezioni del Musée Marmottan Monet di Parigi, prosegue l'indagine intorno all’utilizzo della luce in paesaggi e giardini, frequente cornice alle figure umane, soprattutto femminili. Di rilievo anche le opere su carta, realizzate nel corso di tutta la carriera. Acquerelli, pastelli e disegni non sono creazioni isolate dal resto dell'opera di Morisot ed il loro studio permette di comprenderne meglio il metodo di lavoro e l’evoluzione stilistica. Ė lei stessa a scrivere nei suoi diari: “Questa eterna distinzione del disegno e del colore è puerile, poiché il colore non è che un’espressione della forma”.

BERTHE MORISOT. Pittrice impressionista

Fino al 9 marzo 2025
GAM - Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino 
Via Magenta, 31 - Torino 
Orario: Martedì - domenica dalle 10 alle 18. Lunedì chiuso. La biglietteria chiude un’ora prima.
www.gamtorino.it

mercoledì 6 novembre 2024

BLAKE E LA SUA EPOCA

Il Corpo di Abele Trovato da Adamo ed Eva
William Blake  
Il Corpo di Abele Trovato da Adamo ed Eva, 1826 ca.
inchiostro, tempera e oro su mogano 
Photo©Tate
Dopo il successo riscosso nel 2022 con John Constable. Paesaggi dell'anima e nel 2023 con Turner. Paesaggi della Mitologia, la Reggia di Venaria ospita fino al 2 febbraio 2025 nelle Sale delle Arti la mostra di un altro celebre artista britannico, William Blake, chiudendo così la trilogia delle esposizioni dedicate ai principali esponenti dell’arte romantica inglese grazie alla prestigiosa collaborazione del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude con la Tate UK.
La mostra, curata dalla storica dell’arte Alice Insley - British Art 1730-1850 Curator della Tate UK - è intitolata BLAKE E LA SUA EPOCA. Viaggi nel tempo del sogno e presenta una significativa selezione di 112 opere provenienti dalla famosa istituzione museale inglese.
Scena dal Faust di Goethe
Theodor von Holst 
Scena dal Faust di Goethe, 1834
olio su tela 
Photo©Tate
William Blake (1757-1827) è un personaggio di spicco dell'arte e della letteratura inglese. Ignorato quando era in vita, le sue opere visionarie in pittura, stampa e acquerello hanno ispirato intere generazioni di artisti. Ogni sezione tematica è incentrata su una diversa dimensione dell'immaginazione poliedrica dell’autore: INCANTESIMI, CREATURE FANTASTICHE, ORRORE E PERICOLO, IL GOTICO, UNO SGUARDO ROMANTICO AL PASSATO, SATANA E GLI INFERI.
L'immaginazione romantica emerse in Gran Bretagna dall'umiliante sconfitta nelle guerre d’indipendenza americane, dalle onde d'urto delle rivoluzioni francese e haitiana degli anni '90 del Settecento, dalle difficoltà delle lunghe guerre con la Francia, da anni di disordini politici e sociali in patria e dal rapido ritmo dello sviluppo tecnologico e industriale.
La Sepoltura
William Blake 
La Sepoltura, 1805 ca.
inchiostro e acquerello su carta
Photo©Tate
