Ad Arte
a cura di Silvia Cestari
giovedì 26 giugno 2025
venerdì 20 giugno 2025
DA BOTTICELLI A MUCHA
«La bellezza è ciò che eleva l’uomo dalle mere necessità del sopravvivere». È a partire da questo assunto che i Musei Reali di Torino e Arthemisia hanno progettato la mostra DA BOTTICELLI A MUCHA, Bellezza, natura, seduzione, a cura di Annamaria Bava, nelle Sale Chiablese fino al 27 luglio 2025.
Dalle statue e bassorilievi archeologici di età romana, al glorioso Rinascimento italiano arrivando agli anni della Belle Époque, oltre cento opere celebrano il mito, il fascino dell’antico, la natura e l’universo femminile attraverso 11 sale e 10 sezioni.
Dalle statue e bassorilievi archeologici di età romana, al glorioso Rinascimento italiano arrivando agli anni della Belle Époque, oltre cento opere celebrano il mito, il fascino dell’antico, la natura e l’universo femminile attraverso 11 sale e 10 sezioni.
L’allestimento, del tutto inedito, oltre ad attingere all’immenso patrimonio dei Musei Reali di Torino, si fregia dei prestiti di autorevoli istituzioni e collezioni nazionali e internazionali, fra cui le Gallerie degli Uffizi di Firenze, il Museo Nazionale Collezione Salce di Treviso e il Museo Mucha, che ospita nel Palazzo Savarin di Praga la Collezione della Famiglia Mucha, amministrata dalla omonima Fondazione.
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Orsola Maddalena Caccia Sibilla Persica 1640-1650 Olio su tela, 110x78,5 cm Fondazione Cassa di Risparmio, Asti |
La mostra si apre, nella sezione dedicata a Venere, con il confronto tra la versione restituita da Botticelli, oggi nella collezione Gualino della Galleria Sabauda e quella di Lorenzo di Credi, proveniente dalle Gallerie degli Uffizi, mentre il mito di Elena è raffigurato negli arazzi della Manifattura di Bruxelles e nei raffinati gruppi settecenteschi della Manifattura di Sèvres.
Dall'allegoria classica delle Tre Grazie - Eufrosine (la Gioia), Aglae (lo Splendore), e Talìa (la Prosperità) - nei bozzetti per il celebre gruppo marmoreo di Antonio Canova, si passa ai fasti dell’Urbe nel Taccuino romano del ferrarese Girolamo da Carpi (Girolamo Sellari 1501-1556) - 180 fogli disegnati fronte e retro, di cui 90 conservati nella Biblioteca Reale di Torino, esposti con il sostegno di Fondazione CRT-, agli album naturalistici un tempo nella “camera delle meraviglie” del duca Carlo Emanuele I di Savoia (1580-1630).
Dall'allegoria classica delle Tre Grazie - Eufrosine (la Gioia), Aglae (lo Splendore), e Talìa (la Prosperità) - nei bozzetti per il celebre gruppo marmoreo di Antonio Canova, si passa ai fasti dell’Urbe nel Taccuino romano del ferrarese Girolamo da Carpi (Girolamo Sellari 1501-1556) - 180 fogli disegnati fronte e retro, di cui 90 conservati nella Biblioteca Reale di Torino, esposti con il sostegno di Fondazione CRT-, agli album naturalistici un tempo nella “camera delle meraviglie” del duca Carlo Emanuele I di Savoia (1580-1630).
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Luca Longhi Giovane donna con unicorno 1550 circa Olio su tavola, 132x98 cm Su concessione del Mic – Museo Nazionale di Castel Sant'Angelo, Roma |
Verso la fine del Quattrocento, a Roma vengono alla luce i resti della Domus Aurea di Nerone. Inizia così la lunga fortuna delle “grottesche”, in pieno Cinquecento riprodotte in ogni forma artistica: pitture, rilievi architettonici, miniature, smalti, maioliche, armi e armature. In mostra sono esposte una cinquedea, sofisticata arma bianca con figure mitologiche incise, e la rotella da parata su cui compaiono divinità dell’Olimpo elegantemente sbalzate.
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Manifattura Reale di Sèvres Louis Simon Boizot, modellatore (attribuito) Il giudizio di Paride 1780 circa Biscuit, 41x54x31 cm Su concessione del Mic – Musei Reali, Palazzo Reale |
La panoramica attraverso i secoli comprende una galleria di regine, principesse e belle di corte, fra cui Maria Antonietta d’Asburgo, ritratta da Joseph Ducreux e, di Michele Gordigiani, le effigi della Contessa di Castiglione e della regina Margherita di Savoia.
