lunedì 25 febbraio 2019

GIOVANNI MIGLIARA

Interno di un chiostro o Piazza con colonnato o Capriccio
1814-1815
Olio su tela, cm 35 x 45
Vercelli, Fondazione Museo Francesco Borgogna (inv. 1906, XIX, 88)
«Dinanzi a quell'innumerevole serie di vedute, specie dell'Italia pittoresca che svolge dinanzi a noi con uno spirito veramente nazionale, ci arrestiamo affascinati, oscillanti tra l'inno e l'elegia, tra le età passate e quelle che verranno, sognando sogni di gloria, di tristezza, di speranza». 
(Giuseppe Mazzini, La pittura moderna italiana, 1840)
 
La Fondazione Accorsi-Ometto rende omaggio a un altro importante pittore piemontese dell’Ottocento: GIOVANNI MIGLIARA.
La mostra, curata da Sergio Rebora, comprende un centinaio di opere, tra dipinti a olio, acquarelli, tempere, disegni e sofisticati fixès sous verre (miniature a olio su seta applicata su vetro) e si avvale dell'apporto di due tra i nuclei collezionistici più significativi di opere di Migliara, quelli della Pinacoteca Civica di Alessandria e della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, città di origine dell'artista. A essi si aggiungono i prestiti di raccolte private e di numerose istituzioni, tra cui Palazzo Madama, Palazzo Reale e la Galleria Sabauda di Torino; la Basilica di Superga; il Castello di Masino del FAI; il Museo Borgogna di Vercelli; la Galleria d'Arte Moderna, il Museo del Risorgimento e la Fondazione Cariplo di Milano; i Musei Civici di Como e Villa Vigoni di Menaggio.
Particolare rilevanza presenta anche la collaborazione offerta dai discendenti dell’artista che hanno messo a disposizione preziosi materiali documentari, conservati in famiglia di generazione in generazione, tra cui il celebre Album in cui Migliara conservava i suoi acquarelli e disegni ritenuti più significativi.
Scena di ballo in un cortile agricolo con parte della chiesa di Sant'Angelo a Milano
1825-1830
Olio su tela, cm 44,8 x 59,7
Abano Terme, Museo Villa Bassi Rathgeb (inv. 20)
Sette sezioni ripercorrono cronologicamente le principali tappe della vita artistica del pittore. Dal 1812 Migliara prese parte alle esposizioni annuali indette dall'Accademia di Brera, inizialmente con "Capricci" e vedute di fantasia, di lontana ascendenza settecentesca, ispirati alla Venezia di Canaletto e di Guardi. Egli mantenne sempre la componente fantastica, attraverso l'inserimento di elementi architettonici e decorativi fittizi o estrapolati dal contesto originario, creando un repertorio di immagini pressoché sterminato.
Migliara ritrasse Scene popolari e paesaggi: ad esempio Il ciarlatano Dulcamara che vende l'elisir (1837), sottolinea un’attenzione tutta personale all'elemento antropologico e una notevole sensibilità per il dato di cronaca o di costume.

La filanda a vapore Mylius a Boffalora
1828
Olio su tela, cm 43 x 52,4
Loveno di Menaggio, Villa Vigoni, Centro Italo-Tedesco per l'Eccellenza Europea (inv. D7)
Gli Interni di edifici conventuali e di chiese della terza sezione, così come le Composizioni storiche e letterarie della quarta sezione mostrano come l'artista si fosse avvicinato al gusto troubadour, che nella Francia dell'Impero napoleonico e della Restaurazione stava riscuotendo grande successo. Opere come Romeo e Giulietta o Paolo e Francesca da Rimini, mostrano un’attenta costruzione prospettica unita a una resa pittorica dettagliata e minuziosa con suggestivi effetti di luce.

Vivo è l'interesse dimostrato dall'artista nei confronti della Storia e cronaca del tempo, dagli episodi dei tumulti popolari milanesi antibonapartisti nel 1814, ai traguardi della meccanizzazione industriale italiana nel primo Ottocento (La filanda a vapore Mylius di Boffalora, 1828).
Le Vedute urbane e viaggio in Italia, nella sesta sezione, dimostrano una preferenza per le chiese medievali con stilemi romanici o gotici di gusto romantico, cui fanno seguito le piazze e le strade animate da personaggi borghesi e popolani, spesso intenti a svolgere le occupazioni quotidiane. Un numero consistente di vedute rappresenta Milano, città di elezione del pittore e Pavia con la sua Certosa. La Toscana e l'Emilia, Venezia, la Liguria, il Piemonte e la Savoia, il Lazio e la Campania, luoghi visitati fra gli anni '20 e '30, sono sempre ritratti sulla base di dettagliati taccuini di viaggio - esposti nella sezione dedicata agli Album -, poi rielaborati nello studio milanese in articolate composizioni a olio.
Piazza del Duomo in Milano
1825-1830
Olio su tela, cm 35 x 45
Musei Reali di Torino – Palazzo Reale (inv. 5251)
Trasferitosi a Milano dopo aver operato a Torino come ebanista, seguendo la tradizione familiare, Giovanni Migliara (Alessandria 1785-Milano 1837) si formò a Brera, collaborando con Gaspare Galliari quale aiuto scenografo ai teatri alla Scala e Carcano. Ebbe stretti e frequenti rapporti con Casa Savoia: prima Carlo Felice, poi Carlo Alberto e Maria Cristina lo onorarono con commissioni rilevanti, fra cui quella dell'Album personale di Carlo Alberto, oggi conservato alla Biblioteca Reale di Torino, comprendente vedute del Piemonte e della Savoia.
Gli studi dedicati alle arti figurative del XIX secolo e in particolare dell'età romantica, avviati con la rivoluzionaria mostra Romanticismo storico, svoltasi a Firenze nel 1974, hanno evidenziato il valore della pittura di veduta, nel cui ambito Giovanni Migliara si distingue per la fisionomia inconfondibile di gusto internazionale, incontrando il favore della committenza più prestigiosa del tempo.

GIOVANNI MIGLIARA
Viaggio in Italia
28 febbraio - 16 giugno 2019
Museo di Arti Decorative Accorsi - Ometto
Via Po 55, 10124  Torino
Orari: da martedì a venerdì 10-13 e 14-18, sabato e domenica 10-13 e 14-19. Lunedì chiuso
T. 011 837 688 int. 3
www.fondazioneaccorsi-ometto.it