sabato 19 aprile 2025

MUCHA E BOLDINI A FERRARA

Alphonse Mucha, Fantasticheria, 1897
Alphonse Mucha
Fantasticheria, 1897
Litografia a colori, cm 34,5 x 27
Palazzo dei Diamanti a Ferrara presenta, fino al 20 luglio 2025, due mostre straordinarie: una monografica su ALPHONSE MUCHA, uno dei padri dell’Art Nouveau, nelle 11 sale dell’ala Rossetti, e una mostra-dossier su GIOVANNI BOLDINI, dedicata al tema del ritratto femminile, nelle 3 sale dell’ala Tisi.
La retrospettiva racconta attraverso circa 150 opere la biografia e il percorso artistico di Alphonse Mucha (Ivančice, 1860 – Praga, 1939), che raggiunse fama internazionale nella Parigi fin de siècle grazie ai manifesti per gli spettacoli teatrali della celebre attrice Sarah Bernhardt e ai pannelli decorativi raffiguranti donne attraenti e raffinate, nello stile inconfondibile e seducente, subito ribattezzato “Le style Mucha”.
Alphonse Mucha, Le stagioni: estate, 1896
Alphonse Mucha
Le stagioni: estate, 1896
Litografia a colori, cm 103 x 54
© Mucha Trust
Quando nel 1900 venne inaugurata l’Esposizione Universale di Parigi, il grafico ceco era già considerato una delle figure di spicco del nuovo decorativismo internazionale. Nel 1904 visitò per la prima volta gli Stati Uniti e la stampa lo definì «il più grande artista decorativo del mondo».
 Poliedrico e versatile fu anche fotografo, scenografo, progettista d'interni, creatore di gioielli e designer. Insegnante, filosofo e pensatore, era convinto che la bellezza e la forza ispiratrice dell’arte potessero favorire il progresso dell’umanità e la pace. Fermo sostenitore dell’indipendenza dall’Impero asburgico espresse con forza il sogno di unità dei popoli slavi.
L’esposizione è curata da Tomoko Sato con il coordinamento scientifico di Francesca Villanti, in collaborazione con la Mucha Foundation.
Giovanni Boldini, La signora in rosa (Ritratto Olivia Concha de Fontecilla), 1916
Giovanni Boldini
La signora in rosa
(Ritratto Olivia Concha de Fontecilla)
, 1916
Olio su tela, cm 163 x 113
Ferrara, Museo Giovanni Boldini Ferrara
© Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea
foto Tiziano Menabò

Oltre 40 opere di Giovanni Boldini (Ferrara, 1842 – Parigi, 1931) tra dipinti ad olio, pastelli, acquerelli, disegni e incisioni, selezionate dal curatore Pietro Di Natale fra quelle custodite nel Museo ferrarese a lui intitolato, raccontano il suo talento nel tradurre in pittura il fascino della “donna moderna”. Ricercatissimo da una facoltosa clientela, il pubblico e la critica, in Europa come in America, ne apprezzarono soprattutto lo stile elegante, spigliato, colto, emancipato, inquieto, talvolta eccentrico.
Lo dimostrano i ritratti a figura intera della contessa Berthier de Leusse, della principessa Eulalia di Spagna, della misteriosa protagonista di Fuoco d’artificio, e di Olivia Concha de Fontecilla, dipinto noto come La signora in rosa.
Giovanni Boldini, Fuoco d’artificio, c. 1890
Giovanni Boldini
Fuoco d’artificio, c. 1890
Olio su tela, cm 200 x 99,5
Ferrara, Museo Giovanni Boldini Ferrara
© Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea
foto Luca Gavagna
La rassegna presenta inoltre due esemplari a mezza figura a olio e a pastello, due ritratti di Boldini (il bronzo realizzato da Vincenzo Gemito e il famoso Autoritratto a sessantanove anni), alcuni interni dell’atelier, un genere dalla forte valenza autobiografica a cui si dedicò dalla fine degli anni Ottanta, e studi vitali e vibranti, tra cui il Nudino scattante e la tela Ninfe al chiaro di luna. Completano il percorso espositivo una selezione di disegni e una serie di incisioni che documentano un aspetto significativo ma meno conosciuto della sua produzione.

