mercoledì 16 giugno 2021

APOLOGIA DEL CLASSICISMO FRA SIMBOLOGIA E MITO

Tartaruga con tempio
Bronzo, cm 38,5 x 38 x 26
Collezione privata

È indubbio: l'opera parla in nome e per conto dell'artista. Quando però è la viva voce dell'artefice ad esplicitarne il contenuto, essa acquista struttura, si attualizza, diviene testimonianza inossidabile di continuità con il passato. E il suo valore intrinseco da soggettivo diventa bene collettivo, si fa "rappresentazione plastica di una specie di 'contratto sociale' tra individui liberi"1.
È quanto accade conversando con il maestro Ivan Theimer, protagonista della rassegna monografica in corso a Torino presso la Fondazione Accorsi-Ometto.
Nato nel 1944 a Olomouc, in Moravia, storica regione dell’attuale Repubblica Ceca, Theimer raffigura la realtà e il mito in una "Selva simbolica" - questo il titolo della mostra a cura di Marco Meneguzzo - popolata di obelischi, stele, tartarughe e bambini.

Ercole con obelisco, 2000
Bronzo, cm 122 x 16,5 x 16,5
Collezione privata

Se il cortile si anima di effigi di un "nuovo eclettismo"; la Sala Tartaruga, simbolo di longevità e mappa del cosmo nelle culture asiatiche, è dedicata a Ercole e al suo mito; è nella Sala cinese che si erige, paradigmatica, una foresta di obelischi intrisi di riferimenti alla classicità. In apertura la galleria del Museo ospita alcuni dipinti caratterizzanti la prima produzione, i cosiddetti trous, buchi metafisici con rimandi al "chaòs" degli antichi greci: spazio abissale dove può darsi la libertà dell'individuo2

Trou, 1970
Olio su tela, cm 31 x 27,5
Collezione privata

Una serie di disegni su carta con figure muliebri - affini stilisticamente alle enigmatiche donne di Delvaux - celebra la maternità, la Natura feconda, e sottolinea altresì il disagio vissuto da un genere tuttora negato nei diritti fondamentali.
Autore eclettico dai numerosi interessi, Ivan Theimer collabora da molti anni come incisore con Anna Ziliotto, stampatrice attiva fra Parigi e Verona; realizza lampade, gioielli d'artista, scenografie per l'opera lirica, summa di varie discipline (canto, musica, balletto) ritenuta esemplare per la sua complessità. "Se non avessi vissuto questa esperienza probabilmente avrei fatto i miei monumenti in maniera diversa", afferma risoluto.

Paesaggio di Ulisse, 1971-1995
Bronzo dipinto, cm 159 x 35 x 43
Collezione privata

Emblematico a questo titolo, fra i molti commissionati dal governo francese, il monumento per il bicentenario della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo, in Champ de Mars a Parigi, del 1989 (in mostra il bozzetto preparatorio), risultante dal lavoro corale, sinergico, di abili maestranze, a partire dall'idea progettuale dello scultore.
Centrale è nelle riflessioni di Theimer, come per il conterraneo Kundera, anche la questione dello scorrere inesorabile del tempo. Nei d'apres dedicati al tema biblico "Susanna e i vecchioni" (analogamente a quanto avviene nell'autoritratto di Goya nei panni di Saturno o di vecchio satiro3), il mito dell'eterno ritorno nel suo contraddittorio dipanarsi fra peso e leggerezza si fa cogente, tanto più in un'epoca in cui anche l'arte, piegata al consumismo sfrenato, priva di memoria, diventa "una caricatura di tutto", decretando così "la morte del tempo".

Susanna e i vecchioni, 2019-2020
Olio su carta applicata su tavola, cm 40 x 40
Collezione privata

Su un versante più intimista, concludono il percorso espositivo gli acquerelli di viaggio, che lo scultore alterna ai soggiorni fra Parigi (dove si trasferisce in seguito all’invasione sovietica del 1968) e Pietrasanta (località toscana celebre per la lavorazione del marmo e del bronzo). Intessuti di cangianti cromie e di incontri inaspettati, realizzati dal vero in Grecia, Cina, India (insieme all'Egitto luogo di ancestrale suggestione, costellato di imponenti templi sacri), essi non mirano a catturare l'immagine o, piuttosto, non "rubano" un istante al pari di uno scatto fotografico, ma sono semmai paesaggi interiori sospesi nel tempo e nella storia, architetture dipinte da "una specie di mago", intento a mescolare i suoi colori iridescenti con alchemica sapienza.

Gobi, 2012
Acquerello su carta, 15 x 21 cm
Collezione privata

 

1) M. Meneguzzo, Ivan Theimer. Il monumento come contratto sociale.
2)
V. Mancuso, A proposito del senso della vita, Garzanti, Milano 2021, p.66.
3)
F. Goya, Aún aprendo (Bordeaux, 1824 - 1828),  Museo del Prado, Gabinetto Disegni e Stampe, Madrid.

