martedì 18 novembre 2025

LA BIBBIA ISTORIATA PADOVANA

Rovigo, Biblioteca dell'Accademia dei Concordi di Rovigo, ms212
Ritorna a Padova, sia pure per il breve spazio di una mostra, la “Bibbia Istoriata Padovana”, manoscritto miniato di epoca trecentesca, opera di artisti operanti presso la Corte dei da Carrara, Signori della città sino al 1405.
Caduta la Signoria, quando Padova entra nella Serenissima Repubblica di Venezia, della Bibbia Istoriata si perdono le tracce. Due porzioni staccate giunsero sul mercato forse in epoca sette-ottocentesca. Una venne acquisita dalla potente famiglia rodigina dei Silvestri, che la legarono all’Accademia dei Concordi; la seconda porzione (c.d. Bibbia Sussex) giunse attraverso il Duca di Sussex alla British Library, dove attualmente è conservata. Di eventuali ulteriori parti del manoscritto miniato non c’è, ad oggi, traccia.
London, British Library
La Bibbia riunita per iniziativa della Fondazione Cariparo è esposta nel Salone dei Vescovi del Museo Diocesano, accanto al Battistero della Cattedrale, tesoro dell’Urbs Picta patavina dichiarato patrimonio Unesco dell'umanità.
A rendere unica la Bibbia Istoriata Padovana è il suo corredo di miniature cui rimanda il motto ricorrente “Como qui si è depento”. Il racconto biblico è scritto in volgare con inflessioni venete e padovane, una rarità fra i più diffusi testi in lingua latina.
Il manoscritto di Rovigo contiene l’incipit della Genesi, oltre alla storia di Ruth, quello londinese riporta la parte centrale del Pentateuco (Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio) e il libro di Giosuè.
Della Bibbia Sussex sono conservate 86 carte illustrate, impreziosite da 529 immagini miniate. Una improvvida rifilatura dei fogli, avvenuta in un momento sconosciuto, si è portata via una parte della numerazione delle pagine e delle note. I fogli londinesi si presentano racchiusi da una legatura blu e oro ottocentesca, con stemma reale.
Padova, Battistero del Duomo, Creazione del Cielo e della Terra
“Le illustrazioni della Bibbia Padovana dimostrano di guardare ai grandi cicli pittorici che Giotto, Altichiero, Giusto de’ Menabuoi avevano realizzato per i Carraresi e per le potenti comunità religiose della città, secondo uno stile particolarmente sobrio e realistico” sottolinea Alessia Vedova, curatrice della mostra. Sono gli anni in cui la città accoglie anche il maggiore poeta del momento, Francesco Petrarca, ad indicare un ambiente culturale tra i più elevati del continente.
Il cospicuo patrimonio del Museo Diocesano, diretto da Andrea Nante,  comprende opere di rilevo dal Medioevo a Canova e consente di visitare, con lo stesso biglietto di ingresso, il Battistero della Cattedrale unitamente al ciclo di affreschi di Giusto de’ Menabuoi, le cui scene dipinte, specie nel tamburo della cupola, furono modelli iconografici per la Bibbia.

LA BIBBIA ISTORIATA PADOVANA
La città e i suoi affreschi
Dal 17 ottobre 2025 al 19 aprile 2026
Padova, Salone dei Vescovi del Museo Diocesano
Piazza Duomo, 12 - Padova
Orario: lunedì 14 - 18 (ultimo ingresso alle ore 17); dal martedì alla domenica 10 - 13 (ultimo ingresso alle ore 12) e 14 - 18 (ultimo ingresso alle ore 17).
t. 049 82 26 159; info@museodiocesanopadova.it
https://www.museodiocesanopadova.it/

Ogni edizione di INSERTO — il programma curatoriale dellArchivio Gribaudo, inaugurato nel 2024 — è un invito a esplorare, insieme ad artisti, poeti, curatori, graphic designer e scrittori, un frammento del vasto universo di Ezio Gribaudo (1929-2022).
Per questa nuova edizione, Anne Bourse (1982) e Benjamin Seror (1979), compagni di lunga data, propongono Chanson Nouvelle, una fiction di forme e canzoni, in accordo con lo spirito dialettico dell’artista ed editore torinese.
Nelle sere d’inverno sulle Alpi e durante il giorno nello studio di Via Biamonti Ezio ascoltava musica jazz e brani radiofonici, di certo motivi ispiratori della sua immaginifica attività.

Negli anni sperimentali Anne cantava e registrava senza alcuna formazione musicale, armeggiando sul suo registratore a quattro piste, mentre Benjamin lanciava l' etichetta indipendente Drame orage.
Oggi Anne Bourse crea finti magazine in carta bianca di recupero rilegata grossolanamente dove campeggiano poesie sfocate, canzoni arenate, abbinate a fotografie o disegni rielaborati graficamente. A queste e ad altre opere, definibili “finzioni concrete”, Benjamin Seror dà forma attraverso le sue partiture musicali.