Questo portò ad abbracciare la poetica del sublime: soggetti sconvolgenti, persino inquietanti, capaci di suscitare una vasta gamma di risonanze emotive. Nell'opera di Blake ciò si esprime attraverso corpi contorti e conturbanti, tra i suoi contemporanei proliferano i temi più cupi della prigionia, della follia, dell'orrore, del pericolo e della malattia, così come le immagini drammatiche della natura.
Alla fine del XVIII secolo abbondavano le immagini del soprannaturale e del fantastico, del sorprendente e del mostruoso. In un mondo in cui gli ideali illuministici e il progresso erano sempre più messi in discussione, gli artisti si rivolsero alle apparizioni, alle streghe e ai mostri della letteratura e del folklore, alle creature di Shakespeare e della tragedia greca, mettendo a nudo i vizi della società contemporanea. 
La caduta degli angeli ribelli
Edward Dayes 
La caduta degli angeli ribelli, 1798
acquerello, gouache, inchiostro e oro su carta
Photo©Tate 
Artisti come Blake e Heinrich Füssli diedero nuova vita immaginativa al regno delle fate e degli spiriti, in composizioni popolate da personaggi femminili seducenti e incantevoli 
La fascinazione per il glorioso passato britannico condusse a riscoprire le lingue celtiche e nordiche, il folklore, l'arte e l'architettura (ricalcandone le tecniche), assurti a simbolo di resistenza e di sfida in un clima di rinnovato orgoglio nazionale. 
Giovane apprendista incisore Blake disegna tombe nell’Abbazia di Westminster, in seguito il gotico diverrà centrale nella sua visione artistica, rappresentando un’arte spirituale e viva. Il Medioevo ha stimolato l’immaginazione di artisti e scrittori come nessun’altra epoca passata (si pensi ai Preraffaelliti e alla lezione di J. Ruskin): dallo studio ravvicinato delle chiese gotiche all’esplorazione delle qualità evocative di antiche rovine e castelli, fu interpretato in molti modi in continuità con la tradizione.
La forma spirituale di Pitt che guida Behemoth
William Blake  
La forma spirituale di Pitt che guida Behemoth, 1805 ca.
tempera e oro su tela
Photo©Tate
Le catastrofi, il terrore e i traumi bellici degli anni 1790 e 1800 sembravano, in antitesi, inaugurare una nuova era. Gli artisti diedero espressione visiva al senso di apocalisse imminente, Blake trascorse gli ultimi anni della sua vita a raffigurare i tormenti dei gironi infernali danteschi. Questo scenario infernale ed altre 12 opere emblematiche sono state rielaborate in esclusiva per la mostra nell’installazione video William Blake: Re-Imagined Visions dello studio di animazione Blinkink, regia di Sam Gainsborough e colonna sonora di Aphex Twin.
La proiezione presenta, tra gli altri, il dipinto di Blake La forma spirituale di Pitt che guida Behemoth esposto in mostra, concepito come monumento pubblico, mai realizzato, di circa 30 metri, altezza "consona alla grandezza della nazione". L’ex primo ministro britannico William Pitt, comandante delle bestie bibliche, è al centro di una visione apocalittica della guerra: un’immagine quanto mai attuale che invita a riflettere sulle dinamiche del potere e le conseguenti ricadute nelle differenti epoche storiche.

