sabato 7 maggio 2022

FERRO E FUOCO

Fabbri ferrai al lavoro

Ferro che rugginoso
si mette entro a fucina
se martel poderoso
lo batte ben si affina.

                  (Jacopone da Todi)

Fabbri di ieri e di oggi. Artisti o artigiani?  Con il testo di Anna Cremonte Pastorello e le suggestive fotografie in bianco e nero di Maurizio Baiotti la pubblicazione FERRO E FUOCO dà ampio spazio a Torino e al Piemonte senza dimenticare esempi importanti di architettura in ferro in Italia e in Europa, tra excursus cronologico e rassegna iconografica suddivisa in tematiche: cancellate e cancelli, portoni, roste, finestre, poggioli, lampioni, ponti sospesi, arredi esterni e interni, insegne, armi e infine applicazioni in agricoltura, industria e trasporti. Come si legge nella prefazione di Gian Giorgio Massara, l'accurata veste editoriale "si rivela ricchissima di notizie con esempi poco conosciuti nel campo dell'arte fabbrile", considerata così importante da Luigi XIV di Francia da collocarla immediatamente dopo la pittura, la scienza e la musica.

Valle d'Aosta. Castello di Issogne
Picchiotto del portone principale
Fine XV sec.
Materiale "strutturale", funzionale agli usi più svariati eppure estremamente deperibile, così soggetto alla corrosione e all'effetto degli agenti atmosferici, il ferro battuto si diffonde nel territorio piemontese e in particolare fra le residenze nobiliari e le vie di Torino con le sue linee barocche e Liberty in cancellate, inferriate, elementi di ornato architettonico, nelle armature di raffinata fattura medievale conservate nelle armerie dei musei o dei castelli, splendido connubio fra ricerca estetica e destinazione d'uso quotidiano.
Vecchie vedute piemontesi e valdostane restaurate dallo studio Alberto Armano illustrano alcuni momenti della produzione siderurgica con gli artefici al lavoro, fino ad arrivare alla fabbricazione industriale di locomotive e mezzi militari. Tutti "manufatti di alto valore artistico sia che nascessero nella tradizionale fucina, sia che uscissero dai calchi in cui il metallo si colava".
Nancy. Place Stanislas
Cancellata di Jean Lamour
1752
Dalla mitologia greca ai fasti dell'Impero Romano, arrivando attraverso i secoli agli anni della rivoluzione industriale, il fabbro assume progressivamente i connotati del demiurgo, di homo faber, è assimilato ad un mago dai poteri misteriosi, è riconosciuto quale abile artigiano, fino a perdere prestigio allorché il milanese Alessandro Mazzucotelli, artefice dei decori di Casa Maffei a Torino (1904) definisce i fabbri ferrai "vassalli dell'Architettura", considerati da architetti e ingegneri meri esecutori al servizio della loro "poca o molta genialità". Di fatto l'apporto nei secoli di maestri qualificati risulta indispensabile, sul piano militare e civile, al progresso delle civiltà egemoni. Nell'XI sec. i conventi diventano fra i maggiori propulsori di questa arte; nelle fucine delle abbazie monaci e artigiani itineranti provenienti da tutta Europa, destinati a prestare la loro opera nelle dimore feudali, attivano una proficua collaborazione perfezionando la tecnica e diffondendola nelle sedi nobiliari del vecchio continente.
Torino, Santuario della Consolata
Scala d'accesso al pulpito
La scoperta del ferro ha origini antichissime e una costante fioritura: dai Pugnali del cielo egizi (3000 a.C.) ricavati da frammenti di meteorite, alla battitura del metallo incandescente al fine di liberarlo dalle impurità, a partire dal 1700 - 1500 a.C., la sua forgiatura acquista via via un intento decorativo procedendo attraverso il gotico fiammeggiante, il rigore rinascimentale, il genere pittoresco dello stile Rococò, l'opulenza dei dettagli dorati in Russia e Spagna, fino a trovare applicazione nelle grandi opere di ingegneria quali, ad esempio, la Tour Eiffel progettata da Gustave Eiffel per l'Esposizione Universale di Parigi del 1889 o la straordinaria stazione della metropolitana Karlsplatz di Otto Wagner a Vienna, realizzata tra il 1894 e il 1899 con lo scheletro in ferro rivestito di lastre di marmo.
Torino
Locomotiva Enza

1906
Nel XX secolo in architettura dominano le soluzioni razionaliste degli architetti Walter Gropius (1883-1969), Adolph Meyer (1881-1929), Le Corbusier (1887-1965) o le linee spezzate o curve dell'espressionista Eric Mendelsohn (1887-1953), caratterizzate da elementi armati in ferro, abbinati al vetro e all'acciaio. Anche oggi, sebbene il metallo (sideros, com'era chiamato dagli antichi greci per la sua affinità con i meteoriti, ovvero "stelle" cadute dal cielo) trovi un minor impiego in campo urbanistico viene utilizzato nell'architettura d'interni, dove testiere, tavoli e sedie da giardino, dehors, fioriere ed altri complementi, esaltano le proprietà di una materia versatile, forte e fragile al tempo stesso, che ha saputo piegarsi alle esigenze della storia, senza tuttavia scalfire in alcun modo la propria innata, inossidabile fierezza.

FERRO E FUOCO
Excursus tra ferri e fabbri
Anna Cremonte Pastorello di Cornour e Maurizio Baiotti
2014 - f.to 24x31 - 352 pagine
€ 40,00
ISBN 978-88-7889-317-7
Daniela Piazza Editore