lunedì 29 ottobre 2018

¡QUE BELLO ES VIVIR!

Chiesa del Sagrado Corazón detta de los Capuchinos
1927-1932
Facciata
Córdoba (Argentina)
Archivio FALFAA
La mostra ¡QUE BELLO ES VIVIR! Augusto Cesare Ferrari pittore-architetto fra Italia e Argentina, si inquadra nell'accordo di gemellaggio, esistente fin dal 1986, fra Torino e Córdoba e nell'accordo di collaborazione, stretto nel 2010 e rinnovato nel 2013, con Buenos Aires, le due città dell'Argentina in cui Ferrari lavorò.
L'esposizione, a cura di Liliana Pittarello, con il contributo di Isabel Ferrari, Julia Ferrari e Antonio Musiari, organizzata in partenariato con Fundaciòn Augusto y Leon Ferrari Arte y Acervo, Buenos Aires (FALFAA) è allestita nelle sale della Pinacoteca Albertina in dialogo con le opere della collezione permanente.
Nudi femminili
1923
Olio su tavola, 47 x 67 cm
Collezione Famiglia Ferrari
Dedicata ad uno degli allievi di Giacomo Grosso, si pone in continuità con la precedente programmazione intitolata ai Maestri dell'Accademia Albertina tra '800 e '900 che ha visto protagonisti fra gli altri: Andrea Gastaldi e Cesare Ferro Milone a testimoniare, sottolinea il presidente Fiorenzo Alfieri "una vicenda artistica, una vèrve pittorica torinese, che non si è conclusa con Grosso" ma, anzi, mette in luce personalià accademiche finora poco studiate e del tutto ignote al grande pubblico. Domenico Buratti (Nole Canavese, 1881 - Torino, 1960), ad esempio, autore raffinato, amico di Venanzio Zolla - pittore attivo in Inghilterra, padre del filosofo e scrittore Elémire Zolla ed anche Bartolomeo Boggio (Castellamonte, 1875 - San Giorgio Canavese, 1950), artefice della decorazione con Angeli della Passione nella cupola della Cattedrale di Filadelfia, documentato grazie alle opere donate dalla famiglia all'Istituzione torinese.
Chiesa di San Miguel
1917-1922
Buenos Aires
Foto: Liliana Pittarello, 2017
La rassegna ha risvolti didattici e documentari con due wunderkammern che raccolgono fotografie in studio, testimonianze di vita familiare, relazioni autografe del maestro sul lavoro svolto in Accademia e parte di un cospicuo apparato ancora da studiare, da inventariare e portare alla ribalta, per il cui ampliamento è stata indetta una campagna di raccolta fondi.
Pittore da cavalletto, fotografo, frescante e architetto, è stato oggetto di un'ampia ricerca da parte dell'architetto Liliana Pittarello, a seguito di un viaggio effettuato nel 2010 in Argentina per studiare Antonio Meano, progettista del Congresso di Buenos Aires e per sollecitare gli emigrati piemontesi di Rosario a partecipare alle celebrazioni del 150° dell'Unità d'Italia, durante il quale incontra la famiglia del pittore.
Gran Iglesia Futura de Nueva Pompeya de la R. P. Capuchinos
Embrión II Proyecto