Anche Gribaudo, disegnava instancabilmente nei menabò vuoti dei libri — bozze preliminari create prima della stampa, mentre lavorava  come editore per Edizione Fratelli Pozzo e Le Grandi Monografie Fabbri — che riciclava, dando loro così una seconda vita.
Musica, testi e immagini assumono in questo modo una consistenza plastica e le voci di Gribaudo, Bourse e Seror creano inedite polifonie capaci di dar voce a un suono fugace o di rendere visibile ciò che all'occhio distratto resta invisibile.

Chanson Nouvelle
Anne Bourse & Benjamin Seror
a cura di Lilou Vidal
Dal 31 ottobre 2025 al 31 gennaio 2026
Archivio Gribaudo
Via Biamonti, 15 B - 10131 Torino
Tel. + 39 011 819 32 51

lunedì 17 novembre 2025

ANTONIO BEATO. RITORNO A VENEZIA

Abu Simbel. Facciata del Tempio di Ramses II (Grande Tempio)
Antonio Beato
Abu Simbel. Facciata del Tempio di Ramses II (Grande Tempio)
1870/1888
Stampa all’albumina
20 x 26 cm
Fondazione Musei Civici di Venezia - Museo Fortuny
A quasi duecento anni dalla nascita di Antonio Beato (ca. 1835–1905/1906), il Museo Fortuny di Venezia rende omaggio a uno dei protagonisti più significativi della fotografia ottocentesca.
Il percorso, articolato in quattro sezioni, descrive i primi viaggi attraverso Il Mediterraneo compiuti insieme al cognato James Robertson tra il 1854 e il 1857, mostra il reportage su Le guerre  in Crimea e in India realizzato tra il 1855 e il 1859 con il fratello Felice Beato e James Robertson e procede fino a Gli anni egiziani, compresi fra il 1860 e il 1905, con gli scatti di Luxor, Abu Simbel, Il Cairo e Giza, accostati a immagini analoghe di Pascal Sébah,  Félix Bonfils e all'emblematica piramide di Cheope immortalata da Lee Miller nel 1938.
Giza. Le piramidi viste da nord-est
Pascal Sébah
Giza. Le piramidi viste da nord-est
1875 (1860-1862 (?))
Stampa all’albumina
20,1 x 25,7 cm
Fondazione Musei Civici di Venezia - Museo Fortuny
La quarta e ultima sezione, Dopo Beato, apre al dialogo con autori contemporanei attivi in Egitto, come Anthony Hamboussi, Paul Geday, Denis Dailleux e Bryony Dunne.
Completa quest'ultima parte la piccola sala laterale con volti, mercati e scene quotidiane tratti dall’oasi di El-Fayyum, dal sito di Abu Simbel e dalla città di Wadi Halfa, visti da Mariano Fortuny e Henriette Nigrin nel 1938, determinanti per l’arte tessile di Fortuny, che reinterpretò motivi decorativi egizi nei suoi celebri velluti stampati.
Chiude  il percorso una video-intervista a Italo Zannier, grande storico della fotografia.

ANTONIO BEATO. RITORNO A VENEZIA
Fotografie tra viaggio, architettura e paesaggio
Fino al 12 gennaio 2026
San Marco 3958 - 30124 Venezia 
Orario: 10.00 – 17.00 (ultimo ingresso ore 16.00). Chiuso il martedì.
t. +39 041 5200995

mercoledì 5 novembre 2025

BOSCH IL SOGNATORE

 Gian Giorgio Massara

Giardino delle delizie
Hieronymus Bosch
Giardino delle delizie
1480-1490 circa
Olio su tavola, 220×389 cm
Museo del Prado, Madrid

«Un linguaggio che stupisce
e affascina, un mistero
ancora da svelarsi».

Massimo Centini, dopo il successo della pubblicazione dedicata alla biografia di Caravaggio (2024), s'accosta ora a un mondo altrettanto bizzarro, bilanciato fra il dolore e la tragedia, l'allegoria e l'umana stoltezza. Un fil rouge che giungerà sino al Surrealismo, trovando però l'avvio nel mondo di Hieronymus BOSCH (1450/60 - 1516).
Nave dei folli
Hieronymus Bosch
Nave dei folli
1494 ca
Olio su tavola, 57,9×32,6 cm
Parigi, Museo del Louvre

Occorre precisare che questo Maestro - che scruta l'animo umano come pochissimi altri pittori - nasce a 's-Hertogenbosch; come era usanza prende il nome del luogo d'origine: un presunto ritratto inciso reca la scritta Hieronimo Boschio Pictori.
Rimanendo nel mondo dell'immagine non si può scordare il pur discusso, ma di qualità Ritratto di Bosch disegnato da Pieter Bruegel il Vecchio (1525 - 1569); si tratta di un pittore osservato forse da un committente attento, foglio realizzato pochi anni dopo la scomparsa di Bosch.

