martedì 8 maggio 2012

Humus


Luigi Di Tullio, Humus 19, 2011, cm 35x38x17
La terra, questo è il punto di partenza della produzione ceramica di Luigi di Tullio e certamente il luogo di approdo della mostra personale allestita nei locali della Galleria PoliArt di Milano.
Il terreno fertile dal quale trarre materie prime e ispirazione per panneggi minimalisti, è modello e manifestazione concreta di una puntuale indagine formale, per opere che sfuggono alla costrizione della superficie bidimensionale e vanno ad integrarsi alle pareti e al pavimento dello spazio espositivo.

Luigi Di Tullio, Humus 30, cm 50x38x10
I riferimenti culturali, l'humus che apporta linfa vitale al pensiero dell’autore, sono le ricerche del pittore William Congdon e dello scultore Giacomo Sparasci, quest'ultimo vicino al linguaggio di Henry Moore e Hans Arp, autori rispettivamente di composizioni scarne e travagliate e di volumi curvilinei epurati fino al limite estremo dell’astrazione.
Ma non solo, la mostra Humus “parte dalla terra, dalle nostre origini, dal senso di quello che viviamo" si legge nella presentazione in catalogo, per diventare teatro di una spiritualità pregnante, che altrove sfocia in soggetti a tema religioso tra i quali la Passione e qui si rivela in sculture fortemente simboliche, smaltate di rosso, bianco, blu e nero.

Luigi Di Tullio, Humus 27, cm 50x40x12
Tutto si gioca nell'equilibrio tra corpo e anima, significante e significato, apparenza e sostanza,  fonte di energia che aggrega in un tutto unitario la natura caotica della materia, che aspira a raggiungere il nucleo della forma, sublimato nella perfezione monadica della linea, principio e fine ultimo dell’idea potenziale.
Linea che si manifesta in precedenti lavori risalenti agli anni novanta, caratterizzati dalla figurazione sfuggente a rilievi di colore nella serie Sospensioni, a cui fanno seguito i Ritratti e il ciclo Appartenenze; opere materiche, rarefatte ma non informali, in bilico tra presenza e assenza, con un esplicito omaggio a Scanavino, autore altrettanto introspettivo ed esistenzialista.

Luigi Di Tullio, Humus 29, cm 40x30x15
Facendo riferimento ad alcuni aspetti concettuali della visione di Fontana e Castellani, la serie fittile dà luogo ad un 'neo spazialismo', che integra la definizione di 'neo minimalismo dinamico', data dal critico e curatore dell'esposizione Leonardo Conti.
L'arte in generale e specificamente il lavoro di Luigi Di Tullio, si pone come esperienza visiva e sensoriale e come momento di crescita personale per sé e per gli altri, partendo dall’assunto che l'artista non ha solo il compito di dar voce alle proprie aspirazioni, ma deve far conoscere al pubblico una realtà utopica non immediatamente percepibile. Ad una molteplicità di fruitori corrisponde una pluralità interdisciplinare di stimoli, anche musicali, come le note appositamente composte da Paola Samoggia per l'inaugurazione, al fine di ottenere un complesso armonico ed una sorta di situazione ambientale che coinvolge ogni partecipante.
Luigi di Tullio avverte nell'adempiere a questo impegno morale, l'importanza di calibrare ogni gesto, la necessità di non mistificare il suo pensiero approntando quaderni di appunti, annotazioni, bozzetti preliminari che conferiscono quella particolare assolutezza al modellato.

Luigi Di Tullio, Scultura 6, cm 30x30x5
Il tutto senza trascurare il dato tecnico, la letterale ‘prova del fuoco’ a cui è sottoposto ogni esemplare per raggiungere la perfezione estetica. Solo allora, quando il calore ha temprato l’argilla, quando gli smalti si cristallizzano in velature uniformi, sfolgoranti nella loro brillantezza, il ciclo produttivo termina.
L'opera acquista così un peso specifico, identificabile probabilmente nell'aura non più soggetta al grado di riproducibilità, ma rispondente a precise dinamiche operative e cognitive.
Una forza ancestrale, o l’entelechia in termini aristotelici, che tramite il gesto prende corpo e, giustificata dalla sensibilità ricettiva dell’osservatore, assume un significato universale, portando a definitivo compimento l'atto creativo.

Humus
Mostra personale di Luigi Di Tullio
Dal 3 maggio al 2 giugno 2012
Orario: mercoledì e giovedì dalle 16,45 alle 19.30 venerdì e sabato dalle 10.30 alle 13 e dalle 16.30 alle 19, gli altri giorni su appuntamento
A cura di Leonardo Conti
Galleria PoliArt Contemporary
Viale Gran Sasso 35 - 20131 Milano
tel. +39 02 70636109; cell. +39 388 6016501; info@galleriapoliart.com; http://www.galleriapoliart.com