Adelchi Riccardo Mantovani Il destino, 1985 Matita su carta, mm 785 x 585 Fondazione Cavallini Sgarbi Foto Luca Gavagna - le immagini, Ferrara |
«Ciò che oggi so l’ho imparato da solo. Sono, per così dire, un pittore "selvaggio", perché sono cresciuto come un selvaggio, senza aiuti né sostegni. A quel tempo disegnavo molto dal vero: paesaggi, piante, fiori, oggetti domestici, ritratti di conoscenti e familiari. Disegnavo anche nasi, orecchie, mani, in tutte le variazioni possibili. Questa fu la mia scuola d’arte: osservare e disegnare».
(Adelchi R. Mantovani)
Ferrara dedica, per la prima volta in Italia, una mostra antologica a ADELCHI RICCARDO MANTOVANI, pittore e disegnatore - noto soprattutto in Germania, sua terra d’adozione - che rinnova quella capacità d’evocazione fantastica spiccatamente ferrarese - di cui sono stati interpreti gli antichi maestri rinascimentali dell’Officina, Ludovico Ariosto, Dosso Dossi -, con radici nel naturalismo fiammingo e suggestioni derivanti dalle più affascinanti correnti figurative del primo Novecento, dalla Metafisica di de Chirico alla Nuova oggettività tedesca, dal Surrealismo di Delvaux e di Magritte al Realismo magico di Donghi, guardando però con ammirazione alla gestualità istintiva di De Pisis.
Adelchi Riccardo Mantovani Notturno padano, 1994 Olio su tavola, cm 111 x 85,2 Francoforte sul Meno, VAF-Stiftung Foto Archivio Fotografico e Mediateca, Mart, Rovereto |
Nato a Ro Ferrarese nel 1942, Mantovani, rimasto orfano di padre, viene affidato alle suore dell’orfanotrofio di Ferrara dal 1946 al 1952 e poi mandato in collegio a seguire i corsi professionali per imparare il mestiere di tornitore. Nel 1964 si trasferisce in Germania e, due anni dopo, si stabilisce a Berlino, dove lavorerà per tredici anni in una celebre industria di elettrodomestici. Nel clima della grande metropoli riscopre l’attitudine al disegno che si era manifestata ai tempi del collegio. «Quando ero dalle suore - ricorda lui stesso - mi procuravo le matite, strappavo le due pagine interne dai quaderni di scuola e facevo dei quadernini piccoli che riempivo tutti di disegni. Questo è stato il mio inizio». Nella città tedesca frequenta le scuole serali di pittura, i corsi di nudo, studia la storia dell’arte ed espone in mostre collettive insieme ad altri artisti.
Adelchi Riccardo Mantovani Il paletot rosso, 2006 Olio su tavola, cm 36 x 47,5 Collezione privata Foto Luca Gavagna - le immagini, Ferrara |
Nel 1979, abbandonati i panni dell’operaio per indossare, definitivamente, quelli di pittore, giunge a piena maturazione la sua singolare ricerca tesa alla creazione di un mondo allegorico e fiabesco. Vittorio Sgarbi, suo primo sostenitore, lo definisce «un eccellente artigiano capace di far vivere la materia, trasformare i colori in carne, foglie, architetture; dare corpo ai sogni» e dedica alle opere eseguite nel decennio 1975-1985, la mostra del 1989 alla Kommunale Galerie di Berlino, mentre il "Realismo onirico" che lo contraddistingue diviene il titolo della personale allestita a Venezia nel 1995.
Adelchi Riccardo Mantovani Fräulein Pusteblume, imperatrice di Bisanzio, 2012 Olio su tavola, cm 45 x 35 Collezione Bighi Benini |
Nei primi anni, tuttavia, espone di rado: «Quattro mostre in dieci anni non sono molte, ma io dipingo assai lentamente, con precisione e accuratezza, due caratteristiche che non appartengono al nostro tempo», spiega l’artista.
L'attuale rassegna, nata da un’idea di Vittorio Sgarbi e organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte e dal Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara in collaborazione con il Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, ripercorre in ordine cronologico, attraverso oltre cento opere l’intera produzione di Mantovani.
Adelchi Riccardo Mantovani Nebbia, 2017 Olio su tavola, cm 42 x 30,7 Collezione privata Foto Luca Gavagna – le immagini, Ferrara |
Le immagini d'esordio rivelano contenuti allegorici, popolari, sgorgati dai ricordi infantili: «Erano storie lunghissime che mi raccontavo a puntate nel corso degli anni». «Da adulto, durante i lunghi inverni berlinesi che un tempo non passavano mai - annota Angela Benini Bighi, collezionista e prestatrice - ha riscritto queste storie in romanzi i cui personaggi popolano i suoi dipinti. Il romanzo Trefossi, piccolo paese immaginario sulla riva ferrarese del Po immerso nella nebbia, pullula di personaggi spesso costretti a ingegnarsi». E di eroine pagane: La principessa santa (2007, ovvero Mariagrazia ritratta con indosso il Paletot rosso nel 2006), Ipazia (2011), Venere, celebrata nella Festa del paese (2018), o l'enigmatica Fräulein Pusteblume, imperatrice di Bisanzio (2012, Angela Benini Bighi all'età di 9 anni). Caratteri di un sincretismo fantastico che, passando gli anni, si ammanta vieppiù di concreto e disincantato realismo.
IL SOGNO DI FERRARA. ADELCHI RICCARDO MANTOVANI
Fino al 9 ottobre 2022
Castello Estense
L.go Castello, 1 - Ferrara
Orari: 10 - 18. Chiuso il martedì. (La biglietteria chiude 45 minuti prima)
Informazioni e biglietteria: t. 0532 419180; castelloestense@comune.fe.it
Prenotazioni: t. 0532 244949
www.castelloestense.it