giovedì 20 novembre 2025

DA PICASSO A VAN GOGH

Donna con cappello nero
Pablo Picasso
Donna con cappello nero, 1909
olio su tela, cm 73 x 60,3
Toledo Museum of Art, acquistato con fondi del Libbey Endowment,
dono di Edward Drummond Libbey, e con fondi dal Lascito di Florence Scott Libbe
in memoria del padre, Maurice A. Scott, inv. 1984.15 © Succession Picasso
Sessantuno capolavori del XIX e XX secolo del Toledo Museum of Art, in Ohio, nominato in questo 2025 il miglior museo degli Stati Uniti, sono esposte eccezionalmente al Museo Santa Caterina di Treviso, fino al 10 maggio 2026.
Il Museo statunitense è oggetto di un importante ammodernamento e ampliamento e un nucleo delle sue opere più belle ha già toccato Auckland, in Nuova Zelanda, prima di andare in Australia, a Adelaide. Treviso è quindi la sola sede in Europa.
Figure a teatro
Edward Hopper
Figure a teatro, 1927
olio su tela, cm 101.9 x 122.6
Toledo Museum of Art, acquistato con fondi del Libbey Endowment,
dono di Edward Drummond Libbey, inv. 1935.49 © Heirs of Josephine N. Hopper
Il curatore della mostra Marco Goldin ha ideato per l'occasione un percorso a ritroso nella storia dell’arte, partendo dall’astrazione americana del secondo Novecento, da Richard Diebenkorn a Morris Louis, da Ad Reinhardt a Helen Frankenthaler, per transitare poi ad alcune esperienze capitali dell’astrazione europea, da Ben Nicholson e Josef Albers fino a Piet Mondrian e Paul Klee, per approfondire quindi il passaggio dal ‘900 all’’800 esaminando la natura morta, figure e ritratti, e i paesaggi.
Ocean Park n. 32
Richard Diebenkorn
Ocean Park n. 32, 1970
olio su tela, cm 236.2 x 205.7
Toledo Museum of Art,
dono di David K. and Georgia E. Welles, inv. 2025.9
© Richard Diebenkorn, by SIAE
Tra i maggiori artisti che nel XX secolo si sono dedicati alla natura morta, spiccano Giorgio Morandi e Georges Braque, mentre Henri Fantin-Latour e Camille Pissarro si collocano nel fervido dibattito del secolo precedente.
La sezione dedicata ai ritratti propone una sequenza di opere a partire da Matisse, Bonnard e Vuillard, per giungere a De Chirico e Modigliani e a uno splendido Picasso cubista del 1909.
Seguono gli impressionisti d’oltreoceano e gli impressionisti francesi, con opere di William Merritt Chase, Berthe Morisot, Camille Pissarro per approdare a Courbet e Millet. I capi d’opera di Pierre-Auguste Renoir, Edouard Manet e Edgar Degas danno ulteriore valore  a questa sezione.
Campi di grano con falciatore
Vincent Van Gogh
Campi di grano con falciatore, Auvers, 1890
olio su tela, cm 73,6 x 93
Toledo Museum of Art, acquistato con fondi del Libbey Endowment,
dono di Edward Drummond Libbey, inv. 1935.4
Chiude la mostra la parte dedicata al paesaggio: visioni differenti di Venezia (Signac), Parigi (Delaunay e Léger) e, fra i soggetti impressionisti e post-impressionisti, una delle più belle versioni delle Ninfee di Monet, accanto a capolavori di Gauguin, Whistler, Cezanne, Caillebotte, Renoir, Sisley.
Infine, su una parete isolata, il Campo di grano con falciatore a Auvers rievoca l’addio alla vita di Van Gogh.
Gli ultimi giorni di Van Gogh è il titolo del film, scritto e diretto da Marco Goldin, che viene proiettato a ciclo continuo nella Sala ipogea del museo trevigiano, allestita come una vera e propria sala cinema da cinquanta posti. Le ultime settimane vissute dal grande artista nel villaggio di Auvers, chiudono così il cerchio dell'espressione artistica che a partire dal XX trova il proprio compimento nel XIX secolo.

