lunedì 8 dicembre 2025

ORAZIO GENTILESCHI. UN PITTORE IN VIAGGIO

Annunciazione
Orazio Gentileschi
Annunciazione, 1623
Olio su tela, 289x198 cm
Torino, Musei Reali – Galleria Sabauda
Fino al 3 maggio 2026, le Sale Chiablese dei Musei Reali di Torino ospitano una mostra dedicata a ORAZIO GENTILESCHI (Pisa, 1563 – Londra, 1639), uno dei più importanti artisti italiani del Seicento, la cui straordinaria qualità pittorica fu premiata da un successo in vita pari a quello di Caravaggio, Rubens e Van Dyck.
Il tema del viaggio costituisce il fil rouge del percorso espositivo che mette in dialogo il pittore con vari contesti figurativi, con gli artisti di volta in volta incontrati – da Giovanni Baglione a Guido Reni, Simon Vouet, Antoon van Dyck, il fratello Aurelio fino alla figlia Artemisia –, con le figure dei committenti e con le esigenze del mercato. 
Orazio Gentileschi si muove con ambizione nei più rilevanti centri artistici italiani e tra le maggiori corti europee – da Carlo Emanuele I di Savoia alla regina di Francia Maria de’ Medici, da Carlo I d’Inghilterra a Filippo IV di Spagna – alla ricerca di protezione e prestigio. 
David con la testa di Golia,
Simon Vouet
David con la testa di Golia, 1621 circa
Olio su tela, 123x95,5 cm
Genova, Musei di Strada Nuova – Palazzo
Bianco
È per conquistare i favori del duca di Savoia che nel 1623 giunge a Torino, proveniente da Genova, la grande pala con l’Annunciazione, capolavoro oggi conservato alla Galleria Sabauda, che costituisce uno dei vertici assoluti della sua arte e fulcro dell’intera mostra.
L’esposizione si apre con gli esordi di Orazio Gentileschi, avvenuti a Roma, in una città che, dopo le devastazioni del Sacco del 1527, si era imposta progressivamente come capitale della cristianità e centro propulsore della cultura figurativa. 
È qui che Orazio – al secolo Orazio Lomi – si trasferisce dalla natìa Pisa, presso uno zio capitano delle guardie di Castel Sant’Angelo, da cui assume il cognome Gentileschi.
Nella capitale pontificia l’artista toscano viene coinvolto come frescante nei grandi cantieri papali della Controriforma. Qui innesta sulla solida tradizione disegnativa fiorentina il naturalismo caravaggesco dando origine a uno stile originale, raffinato e luminoso di cui la rappresentazione di san Francesco d’Assisi, soggetto trattato più volte dal Merisi, rende vivida testimonianza.
San Francesco d’Assisi sorretto da un angelo
Orazio Gentileschi
San Francesco d’Assisi sorretto da un
angelo
, 1605-1607 circa
Olio su tela, 126x98 cm
Madrid, Museo Nacional del Prado
Il rapporto personale e professionale fra i due autori trova riscontro nel celebre processo per diffamazione intentato nel 1603 dal pittore romano Giovanni Baglione contro Caravaggio, in cui furono coinvolti quali sostenitori del Merisi anche Orazio e altri pittori. 
Un altro processo fu quello intentato nel 1612  proprio dal maestro pisano nei confronti del collega Agostino Tassi, accusato di aver violentato la giovane figlia Artemisia. Furono mesi trascorsi tra interrogatori e deposizioni, tuttavia di grande intensità creativa per il pittore toscano, impegnato tra il 1611 e il 1612, proprio in collaborazione con Agostino Tassi, al Palazzo del Quirinale, nel Casino Borghese e nella realizzazione di uno dei suoi capolavori più noti, il David con la testa di Golia della Galleria Spada di Roma.
Conversione di santa Maria Maddalena
Artemisia Gentileschi
Conversione di santa Maria Maddalena,
1613-1615
Olio su tela, 146,5x108 cm
Firenze, Gallerie degli Uffizi – Palazzo Pitti,
Galleria Palatina
Il percorso espositivo rende omaggio, dunque, ad Artemisia Gentileschi, raffinata artista della quale sono presentate tre opere: la Conversione di santa Maria Maddalena di Palazzo Pitti, il Ritratto di condottiero dalle Collezioni comunali d’Arte di Palazzo d’Accursio a Bologna e la Santa Maddalena di collezione privata.
La rassegna ripercorre i viaggi di Orazio Gentileschi che, tra il 1613 e il 1625, soggiorna tra Roma, Fabriano e Genova, - quest'ultima raggiunta su invito del giovane patrizio Gio. Antonio Sauli - città in cui lavora per numerose famiglie del patriziato cittadino, ottenendo un successo immediato.
Nella primavera del 1625 Gentileschi si dirige verso la Francia, chiamato dalla regina madre Maria de' Medici.  Del soggiorno parigino  rimane come unica opera certa la tela con La Felicità Pubblica che trionfa sui pericoli, oggi conservata al Louvre.
Mosè salvato dalle acque
Orazio Gentileschi
Mosè salvato dalle acque, 1633
Olio su tela, 242x281 cm
Madrid, Museo Nacional del Prado
La permanenza a Parigi di Orazio coincide, nel mese di maggio del 1625, con l’arrivo del duca di Buckingham, George Villiers, potente favorito di Carlo I d’Inghilterra che lo invita a raggiungerlo a Londra, dove il pittore arriva nel 1626, quasi sessantatreenne.
Nella capitale inglese Gentileschi incontra Antoon van Dyck, nominato pittore di corte con privilegi eccezionali, del quale viene esposto il magnifico ritratto de I tre figli maggiori di Carlo I d’Inghilterra della Galleria Sabauda. 
Nella corte britannica la pittura di Orazio si fa più chiara e preziosa, attenta ai valori dell’eleganza e alla grazia compositiva. Ne è esempio il Ritrovamento di Mosè del Museo del Prado, per la prima volta esposto in Italia, vertice della tarda maturità, inviato nel 1633 come dono al re cattolico Filippo IV di Spagna, nel tentativo di ottenere il suo favore e di facilitare il ritorno in patria, presso il granduca di Toscana. Il pittore rimase tuttavia a Londra fino alla morte, avvenuta il 7 febbraio 1639.

22 novembre 2025 – 3 maggio 2026
Musei Reali di Torino
Sale Chiablese
Piazzetta Reale, Torino
Orario: dal giovedì al martedì 9.30 – 19.30 (la biglietteria chiude un’ora prima). Chiuso il mercoledì
Informazioni e prenotazioni: T. + 39 011 1848711; info@arthemisia.it