lunedì 28 luglio 2025

USSEGLIO. PREMIO ELENA TAZZETTI

Gian Giorgio Massara
Progenie di Gea
Daniela GJYZELI
Progenie di Gea, 2025
olio su tela, 110x60 cm

È lo scultore Gabriele Garbolino Rù, docente presso l'Accademia Albertina, a curare il catalogo e la Mostra organizzata in ricordo di Elena TAZZETTI, “appassionata di arte e lei stessa pittrice”; non solo, ma ben presente nella costituzione del Museo Civico “Arnaldo Tazzetti”. In copertina di catalogo figura un'opera di Elena che rivela la felice interpretazione cromatica di cinque uccellini appoggiati su di un filo che attendono l’ora del vernissage. Il catalogo reca contributi di E. Lavezzo, A. Tazzetti, S. Bitonti direttore dell'Accademia, Paola Gribaudo già Presidente dell'istituzione stessa, L. Chandra Candiani che cita i docenti Barzagli, Giamblanco, Laura Valle e Giuseppe Leonardi che ricordiamo sui banchi di via Accademia Albertina. Infine, il critico de “La Stampa” Angelo Mistrangelo che sottolinea il significato del programma “l'Accademia fuori dall'Accademia”.
Il terzo giorno
Clarissa MORETTO
Il terzo giorno, 2025
olio su tavola di pioppo, foglia di rame ossidata,
foglia in similoro, 105x56 cm
Il premio è stato assegnato a Daniela GJYZELI per l'opera Progenie di Gea, terso olio su tela che trasmette al visitatore il mistero racchiuso in sé. Quindi la segnalazione a Clarissa MORETTO, che ne Il terzo giorno confonde l'olio con gli elementi metallici mentre la Giuria ha segnalato la tecnica mista di Giuseppe GALLACE, autore di un'opera allusiva invitante alla meditazione.
Fra i dipinti degli autori presenti al Museo di Usseglio la Commissione ha scelto di pubblicare l'opera Villeggianti in gita di Giuseppe Sauli d’Igliano, pittore al quale il Museo ha dedicato una Retrospettiva nel 2010: colori, luci, bianchi smaglianti, pendii e vette animano il dipinto. Inoltre è possibile ammirare opere di Cesare Ferro Milone - artista che divise la propria vita fra la Valle di Viù, l'Accademia Albertina, l'Impero del Siam; di Alberto Cibrario sensibile paesaggista, Domenico Buratti, Federico Collino.
Prima del fuoco
Giuseppe GALLACE
Prima del fuoco, 2025
tecnica mista su tela, 55x75 cm
Perché dunque non organizzare una mostra postuma per Elena Tazzetti nel 2026?
Fra le immagini in catalogo spicca il saloncino azzurro dell'Accademia - a noi caro per il lavoro qui svolto - semidistrutto durante la guerra e ricostruito dallo scultore Franco Pirastu Usai (e allievi) che sulla scorta di fotografie hanno restituito uno spazio prezioso a quell'Accademia che vede oggi un nuovo Presidente nella figura del dott. Giovanni Quaglia al quale auguriamo buon lavoro e un tuffo nell'arte contemporanea.

sabato 26 luglio 2025

HUGO PRATT. GEOGRAFIE IMMAGINARIE


“Disegnare e raccontare, 
disegnare e scrivere, 
sono lo stesso atto, 
perché è lo stesso gesto”.