datato 3 agosto 1948
Piante, prospetto e sezione; scala 1:300
Matita su carta semilucida, 41 x 67 cm
(Progetto non realizzato)
Collezione Famiglia Ferrari
Archivio FALFAA
Da quel momento scaturisce un'intensa attività di ricerca che inizialmente produce biografie parziali, relative al soggiorno in Argentina, ma non agli anni precedenti trascorsi in Italia, seppur gli atti lo diano 'nato in Italia'. Figlio di N.N., non si ha nessun dato prima dei 20 anni. C'è traccia di lui a San Benedetto Po in provincia di Mantova, ma a causa del terremoto che ha colpito il mantovano e il modenese nel 2012, in molti comuni fra cui Mirandola e San Possidonio (dove Ferrari, si scoprirà, nasce il 31 agosto 1871) risulta difficile accedere agli archivi.
Ai primi contatti con la famiglia fa seguito un secondo viaggio in Argentina per accedere al bellissimo archivio privato della Fondazione, fortemente voluto dai nipoti.
Ferrari è un personaggio dalla vita apparentemente agiata, in realtà affronta e supera molte difficoltà. Perde un occhio e un figlio di 11 anni. Riesce a riprogettarsi, lavorando ininterrottamente per molti anni. Aperto ai rapporti umani, sceglie di studiare all'Accademia Albertina di Torino in un'epoca in cui l'ambiente intellettuale è dinamico e la città registra una forte espansione industriale e urbanistica.
 Iglesia de los R. P. Capuchinos, Cordóba: púlpito
1927-1932
Cartiglio: Arq. a.c. Ferrari; s.d.; "Stile romanico al gotico"
Pianta, dettagli, istruzioni, scala 1:10 e 1:20
Matita e pastelli su carta telata semilucida; 52 x 56 cm
Collezione Famiglia Ferrari
Giacomo Grosso lo conduce a Cambiano dove risede per qualche tempo lasciando più di una testimonianza nell'apparato pittorico della Chiesa Parrocchiale dei Santi Vincenzo e Anastasio (1911) smantellato negli anni '60 e oggi ricostruito in copia nella sala consiliare di Cambiano, nel panorama della Battaglia di Maipù realizzato a quattro mani con Giacomo Grosso, oltre al ricordo indelebile tramandato dai racconti della gente del luogo.
Autore di fantasmagorici "panorami", ricostruisce una realtà immersiva con installazioni effimere di battaglie, di Messina distrutta dal terremoto del 1908 per l' Esposizione Universale del 2011 a Torino, realizzando dune, incorporandovi cespugli veri con effetti scenografici decisamente realistici. Gli ambienti tridimensionali sono spesso dotati di piattaforma girevole o percorribili su impalcature, sorta di protocinema analogo al Circarama Disney commissionato da FIAT per Italia '61.
La Bibbia / La Bible
1912
Olio su tavola, 28 x 37 cm
Collezione Famiglia Ferrari
Progetto a carattere didattico, ha visto il coinvolgimento di un gruppo di giovani al di sotto dei 30 anni, coordinati dalla stessa Pittarello, impegnati in un lavoro poderoso di ricerca preparatorio alla mostra e al catalogo.
Determinante la proposta di collaborazione, il patto non scritto 'siglato' il 4 ottobre 2016 fra Fondazione e Accademia, onorato dall'inaugurazione della mostra il 21 settembre scorso, con l'auspicio che possa sbarcare in un prossimo futuro anche in Argentina.
Toccanti le testimonianze dirette dei nipoti. Leo Biondi Ferrari ricorda quando "cent'anni fa il nonno partì per l'Argentina e lì costruì una grande famiglia, ovvero 'la cosa più italiana del mondo'". La madre Susana, l'unica figlia vivente di Augusto e Susana Celia del Pardo, scrive in una lettera aperta: "Mio padre saliva sulle impalcature di 70 metri anche in tarda età, ha disegnato progetti non realizzati con i nomi dei suoi nipoti, il suo esempio e il suo entusiasmo sono l'eredità lasciata ai giovani architetti".
Chiesa dei SS. Vincenzo e Anastasio
Inaugurata il 29 ottobre 1911
Cambiano (To)
Sovrapposizione de La Crocefissione di Gesù alla decorazione rifatta nel 1964.
Corso di Fotografia dell'Accademia Albertina, prof. Fabio Amerio, 2018
Nel 1960 a 89 anni, ancora pieno di energia, Augusto concede un'intervista al periodico argentino «La Razón» titolata dal giornalista "¡Que bello es vivir!". Morirà a Bueos Aires il 4 luglio 1970, quasi novantanovenne, dopo più di un anno di sofferenze per essere stato investito da un motorino.
Julieta Ferrari, Presidente della Fondazione intitolata ad Augusto e Leon Ferrari - figlio di Augusto, caposaldo dell'arte contemporanea - nel decimo anno della Fondazione ribadisce la necessità dopo anni di oblio di 'scoperchiare le tombe'. Di compiere un' incursione nel passato "perché i ricordi nutrono la nostra memoria. Senza memoria non c'è identità". E in questo caso l'identità è saldamente ancorata al legato di un "Patriarca" dell'arte argentina. La mostra è il risultato di "un atto incondizionato di fiducia fra le parti": Fondazione Ferrari, Accademia Albertina e numerosi  partners, non ultima la compagnia Reale Mutua, che dal 2013 garantisce la copertura assicurativa delle esposizioni in Pinacoteca.
Il catalogo è edito da Albertina Press e Centro Studi Piemontesi.

¡QUE BELLO ES VIVIR!
Dal 21 settembre al 18 novembre 2018
Pinacoteca dell'Accademia Albertina
Via Accademia Albertina, 8 - 10123 Torino
Orario: tutti i giorni dalle 10 alle 18 (ultimo ingresso ore 17.30). Mercoledì chiuso.
Per informazioni: t. 011 0897370; pinacoteca.albertina@coopculture.it
www.pinacotecalbertina.it