martedì 4 febbraio 2020

IL RINASCIMENTO DI ANDREA MANTEGNA

ANDREA MANTEGNA
Ecce homo, 1500-1502 ca.
Tempera a colla su tela di lino montata su legno,
54,7 x 43,5 cm
Paris, Musée Jacquemart-André - Institut de France
© Studio Sébert Photographes
A Torino, nelle sale monumentali di Palazzo Madama, è di scena il Rinascimento di ANDREA MANTEGNA (Isola di Carturo, Padova 1431 - Mantova 1506), sintesi di modelli classici, ardite sperimentazioni prospettiche, realismo, nell'Italia settentrionale delle signorie di Padova e Mantova.
Dai prodigiosi esordi giovanili al riconosciuto ruolo di artista di corte dei Gonzaga, il percorso si articola in sei sezioni che evidenziano la profonda e diretta conoscenza dell'espressionismo di Donatello, la familiarità con i lavori di Jacopo Bellini e dei suoi figli (in particolare il cognato Giovanni), delle novità fiorentine e fiamminghe, nonché dell'architettura e della scultura antiche.
I rapporti di Mantegna con i letterati, inoltre, lo resero interlocutore autorevole, capace di dare forma ai valori morali ed estetici degli umanisti.
ANDREA MANTEGNA
Sant’Antonio e San Bernardino presentano il monogramma di Cristo, 1452
Affresco staccato
163 x 321 cm
Museo Antoniano, Padova
Venti sono i capolavori ospitati al piano nobile posti in relazione con disegni, sculture e dipinti di Donatello, Antonello da Messina, Pisanello, Paolo Uccello, Giovanni e Jacopo Bellini, Leon Battista Alberti, Cosmé Tura, Ercole de' Roberti, Correggio e altri artisti coevi per un corpus di oltre 130 opere riunito grazie ai prestigiosi prestiti del Victoria and Albert Museum, della National Gallery di Londra, del Louvre, del Metropolitan Museum di New York, della National Gallery di Washington, per non citarne che alcuni.
Ad essi si aggiungono i contributi di numerose collezioni nazionali fra cui le Gallerie degli Uffizi, la Pinacoteca di Brera e di importanti istituzioni torinesi quali la Galleria Sabauda e la Biblioteca Nazionale Universitaria.
GIOVANNI BELLINI
Ritratto di giovane in veste senatoria, 1485 ca.
Olio su tavola, 35 x 26,4 cm.
Musei Civici, Museo d’Arte Medioevale e Moderna, Padova
Sono trascorsi circa sessant'anni dalla rassegna mantovana su Mantegna del 1961, curata da Giovanni Paccagnini, primo evento di massa in pieno boom economico e automobilistico agli albori del turismo culturale. Con 200 opere esposte e un totale di oltre 250 mila visitatori, fra cui poeti (Ungaretti e Montale) divi del cinema (Antonioni, Loren, Vitti) e artisti (Capogrossi, Ponti, Dalì), di fatto, consacrò il patrimonio artistico italiano come strumento di progresso.
Seguita dalla mostra del 2006 per il cinquecentenario nelle sedi di Mantova, Padova e Verona - città di formazione dell'autore dove permangono lavori significativi -, non si sono registrati episodi di uguale portata fino alla rilettura organica dell'attuale mostra torinese, resa possibile grazie alle ultime indagini sulle fonti documentarie.
ANDREA MANTEGNA
Madonna con Bambino e Santi Gerolamo e Ludovico di Tolosa
1453-1454
Tavola, 69,44x44,4 cm
Paris, Musée Jacquemart-André
Il comitato scientifico presieduto dai curatori Sandrina Bandera e Howard Burns con la consulenza di Vincenzo Farinella, si è avvalso ad esempio del saggio di Giovanni Romano del 1981, aggiornato sugli studi dedicati da Carlo Dionisotti alla cultura cortigiana e, riguardo al ruolo nelle arti decorative, degli esiti curatoriali delle mostre al Louvre (1975) sullo studiolo di Isabella d'Este e di Vienna (2001) sui cassoni mantegneschi.
Dalle mostre dedicate a Leon Battista Alberti a Mantova nel 1994 e nel 2006 sono emersi dati significativi sui rapporti diretti o indiretti con il grande architetto e teorico; e ancora nel 2008 - 2009 le esposizioni a Mantova e Trento, rispettivamente su Bonacolsi l'Antico e Andrea Riccio - orafi e cultori dell'arte del bronzetto più giovani di Mantegna - hanno confermato il ruolo nodale di questi nella trasmigrazione in sculture di piccolo formato degli stilemi classici e di Donatello.
ANDREA MANTEGNA
Donna vestita all’antica e vecchio in panni orientali
(Sibilla e profeta?), 1495 ca.
Tempera a colla e oro su tela, 56,2 x 46,6 cm.
Cincinnati Art Museum, Ohio, USA
Bequest of Mary M.Emery/Bridgeman Images
Lettere autografe dell'artista illuminano sulla sua complessa e sfuggente personalità, sull'ambiente dell'epoca e i rapporti con i Gonzaga, restituendo l'originalissima immagine di se stesso messa a punto in sessant'anni di carriera.
Affascinante in tal senso il racconto offerto da Giorgio Vasari che ne attesta la fulminea ascesa "from rags to riches", dalla povertà estrema alla fama precoce, pur negandogli il primato fra i pittori "moderni".
Completano la retrospettiva tre grandi schermi in Corte Medievale con proiezioni di luoghi e opere non presenti nel museo torinese per loro natura o per il delicato stato di conservazione: Cappella Ovetari a Padova, la Camera degli Sposi, la casa a Mantova, il ciclo dei Trionfi di Cesare, fino all'ardito scorcio del Cristo morto, conservato presso la Pinacoteca di Brera.

ANDREA MANTEGNA
Rivivere l’antico, costruire il moderno

12 dicembre 2019 - 4 maggio 2020
Palazzo Madama, Corte Medievale e Piano Nobile
Torino, Piazza Castello
Orari: lunedì, mercoledì, venerdì e domenica dalle 10 alle 18; giovedì e sabato dalle 10 alle 21. Chiusura martedì. La biglietteria chiude un’ora e mezza prima
www.palazzomadamatorino.it