(Thierry Thomas)
 
In vista del centenario dalla nascita e a trent’anni dalla morte del papà di Corto Maltese 300 opere originali tra disegni, sculture, acquerelli, video e scenografie digitali immersive raccontano l’universo e il percorso evolutivo di Hugo Pratt (Rimini, 1927 - Pully, Svizzera 1995) nella più grande rassegna monografica a lui dedicata.
Nelle sale rinascimentali di Palazzo delle Papesse a Siena, fino al 19 ottobre 2025 la mostra HUGO PRATT. GEOGRAFIE IMMAGINARIE a cura di Patrizia Zanotti e Patrick Amsellem della società Cong che gestisce e promuove tutto il patrimonio artistico di Pratt, con l’allestimento dell’architetto Giovanni Mezzedimi, sono esposti anche materiali inediti, schizzi, bozzetti e documenti personali che rivelano la versatile e prolifica creatività dell'autore.
L'esposizione, a partire dall’infanzia, sottolinea la sete di conoscenza di Pratt, che lo ha portato a raccogliere ben 17.000 libri di ogni formato ed epoca, andando a costituire la fonte primaria del suo inesauribile e traboccante immaginario. L’ispirazione letteraria nasce da libri come l’Isola del tesoro di Robert Louis Stevenson, una delle sue avventure preferite; dai versi di Rimbaud e Kipling che Pratt inserisce fra i dialoghi dei propri fumetti, ma anche dai testi di Rilke, Shelley, Coleridge, London presenti in tante sue storie pubblicate in Italia e all'estero. 
Fino ad arrivare a L’Odissea che per Pratt è il romanzo epico per eccellenza, poiché, dichiara: “Tutti gli avventurieri sono in qualche modo figli di Omero”.
C'è poi la passione per il mondo del cinema che sorge in lui fin da giovanissimo, quando la nonna lo porta a vedere pellicole come Gli ammutinati del Bounty o Il risveglio delle Strega rossa dai quali deriva la fascinazione per il mondo marinaro.
Corto Maltese, il carattere che ha reso Pratt famoso in tutto il mondo trae origine da tutto questo e dall'innato desiderio di libertà dell’artista veneziano. 
La sua creatività multiforme arriva negli anni ‘60 a lambire i confini della Pop Art, negli ingrandimenti fino all' astrazione di alcuni dettagli delle proprie vignette sulla scorta di esempi quali Andy Warhol e Roy Lichtenstein.
Il grande lavoro di Pratt non si limita alle avventure di Corto Maltese. Nel corso di una vita di viaggi e incontri ciò che egli riversa nei racconti per immagini sono le infinite geografie del mondo e le miriadi di volti catturati dalla menoria.
Questa mostra - sottolineano i curatori - vuole idealmente condurre il pubblico attraverso sette porte d’accesso ad altrettanti percorsi alla scoperta di un grande intellettuale del Novecento, un esploratore di territori remoti, reali e fantastici capace di suscitare nel lettore l'autentico spirito d’avventura: l’attrazione per ciò che deve ancora avvenire. È Umberto Eco a definire l’essenza del genio veneziano: «Pratt rende materia di narrazione avventurosa la propria nostalgia della letteratura, e la nostra». 
 
HUGO PRATT. GEOGRAFIE IMMAGINARIE
11 aprile – 19 ottobre 2025
Palazzo delle Papesse
Via di Città 126, 53100 Siena
Orari: tutti i giorni dalle ore 10 alle 19 (ultimo ingresso 1 ora prima della chiusura)
Info: booking@operalaboratori.com - +39 0577 1795100
https://palazzodellepapesse.it/