Emblema di sensualità, il Nudo di donna di Giacomo Grosso campeggia insieme alle figure simboliste di Bistolfi e Stratta e alla divina Semiramide di Cesare Saccaggi.
Infine, un focus particolare è riservato, nel nuovo Spazio Leonardo al primo piano della Galleria Sabauda, al celebre Volto di fanciulla (1478 - 1485 circa) - “ritratto di spalla” mutuato dagli insegnamenti di Andrea del Verrocchio - disegno autografo a punta metallica su carta preparata proveniente dalla Biblioteca Reale di Torino.
Infine, un focus particolare è riservato, nel nuovo Spazio Leonardo al primo piano della Galleria Sabauda, al celebre Volto di fanciulla (1478 - 1485 circa) - “ritratto di spalla” mutuato dagli insegnamenti di Andrea del Verrocchio - disegno autografo a punta metallica su carta preparata proveniente dalla Biblioteca Reale di Torino.
DA BOTTICELLI A MUCHA
Bellezza, natura, seduzione
Fino al 27 luglio 2025
Musei Reali di Torino
Sale Chiablese
Piazzetta Reale, Torino
Orario: Dal giovedì al martedì. Tutti i giorni 9,30-19,30. Chiuso il mercoledì (la biglietteria chiude un'ora prima)
Informazioni e prenotazioni: t. +39 011 1848711
www.arthemisia.it
www.museireali.it
giovedì 5 giugno 2025
DI ERBE E DI FIORI
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Filippo de Pisis Vaso di Fiori, 1949 P420 Bologna |
Tra scienza e arte, la rassegna DI ERBE E DI FIORI. Erbari d’autore. Da Besler a Penone, da De Pisis a Cage, al Castello di Miradolo di San Secondo di Pinerolo (TO) fino al 22 giugno 2025, contrappone gli erbari storici di Carlo Allioni, Basilius Besler, Carlo Lupo, Pierre Edouard Rostan, Camillo Sbarbaro, Ada e Alfonso Sella alle opere di Vincenzo Agnetti, Björn Braun, Chiara Camoni, Adelaide Cioni, Betty Danon, Filippo De Pisis, Piero Gilardi, Giorgio Griffa, Wolfgang Laib, Ugo La Pietra, Christiane Löhr, Mario Merz, Helen Mirra, Richard Nonas, Giulio Paolini, Giuseppe Penone, Robin Rhode, Thomas Schütte, Alessandra Spranzi e Michele Zaza.
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Vincenzo Agnetti Photo-Graffia, 1980 carta fotografica esposta e graffiata 29,5 x 49,5 cm Collezione La Gaia, Busca (CN) |
Curato dalla Fondazione Cosso e da Roberto Galimberti, con la consulenza iconografica di Enrica Melossi, il percorso si apre con l’opera segnica di Helen Mirra. Lungo la Manica Storica, l’indagine critica illustra il dettagliato Hortus Heystettensis del farmacista tedesco Basilius Besler: 1.084 piante raffigurate a grandezza naturale, provenienti dal giardino del vescovo Johann Konrad von Gemmingen, suo committente nella Norimberga di inizio ‘600.
Si deve tuttavia al torinese Carlo Ludovico Allioni, considerato uno dei massimi esperti di scienza botanica e medica del XVIII secolo, la prima sistematica rinominazione sul modello linneano della flora piemontese. I risultati della sua più che ventennale ricerca furono pubblicati nel trattato Florae pedemontanae Icones del 1789.
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Mario Merz Da un erbario raccolto nel 1979 in Woga-Woga Australia, 1989 collezione privata |
Alla base di ogni erbario vi è l'esigenza di lasciare ai posteri una porzione ben ordinata del complesso regno vegetale. Alcuni assemblano raccolte di proporzioni mastodontiche. Oltre duemila fogli compendiano gli studi di Pierre Edouard Rostan, medico e appassionato botanico delle valli valdesi. Trent’anni di ricerche, dal 1954 al 1984, sono racchiuse nei 2.539 fogli dell’Erbario di Ada e Alfonso Sella. Il giovane Filippo De Pisis, dal 1907 registra più di mille erbe, confluite nella collezione donata all’Orto Botanico di Padova tra il 1916 e il 1917.
