mercoledì 29 maggio 2024

CAPODIMONTE. DA REGGIA A MUSEO

Antea
Parmigianino
Antea, 1535 circa
Olio su tela
Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte

La Reggia di Venaria ospita, fino al 15 settembre 2024 nelle Sale delle Arti, CAPODIMONTE da Reggia a Museo. Cinque secoli di capolavori da Masaccio a Andy Warhol, una grande mostra con oltre sessanta opere di grandi maestri da Masaccio a Parmigianino, da Tiziano a Caravaggio, fino ad arrivare ai giorni nostri, con importanti prestiti dalle collezioni dei Musei Reali di Torino, a rimarcare gli stretti rapporti tra i casati Savoia e Borbone.
La rassegna racconta l’ascesa al trono di Carlo di Borbone nel Regno di Napoli, dopo essere entrato in possesso - nel 1732 - del Ducato di Parma e Piacenza, favorito dalla madre Elisabetta Farnese regina di Spagna.
La Crocifissione
Masaccio  
La Crocifissione, circa 1426
Tempera su tavola
Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte
Acquisita la collezione d’arte Farnese con legato materno, Carlo ne richiese una ricognizione sin dall’inizio del 1734, in previsione del trasferimento nella nuova dimora.
Il 10 settembre 1738 fu posta la prima pietra del Palazzo Reale di Capodimonte, dotato di un vasto bosco per le battute di caccia. Dal 1739 una commissione incaricata individuò nelle camere verso il mare, più luminose, la sede adatta per  la quadreria, come testimoniato in seguito dai viaggiatori del Grand Tour - in special modo Johann Joachim Winckelmann (1758) e il canonico Sigismondo Manci (1760). La disposizione era per “medaglioni”: Raffaello e i toscani, Correggio, Parmigianino, Schedoni, Tiziano, i veneti, Annibale Carracci e i Bolognesi del Seicento.
La trasfigurazione
Giovanni Bellini
La trasfigurazione, circa 1478-79

Olio su tela
Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte
Nel 1734, con l’avvento al trono di Carlo di Borbone, Napoli diventa capitale cosmopolita del Regno. Il re vi insediò fabbriche e manifatture protette la cui produzione raggiunse ben presto livelli di qualità notevoli, dalle porcellane (1743), agli arazzi (1737), alla stamperia reale (1750), alla fabbrica di armi. Il figlio Ferdinando, subentrato al padre (dal 1759 nominato re di Spagna), a sua volta riproporrà gusto ed ambizioni analoghe.
Egli stabilirà, con Regolamento del 1785, le responsabilità dei custodi, dei consegnatari e gli orari di accesso al pubblico e ai copisti alle sale della pinacoteca: era sorto in tal modo il primo museo napoletano.
Negli ultimi decenni del Settecento Ferdinando formulò inoltre l’ipotesi di un museo generale in grado di raggruppare tutti i beni di proprietà reale, in linea con quanto la museografia illuminista veniva sviluppando all’epoca in Europa.
La flagellazione
Caravaggio
La flagellazione, 1607
Olio su tela
Napoli, chiesa di San Domenico Maggiore
A tale scopo, essendo la Reggia di Capodimonte ancora incompleta, si elaborò un progetto di risistemazione dell’antico Palazzo degli Studi fino ad allora sede dell’Università per la fruizione pubblica delle collezioni.
La costruzione della Reggia procedeva intanto con lentezza, tra mille ostacoli di natura tecnica ed economica, arricchendosi comunque nella seconda metà del Settecento di ritratti ufficiali ad opera di Mengs, Angelika Kauffmann, di soggetti celebrativi di Panini e della folta schiera di vedutisti come Volaire. Alla fine del Settecento la Galleria di Capodimonte risulta composta da circa 1.800 dipinti, una dimensione considerevole anche in rapporto ad istituzioni coeve.
Ercole al bivio
Annibale Carracci
Ercole al bivio, 1596
Olio su tela
Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte

A seguito dell’irruzione in città nel 1799 delle truppe francesi, il patrimonio subì un ingente saccheggio da cui Ferdinando IV di Borbone riuscì a preservare 14 capolavori, mettendoli in salvo a Palermo l’anno precedente.
Chiusa la prima stagione museale di Capodimonte, l’edificio tornò a configurarsi come palazzo di corte durante il regno dei napoleonidi (dal 1806 al 1815), fino alla restaurazione borbonica e al periodo post unitario.
Capodimonte diventerà museo statale nel 1957 accogliendo tutte le raccolte medievali e moderne dal Museo nazionale, l’ex Palazzo dei Regi Studi; avvalendosi inoltre di ulteriori acquisizioni provenienti da chiese e conventi dopo la soppressione degli ordini monastici, come la straordinaria collezione del Quarto del Priore della Certosa di San Martino.
Al termine del percorso espositivo Vesuvius, insolita tela ad acrilico di Andy Warhol, esemplifica il segmento contemporaneo della collezione e anticipa la moderna trasformazione del Museo in Campus culturale multidisciplinare, prevista entro il 2025. 

CAPODIMONTE da Reggia a Museo.
Cinque secoli di capolavori da Masaccio a Andy Warhol

29 marzo - 15 settembre 2024 
Reggia di Venaria
Sale delle Arti 
Piazza della Repubblica 4 - Venaria Reale (TO)
Orario: da martedì a venerdì: dalle ore 9.30 alle 17; sabato, domenica e festivi dalle ore 9.30 alle 18.30. Lunedì giorno di chiusura (tranne festivi). Gli ingressi chiudono un’ora prima rispetto agli orari indicati.
www.lavenaria.it