domenica 24 febbraio 2019

UN MONDO DI BENE

Il tempo sembra essersi fermato a Bene Vagienna. Il passato bimillenario - a partire dall'insediamento della capitale Augusta Bagiennorum da parte dei liguri Vagienni, seguita dalla ricostruzione sull'attuale sito della città di Bene (da "Bagienna"), con le varie reggenze, da quella vescovile, al dominio feudale dal 1413 dei Costa di Chieri che le diedero l'aspetto odierno, fino all'assedio francese del 1641 e alla nomina a principato da parte di Carlo Emanuele III nel 1763 -, non ne ha scalfito l'intrinseca bellezza che, anzi, risulta ancor più evidente alla luce degli interventi di valorizzazione recentemente messi in atto dall'autorità cittadina. A questo proposito sembra accrescersi di anno in anno l'entusiasmo dei probiviri dell'Associazione Culturale Amici di Bene - Onlus, presieduta da Michelangelo Fessia, ai quali si deve, fin dal 1977, la promozione e il sostegno fattivo delle opere di recupero e restauro del patrimonio storico, culturale ed edilizio, al termine dei quali è stato possibile restituire alla cittadinanza e ai turisti le gloriose vestigia dell'antico anfiteatro romano e i fasti regali della più recente ricostruzione barocca.
Il piano di rilancio virtuoso e lungimirante dell'amministrazione, sostenuto da importanti fondazioni bancarie, oggi registra un incremento considerevole dei pernottamenti, con conseguente apertura di strutture ricettive destinate a varie tipologie e fasce di pubblico dalle ricadute positive sull'economia del territorio.
Sono molte le ragioni che inducono il turista consapevole e non esclusivamente di passaggio a soggiornare per qualche tempo nel comune di Bene: il panorama delle vicine Langhe, i percorsi naturalistici, la gastronomia, le pietre permeate di storia, oltre a numerose iniziative culturali e artistiche di grande pregio.

Fra le manifestazioni che il 19 gennaio scorso hanno inaugurato il cartellone di eventi in programma per il 2019 occorre segnalare la mostra collettiva Ensemble, a cura di Angelo Mistrangelo, ospitata nei locali di Palazzo Lucerna di Rorà, sede del Museo Civico. Ines Daniela Bertolino, Liliana Cecchin, Lidia Delloste, Gabriella Malfatti, Renzo Miglio, Francesco Murlo e Angela Sepe Novara hanno risposto all'appello di Ricominciare a vivere (R.a Vi.) Onlus, per promuovere le numerose attività dell'Associazione, che dal 2000 offre supporto alle donne colpite da tumore al seno, in collaborazione col personale medico e infermieristico del day hospital di senologia delle Molinette.
Procedendo su via Roma, dove insistono la Chiesa di San Francesco e il Palazzo Comunale si raggiunge la Parrocchiale con annessa Torre campanaria, qui sono esposti gli acquerelli di Delio Meinardi nella mostra personale Espressioni d'Arte, omaggio ai luoghi narrati da Cesare Pavese e agli scabri anfratti rocciosi delle vicine montagne.
Dirimpetto, inoltrandosi negli ambienti di Casa Ravera - presso la quale sono conservati reperti romani e barocchi, corredi liturgici e due tabernacoli capolavoro ebanistico di Pietro Piffetti, già nella Chiesa delle Figlie di Maria -, si ammira una selezione della preziosa collezione di Margherita Goglino, curatrice della mostra Pizzi e Merletti del tempo che fu, massima esperta dei manufatti esposti, del loro significato, dei filati e del valore sociale intrecciati dalle mani sapienti di donne di area lombarda, piemontese e transalpina.
Infine, passando fra le vie Roma e Vittorio Emanuele, si raggiunge la Chiesa di San Bernardino dei Disciplinati Bianchi, dove una rassegna di cartoline e documenti d'epoca della collezione di Giovanni Cornaglia, illustra L'avventura coloniale francese in Marocco, fra gusto orientalista e resoconto scientifico dai risvolti antropologici.
Certamente le parole non descrivono in modo esaustivo le mille sfaccettature di una realtà che arricchisce di presenze auliche il suo comprensorio, fatto di eccellenze vitivinicole - Monforte d'Alba e Dogliani distano meno di 20 km -, di rimandi pavesiani con i dolci declivi di Santo Stefano Belbo e di stratificazioni complesse dove si avvicendano le gesta di uomini illustri e i destini ordinari, ma non meno tangibili, dei suoi abitanti.
Nondimeno la sua identità è strettamente legata a quella del capoluogo sabaudo. La seconda metà del Seicento e il principio del Settecento rappresentano per Bene un intenso periodo ricostruttivo ascrivibile alla reggenza di Cristina di Borbone (Parigi, 1606 - Torino, 1663), a cui risalgono nel 1659 la parrocchiale e la Chiesa di San Francesco - all'interno della quale è conservato l'altare marmoreo progettato da Filippo Juvarra -,  la chiesa di San Rocco (edificata dalla famiglia Borra per scongiurare un'epidemia di peste), la chiesa dei Cappuccini (1650 circa); mentre i palazzi dei Magistrati, dei Marchesi del Villar, dei Giriodi di Monastero sanciscono il potere congiunto al mecenatismo gentilizio, spesso motivato da un fervente spirito filantropico che ancora oggi anima insigni personalità dell'aristocratica cittadina.

Per Informazioni:
Ufficio turistico
ufficioturismo@benevagienna.it; t. 0172/654969
Orari feriali:  9-13 e 14-16; festivi: 9-17. Chiuso martedì.
Sito web