DA PICASSO A VAN GOGH. Capolavori dal Toledo Museum of Art. Storie di pittura dall’astrazione all’impressionismo
15 novembre 2025 - 10 maggio 2026
Museo Santa Caterina
Piazzetta Mario Botter, 1 - Treviso
Orario mostra: da martedì a giovedì 9-18, da venerdì a domenica 9-19
Chiuso il lunedì – il 23 e 24 dicembre 2025 – il 7 gennaio 2026
t.+39 0422 658954; info@museicivicitreviso.it
https://www.museicivicitreviso.it/

mercoledì 19 novembre 2025

FERRARA E RAVENNA NEL SEGNO DI CHAGALL


Al Palazzo dei Diamanti di Ferrara, fino all’8 febbraio 2026, Chagall, testimone del suo tempo racconta in maniera esemplare – attraverso 200 opere – come l’artista, straordinario narratore sospeso tra il reale e il fiabesco, sia stato capace di trasformare l’esperienza personale in una profonda riflessione condivisa e di farsi cantore della bellezza e della gioia di vivere.

www.palazzodiamanti.it

Al MAR di Ravenna, fino al 18 gennaio 2026, è in scena Marc Chagall in mosaico. Dal progetto all’opera, una mostra che esplora il legame tra la poetica dell’artista e l’arte musiva, con una selezione di opere, bozzetti e studi che raccontano l’incontro tra colore, materia e spiritualità.

www.mar.ra.it

MUNCH. LA RIVOLUZIONE ESPRESSIONISTA

Two Old Men
Edvard Munch
Two Old Men, 1910, olio su tela
Collezione Prins Eugens Waldemarsudde- Stoccolma
La mostra MUNCH. La rivoluzione espressionista, ospitata nelle sale espositive al terzo piano del Centro Culturale Candiani, costituisce un viaggio attraverso le collezioni civiche della Galleria Internazionale d’Arte Moderna, dove sono conservate quattro opere grafiche di Edvard Munch (Loten 1863 – Oslo 1944): Angoscia, L’urna, La fanciulla e la morte, Ceneri.
Tanti i  legami del norvegese con autori, artisti, letterati contemporanei – Ibsen fra tutti, di cui illustra le opere teatrali - e con la cultura mitteleuropea assimilata nei soggiorni a Parigi, in Germania, in Belgio, in Italia, nell'Europa del Salon des Refusées, dei Secessionisti.

La lezione di Munch riverbera nella disillusione di Otto Dix e Max Beckmann , nell'orrore del male sviscerato da Musil, Guttuso, Vedova, per giungere alle soluzioni concettuali di Marina Abramović, Tony Oursler e Shirin Neshat. Un'ampia panoramica in sette sezioni attraverso le vicende artistiche del Novecento, che con altre mostre temporanee culminerà nel museo permanente di prossima realizzazione all'interno del Centro Culturale Candiani.

MUNCH. La rivoluzione espressionista
30 Ottobre 2025 - 01 Marzo 2026
Centro Culturale Candiani
Piazzale Candiani, 7 - Venezia Mestre
Orario: da martedì a domenica ore 10-19. Giorno di chiusura: lunedì.
Ingresso gratuito previa registrazione previa compilazione modulo online.

martedì 18 novembre 2025

LA BIBBIA ISTORIATA PADOVANA

Rovigo, Biblioteca dell'Accademia dei Concordi di Rovigo, ms212
Ritorna a Padova, sia pure per il breve spazio di una mostra, la “Bibbia Istoriata Padovana”, manoscritto miniato di epoca trecentesca, opera di artisti operanti presso la Corte dei da Carrara, Signori della città sino al 1405.
Caduta la Signoria, quando Padova entra nella Serenissima Repubblica di Venezia, della Bibbia Istoriata si perdono le tracce. Due porzioni staccate giunsero sul mercato forse in epoca sette-ottocentesca. Una venne acquisita dalla potente famiglia rodigina dei Silvestri, che la legarono all’Accademia dei Concordi; la seconda porzione (c.d. Bibbia Sussex) giunse attraverso il Duca di Sussex alla British Library, dove attualmente è conservata. Di eventuali ulteriori parti del manoscritto miniato non c’è, ad oggi, traccia.
London, British Library
La Bibbia riunita per iniziativa della Fondazione Cariparo è esposta nel Salone dei Vescovi del Museo Diocesano, accanto al Battistero della Cattedrale, tesoro dell’Urbs Picta patavina dichiarato patrimonio Unesco dell'umanità.
A rendere unica la Bibbia Istoriata Padovana è il suo corredo di miniature cui rimanda il motto ricorrente “Como qui si è depento”. Il racconto biblico è scritto in volgare con inflessioni venete e padovane, una rarità fra i più diffusi testi in lingua latina.
Il manoscritto di Rovigo contiene l’incipit della Genesi, oltre alla storia di Ruth, quello londinese riporta la parte centrale del Pentateuco (Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio) e il libro di Giosuè.
Della Bibbia Sussex sono conservate 86 carte illustrate, impreziosite da 529 immagini miniate. Una improvvida rifilatura dei fogli, avvenuta in un momento sconosciuto, si è portata via una parte della numerazione delle pagine e delle note. I fogli londinesi si presentano racchiusi da una legatura blu e oro ottocentesca, con stemma reale.
Padova, Battistero del Duomo, Creazione del Cielo e della Terra
“Le illustrazioni della Bibbia Padovana dimostrano di guardare ai grandi cicli pittorici che Giotto, Altichiero, Giusto de’ Menabuoi avevano realizzato per i Carraresi e per le potenti comunità religiose della città, secondo uno stile particolarmente sobrio e realistico” sottolinea Alessia Vedova, curatrice della mostra. Sono gli anni in cui la città accoglie anche il maggiore poeta del momento, Francesco Petrarca, ad indicare un ambiente culturale tra i più elevati del continente.
Il cospicuo patrimonio del Museo Diocesano, diretto da Andrea Nante,  comprende opere di rilevo dal Medioevo a Canova e consente di visitare, con lo stesso biglietto di ingresso, il Battistero della Cattedrale unitamente al ciclo di affreschi di Giusto de’ Menabuoi, le cui scene dipinte, specie nel tamburo della cupola, furono modelli iconografici per la Bibbia.

