mercoledì 20 novembre 2024

GIORGIO DE CHIRICO: 1924

Cavalli Antichi
Giorgio de Chirico
Cavalli Antichi, 1927
Olio su tela, 32,5x45 cm
Collezione privata
© Giorgio de Chirico by SIAE 2024
In occasione del centenario del Surrealismo (1924-2024), segnato, nell’ottobre del 1924, dalla pubblicazione del Manifeste du surréalisme del critico francese André Breton, la Fondazione Accorsi-Ometto dedica, fino al 2 marzo 2025, una mostra a Giorgio de Chirico, ritenuto dallo stesso Breton precursore del Surrealismo.
Prendendo in esame uno specifico arco temporale che va dal 1921 al 1928, la mostra GIORGIO DE CHIRICO: 1924, curata da Victoria Noel-Johnson, evidenzia l’importanza del pittore nella nascita e nello sviluppo del Surrealismo, analizzando il suo complicato rapporto con André Breton, il fondatore del movimento, con il poeta francese Paul Éluard e sua moglie Gala (che poi sposò Salvador Dalì).
L’aragosta (Natura morta con aragosta e calco)
Giorgio de Chirico
L’aragosta (Natura morta con aragosta e calco), 1922
Olio su tela, 77x99 cm
Farsettiarte, Prato
© Giorgio de Chirico by SIAE 2024
Ad oltre 70 opere fra dipinti e disegni è affiancata una ventina di ritratti fotografici di artisti, poeti e scrittori surrealisti, realizzati da Man Ray e Lee Miller, oltre all'inedito carteggio de Chirico - Breton (1921-1925), ove, nella lettera del 1924, l’artista propose di realizzare per Breton la prima replica de Le muse inquietanti del 1918.
Breton, che scoprì la pittura metafisica del Maestro nel 1916 a Parigi tramite il poeta-critico Guillaume Apollinaire, iniziò a corrispondere con questi alla fine del 1921, coinvolgendo poi il braccio destro del Surrealismo, Éluard, e sua moglie Gala: tra il 1921 e il 1925, de Chirico scrisse loro oltre venticinque lettere e cartoline.
Ulisse (Autoritratto)
Giorgio de Chirico
Ulisse (Autoritratto), 1924
Tempera su tela, 92x71 cm
Collezione privata
© Giorgio de Chirico by SIAE 2024
Il rapporto con il gruppo dei Surrealisti si inasprì rapidamente nel corso del 1925, giungendo alla rottura definitiva nel 1926. In quell'occasione Breton dichiarò pubblicamente che de Chirico era ‘morto’ artisticamente nel 1918, a causa del suo improvviso rivolgimento dal 1919 ai modelli e ai maestri del Classicismo (risalgono a questo periodo Lucrezia, 1921 circa, Autoritratto con la madre, 1922, Autoritratto, 1925).
In realtà l’eccellenza tecnica e intellettuale di de Chirico espressa in soggetti innovativi quali Mobili in una stanza, Cavalli in riva al mare, Gladiatori, Archeologi e Trofei presenti in mostra, insieme al Combattimento di gladiatori (Fin de combat), 1927 e Chevaux devant la mer (1927-1928), dimostra l’effettiva infondatezza dell’affermazione di Breton.
Combattimento di gladiatori (Fin de combat)
Giorgio de Chirico
Combattimento di gladiatori (Fin de combat), 1927
Olio su tela, 90x70 cm
Collezione privata
© Giorgio de Chirico by SIAE 2024
Piuttosto, si può considerare “metafisica continua” la costante evoluzione del primo periodo illustrata da Natura morta con cocomero e corazza, 1922, L’aragosta (Natura morta con aragosta e calco), 1922, o raffigurata in La mia camera nell’Olimpo, 1927, dove l’atmosfera fantastica ed enigmatica si popola di oggetti accostati in maniera apparentemente casuale. Sempre in continuità col primo periodo il dipinto Facitori di Trofei (1926-1928) presenta elementi degli esordi: figure antiche, frammenti di colonne, fiamme stilizzate, profili di cavalli, il timpano di un edificio classico, fusi insieme da tre personaggi- manichino intenti nella costruzione dell’iconico “totem-trofeo”.
Ancora, opere come Tempio in una stanza e La famiglia del pittore, entrambi del 1926, o Thèbes, 1928, illustrano lo sviluppo innovativo di certi temi e soggetti degli anni Dieci come gli ‘Interni ferraresi’ e i ‘Manichini’.
Facitori di Trofei
Giorgio de Chirico
Facitori di Trofei, 1925-1928 circa
Olio su tela, 90x71 cm
Casa Museo Boschi Di Stefano, Milano
© Giorgio de Chirico by SIAE 2024
Nonostante le polemiche dei Surrealisti, in primis quelle di Breton, l'avvicinamento al Classicismo non impedì al critico francese di commissionare a de Chirico delle repliche di opere del primo periodo metafisico, oppure a Paul e Gala Éluard di acquistarne altre con soggetto e stile più tradizionali, come Natura morta con selvaggina (il bicchiere di vino) del 1923, e Ulisse (Autoritratto) del 1924, entrambi esposti in mostra. Il catalogo bilingue (italiano/inglese) Silvana Editoriale con testi inediti di studiosi internazionali, oltre 100 riproduzioni a colori, e una cospicua selezione di documentazione archivistica, costituisce una fonte autorevole in merito alla conflittualità tra la critica surrealista e le opere degli anni Venti di de Chirico, episodio significativo nella retorica di avanguardia del Novecento.

GIORGIO DE CHIRICO: 1924
Fino al 2 marzo 2025
Fondazione Accorsi-Ometto
V. Po, 55 - 10124 Torino
T. 011 837 688 int. 3; info@fondazioneaccorsi-ometto.it
fondazioneaccorsi-ometto.it