giovedì 13 ottobre 2011

Sentieri

Carlo D'Oria, Il contadino, 1995
Perché siamo in questo mondo e qual è il nostro destino individuale e collettivo? Questi sono i quesiti dai quali scaturisce il lavoro di Carlo D’Oria, il tema di fondo che caratterizza fin dall’inizio la ricerca dell’artista, che in termini strettamente attuali rimette in gioco la questione sempre inesorabilmente fondamentale della connessione fra l’uomo e la dimensione spazio-temporale.
Meritoriamente affrontati in modo chiaro e diretto, senza slittamenti retoricamente simbolici, facendo una scelta controcorrente rispetto alla ancora dominante deriva postmoderna, in una mostra che racchiude quattro dei cicli più significativi della produzione dell'autore: “Le linee di confine”, “Le ferite”, “Il potere” e “Le tracce”.
E proprio in questo senso, si può citare anche un grande maestro come Alberto Giacometti,"certamente amato da D’Oria, e che probabilmente lo ha influenzato, non stilisticamente, ma per la sua mirabile e ossessiva angoscia umanistica, incentrata sulla situazione dell’uomo in rapporto al suo contesto di vita, al suo 'esserci' nel mondo. Anche D’Oria sente profondamente il fascino melanconico e inquietante degli individui immersi nella loro solitudine e sospesi in realtà desolate”, come afferma Francesco Poli nel testo critico in catalogo.

Galleria Boursier Contemporary Art
P.zza Cavour 2 - 10123 Torino
Sentieri
Personale di Carlo D’Oria
5 ottobre – 15 novembre 2011
Mostra a cura di Francesco Poli
Orario: lunedì - sabato 16 – 19,30; domenica su appuntamento