LA BIBBIA ISTORIATA PADOVANA
La città e i suoi affreschi
Dal 17 ottobre 2025 al 19 aprile 2026
Padova, Salone dei Vescovi del Museo Diocesano
Piazza Duomo, 12 - Padova
Orario: lunedì 14 - 18 (ultimo ingresso alle ore 17); dal martedì alla domenica 10 - 13 (ultimo ingresso alle ore 12) e 14 - 18 (ultimo ingresso alle ore 17).
t. 049 82 26 159; info@museodiocesanopadova.it
https://www.museodiocesanopadova.it/

Ogni edizione di INSERTO — il programma curatoriale dellArchivio Gribaudo, inaugurato nel 2024 — è un invito a esplorare, insieme ad artisti, poeti, curatori, graphic designer e scrittori, un frammento del vasto universo di Ezio Gribaudo (1929-2022).
Per questa nuova edizione, Anne Bourse (1982) e Benjamin Seror (1979), compagni di lunga data, propongono Chanson Nouvelle, una fiction di forme e canzoni, in accordo con lo spirito dialettico dell’artista ed editore torinese.
Nelle sere d’inverno sulle Alpi e durante il giorno nello studio di Via Biamonti Ezio ascoltava musica jazz e brani radiofonici, di certo motivi ispiratori della sua immaginifica attività.

Negli anni sperimentali Anne cantava e registrava senza alcuna formazione musicale, armeggiando sul suo registratore a quattro piste, mentre Benjamin lanciava l' etichetta indipendente Drame orage.
Oggi Anne Bourse crea finti magazine in carta bianca di recupero rilegata grossolanamente dove campeggiano poesie sfocate, canzoni arenate, abbinate a fotografie o disegni rielaborati graficamente. A queste e ad altre opere, definibili “finzioni concrete”, Benjamin Seror dà forma attraverso le sue partiture musicali.


Anche Gribaudo, disegnava instancabilmente nei menabò vuoti dei libri — bozze preliminari create prima della stampa, mentre lavorava  come editore per Edizione Fratelli Pozzo e Le Grandi Monografie Fabbri — che riciclava, dando loro così una seconda vita.
Musica, testi e immagini assumono in questo modo una consistenza plastica e le voci di Gribaudo, Bourse e Seror creano inedite polifonie capaci di dar voce a un suono fugace o di rendere visibile ciò che all'occhio distratto resta invisibile.

Chanson Nouvelle
Anne Bourse & Benjamin Seror
a cura di Lilou Vidal
Dal 31 ottobre 2025 al 31 gennaio 2026
Archivio Gribaudo
Via Biamonti, 15 B - 10131 Torino
Tel. + 39 011 819 32 51

lunedì 17 novembre 2025

ANTONIO BEATO. RITORNO A VENEZIA

Abu Simbel. Facciata del Tempio di Ramses II (Grande Tempio)
Antonio Beato
Abu Simbel. Facciata del Tempio di Ramses II (Grande Tempio)
1870/1888
Stampa all’albumina
20 x 26 cm
Fondazione Musei Civici di Venezia - Museo Fortuny
A quasi duecento anni dalla nascita di Antonio Beato (ca. 1835–1905/1906), il Museo Fortuny di Venezia rende omaggio a uno dei protagonisti più significativi della fotografia ottocentesca.
Il percorso, articolato in quattro sezioni, descrive i primi viaggi attraverso Il Mediterraneo compiuti insieme al cognato James Robertson tra il 1854 e il 1857, mostra il reportage su Le guerre  in Crimea e in India realizzato tra il 1855 e il 1859 con il fratello Felice Beato e James Robertson e procede fino a Gli anni egiziani, compresi fra il 1860 e il 1905, con gli scatti di Luxor, Abu Simbel, Il Cairo e Giza, accostati a immagini analoghe di Pascal Sébah,  Félix Bonfils e all'emblematica piramide di Cheope immortalata da Lee Miller nel 1938.
Giza. Le piramidi viste da nord-est
Pascal Sébah
Giza. Le piramidi viste da nord-est
1875 (1860-1862 (?))
Stampa all’albumina
20,1 x 25,7 cm
Fondazione Musei Civici di Venezia - Museo Fortuny
La quarta e ultima sezione, Dopo Beato, apre al dialogo con autori contemporanei attivi in Egitto, come Anthony Hamboussi, Paul Geday, Denis Dailleux e Bryony Dunne.
Completa quest'ultima parte la piccola sala laterale con volti, mercati e scene quotidiane tratti dall’oasi di El-Fayyum, dal sito di Abu Simbel e dalla città di Wadi Halfa, visti da Mariano Fortuny e Henriette Nigrin nel 1938, determinanti per l’arte tessile di Fortuny, che reinterpretò motivi decorativi egizi nei suoi celebri velluti stampati.
Chiude  il percorso una video-intervista a Italo Zannier, grande storico della fotografia.