Talvolta l’atto di catalogare diventa azione performativa. Wolfgang Laib, medico di formazione, affascinato dalle filosofie orientali, a partire dal 1977 raccoglie e sparge con regolare cadenza il polline, simbolo esoterico di vita e potenza, in una sorta di mantra rituale. Nello stesso anno Michele Zaza realizza un ciclo di opere autobiografiche intitolate Coltivazione.
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Ugo La Pietra Libri aperti, n. 3 esemplari, 2008 terracotta ingobbiata e incisa a mano, 23 x 33 cm cad. Ugo La Pietra Studio, Milano2 |
Nella Manica Nuova il metodo di Giulio Paolini e Piero Gilardi, esponenti dell’Arte Povera, è declinato in termini di progettualità e militanza.
Vi è poi chi ha costruito la sua ricerca artistica sul segno e sul suono. Betty Danon, artista concettuale e poetessa visiva, dal 1979 realizza delicate composizioni di piccole piante e fiori sul pentagramma in attesa della loro fioritura (Green Sounds).
Concettuale è pure l’opera di Robin Rhode, Harvest (Raccolto) che chiude il percorso espositivo nella Cappella del Castello: le immagini in bianco e nero ritraggono l’azione del soggetto (l’artista stesso) in dialogo con la pittura.
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Betty Danon GreenSounds, 1978 Galleria Tiziana Di Caro, Napoli |
Anche John Cage, compositore grande esperto di funghi - nel 1972, insieme a Lois Long, scrittrice e designer, e al micologo Alexander Hanchett Smith, pubblica The Mushroom Book, un libro d’artista in 75 esemplari con 20 litografie non numerate - elabora una partitura strettamente legata alla vita delle piante, ad imitazione della struttura proteiforme dei miceti. A partire da tali premesse, l'installazione sonora, a cura del progetto Avant-dernière pensée, rilegge il brano In a Landscape che John Cage compose nel 1948, in omaggio alla musique d’ameublement (musica d’arredo) di Erik Satie.
Sospeso fra itinerario cronologico e apparato organico, il programma espositivo si avvale inoltre di un percorso ludico per visitatori di tutte le età, Da un metro in giù e della serie di incontri di approfondimento Mezz’ora con… curati da Enrica Melossi.
DI ERBE E DI FIORI
Erbari d’autore. Da Besler a Penone, da De Pisis a Cage
22 marzo-22 giugno 2025
Castello di Miradolo
via Cardonata 2, San Secondo di Pinerolo (TO)
Orari: sabato, domenica e lunedì, dalle 10 alle 18.30. Ultimo ingresso alle ore 17.30
Informazioni: 0121 502761; prenotazioni@fondazionecosso.it
www.fondazionecosso.com
22 marzo-22 giugno 2025
Castello di Miradolo
via Cardonata 2, San Secondo di Pinerolo (TO)
Orari: sabato, domenica e lunedì, dalle 10 alle 18.30. Ultimo ingresso alle ore 17.30
Informazioni: 0121 502761; prenotazioni@fondazionecosso.it
www.fondazionecosso.com
martedì 6 maggio 2025
NOVECENTISTI
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Francesco Menzio Ponte di Torinoolio 70x50 cm |
Si protrarrà fino a sabato 17 maggio 2025 la mostra NOVECENTISTI, presso la Galleria Fratelli Fogliato, in cui sono presenti un centinaio di opere provenienti da raccolte private e dalle famiglie degli artisti.
Come di consueto la rassegna si profila come un’entusiasmante incursione nello scenario artistico del secolo scorso, epoca di grandi cambiamenti urbanistici, di fervore culturale, con personalità di spicco e schiere di seguaci riuniti in cenacoli più o meno eterogenei. È intorno alla figura di Felice Casorati, al mecenatismo illuminato di Riccardo Gualino e ai contributi critici di Lionello Venturi, Marziano Bernardi, Angelo Dragone che si sviluppa la koinè artistica torinese fra le due guerre.
Come di consueto la rassegna si profila come un’entusiasmante incursione nello scenario artistico del secolo scorso, epoca di grandi cambiamenti urbanistici, di fervore culturale, con personalità di spicco e schiere di seguaci riuniti in cenacoli più o meno eterogenei. È intorno alla figura di Felice Casorati, al mecenatismo illuminato di Riccardo Gualino e ai contributi critici di Lionello Venturi, Marziano Bernardi, Angelo Dragone che si sviluppa la koinè artistica torinese fra le due guerre.
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Jessie Boswell Fiori olio 60x73 cm |
In particolare è l'esperienza del Gruppo dei Sei a segnare l’intensa - seppur breve - stagione compresa fra il 1928 e il1931.