ALPHONSE MUCHA / GIOVANNI BOLDINI
22 marzo – 20 luglio 2025
Palazzo dei Diamanti
Corso Ercole I d’Este 21, Ferrara
Orario apertura: tutti i giorni, feriali e festivi, 9.30 – 19.30 (la biglietteria chiude un’ora prima).
Informazioni e prenotazioni:
T. +39 0532 244949 | diamanti@comune.fe.it 
info@arthemisia.it
www.palazzodiamanti.it 
www.arthemisia.it

mercoledì 16 aprile 2025

HAMMERSHØI E I PITTORI DEL SILENZIO

Luce del sole nel salotto III,
Vilhelm Hammershøi
Luce del sole nel salotto III, 1900 circa,
Stoccolma, Nationalmuseum
© Nationalmuseum / foto Cecilia Heisser
Fino al 29 giugno 2025 a Palazzo Roverella è in corso la prima mostra italiana dedicata a Vilhelm Hammershøi (Copenaghen, 1864-1916), il più grande pittore danese della propria epoca.
Da anni è in atto la sua riscoperta a livello internazionale: grandi e importanti mostre a lui dedicate sono state realizzate a Parigi, Tokyo, a New York, Londra e in molti altri musei nel mondo. La retrospettiva, da una parte esplora il rapporto tra Hammershøi e gli italiani U. Prencipe, O. Ghiglia, V. Grubicy de Dragon, G.A. Sartorio, Mario Reviglione e innumerevoli personalità a lui affini; dall’altra lo pone a confronto con artisti europei che praticarono una poetica basata sui temi del silenzio, della solitudine, delle ‘città morte’, dei ‘paesaggi dell’anima’.
Interno della chiesa di Santo Stefano Rotondo a Roma
Vilhelm Hammershøi
Interno della chiesa di Santo Stefano Rotondo a Roma, 1902
Odense, Kunstmuseum Brandts
© Kunstmuseum Brandts
A Rovigo è esposto un nucleo fondamentale di opere, selezionate nella rarefatta produzione di Hammershøi. Sottolinea il curatore Paolo Bolpagni come, in seguito ai soggiorni in Italia e a Roma (unico soggetto italiano, la basilica di Santo Stefano Rotondo al Celio, è presente in mostra), egli elaborò una personale riflessione intorno all’antichità classica, ai Primitivi e agli artisti del nostro Quattrocento.
Per contro, non pochi pittori italiani coevi e successivi furono suggestionati dalle sue opere, piuttosto precocemente segnalate dalla critica - Vittorio Pica, Giuseppe Antonelli, Emilio Cecchi -  e nei periodici ‘Il Marzocco’ ed ‘Emporium’.
Il violoncellista. Ritratto di Henry Bramsen
Vilhelm Hammershøi
Il violoncellista. Ritratto di Henry Bramsen, 1893
Odense, Kunstmuseum Brandts
© Kunstmuseum Brandts
Tre sono gli ambiti portanti della ricerca dell’autore approfonditi in mostra: gli interni, spesso privi di presenze umane, i ritratti e le vedute architettoniche.
Completano il percorso una comparazione tra la produzione di Hammershøi e i dipinti di  artisti scandinavi, francesi, belgi, svizzeri, olandesi e un omaggio di uno dei più interessanti  fotografi contemporanei, lo spagnolo Andrés Gallego.
Ad accompagnare la rassegna, l’ampio catalogo edito da Dario Cimorelli Editore, con saggi del curatore Paolo Bolpagni e di Claudia Cieri Via, Luca Esposito, Francesco Parisi e Annette Rosenvold Hvidt.
Sunshine in the Drawing Room III Strandgade 30
Vilhelm Hammershøi
Sunshine in the Drawing Room III. Strandgade 30, 1903
Stoccolma, Nationalmuseum


Hammershøi e i pittori del silenzio tra il Nord Europa e l’Italia
Dal 21 febbraio al 29 giugno 2025
Palazzo Roverella
via Laurenti 8/10, Rovigo
Orario: dal lunedì al venerdì: 9 – 19; sabato, domenica e festivi: 9 – 20. Ultimo accesso un’ora prima della chiusura
Per informazioni: +39 0425 460093; info@palazzoroverella.com