IVAN THEIMER
Selva simbolica

Fino al 19 settembre 2021
Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto
Via Po 55 - Torino
Per informazioni: 011 837 688 int. 3; info@fondazioneaccorsi-ometto.it
www.fondazioneaccorsi-ometto.it

venerdì 4 giugno 2021

THE WALL OF INCLUSION

KARSKIandBEYOND
The wall of inclusion

Photo © Arianna Arillotta

"Questa è la vita vera?
O è solo fantasia...
Alza lo sguardo al cielo e vedrai..."

(Bohemian Rhapsody, Queen)

Si è svolta martedì 1 giugno la cerimonia di inaugurazione del murales THE WALL OF INCLUSION realizzato dal duo olandese KARSKIandBEYOND presso l'oratorio del Santuario Sacro Cuore di Gesù a Torino.
Presenti le autorità promotrici dell'iniziativa - delegati dell'Ambasciata Olandese, Associazione NOI scg Torino APS, rappresentanti della Circoscrizione VIII - l'opening costituisce la "prima tappa" di un progetto di ampliamento e ammodernamento dei locali ricreativi della parrocchia, in un'ottica più inclusiva e catalizzatrice delle istanze sociali del quartiere. Accompagnata dalle note musicali della Band dei Giovani, con la partecipazione degli studenti dell'Accademia Albertina di Belle Arti, la serata inaugurale si è svolta in un generale clima di festa che, seppur con cautela, sembra avviare una promettente stagione post-pandemia.

Nata da un'intuizione del console onorario in Piemonte Oreste Accornero - dopo aver visitato la  mensa in via Brugnone 3 -, subito accolta con fattiva partecipazione dal parroco don Riccardo Baracco, l'opera, realizzata in cinque giornate di lavoro, ha richiesto quattro mesi di elaborazione, a partire dalle idee dei giovani, del gruppo senjor, dei volontari e di alcuni ospiti della mensa, poi confluite nel bozzetto di KARSKIandBEYOND.
Opera insieme iperrealista e astrattista THE WALL OF INCLUSION parla di relazioni fra differenti generazioni, etnie, ambiti culturali e riunisce in un ideale abbraccio alcune fra le categorie sociali interessate dal progetto: un cuoco, una giovane adolescente, un'anziana donna africana dal volto sorridente. Perché, come ha sottolineato Roeland Slagter (Consolato Generale dei Paesi Bassi a Milano): "L'arte - oltre ad essere un punto di aggregazione fra generazioni - non è un lusso, ma scalda gli animi, dà loro nutrimento".

Ave Music (sala prove e spazio condiviso), il Polo Caritativo (ad integrazione della storica mensa), VISION (dove un tempo aveva sede il Cinema Teatro Cuore), accoglieranno un pubblico trasversale, non necessariamente su base religiosa, ma per costruire relazioni fondate su valori etici universali.
Tale vuole essere nell'intento dei suoi animatori il complesso in via Nizza 56 bis affinché, sostiene Paola Maretto, Presidente dell'Associazione Noi scg Torino, "l'oratorio diventi il cuore pulsante del quartiere". Un'area, quella del quartiere San Salvario, dal volto multietnico, teatro della controversa movida locale, realtà sfaccettata compresa nella Circoscrizione VIII, la seconda più estesa (dopo Barriera di Milano) del territorio comunale.

Patria dei Santi Sociali, Torino si conferma tradizionalmente votata all'accoglienza. Vocazione ribadita dalla coppia di artisti Karski and Beyond, i quali per ricambiare l'"ospitalità eccellente" della città, hanno donato due graffiti, collocati nel campo da basket adiacente al cortile dell'oratorio, con la promessa di ritornare a breve per altre collaborazioni.

Parrocchia Sacro Cuore di Gesù
Via Nizza 56 bis Torino
scgtorino.it/noiscgtorinoaps

PER UNA CULTURA ECOLOGICA SOSTENIBILE

Zheng Bo

Il PAV Parco Arte Vivente presenta SUSTAINING ASSEMBLY, mostra collettiva curata da Piero Gilardi e Marco Scotini.
Sin dal titolo, con la parola assembly si vuole far riferimento a una molteplicità di attori e pratiche in senso corale. L'obiettivo dell'ecosostenibilità su scala planetaria richiede complessi processi di transizione verso modelli di vita radicalmente diversi da quello attuale, capitalista e predatorio. La sfida per il futuro consiste nell'integrare in una logica unitaria e consapevole le pratiche sostenibili esistenti: dalla ricerca e sviluppo di fonti di energia non fossili,  a progetti di rinverdimento dell'ambiente, dall'economia circolare alla diffusione della bioagricoltura, la rigenerazione degli spazi urbani e molto altro ancora.

