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| Orazio Gentileschi
Annunciazione, 1623 Olio su tela, 289x198 cm Torino, Musei Reali – Galleria Sabauda |
Fino al 3 maggio 2026, le Sale Chiablese dei Musei Reali di Torino ospitano una mostra dedicata a ORAZIO GENTILESCHI (Pisa, 1563 – Londra, 1639), uno dei più importanti artisti italiani del Seicento, la cui straordinaria qualità pittorica fu premiata da un successo in vita pari a quello di Caravaggio, Rubens e Van Dyck.
Il tema del viaggio costituisce il fil rouge del percorso espositivo che mette in dialogo il pittore con vari contesti figurativi, con gli artisti di volta in volta incontrati – da Giovanni Baglione a Guido Reni, Simon Vouet, Antoon van Dyck, il fratello Aurelio fino alla figlia Artemisia –, con le figure dei committenti e con le esigenze del mercato.
Orazio Gentileschi si muove con ambizione nei più rilevanti centri artistici italiani e tra le maggiori corti europee – da Carlo Emanuele I di Savoia alla regina di Francia Maria de’ Medici, da Carlo I d’Inghilterra a Filippo IV di Spagna – alla ricerca di protezione e prestigio.
Il tema del viaggio costituisce il fil rouge del percorso espositivo che mette in dialogo il pittore con vari contesti figurativi, con gli artisti di volta in volta incontrati – da Giovanni Baglione a Guido Reni, Simon Vouet, Antoon van Dyck, il fratello Aurelio fino alla figlia Artemisia –, con le figure dei committenti e con le esigenze del mercato.
Orazio Gentileschi si muove con ambizione nei più rilevanti centri artistici italiani e tra le maggiori corti europee – da Carlo Emanuele I di Savoia alla regina di Francia Maria de’ Medici, da Carlo I d’Inghilterra a Filippo IV di Spagna – alla ricerca di protezione e prestigio.
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| Simon Vouet
David con la testa di Golia, 1621 circa Olio su tela, 123x95,5 cm Genova, Musei di Strada Nuova – Palazzo Bianco |
L’esposizione si apre con gli esordi di Orazio Gentileschi, avvenuti a Roma, in una città che, dopo le devastazioni del Sacco del 1527, si era imposta progressivamente come capitale della cristianità e centro propulsore della cultura figurativa.
È qui che Orazio – al secolo Orazio Lomi – si trasferisce dalla natìa Pisa, presso uno zio capitano delle guardie di Castel Sant’Angelo, da cui assume il cognome Gentileschi.
Nella capitale pontificia l’artista toscano viene coinvolto come frescante nei grandi cantieri papali della Controriforma. Qui innesta sulla solida tradizione disegnativa fiorentina il naturalismo caravaggesco dando origine a uno stile originale, raffinato e luminoso di cui la rappresentazione di san Francesco d’Assisi, soggetto trattato più volte dal Merisi, rende vivida testimonianza.
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| Orazio Gentileschi
San Francesco d’Assisi sorretto da un angelo, 1605-1607 circa Olio su tela, 126x98 cm Madrid, Museo Nacional del Prado |
Un altro processo fu quello intentato nel 1612 proprio dal maestro pisano nei confronti del collega Agostino Tassi, accusato di aver violentato la giovane figlia Artemisia. Furono mesi trascorsi tra interrogatori e deposizioni, tuttavia di grande intensità creativa per il pittore toscano, impegnato tra il 1611 e il 1612, proprio in collaborazione con Agostino Tassi, al Palazzo del Quirinale, nel Casino Borghese e nella realizzazione di uno dei suoi capolavori più noti, il David con la testa di Golia della Galleria Spada di Roma.
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| Artemisia Gentileschi
Conversione di santa Maria Maddalena, 1613-1615 Olio su tela, 146,5x108 cm Firenze, Gallerie degli Uffizi – Palazzo Pitti, Galleria Palatina |
La rassegna ripercorre i viaggi di Orazio Gentileschi che, tra il 1613 e il 1625, soggiorna tra Roma, Fabriano e Genova, - quest'ultima raggiunta su invito del giovane patrizio Gio. Antonio Sauli - città in cui lavora per numerose famiglie del patriziato cittadino, ottenendo un successo immediato.
Nella primavera del 1625 Gentileschi si dirige verso la Francia, chiamato dalla regina madre Maria de' Medici. Del soggiorno parigino rimane come unica opera certa la tela con La Felicità Pubblica che trionfa sui pericoli, oggi conservata al Louvre.
La permanenza a Parigi di Orazio coincide, nel mese di maggio del 1625, con l’arrivo del duca di Buckingham, George Villiers, potente favorito di Carlo I d’Inghilterra che lo invita a raggiungerlo a Londra, dove il pittore arriva nel 1626, quasi sessantatreenne.
Nella primavera del 1625 Gentileschi si dirige verso la Francia, chiamato dalla regina madre Maria de' Medici. Del soggiorno parigino rimane come unica opera certa la tela con La Felicità Pubblica che trionfa sui pericoli, oggi conservata al Louvre.
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| Orazio Gentileschi
Mosè salvato dalle acque, 1633 Olio su tela, 242x281 cm Madrid, Museo Nacional del Prado |
Nella capitale inglese Gentileschi incontra Antoon van Dyck, nominato pittore di corte con privilegi eccezionali, del quale viene esposto il magnifico ritratto de I tre figli maggiori di Carlo I d’Inghilterra della Galleria Sabauda.
Nella corte britannica la pittura di Orazio si fa più chiara e preziosa, attenta ai valori dell’eleganza e alla grazia compositiva. Ne è esempio il Ritrovamento di Mosè del Museo del Prado, per la prima volta esposto in Italia, vertice della tarda maturità, inviato nel 1633 come dono al re cattolico Filippo IV di Spagna, nel tentativo di ottenere il suo favore e di facilitare il ritorno in patria, presso il granduca di Toscana. Il pittore rimase tuttavia a Londra fino alla morte, avvenuta il 7 febbraio 1639.
Nella corte britannica la pittura di Orazio si fa più chiara e preziosa, attenta ai valori dell’eleganza e alla grazia compositiva. Ne è esempio il Ritrovamento di Mosè del Museo del Prado, per la prima volta esposto in Italia, vertice della tarda maturità, inviato nel 1633 come dono al re cattolico Filippo IV di Spagna, nel tentativo di ottenere il suo favore e di facilitare il ritorno in patria, presso il granduca di Toscana. Il pittore rimase tuttavia a Londra fino alla morte, avvenuta il 7 febbraio 1639.
22 novembre 2025 – 3 maggio 2026
Musei Reali di Torino
Sale Chiablese
Piazzetta Reale, Torino
Orario: dal giovedì al martedì 9.30 – 19.30 (la biglietteria chiude un’ora prima). Chiuso il mercoledì
Informazioni e prenotazioni: T. + 39 011 1848711; info@arthemisia.it