Ai suoi protagonisti - Jessie Boswell, Gigi Chessa, Nicola Galante, Carlo Levi, Francesco Menzio, Enrico Paulucci - la Galleria dedica ampio spazio, esponendo fra gli altri i ritratti di Menzio, i nudi di Chessa, i colorati Ombrelloni al mare di Galante e le inconfondibili barche di Paulucci.
Oltre ai Sei, la pittura piemontese vanta firme autorevoli, spesso eccellenti in un ambito specifico della figurazione: Mennyey (in mostra l’arioso Porticciolo eseguito ad olio) si distingue nell’acquaforte, i tappeti natura di Gilardi si collocano fra Arte Povera ed evocazioni Pop, Tabusso incanta rivelando la magia dei boschi nella tipica sintassi fra espressionismo e naïveté, Mastroianni elabora codici astratti su tela e in opere plastiche, Albano recupera la lezione metafisica di Carrà e De Chirico.
Ai suoi protagonisti - Jessie Boswell, Gigi Chessa, Nicola Galante, Carlo Levi, Francesco Menzio, Enrico Paulucci - la Galleria dedica ampio spazio, esponendo fra gli altri i ritratti di Menzio, i nudi di Chessa, i colorati Ombrelloni al mare di Galante e le inconfondibili barche di Paulucci.
Oltre ai Sei, la pittura piemontese vanta firme autorevoli, spesso eccellenti in un ambito specifico della figurazione: Mennyey (in mostra l’arioso Porticciolo eseguito ad olio) si distingue nell’acquaforte, i tappeti natura di Gilardi si collocano fra Arte Povera ed evocazioni Pop, Tabusso incanta rivelando la magia dei boschi nella tipica sintassi fra espressionismo e naïveté, Mastroianni elabora codici astratti su tela e in opere plastiche, Albano recupera la lezione metafisica di Carrà e De Chirico.
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Sergio Albano Una lunga giornata olio 40x40 cm |
Il secolo breve, anche nelle regioni italiane transalpine, presenta vari modi di guardare al futuro. Con un occhio rivolto alla scena internazionale (in questi anni molti soggiornano all'estero, soprattutto a Parigi), autori come Massimo Quaglino, Mino Maccari e Luigi Spazzapan, sono tra coloro i quali più risentono delle suggestioni francesi postimpressioniste e dei movimenti di area mitteleuropea. A partire da queste premesse - cui va aggiunta la narrazione futurista di Diulgheroff - la pittura figurativa prenderà da un lato la strada dell’informale e della definitiva smaterializzazione, dall'altro rivendicherà la preminenza dei generi tradizionali in declinazioni ora moderniste, ora nostalgiche.
Dipinti come Neve a Salice d’Oulx di Felice Vellan, la vivida scogliera di La Baie de l’Argent Faux realizzata da Antonio Possenti, i fiori recisi declinati in varie forme, le vedute di Mario Lisa, i paesaggi innevati o montani di una nutrita schiera di autori naturalisti - da Brunetto a Musso, a Campagnari, Boetto e Sobrile - denotano il preciso intento, radicato nel secolo precedente, di attenersi alla realtà oggettiva, ora naufragante in derive simboliste (tale appare l’atmosfera böckliniana nell'Isola Ildebranda di Mazzonis), ora di concreta immanenza per quell'apporto - minimo o debordante - di colore autobiografico che l'artista vi ha infuso.
Elenco dei pittori presenti:
Abacuc, T. Aime, L. Ajmone, S. Albano, E. Alciati, G. Benzi, G. Boetto, A. Bosia, J. Boswell, S. Brunetto, O. Campagnari, F. Carena, Felice Casorati, G. Chessa, G. Da Milano, G. Depetris, N. Diulgheroff, E. Fico, N. Galante, R. Gazzera, P. Gilardi, G. Grande, W. Jervolino, C. Levi, M. Lisa, T. Longaretti, M. Maccari, G. Manzone, U. Mastroianni, O. Mazzonis, F. Mennyey, F. Menzio, P. Morando, G. Morbelli, I. Mus, C. Musso, R. Pasteris, E. Paulucci, E. Peluzzi, A. Possenti, M. Quaglino, L. Serralunga, G. Sobrile, L. Spazzapan, F. Tabusso, D. Treves, D. Valinotti, F. Vellan, L. Verdiani, V. Zolla.
NOVECENTISTI
Fino al 17 maggio 2025
Galleria Fratelli Fogliato
Via Mazzini, 9 - 10123 Torino
Orario: 10,30-12,30 / 16-19. Chiuso lunedì e festivi.