BLAKE E LA SUA EPOCA
Viaggi nel tempo del sogno
Fino al 2 febbraio 2025
Reggia di Venaria, Sale delle Arti - II piano
Piazza della Repubblica, 4 - 10078 Venaria Reale (TO)
Orario: da martedì a venerdì dalle ore 9.30 alle 17; sabato, domenica e festivi dalle ore 9.30 alle 18.30. Lunedì: giorno di chiusura (tranne eventuali giorni festivi). Gli ingressi chiudono 1 ora prima rispetto agli orari indicati.:
Tel. +39 011 4992300
lavenaria.it

TOLKIEN. UOMO, PROFESSORE, AUTORE

Per i settant’anni dalla pubblicazione de Il Signore degli Anelli la Reggia di Venaria, complesso monumentale alle porte di Torino, ospita fino al 16 febbraio 2025 la grande mostra dedicata a John Ronald Reuel Tolkien, creatore della celebre epopea della Terra di Mezzo che ha plasmato un nuovo immaginario, fonte di ispirazione del mondo musicale (citato da Beatles e Rolling Stones) e lo ha reso uno degli autori più letti del pianeta.
Dopo le grandi mostre allestite a Oxford (2018), Parigi (2020) e Milwaukee (2022) che hanno esaltato particolari aspetti delle opere letterarie, l'antologica alla Reggia di Venaria TOLKIEN. Uomo, Professore, Autore - a cura di Oronzo Cilli e la co-curatela e l’organizzazione di Alessandro Nicosia - consente di scoprire le varie sfaccettature della sua vita: fervente cattolico, padre e amico, accademico, autore di saggi e pubblicazioni ancora oggi fondamentali nello studio della letteratura in antico e medio inglese.
Un articolato percorso espositivo suddiviso in tre sezioni - L’UOMO, IL PROFESSORE, L’AUTORE - traccia il profilo del romanziere, linguista e filologo, Professore di Oxford, tra manoscritti autografi, lettere, memorabilia, fotografie e opere d’arte nate dalle visioni letterarie descritte nei Racconti incompiuti, Il Silmarillion, Le avventure di Tom Bombadil, Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli.
La sezione conclusiva del progetto espositivo, racconta l’eredità dello scrittore che ha rappresentato un caposaldo unico del genere letterario fantasy, creatore di una "titanica cosmogonia" oggetto di adattamenti cinematografici vecchi e nuovi, dal film d’animazione di Ralph Bakshi, alla trilogia de Il Signore degli Anelli del regista Peter Jackson capace di rappresentare sul grande schermo una delle saghe più ambiziose e popolari della letteratura mondiale conquistando 17 premi Oscar.
Particolare rilevanza viene data infine anche al suo rapporto con l’Italia: «Sono innamorato dell'italiano, e mi sento alquanto sperduto senza la possibilità di provare a parlarlo» si legge in una sua lettera, e nella rassegna non mancano le testimonianze del viaggio a Venezia e Assisi nel 1955; così come i tanti contatti, diretti e indiretti, con studiosi e intellettuali del nostro Paese.
I contenuti della mostra sono ampiamente documentati nel catalogo edito da Skira, cui hanno collaborato Adriano Monti Buzzetti Colella, Giuseppe Pezzini, Emma Giammattei, Francesco Nepitello, Chiara Bertoglio, Gianluca Comastri, padre Guglielmo Spirito, Fabio Celoni, Davide Martini, Roberta Tosi, Salvatore Santangelo, Stefano Giuliano, Claudio Mattia Serafin, Gianfranco de Turris, Paolo Paron e Domenico Dimichino. 
Promossa dal Ministero della Cultura con la partecipazione dell’Università di Oxford, realizzata da C.O.R. Creare Organizzare Realizzare con l’Associazione Culturale Costruire Cultura, TOLKIEN. Uomo, Professore, Autore è la più importante retrospettiva del suo genere in Italia per spettacolarità, dimensioni, materiali inediti esposti e autorevolezza delle istituzioni internazionali coinvolte. Dopo lo straordinario successo delle rassegne di Roma e Napoli, il viaggio proseguirà a Catania (Palazzo della Cultura, inizio marzo 2025 - 30 luglio 2025) per finire l’itineranza a Trieste (Salone degli Incanti, inizio settembre 2025 - 10 gennaio 2026), con l’obiettivo condiviso di incentivare la partecipazione di tutti alla vita artistica, e non solo, del Paese.

TOLKIEN
Uomo, Professore, Autore

Dal 19 ottobre 2024 al 16 febbraio 2025
Reggia di Venaria, Sale delle Arti - I piano
Piazza della Repubblica, 4 - 10078 Venaria Reale (TO)
Orario: da martedì a venerdì dalle ore 9.30 alle 17; sabato, domenica e festivi dalle ore 9.30 alle 18.30. Lunedì: giorno di chiusura (tranne eventuali giorni festivi). Gli ingressi chiudono 1 ora prima rispetto agli orari indicati.
Tel. +39 011 4992300
www.lavenaria.it
www.residenzeralisabaude.com

