venerdì 21 settembre 2018

GIOVANNI CESTARI E IL PAESAGGIO

di Tiziano Rossetto
Autunno
1984
Olio
Presso il settecentesco Palazzo Vittone (dal nome del prestigioso architetto che lo progettò) di Pinerolo si può visitare la retrospettiva di GIOVANNI CESTARI (1921-2003), accompagnata dalla monografia a cura di Gian Giorgio Massara ed Angelo Mistrangelo, con il contributo di Giorgio Cestari (nipote del pittore) e testimonianze di Mario Marchiando Pacchiola, Andrea Priotti, Giuseppe Geuna, Giuseppe Nasillo e Livio Germani.
L’artista, allievo di Benedetto Ghivarello, ama dipingere en plein air in compagnia di Silvio Gatti, Renato Bruera, Ferruccio Tosello e Giovanni Carena; dalle opere emerge "un colore vivace e impreziosito dalla luce atmosferica" (Mistrangelo), lavorato con una "consueta tecnica a spatola" (Massara).
La sensibilità spaziale dell’autore è caratterizzata dall’uso della linea obliqua (Il sentiero, 1976), unita ad elementi naturali permeati dall’impressione del movimento. Gli alberi perseguono una forte verticalità (La Bialera, 1980; Il grande Albero; Il Chisone, 1977), mentre la prospettiva accidentale dinamizza le scene urbane (Buriasco, 1986).
L’ambiente viene rappresentato attraverso quinte ed ampie superfici; gli spazi sembrano altresì costruiti come scenografie, in cui personaggi minuti risultano attorniati da maestosi alberi, muri ed edifici (Passeggiata d’autunno, 1981; Strada in salita, 1984; Il cancello del parco, 1986; Ciliegio in fiore, 1997); talvolta le figure servono a focalizzare lo sguardo dell’osservatore (Nella campagna di Macello, 1975; Fine dell’estate, 1982), mentre, in altri casi, persone ed animali (difficilmente percettibili allo sguardo) suggeriscono semplicemente la presenza della vita (Il ruscello, 1979).
Il cancello del parco
1986
Olio
Gli elementi naturali assumono spesso preponderanza rispetto agli edifici ed alla presenza umana (La torre di Challant a Lanzo, 1981), ma alla verticalità delle strutture si contrappone talora l’orizzontalità determinata da ampie stesure di colore (Campagna piemontese, 1973; Lanzo, 1996).
Nei dipinti si nota una consonanza ed una commistione cromatica delle parti, oltre ad un equilibrio della tavolozza, ricca di toni sia caldi sia freddi, modulati in progressione.
In alcune opere, il paesaggio è composto quale giustapposizione di volumi (Campagna pinerolese, 1973; Il Rio, 1998; Rilievo collinare), in talaltre vengono evidenziati i piani differenti del terreno (Ansa del Chisone, 1970).
In Autunno (1984), le sponde del fiume fungono solamente da pretesto per accendere le vibrazioni cromatiche, che divengono surreali in Scorcio di Venaria (1957).
I caratteri formali tipici della pittura di Giovanni Cestari si evincono pure dagli acquerelli (Passeggiata nella neve, 1981; Borgo sotto la neve; Scorcio di Macello); la figura umana è invece trattata con accenti quasi caricaturali nelle opere grafiche (Magna Imelda, 1970; Barba Battista, 1969), oppure con un impeto pittorico dai risvolti espressionisti (Imelda in un interno, 1965).
L’artista non ignora i soggetti floreali ed eccelle finanche nella scultura: Anuc, ceramica a tutto tondo realizzata dall’artista presso la Manifattura “Le Bertetti”, delizia l’osservatore con orientaleggianti tratti femminili.

GIOVANNI CESTARI
Opere 1957 - 1998
dal 22 settembre al 21 ottobre 2018
Palazzo Vittone
Piazza Vittorio Veneto, 8
10064 Pinerolo (TO)
Orario: sabato 15,30  - 18; domenica e festivi 10,30 - 12 / 15,30 - 18
Per informazioni: t. 0121 76818
www.giovannicestari.it