Tel. 011887733
http://www.galleriafogliatotorino.com
sabato 19 aprile 2025
MUCHA E BOLDINI A FERRARA
Palazzo dei Diamanti a Ferrara presenta, fino al 20 luglio 2025, due mostre straordinarie: una monografica su ALPHONSE MUCHA, uno dei padri dell’Art Nouveau, nelle 11 sale dell’ala Rossetti, e una mostra-dossier su GIOVANNI BOLDINI, dedicata al tema del ritratto femminile, nelle 3 sale dell’ala Tisi.
La retrospettiva racconta attraverso circa 150 opere la biografia e il percorso artistico di Alphonse Mucha (Ivančice, 1860 – Praga, 1939), che raggiunse fama internazionale nella Parigi fin de siècle grazie ai manifesti per gli spettacoli teatrali della celebre attrice Sarah Bernhardt e ai pannelli decorativi raffiguranti donne attraenti e raffinate, nello stile inconfondibile e seducente, subito ribattezzato “Le style Mucha”.
La retrospettiva racconta attraverso circa 150 opere la biografia e il percorso artistico di Alphonse Mucha (Ivančice, 1860 – Praga, 1939), che raggiunse fama internazionale nella Parigi fin de siècle grazie ai manifesti per gli spettacoli teatrali della celebre attrice Sarah Bernhardt e ai pannelli decorativi raffiguranti donne attraenti e raffinate, nello stile inconfondibile e seducente, subito ribattezzato “Le style Mucha”.
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Alphonse Mucha Le stagioni: estate, 1896 Litografia a colori, cm 103 x 54 © Mucha Trust |
Quando nel 1900 venne inaugurata l’Esposizione Universale di Parigi, il grafico ceco era già considerato una delle figure di spicco del nuovo decorativismo internazionale. Nel 1904 visitò per la prima volta gli Stati Uniti e la stampa lo definì «il più grande artista decorativo del mondo».
Poliedrico e versatile fu anche fotografo, scenografo, progettista d'interni, creatore di gioielli e designer. Insegnante, filosofo e pensatore, era convinto che la bellezza e la forza ispiratrice dell’arte potessero favorire il progresso dell’umanità e la pace. Fermo sostenitore dell’indipendenza dall’Impero asburgico espresse con forza il sogno di unità dei popoli slavi.
Poliedrico e versatile fu anche fotografo, scenografo, progettista d'interni, creatore di gioielli e designer. Insegnante, filosofo e pensatore, era convinto che la bellezza e la forza ispiratrice dell’arte potessero favorire il progresso dell’umanità e la pace. Fermo sostenitore dell’indipendenza dall’Impero asburgico espresse con forza il sogno di unità dei popoli slavi.
L’esposizione è curata da Tomoko Sato con il coordinamento scientifico di Francesca Villanti, in collaborazione con la Mucha Foundation.
Lo dimostrano i ritratti a figura intera della contessa Berthier de Leusse, della principessa Eulalia di Spagna, della misteriosa protagonista di Fuoco d’artificio, e di Olivia Concha de Fontecilla, dipinto noto come La signora in rosa.
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Giovanni Boldini Fuoco d’artificio, c. 1890 Olio su tela, cm 200 x 99,5 Ferrara, Museo Giovanni Boldini Ferrara © Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea foto Luca Gavagna |
La rassegna presenta inoltre due esemplari a mezza figura a olio e a pastello, due ritratti di Boldini (il bronzo realizzato da Vincenzo Gemito e il famoso Autoritratto a sessantanove anni), alcuni interni dell’atelier, un genere dalla forte valenza autobiografica a cui si dedicò dalla fine degli anni Ottanta, e studi vitali e vibranti, tra cui il Nudino scattante e la tela Ninfe al chiaro di luna. Completano il percorso espositivo una selezione di disegni e una serie di incisioni che documentano un aspetto significativo ma meno conosciuto della sua produzione.
ALPHONSE MUCHA / GIOVANNI BOLDINI
22 marzo – 20 luglio 2025
Palazzo dei Diamanti
Corso Ercole I d’Este 21, Ferrara
Orario apertura: tutti i giorni, feriali e festivi, 9.30 – 19.30 (la biglietteria chiude un’ora prima).
Informazioni e prenotazioni:
T. +39 0532 244949 | diamanti@comune.fe.it
info@arthemisia.it
www.palazzodiamanti.it
www.arthemisia.it
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