ANTONIO BEATO. RITORNO A VENEZIA
Fotografie tra viaggio, architettura e paesaggio
Fino al 12 gennaio 2026
San Marco 3958 - 30124 Venezia 
Orario: 10.00 – 17.00 (ultimo ingresso ore 16.00). Chiuso il martedì.
t. +39 041 5200995

mercoledì 5 novembre 2025

BOSCH IL SOGNATORE

 Gian Giorgio Massara

Giardino delle delizie
Hieronymus Bosch
Giardino delle delizie
1480-1490 circa
Olio su tavola, 220×389 cm
Museo del Prado, Madrid

«Un linguaggio che stupisce
e affascina, un mistero
ancora da svelarsi».

Massimo Centini, dopo il successo della pubblicazione dedicata alla biografia di Caravaggio (2024), s'accosta ora a un mondo altrettanto bizzarro, bilanciato fra il dolore e la tragedia, l'allegoria e l'umana stoltezza. Un fil rouge che giungerà sino al Surrealismo, trovando però l'avvio nel mondo di Hieronymus BOSCH (1450/60 - 1516).
Nave dei folli
Hieronymus Bosch
Nave dei folli
1494 ca
Olio su tavola, 57,9×32,6 cm
Parigi, Museo del Louvre

Occorre precisare che questo Maestro - che scruta l'animo umano come pochissimi altri pittori - nasce a 's-Hertogenbosch; come era usanza prende il nome del luogo d'origine: un presunto ritratto inciso reca la scritta Hieronimo Boschio Pictori.
Rimanendo nel mondo dell'immagine non si può scordare il pur discusso, ma di qualità Ritratto di Bosch disegnato da Pieter Bruegel il Vecchio (1525 - 1569); si tratta di un pittore osservato forse da un committente attento, foglio realizzato pochi anni dopo la scomparsa di Bosch.

Le opere dipinte da Hieronymus sono superbe, talvolta toccate dal blu - simbolo della pazzia - contraddistinte dalla scansione dei colori.
Seguendo lo studio di Massimo Centini, ampio e ben concertato, ci si imbatte nelle opere più note di Bosch (mai datate) purtroppo riprodotte solo in bianco e nero.
Sono da ricordare almeno il grandioso Trittico delle delizie, avvolto nel mistero, con un volto che occhieggia, i vari Viandanti che s'appoggiano al bastone, alle cui spalle figurano un borgo, un ampio paesaggio, un sentiero luminoso a conferma dell'intento di raffigurare il vero. Un cronista del passato, dunque.
E che dire dell'opera Il prestigiatore con l'astante incuriosito e il ladruncolo che finge un'espressione di sorpresa?

Il viandante
Hieronymus Bosch
Il viandante (o Venditore ambulante)
1494 circa
Olio su tavola, 71×70,6 cm
Museum Boijmans Van Beuningen
Rotterdam
Molti dei dipinti di Bosch sono animati da fragili e ignude immagini che pagano il prezzo del peccato.
Nel 1584 il Lomazzo scrive di orribili sogni tuttavia abbinati al "divino".
Alla bellissima Nave dei folli fanno riscontro i soggetti sacri dal tondo raffigurante l'Ecce Homo a Le nozze di Cana, opera caratterizzata da sguardi, sommessi dialoghi, stoviglie e simbologie.
Concludiamo citando i Grilli d'antica memoria, "personaggi bizzarri e (in) atteggiamenti curiosi"; ben quindici sono gli esempi pubblicati da Massimo: omuncoli che consentono al lettore di entrare con maggiore convinzione in un mondo misterioso e inquieto, dominato dal MALE, nel quale si confondono tentazioni e ansia di spiritualità.
Ieri come oggi, questo è l'umano cammino.