lunedì 20 dicembre 2021

IL VOLTO ITALIANO DELLA VILLE LUMIÈRE

Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Massimo Campigli, Filippo de Pisis, René Paresce, Gino Severini, Mario Tozzi sono i protagonisti della mostra in corso al Museo Accorsi-Ometto di Torino fino al 30 gennaio 2022. Sette artisti che hanno ridisegnato le sorti della pittura italiana del XX secolo, nel quinquennio d’oro che va dal 1928 al 1933, in cui si è compiuta l’avventura francese de Les Italiens de Paris.
La mostra PARIGI ERA VIVA. DE CHIRICO, SAVINIO E LES ITALIENS DE PARIS (1928-1933), curata da Nicoletta Colombo e Giuliana Godio, attraverso una settantina di opere rievoca quella tensione europeista compresa tra la fine degli anni Venti e l’inizio degli anni Trenta, quando Parigi costituiva lo scenario di una cultura cosmopolita e interattiva, antitradizionale, in cui alimentare il confronto con i movimenti avanguardisti.

Il titolo dell’esposizione si ispira a "Parigi era viva", autobiografia di Gualtieri di San Lazzaro - celebre scrittore, editore e critico d’arte italiano, emigrato a Parigi - in cui vengono raccontate in terza persona la vita e le vicende lavorative di Picasso, di Matisse e de Les Italiens. La vicenda del "Gruppo dei sette" inizia ufficialmente nel 1928, anche se tutti i componenti sono presenti e operativi nella Ville Lumière da tempo. Severini vi si stabilisce nel 1906; de Chirico vi approda una prima volta nel 1911 per tornarvi nel 1924; suo fratello Andrea (che si sarebbe poi firmato "Alberto Savinio") vi soggiorna già nel 1910 e nel 1926; Paresce arriva nel 1912, Tozzi e Campigli nel 1919 e De Pisis nel 1925.

La rassegna è suddivisa in sette sezioni, ognuna delle quali è dedicata a un artista, cui si aggiunge una dozzina di disegni, eseguiti tra gli anni Venti e Trenta del Novecento, da Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Gino Severini e René Paresce.
Il percorso comincia con il "ritorno all’antico" di Giorgio de Chirico (emblematico l' Autoritratto in veste di demiurgo-artista nel mistero del proprio atelier), perseguito a Parigi secondo uno stile personalissimo intriso di reminiscenze dell’antica Grecia e frammenti di reperti archeologici, che sfocia nella tematica dei gladiatori e nei nudi femminili monumentali con chiari riferimenti ai soggetti di Renoir.
Alberto Savinio accosta al mondo borghese la scultura classica ed elabora un universo fantastico in paesaggi immaginari caratterizzati da elementi geometrici fluttuanti nell’aria come giocattoli. Indirizzato a personalità del mondo culturale e artistico è il genere del ritratto, sviluppato dall’artista a cavallo tra gli anni Venti e Trenta. Dal 1930, nelle ibridazioni tra corpi umani e teste di animali, Savinio ripropone la dimensione metamorfica tra realtà e valori cosmici, tra umano e sovrumano.


La figura femminile è sempre al centro delle opere di Massimo Campigli e i riferimenti a modelli etruschi e rupestri si ritrovano nelle spiagge animate da fanciulle in costume private di ogni connotazione fisiognomica per diventare allegorie della speranza, dell’armonia, dell’eternità della vita.
Filippo de Pisis e la sua pittura frammentaria - "a zampa di mosca", come ingegnosamente la definiva Eugenio Montale - si trovano nella quarta sezione. Nelle nature morte, nei paesaggi veloci e scattanti si alternano la luminosità del colore e l’uso sapiente dei neri e dei grigi, degli azzurri polverosi, svolti in narrazioni spesso audaci e neometafisiche.

René Paresce è il protagonista della quinta sezione: l’inquietudine dell'Autoritratto esprime il drammatico transito storico che procede di pari passo con la difficile emersione di Ritorno all’ordine. Giunto a compimento verso il 1935, i dipinti si popolano di figure larvali fluttuanti in uno spazio indistinto e riportato al punto-zero, al primordio della vita.
Nella pittura di Gino Severini, tra il 1928 e il 1929, i personaggi della Commedia dell’arte, Pulcinella, Colombina e Arlecchino, diventano protagonisti di temi amorosi, musicali e poetici. Maschera e resti archeologici sono talora dipinti su vetro, tecnica desunta da antiche iconografie e da tecniche romane "minori". Entro i confini di una scatola architettonicamente perfetta, si articola una maternità, tema caro all’autore, di levigata e austera purezza formale.

La mostra si conclude con Mario Tozzi. A partire dal 1924 l’artista si propone di divulgare la conoscenza in Francia dell’arte italiana. Egli sostiene l’universalismo dello "spirito italiano" nel più vasto orizzonte di una rigenerata "rinascita classica" dell’arte moderna. Tra il 1929 e il 1930 l’universo di Tozzi si popola di figure archetipiche culminate in anatomie morfologicamente classiche, plasmate in busti cilindrici, in teste ovoidali, costruite con una materia argillosa e orchestrate in scenari silenziosi di conciliazione tra antico e moderno, concreto e astratto.