martedì 5 novembre 2024

MARIO MERZ E LA LEGGEREZZA DELLA FAVOLA

Senza titolo, 1989
Senza titolo
1989
Struttura in tubolare di acciaio, rete metallica, pane
Ø 300 cm
La Fondazione Merz presenta, fino a domenica 2 febbraio 2024, la seconda parte della mostra Qualcosa che toglie il peso che mantiene l’assurdità e la leggerezza della favola dedicata a MARIO MERZ, in occasione del centenario della nascita dell’artista il 1° gennaio 2025, negli spazi della Fondazione a Torino in via Limone 24. L’esposizione presenta una selezione di lavori tra installazioni, igloo, tavoli, tele e opere su carta. Alle opere già presenti nel primo allestimento, per questa nuova fase si aggiungono tre altre opere imponenti in termini di contenuto e di misura. La frase che dà il titolo all’esposizione è stata estrapolata da uno scritto di Mario Merz e si ricollega alla necessità di guardare alla natura e allo scorrere del tempo per raggiungere il senso di leggerezza concettuale che si ritrova nel nucleo di opere presentate.
L’horizont de lumière traverse notre verticale du jour, 1995
L’horizont de lumière traverse notre verticale du jour
1995
Struttura metallica, vetro, neon, vino, miele
132 x 216 x 118 cm
Photo Renato Ghiazza
All’atmosfera onirica e delicata che ha pervaso fino a oggi l’ambiente espositivo irradiato dai riflessi dorati emanati dall’igloo Senza titolo (foglie d’oro) (1997), dalla cera del tavolo Quattro tavoli in forma di foglie di magnolia (1985), esposta per la prima volta in Europa, dalla trasparenza dei vasi di L’horizont de lumière traverse notre vertical du jour (1995) oltre che dalle opere alle pareti già presenti in mostra, si affaccia un dominante controcanto, dovuto all’installazione di due altri igloo del 1989 e del 2002 e un imponente lavoro pittorico, Geco in casa (1983), una lunga tela di oltre 10 metri, pensata dall'autore non come elemento decorativo, ma come presenza animata, per cui: "È la tela che diventa geco e viceversa, si arrampicano entrambi sul muro.” (Mario Merz)
Geco in casa, 1983
Geco in casa
1983
Tecnica mista su tela
140x1050 cm
L’igloo Senza titolo, soprannominato igloo del pane, è stato realizzato per l’esposizione personale dell’artista al Solomon R. Guggenheim Museum a New York nel settembre 1989. Sulla rete metallica tesa sulla struttura, di 3 metri di diametro, si rincorrono in successione serrata delle forme di pane che ricoprono interamente la curvatura dell’igloo. Il secondo igloo, più recente, Senza titolo (2002) ha un diametro di 5 metri e la struttura è ricoperta di lastre di pietre rosa provenienti da una cava argentina. I materiali si adattano e riproducono la convessità dell’igloo, siano essi malleabili come nel caso del pane o della paraffina o siano rigidi come nel caso della pietra, mantenendo salde le specificità simboliche e poetiche intrinseche dell’iconico modello. 
Quattro tavole in forma di foglie di magnolia, 1985
Quattro tavole in forma di foglie di magnolia
1985
(particolare)
cera d’api e tecnica mista su 16 tavoli in acciaio saldato
74 x 1989 x 152 cm
Collezione Gian Enzo Sperone
Photo Renato Ghiazza
Il primo volume, dedicato agli igloo, del catalogo Mario Merz. Igloo, edito da hopefulmonster - presentato il 28 ottobre scorso nella giornata inaugurale della mostra - è frutto dell’esaustiva ricerca condotta dalla storica dell’arte Maddalena Disch. Introdotte da un testo di Beatrice Merz le opere sono corredate ognuna da una scheda analitica storica e biografica coadiuvata da accurati riferimenti bibliografici e da un esauriente repertorio fotografico. Il volume, nelle edizioni inglese e italiana, include testi dell’artista e interviste ed è costituito da 560 pagine e 350 immagini. Il video-documentario Che fare? / MARIO MERZ di Roberto Cuzzillo, permette un ulteriore approfondimento intorno alla figura di Mario Merz con una selezione di interviste d'epoca, accompagnate da immagini di mostre passate e recenti.
Senza titolo, 2002
Senza titolo
2002
Struttura in tubolare di acciaio, pietre, morsetti
 Ø 500 cm
Fundación Proa, Buenos Aires, 2002
Photo Ana Cambre / Marcelo Setton

Il filmato esplora il significato dell'Igloo per Merz e offre una riflessione su cosa significasse essere artisti a quell’epoca. Attraverso le sue parole e le sue opere, emergono le sfide e le innovazioni di quegli anni, che hanno plasmato il panorama artistico moderno. 
A concludere la mostra, le giornate di martedì 14 e mercoledì 15 gennaio 2025 saranno dedicate a incontri, convegni e vari momenti aperti al pubblico dedicati alla personalità di Mario Merz, negli spazi della Fondazione a Torino.

MARIO MERZ.
Qualcosa che toglie il peso che mantiene l’assurdità e la leggerezza della favola

Fino al 2 febbraio 2025
Fondazione Merz
Via Limone, 24 - 10141 Torino 
Orario: martedì - domenica 11-19. Lunedì chiuso 
Tel. + 39 011 19719437; info@fondazionemerz.org
www.fondazionemerz.org