lunedì 1 maggio 2017

DAL FUTURISMO AL RITORNO ALL’ORDINE

ARDENGO SOFFICI
Natura morta, 1915
Olio su tela - cm 61,5 x 50,5
Collezione privata, courtesy Futur-ism, Roma
Il Museo Accorsi - Ometto presenta una mostra che affronta e indaga, per la prima volta in una visione complessiva, la pittura italiana del decennio cruciale tra gli anni dieci e venti del Novecento.
Curata da Nicoletta Colombo e organizzata in collaborazione con lo Studio Berman di Giuliana Godio, l’esposizione presenta 72 opere che ripercorrono il clima culturale italiano dalla nascita dell’arte moderna - che in ambito nazionale si è soliti far coincidere con l’uscita del Manifesto dei pittori futuristi del febbraio 1910 - alle nuove tendenze artistiche del decennio 1910-1920, dando seguito all’indagine sui fenomeni pittorici italiani del secolo XX, inaugurata dal museo con la passata mostra dedicata al "Divisionismo tra Torino e Milano. Da Segantini a Balla".
AROLDO BONZAGNI
Il Tram di Monza (Un giorno di domenica), 1916
Olio su tela - cm 110x170
Collezione privata
La mostra prende idealmente l’avvio con opere degli autori del FUTURISMO STORICO: Marinetti, Boccioni, Balla, Carrà, Severini, Russolo, Depero, Conti. Sono rappresentati anche gli esponenti dell’eterodossia futurista e gli indipendenti del movimento, da Prampolini a Sironi, Funi, Dudreville, Sant’Elia, Adriana Bisi Fabbri e Gerardo Dottori. La sezione futurista include la presenza di due fuoriusciti dalle fila futuriste, Romolo Romani, precursore delle tendenze astrattive, con due opere anticipatrici della poetica boccioniana e Aroldo Bonzagni, testimone di un espressionismo di intonazione sociale, qui rappresentato dallo storico dipinto dal titolo Il tram di Monza (1916).
TULLIO GARBARI
Intellettuali al caffè, 1916
Tempera all’uovo su carta - cm 11,9x15,6
Collezione privata
Il percorso prosegue con la seconda sezione dedicata ai SIMBOLISMI che registrano una persistenza stilistica dal decennio precedente, ora rinnovati in chiave espressionista, di intonazione popolare. La sezione illustra inoltre i SECESSIONISMI che coinvolgono i linguaggi artistici giovanili italiani, segnali di un’avanguardia moderata che guardava all’arte coeva d’oltralpe: dai testimoni di Ca’ Pesaro ai partecipanti alle Secessioni romane, agli animatori della Secessioni bolognesi fino ai movimenti giovanili napoletani degli anni a ridosso della Grande Guerra. Accanto alle opere di Alberto Martini e di Lorenzo Viani, voci rispettivamente di un simbolismo ed espressionismo maturato a contatto con la cultura europea, trovano spazio i linguaggi secessionisti e primitivisti di Felice Casorati, Tullio Garbari, Umberto Moggioli, Guido Trentini, Gino Rossi, Ubaldo Oppi, Galileo Chini, Cipriano Efisio Oppo, Ferruccio Ferrazzi, Enrico Lionne, Carlo Corsi, Garzia Fioresi.
RAFFAELE DE GRADA
Kirche im Tessin, 1913
Olio su tela - cm 73x95
Collezione privata
Un altro significativo segmento della rassegna è dedicato al primitivismo, tendenza volta al recupero del primordio inteso come azzeramento delle stratificazioni culturali per ritrovare la semplicità e il candore di espressioni popolari, ingenue, ispirate anche ai trecentisti e quattrocentisti italiani, Giotto e Paolo Uccello innanzi a tutti. In rappresentanza del clima primitivista suggestionato dall’opera di Rousseau il Doganiere e di André Derain, autori al tempo celebrati, si articolano le presenze dei dipinti di Carrà, Garbari, Zanini, Borra, Salietti.
ACHILLE FUNI
La sorella Margherita con brocca di coccio, 1920
Olio su tavola, cm. 32,5x25,5
Archivio Achille Funi, Milano
Il periodo segnato dalla Grande Guerra (1914-1918) dava corpo con maggiore incisività alla crisi delle avanguardie e tracciava il cammino verso il recupero delle forme e del cosiddetto RITORNO ALL'ORDINE, fenomeno di portata europea, qui illustrato nella terza e ultima sezione. La METAFISICA, "l’altra faccia della modernità", che perseguiva in comune con le avanguardie la rivoluzione dei contenuti ma non quella delle forme, è illustrata da opere di de Chirico, Carrà, de Pisis, accostate a saggi della metafisica eterodossa, rappresentata da Mario Sironi e Achille Funi, per approdare alla poetica di "VALORI PLASTICI", che dal 1918 diffondeva il principio della supremazia culturale e artistica italiana.
GIORGIO DE CHIRICO
Cocomeri e corazza, 1922
Olio su tela - cm 75x99
Collezione privata
Nel 1919, con la fine di secessionismi, simbolismi e primitivismi, si avviava una tendenza corale al recupero della classicità in ottica moderna, svolta cioè secondo stili e linguaggi aggiornati, rappresentati da saggi pittorici di Casorati, Soffici, Sironi, Rosai, de Chirico, Severini, Funi, Guidi, De Grada, caratterizzati dai principi di sintesi, costruzione e plasticità, e incamminati con differenti declinazioni verso la successiva temperie del Novecento Italiano degli anni venti.

DAL FUTURISMO AL RITORNO ALL’ORDINE
Pittura italiana del decennio cruciale 1910-1920

2 marzo - 18 giugno 2017
Fondazione Accorsi - Ometto
Museo di Arti Decorative
Via Po, 55 - 10124 Torino
Orari: da martedì a venerdì 10-13 e 14-18; sabato, domenica e festivi 10-13 e 14-19; lunedì chiuso.
Mostra con visita guidata: da martedì a venerdì ore 11 e 17; sabato, domenica e festivi anche ore 18.
Per info costi e prenotazioni: tel. 011.837688 int.3
www.fondazioneaccorsi-ometto.it