PARIGI ERA VIVA.
DE CHIRICO, SAVINIO E LES ITALIENS DE PARIS (1928-1933)

21 ottobre 2021 - 30 gennaio 2022
Museo di Arti Decorative Accorsi - Ometto
V. Po, 55 - 10124 Torino
Orario: martedì, mercoledì e venerdì 10 - 18; giovedì 10 - 21; sabato, domenica e festivi 10 - 19. La biglietteria chiude mezz’ora prima. Lunedì chiuso
Per informazioni: t. 011 837 688 int. 3, info@fondazioneaccorsi-ometto.it
fondazioneaccorsi-ometto.it

venerdì 3 dicembre 2021

DISEGNARE LA CITTÀ: TORINO LIBERTY TRA ARTE E INDUSTRIA

Giulio Casanova
Progetto di centro soffitto, 1912
acquerello, penna, oro in pastiglia, carta applicata su cartone
66,7 x 66,5 cm

La mostra DISEGNARE LA CITTÀ. L'Accademia Albertina a Torino tra Eclettismo e Liberty costituisce un viaggio nella storia dell’arte e dell’architettura torinese, ideato da Paola Gribaudo Presidente dell'Accademia Albertina nell'intento di valorizzare il patrimonio interno dell'istituzione, che ha coinvolto un gran numero di enti e organismi cittadini: la Scuola di Scenografia dell’Albertina, in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino, per gli apparati multimediali, il Teatro Regio per il prestito di alcuni costumi di scena di Fedora (opera musicata da Umberto Giordano nel 1898), con l’associazione culturale Le Vie del Tempo per le affascinanti ricostruzioni storiche di abiti e pose della Belle Époque e con Baratti & Milano.

Giulio Casanova 
Progetto di soffitto per la sala da pranzo del treno reale
acquerello e oro in pastiglia su carta applicata su cartone
31 x 92,8 cm

Nelle sale della Pinacoteca Albertina, fino al 1 marzo 2022 si potranno ammirare i meravigliosi acquerelli di Giulio Casanova (1875 - 1961), opere originali solitamente conservate nel caveau dell’Albertina e nucleo centrale di una rassegna formata da un centinaio di documenti fra incisioni, stampe d'epoca, progetti architettonici e bozzetti.
Dal 1920 al 1945 docente di Ornato e titolare della cattedra di Decorazione all'Accademia Albertina, Giulio Casanova ideò e dipinse gli elementi artistici di prestigiose opere ed edifici: dal caffè Baratti & Milano in piazza Castello a Torino, al Treno Reale concepito in preparazione del matrimonio tra Umberto di Savoia e Maria José del Belgio e ancora oggi a servizio della Presidenza della Repubblica, senza escludere committenze del mondo ecclesiale - in mostra i progetti per la teca della Santa Sindone e per l’urna di San Giovanni Bosco - e civili, con il notevole esempio delle Poste Centrali in via Alfieri.

Municipio di Torino
Pianta geometrica della Città di Torino coll'indicazione dei piani regolatori e degli ampliamenti
compilata sotto la direzione dell'Ufficio Municipale dei Lavori Pubblici
, 1896
Scala di 1:5000
Tipografia e Litografia Camilla e Bertolero, Torino

Oltre a questo l'esposizione evidenzia l’energia creativa e propositiva che trasformò Torino negli anni della Belle Époque, contraddistinta dallo stile Liberty, affermatosi a partire dall’Esposizione Internazionale d'Arte Decorativa Moderna del 1902, che ebbe nell'intellettuale e scultore Leonardo Bistolfi (1859-1933) il principale rappresentante e promotore.
In architettura, l’eclettismo è lo stile predominante nel tempo indagato dal progetto. In un clima di revival storico (concreta espressione ne è il Borgo Medievale, padiglione della Sezione di Arte Antica dell'Esposizione Italiana del 1884), a Torino le pianificazioni della seconda metà dell’Ottocento definiscono una nuova immagine urbana, sintesi di decoro e qualità dello spazio pubblico. Il disegno e lo studio diretto della natura elaborati attraverso una pratica prioritaria del disegno, si coniugano nei principi estetici dell'Art Nouveau, movimento teso ad esaltare la bellezza quale sacello di valori etici e fondamento di un armonico sviluppo della società.

Giulio Casanova
Progetto di facciata per la Confetteria Baratti & Milano
penna, acquerello, matita su carta lucido, quotato
30,9 x 67,2 cm

Percorrendo le vie di una Torino aristocratica a bordo delle antiche vetture tramviarie restaurate dall'Associazione Torinese Tram Storici, sostando nelle caffetterie del centro per gustare le prelibatezze di rinomati pasticceri, confettieri e liquoristi, rievocanti atmosfere di gozzaniana memoria, si riscopre così una "piccola Parigi" che, dismessi i panni di capitale d'Italia, fra Otto e Novecento si afferma quale polo di eccellenza della moda, dell'industria cinematografica e automobilistica, simbolo di modernità e progresso di rilevanza internazionale.
Queste e altre suggestioni determinano il carattere didattico e divulgativo della rassegna, ancor più circostanziato dai contributi in catalogo, edito da Albertina Press in co-edizione con Gli Ori - Editori Contemporanei, strumento indispensabile per approfondire in ogni suo aspetto il dibattito internazionale intorno alle implicazioni d'arte nei processi industriali fra XIX e XX secolo e tassello di un più articolato progetto espositivo pensato per condividere con la cittadinanza gli umori di un'epoca cruciale attraverso ricostruzioni storiche, curiosità e aneddoti illustrati dai numerosi autori che a vario titolo hanno contribuito alla sua realizzazione.

DISEGNARE LA CITTÀ
L'Accademia Albertina a Torino tra Eclettismo e Liberty
1 ottobre 2021 - 1 marzo 2022
Pinacoteca Albertina
Via Accademia Albertina 8, Torino
Orario: tutti i giorni dalle 10 alle 18 (ultimo ingresso alle 17.30) eccetto il mercoledì, giorno di chiusura del museo.
Per informazioni: tel. 0110897370; pinacoteca.albertina@coopculture.it
www.pinacotecalbertina.it