venerdì 25 luglio 2025

CAMBIANO CELEBRA GIACOMO GROSSO

Sorpresa
Giacomo Grosso
Sorpresa, 1926
Olio su tela 85,5 x 146 cm
Courtesy Galleria d'Arte Moderna di Palermo
Ha visto la luce lo scorso aprile 2025 Giacomo Grosso. D’incarnato e di pittura. Il corpo dipinto, pubblicazione fortemente voluta dall'Amministrazione Comunale di Cambiano, città che ha dato i natali a Giacomo Grosso (1860-1938) e che, oggi, ne celebra il talento con una serie di eventi multimediali da attuarsi nel capoluogo piemontese, nelle sedi di Piacenza, Brescia e Barletta, luoghi in cui dimorano alcuni capolavori realizzati dall'artista nel corso di una feconda carriera, costellata di premi, onorificenze, frequenti esposizioni - nelle rassegne internazionali, alla Promotrice delle Belle Arti, al Circolo degli Artisti -, coronata dall'insegnamento presso l'Accademia Albertina di Torino e dalla nomina a Senatore del Regno il 16 maggio 1929.
Il catalogo trae l'abbrivio dal restauro del dipinto Sorpresa, nelle collezioni GAM di Palermo, per compiere un'incursione nel nudo, così come lo intese Grosso nei dipinti Toilette, Nudo di donna, Ragazza nuda coricata.

Autoritratto
Giacomo Grosso
Autoritratto, 1938
Olio su tela 80 x 62 cm
Collezione Civica Comune di Cambiano
(foto Circolo Fotografico Autofocus - Cambiano)
Attraverso i contributi critici di Gian Giorgio Massara, Angelo Mistrangelo, Silvana Nota, Maria Francesca Martinez Tagliavia (GAM di Palermo), Paola Gribaudo e Salvo Bitonti (Accademia Albertina di Belle Arti), Giulia Paletti (Musei Civici di Brescia), Francesco Picca (Museo Civico di Barletta), Lucia Pini (Galleria Ricci Oddi di Piacenza) e il saggio sull’intervento conservativo diretto da Ambra Giordano e Cristina Costanzo dell'Università degli Studi di Palermo, si delinea la fortuna di un genere che insieme ai ritratti e ad un'intensa produzione di nature morte, paesaggi, soggetti sacri ascrivibili al realismo borghese, costituiscono una pietra miliare nella transizione fra l’adesione mimetica al vero di stampo naturalista e il superamento dei valori accademici avvenuto tra le fila delle avanguardie storiche.

Ritratto all'aria aperta
Giacomo Grosso
Ritratto all'aria aperta, 1902
Olio su tela 230 x 100 cm
Galleria d'Arte Moderna
Ricci Oddi, Piacenza
Daniela Miron, coordinatrice del progetto editoriale, ha ricordato i numerosi tributi rivolti all'illustre concittadino, in particolare la rassegna "Giacomo Grosso. Una storia tra pittura e accademia" (1 ottobre 2017- 7 gennaio 2018) che offrì l'occasione per ammirare le opere in permanenza nella Sala Consiliare del Comune e per coinvolgere la comunità in una serie di iniziative a tema.
La definizione di Giuseppe Luigi Marini “il pittore soltanto pittore”, poiché ”sa vedere e rendere [...] ma non sa inventare”, ne dichiara il punto di forza anziché il limite. Pochi come lui seppero restituire il temperamento borghese, il retaggio elegante di certa aristocrazia d’antan, rimanendo tuttavia “il pittore facile, comprensibile, popolare” (M. Bernardi) che i suoi epigoni continuano a ricordare, nonostante l'evoluzione nello stile e nella tecnica.

Nuda
Giacomo Grosso
Nuda, 1900-1910
particolare
Musei Civici di Brescia
(Courtesy Fondazione Brescia Musei)
Allievo di Andrea Gastaldi, subentrato a Pier Celestino Gilardi alla cattedra di Pittura nel 1906, la sua eredità viene rielaborata da allievi illustri come Giacomo Balla, Evangelina Alciati, prima donna ad essere ammessa dal Maestro in Accademia, da Augusto Cesare Ferrari e, fra i contemporanei, dai cambianesi Giovanni Borgarello e Ferruccio D'Angelo.
Il genio creativo di Grosso permane nelle sontuose ambientazioni d’interni, scaturite dallo studio al terzo piano dell'Accademia torinese, luogo magico e fonte di ispirazione per molti artisti, di cui resta memoria tangibile nella barocca cornice d’alcova, opportunamente custodita in Corte Medievale fra le possenti mura di Palazzo Madama.