Michele Guido

L'ecologia politica impegnata nella resistenza al dogma della crescita a tutti i costi, nella lotta per la decolonizzazione della conoscenza e delle memorie collettive, costituisce la risposta degli artisti in mostra ad un'ecologia depoliticizzata, fondata su un tipo di economia verde liberale, ottusamente concentrata solo sull'Occidente.
Sustaining Assembly propone una sorta di Internazionale Ambientalista, un'assemblea di iniziative collettive di gruppo che consentono alle persone di incontrarsi, anziché pratiche concentrate su gesti individuali.

Saint-Bernard Sans-Papiers demonstration
June 30. 1996

photographs by
Bouba Touré
 

Seguendo questa prospettiva, la mostra include gruppi di artisti o artisti individuali che hanno inaugurato progetti collettivi, in tutto il pianeta: Fernando Garcia-Dory con il progetto collettivo INLAND e Free Home University Collective di Alessandra Pomarico; Zheng Bo* e Mao Chenyu ci parlano delle comunità in Asia, mentre le questioni ecologiche dell'Australia e i diritti indigeni sono affrontati da Karrabing Film Collective. Yasmin Smith, anch'essa australiana, propone un progetto dedicato alla Terra dei Fuochi. Maria Thereza Alves e Michele Guido riflettono su alcune pratiche sostenibili. Il duo composto da Bouba Touré e Raphaël Grisey presenta invece una ricerca sull'esperienza africana di Somankidi Coura. Mentre ad aprire la rassegna è un'inedita azione performativa di Piero Gilardi.

Karrabing Film Collective

Le metodologie collaborative sviluppate dagli artisti in mostra, spesso attraverso alleanze stipulate con diverse comunità indigene o con il mondo rurale, prendono le distanze dalle convenzionali strategie di empowerment individuale, proponendo invece allo spettatore la produzione collettiva di opere e narrazioni come forme di resistenza, contro lo sfruttamento e ogni nuovo sviluppo dei colonialismi economici, ambientali e culturali. Sono tutti meravigliosi esempi di quel processo che la critica d'arte indiana Nancy Adajania chiama devoluzione. Adajania ci spiega che la devoluzione coinvolge pienamente l'artista-cittadino nell'atto del dare, innescando relazioni pedagogiche fondate sulla reciprocità, collaborazioni polifoniche che producono nuovi vocabolari descrittivi, nuovi valori, nuovi idiomi di auto-rappresentazione.

*L’installazione té égalité fr di Zheng Bo è realizzata con il supporto del Ministero della Transizione Ecologica e Solidale francese, nell’ambito del progetto The Table and the Territory - food, sustainability and art projects in Europe co-finanziato dal programma Europa Creativa dell’Unione Europea.

SUSTAINING ASSEMBLY
Pratiche Artistiche per una Transizione Ecologica dal Basso

Fino al 24 ottobre 2021
PAV Parco Arte Vivente
via Giordano Bruno 31, 10134 Torino
Orari di apertura: da mercoledì a venerdì ore 16-19, sabato e domenica ore 12-19
t. 011 3182235
www.parcoartevivente.it

FRA I MURALES, UNA GALLERIA

Gian Giorgio Massara

Dipinto murale in via Musinè

Fino al 26 giugno (consigliato appuntamento, t. 335 6398351) nella sede della Galleria MAU
(V. Rocciamelone, 7) si può visitare la mostra TRA NATURA E CULTURA organizzata per ricordare MERCURIO (1955 - 2002), artista appartenente alla post-transavarguardia che si forma presso le Accademie di Torino e Firenze e che è stato celebrato a palazzo Bricherasio come alla Promotrice in seno alla rassegna "Và Pensiero - arte Italiana 1984 - 1996".
A Torino, nell'intento di contrastare gli esperimenti nucleari, realizza un altissimo fungo atomico; quindi una serie di opere di carattere multimediale.
Curatori dell'attuale mostra sono Edoardo Di Mauro e Daniele D'Antonio; l'esposizione abbraccia sfondi composti da foglie che accolgono citazioni anatomiche e "reperti visivi", oggetti tappezzati che infondono "poetiche intensità". Si tratta di stelle, vasi, brocche e anche di una bombola per il gas. Né si scordi la parete dipinta nella vicina via Musinè.
Le opere esposte risalgono per lo più agli anni novanta e catturano l'attenzione del visitatore; come annota Di Mauro, si rimane in attesa di una rivalutazione - alla grande e promossa istituzionalmente - affinché sia possibile, specie per le nuove generazioni, conoscere un autore che vede le proprie opere presenti alla GAM, alla Fondazione Sandretto, a Rivara e alla galleria Falzone di Mannheim.
L'attuale incontro significa un lieto ritorno e accompagna il rimpianto per Mercurio che non c'è più: ci manca quella "energia espressiva" annotata da Angelo Mistrangelo.

Bombola