giovedì 12 aprile 2012

Interviste/MASSIMILIANO FREZZATO

Massimiliano Frezzato
 Nato a Torino nel 1967, Massimiliano Frezzato inizia a pubblicare i propri lavori a partire dal 1985; dal 1990 al 1992 si dedica a “Margot”, per l’editore francese USA magazine. Nel 1996 pubblica il primo volume della saga “I custodi del Maser”, a cui lavora fino al 2005. Per la casa di moda Cerruti realizza un portfolio, gli allestimenti per lo stand al Salone della Moda di Parigi e un progetto dedicato ad “Alice nel Paese delle Meraviglie”. Con Little Nemo realizza l’edizione di lusso di Pinocchio, con disegni inediti. Espone il progetto-album “Too much fantasy”, al Salone dei Comics di Lucca nel 2011. Per Mosquito realizza l’albo “Memories of  Sand”.  Attualmente vive in Toscana, a Montepulciano.
 Abbiamo incontrato l'autore in occasione della mostra "Frez-Art. Chi è Massimiliano Frezzato?",  presso la Galleria Little Nemo-Spazio ART&Co.MIX a Torino,  dal 13 al 24 aprile 2012.

Sei cresciuto a Torino, vicino alle Ferriere Fiat, adesso abiti sulle colline senesi di Montepulciano. Quanto conta l'ambiente nella tua espressione creativa?
Tutto conta, l'ambiente, la situazione politica, lo stato d'animo, le condizioni fisiche. Poi ci sono forme espressive permeabili e altre che sono invece impermeabili. Se devo fare un fumetto per Dylan Dog in cui c'è una sceneggiatura molto dettagliata e molto precisa, dovrò per forza adattarmi, forzando una serie di meccanismi che altrimenti sarebbero condizionati non solo dall'ambiente, ma anche da tutta una serie di scelte. In ogni caso ci deve essere la tecnica ed è il frutto di anni. E' quella a fare la differenza.
Da dove attingi il tuo immaginario straripante?
Francamente non lo so. La creatività è una forma di liberazione dell'anima. A volte attinge dagli amici, a volte anche da un singolo fotogramma di vita. Il mio problema per cosi dire è questo, e l'ho capito per fortuna abbastanza presto, cioè che non riesco a lavorare entro griglie troppo rigide. Ho fatto dieci anni di pubblicità, dove ti dicono di fare le cose in un certo modo e devono essere esattamente così, con determinati colori, come vuole il cliente e non puoi sgarrare. Oppure trovi il cliente indeciso che non sa che cosa vuole ed è peggio ancora. Per cui lavorando dieci anni in pubblicità ho pagato tutto quello che potevo pagare delle mie vite precedenti credo!
Qual è il linguaggio che ti è più congeniale?
Quello della vita. A me piace stare qui esattamente come mi piace stare a casa a fare un disegno. Mi piace andare in montagna. Sono stato fino a mezz'ora fa in val di Susa con i no Tav, senza sapere se sarei arrivato in orario...è la vita il mio linguaggio preferito, ciò che io ho appreso nel disegno l'ho riportato nella vita. Ho imparato subito a disegnare e non ho mai smesso.
La mostra doveva intitolarsi "Mai più", cito testualmente, 'a significare l'incapacità di Frez di tornare indietro'. Indietro da dove?
Andrea Pazienza diceva 'manco per prendere la rincorsa'. Tornare indietro è il mio problema. Più che l'incapacità di tornare indietro credo che sia giusto dire l'incapacità di stare fermo. Noi viviamo su un pianeta che gira. Questo pianeta si muove all'interno dello spazio, quindi anche se rimanessimo fermi, immobili, ci
muoveremmo nel contesto dello spazio. Si tratta soltanto di accettare questa incapacità di stare fermo. Tutti adesso mi chiedono Pinocchio, quando facevo Margot tutti mi chiedevano Margot. Quando facevo i Maser tutti mi chiedevano i Maser. Io invece ho sempre un po' incoscientemente, anche arrogantemente se vuoi, aggirato la questione dicendo che non avevo voglia di ripetere sempre le stesse cose...C'è una scena nel film "Giù la testa" di Sergio Leone dove James Coburn apre il cappotto e dentro c'è della nitroglicerina, che è materia instabile. Lui apre una boccettina, fa cadere una goccia e bemmm, salta tutto per aria! Io sono così, materia instabile.
Nasce prima l'illustratore o il lettore di fumetti?
Per raccontare attraverso un mezzo devi prima capire come funziona il mezzo, devi impossessartene. Quindi devi leggere fumetti. Stavo pensando oggi alla sequenza di "Conan il barbaro", che per me è un film scadente, ma ha una sequenza bellissima che tutti ricordiamo e che riscatta tutto il film, insieme alle musiche di Morricone, probabilmente. E' il momento in cui Conan cresce spingendo il giogo: quella è una sequenza capolavoro, con le gambe e i piedi del ragazzino che spingono una ruota e man mano diventano sempre più grandi fino a diventare i piedi e i polpacci molto muscolosi di un adulto, quelli del nostro eroe. In tre secondi hai la vita di un bambino che viene preso come schiavo e messo al giogo e che diventa adulto, raccontata con tre sequenze soltanto, in dissolvenza. Una sequenza del genere si può fare sia col cinema che col fumetto. Il fumetto ha il vantaggio che puoi pescare dai cartoni animati, diciamo dalle immagini in movimento, puoi pescare dai classici, e costa molto meno. E' chiaro che devi leggere senza scindere. Devi permettere alle cose belle di essere permeabili tra loro. Per cui se io leggo un bel libro di Borges o guardo un film bello, li metto insieme e mi nasce un fumetto. E' un mattone su altri mattoni. Puoi usare il mattone che ha già inventato qualcuno per costruire la tua casa come ti piace.
Il senso estetico è una dote innata o si affina attraverso la conoscenza?
Si ha, lo abbiamo tutti. A tutti piacciono gli stessi quadri in questa mostra. La teoria della dimensione aurea è rappresentativa del senso estetico e lo identifichiamo nel rapporto aureo che è un numero phi (1,6180...) ipotetico, nella spirale che si evolve dall'infinito all'infinito, di cui un esempio materiale è la conchiglia marina. Questa, però, anche quando evolve a partire da un numero progressivo, che non corrisponde alla dimensione aurea, a noi piace lo stesso. Se io vedo il contrasto di un cipresso su una collina a me piace. Se lo stesso cipresso lo vedo rosso su fondo verde, cogliendo soltanto la differenza cromatica non lo posso apprezzare, perché il numero di coni e bastoncelli che abbiamo all'interno dell'occhio ci  fanno percepire meglio i valori di contrasto piuttosto che quelli cromatici. Se disegno un volto ed esagero un'ombra o una luce, vivrai quel contrasto come un disturbo, ma se faccio una macchia verde su un volto rosa non la vedrai, ti impossesserai di quel verde che diventerà parte del rosa. Perché siamo fisicamente così. Questo avviene istintivamente, puoi leggere libri che ti spiegano come ci sei arrivato dandoti valenze e numeri, ma alla fine valgono per quello che sono.