KERSTIAEN DE KEUNINCK Mountainous landscape with Tobias and the Angel 1615 c. |
Alla Galleria Sabauda sono invece ammiratissime le opere del pittore di Anversa Van Dyck
che nel 1520 viene invitato a Londra da lord Arundel; qui riscuote così grande successo da
vedersi mutato "in inglese" anche il nome!
Proprio a Londra ci porta oggi il bilingue e raffinato catalogo Nature/ Symbol/ Colour - Inside Flemish Art curato da Massimiliano Caretto e Francesco Occhinegro in occasione di una mostra: una sequenza di interessanti dipinti raffiguranti alberi, acque, velieri, tetti aguzzi, ghirlande di fiori, scene mitologiche oppure d'interno, strumenti musicali, insetti e farfalle abbandonati fra i fiori; né mancano i dipinti di carattere sacro oppure i ritratti. Molto utili risultano le schede di approfondimento dedicate ai singoli autori.
Tre opere scegliamo per dire dell'importanza dell'evento.
Di Kerstiaen de Keuninck è il paesaggio che accoglie la scena di Tobia e l'angelo: una solare rupe sulla quale s'adagia una sorta di monastero, il cielo percorso dal volo degli uccelli e quindi il primo piano con un fragile ponte, pescatori e i due protagonisti che avanzano preceduti da un cane festoso, costituiscono l'affollata veduta.
A questo capolavoro segue - di Joos van Craesbeeck - la scena che accoglie un'operazione di "chirurgia domestica" con un paziente per nulla sereno e una dubbiosa immagine femminile che potrebbe identificarsi con un'infermiera. La luce che penetra da una piccola finestra e dall'uscio concorre a sottolineare l'uso dei bianchi e consente di leggere molti particolari.
Invitanti sono le Tre Grazie dipinte da Jan Bruegel II e da Frans Wouters, legati entrambi al mondo di Rubens: i tre corpi ignudi si offrono alla luce - al pari dei fiori accolti nel canestro - mentre un azzurro intenso contraddistingue lo scorcio di paesaggio che s'allontana sempre più.
Venti immagini di qualità scelte da Caretto e Occhinegro, galleristi che già abbiamo incontrato in occasione della manifestazione Flash-Back: uno spazio ove avevano raccolto una serie di opere preziose, sempre legate al Nord dei secoli d'oro.