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Jean Simeon Chardin
Gli attributi delle arti, 1731
olio su tela
Parigi, Musée Jacquemart-André |
Illustrata in occasione dell'apertura in anteprima dal professor Giuseppe Dardanello dell'Università di Torino - curatore con Michela Di Macco, docente all'Università La Sapienza di Roma - la mostra
SFIDA AL BAROCCO, inaugurata il 30 maggio scorso presso la
Citroniera della Reggia di Venaria, compendia in un corpus di circa duecento opere provenienti dai maggiori musei nazionali e internazionali settant'anni di cultura barocca, evoluzione e sviluppo del periodo romano di Raffaello, dell''eclettismo bolognese' dei Carracci, fino alla classicità arcadica del XVIII secolo.
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Carlo Maratti
Madonna col Bambino tra i santi Carlo Borromeo e Ignazio di Loyola, 1672-1679 ca
Roma, Chiesa di Santa Maria in Vallicella (FEC) |
Un percorso inedito che segna un decisivo cambio di passo sulla scena figurativa: quando la Roma cosmopolita dei papi rinnova il suo ruolo di depositaria della grandezza dei modelli; quando la Parigi del re sole Luigi XIV e di Luigi XV sancisce il primato della scuola moderna francese, cercando nell’Antico il naturale e scegliendo nuovi riferimenti per la rappresentazione del quotidiano nei maestri fiamminghi e olandesi; quando Torino capitale del regno di Vittorio Amedeo II e di Carlo Emanuele III, grazie all’intelligenza creativa dell’architetto regio Filippo Juvarra, si conferma fucina d'avanguardia impiegando i migliori artisti contemporanei delle Scuole d’Italia nel decoro di chiese e residenze di corte.
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Jean-Baptiste Pigalle
Mercurio che si allaccia i calzari alati, 1744
marmo
Parigi, Muséè du Louvre – Département des Sculptures |
Quindici tappe cronologiche e tematiche, comprese fra il 1680 e il 1750, precedute da un'Ouverture con Allegorie delle Arti, riassumono il vasto panorama iconografico siglato da Trevisani, Conca, Giaquinto, Subleyras, Pannini e Batoni, da pittori della modernità parigina, come Boucher e Chardin, dagli scultori Cametti, Legros, Bouchardon, Ladatte e Collino, chiamati a rinnovare le imprese monumentali, insieme ai maestri dell’ornato e delle arti preziose, agli esponenti di maggior rilievo delle scuole romana, napoletana e veneziana voluti a Torino da Filippo Juvarra.
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Francesco Ladatte
Orologio da parete, 1760 ca
Torino, Musei Reali – Palazzo Reale |
Una selezione necessaria, come si impose all'abate Giovan Pietro Bellori quando si accinse a redigere nel 1672
Le vite de' pittori, scultori et architetti moderni, ritenendo degni di nota poco più che una decina di autori fra i quali Agostino e Annibale Carracci, fondatori dell'Accademia degli Incamminati e l'amico Nicolò Pussino, ovvero il francese di Les Andelys Nicolas Poussin.
Maestri in alcuni casi "conosciuti, e praticati famigliarmente" come fu Carlo Maratti, custode e restauratore delle stanze di Raffaello e degli affreschi alla Farnesina, presente in mostra con la pala raffigurante una
Madonna con il Bambino tra i santi Carlo Borromeo e Ignazio di Loyola (1672-1679), modello normativo di una pittura di genere che annovera Batoni, Conca, Masucci, raggiungendo vette di vivido cromatismo nelle opere del Solimena.
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Francesco Solimena
Eliodoro cacciato dal tempio, 1723
Torino, Musei Reali – Galleria Sabauda |
Roma caput mundi. Le insegne capitoline si impongono nell'eredità plastica del Bernini, nella solennità delle antiche vestigia romane raffigurate da Giovan Paolo Panini, nei capricci piranesiani e nelle vedute del
pensionnaire Jean Barbault, studente dell'Accademia di Francia a Roma. Formazione resa esplicita nella coeva iconografia d'oltralpe: dalle ricerche sul naturale di Bouchardon, scultore e valente disegnatore; all'accurato studio anatomico del
Nudo femminile di schiena di Subleyras, ispirato all' Ermafrodito Borghese, destinato alla committenza privata; con propaggini nei soggetti mitologici di matrice arcadica. Mentre sul versante paesaggistico la Francia di Watteau e di Chardin guarda alla minuzia fiamminga e olandese, alla tradizione veneziana e nordica con esiti naturalistici di intensa luminosità.
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Giovanni Paolo Pannini
Roma Antica, 1757
olio su tela
New York, The Metropolitan Museum of Art |
Completano il repertorio iconografico gli arazzi e i modelli di ornato: disegni, opere di ebanisteria e capolavori di oreficeria, uno su tutti la
Placca raffigurante l'Immacolata Concezione cesellata da Francesco Natale Juvarra (Messina 1673-Roma 1759), fratello del più noto Filippo. Prezioso lo
Studio di un settore del tamburo e della cupola per la Cappella della Sindone (1675 ca.), elemento geometrico generatore dell'intera copertura esagonale ed unico disegno rimasto del progetto realizzato per il re Carlo Emanuele II dall'architetto, scienziato e umanista Guarino Guarini.
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Francesco Natale Juvarra
Placca raffigurante l’Immacolata Concezione, 1735-1745 circa
argento, bronzi dorati, lapislazzuli
Los Angeles, The J. Paul Getty Museum |
Qui come altrove lungo la rassegna l'idea di artificio supera il bello naturale. Per dirla con Bellori: "Questa idea, overo Dea della Pittura, e della Scoltura aperte le sacre cortine degl'alti ingegni dei Dedali, e degli Apelli, si svela a noi, discende sopra i marmi e sopra le tele; originata dalla natura supera l'origine, e fassi originale dell'arte, misurata dal compasso dell'intelletto, diviene misura della mano, e animata dall'immaginativa dà vita all'immagine", protagonista indiscussa della magniloquente stagione del Barocco.
SFIDA AL BAROCCO
Roma Torino Parigi 1680 - 1750
30 maggio - 20 settembre 2020
Reggia di Venaria -
Citroniera Juvarriana
Piazza della Repubblica 4 - Venaria Reale (TO)
Orario: martedì - venerdì 14.30 - 17.30; sabato, domenica e festivi 10.30 - 13.30 e 14 - 17.30.
Lunedì chiuso. Un turno d’ingresso ogni mezz'ora: 50 persone. Gli ingressi chiudono 1 ora prima.
Per informazioni e prenotazioni: prenotazioni@lavenariareale.it; tel. + 39 011 4992333
www.lavenaria.it