Le opere dipinte da Hieronymus sono superbe, talvolta toccate dal blu - simbolo della pazzia - contraddistinte dalla scansione dei colori.
Seguendo lo studio di Massimo Centini, ampio e ben concertato, ci si imbatte nelle opere più note di Bosch (mai datate) purtroppo riprodotte solo in bianco e nero.
Sono da ricordare almeno il grandioso Trittico delle delizie, avvolto nel mistero, con un volto che occhieggia, i vari Viandanti che s'appoggiano al bastone, alle cui spalle figurano un borgo, un ampio paesaggio, un sentiero luminoso a conferma dell'intento di raffigurare il vero. Un cronista del passato, dunque.
E che dire dell'opera Il prestigiatore con l'astante incuriosito e il ladruncolo che finge un'espressione di sorpresa?

Il viandante
Hieronymus Bosch
Il viandante (o Venditore ambulante)
1494 circa
Olio su tavola, 71×70,6 cm
Museum Boijmans Van Beuningen
Rotterdam
Molti dei dipinti di Bosch sono animati da fragili e ignude immagini che pagano il prezzo del peccato.
Nel 1584 il Lomazzo scrive di orribili sogni tuttavia abbinati al "divino".
Alla bellissima Nave dei folli fanno riscontro i soggetti sacri dal tondo raffigurante l'Ecce Homo a Le nozze di Cana, opera caratterizzata da sguardi, sommessi dialoghi, stoviglie e simbologie.
Concludiamo citando i Grilli d'antica memoria, "personaggi bizzarri e (in) atteggiamenti curiosi"; ben quindici sono gli esempi pubblicati da Massimo: omuncoli che consentono al lettore di entrare con maggiore convinzione in un mondo misterioso e inquieto, dominato dal MALE, nel quale si confondono tentazioni e ansia di spiritualità.
Ieri come oggi, questo è l'umano cammino.

lunedì 29 settembre 2025

TAZIO 100

Claudia Cardinale, Backstage del film 8 ½
Tazio Secchiaroli
Claudia Cardinale, Backstage del film 8 ½, 1963
© David Secchiaroli/Courtesy Glenda Cinquegrana Art Consulting

La mostra TAZIO 100, a cura di Glenda Cinquegrana, realizzata in occasione del centenario dalla nascita di Tazio  Secchiaroli (1925–1998), celebra uno dei fotografi italiani più iconici del XX secolo, considerato non solo il fondatore della fotografia d’assalto - quella che verrà poi identificata con il termine paparazzo – ma anche il cronista visivo dello spirito di Roma. Le sue immagini hanno catturato l’essenza di una città in fermento, capace di risorgere dalle macerie del Dopoguerra e trasformarsi in una capitale mondiale del cinema e del glamour.
Federico Fellini sul set di La Dolce Vita
Tazio Secchiaroli
Federico Fellini sul set di La Dolce Vita, Cinecittà, 1959
© David Secchiaroli/ Courtesy Glenda Cinquegrana Art Consulting

Cresciuto a Centocelle, Tazio Secchiaroli si afferma alla metà degli anni Cinquanta per la capacità di raccontare in modo diverso e dissacratorio la vita mondana dei locali di via Veneto.
È lì che incontra Federico Fellini, il quale lo sceglie come ispirazione per il personaggio del paparazzo nel celebre film La Dolce Vita (1960). Da quel momento, la carriera di Secchiaroli ha una svolta: abbandona la cronaca per diventare fotografo di cinema, frequentando i set e i backstage di Cinecittà, per raccontare l’epopea del cinema italiano ed internazionale nella sua stagione più feconda. Dal 1964 è il fotografo personale di Sophia Loren, che seguirà in tutto il mondo per oltre vent’anni.
Pier Paolo Pasolini sul set di Accattone,
Tazio Secchiaroli
Pier Paolo Pasolini sul set di Accattone, Roma 1961
© David Secchiaroli/ Courtesy Glenda Cinquegrana Art Consulting
Realizzata in collaborazione con David Secchiaroli e Giovanna Bertelli, la mostra propone un nucleo di circa venticinque immagini suddivise in tre sezioni. La prima è dedicata al lavoro del paparazzo, fra inseguimenti e fughe, alla Roma della Dolce Vita e del Rugantino; procedendo, il focus si sposta sui volti più significativi del cinema internazionale e italiano: da Claudia Cardinale, a Brigitte Bardot, oltre a David Hemmings, Marcello Mastroianni, e ai registi Federico Fellini, Michelangelo Antonioni e Pierpaolo Pasolini; infine un particolare approfondimento è dedicato a Sophia Loren, in veste di attrice e donna.
Sophia Loren e Richard Avedon
Tazio Secchiaroli
Sophia Loren e Richard Avedon, 1966
© David Secchiaroli/ Courtesy Glenda Cinquegrana Art Consulting

A Secchiaroli la storiografia riconosce la capacità di allontanarsi dagli schemi della fotografia neorealista verso nuove forme di comunicazione. Cresciuto come fotografo nelle agenzie di fotocronaca, è il primo a capire il potenziale comunicativo delle notti esagerate e fuori dalle regole dei divi in Via Veneto. Quando si misura con il cinema il suo  sguardo si fa documentario, epico ed intimo, testimone oculare di un racconto in bilico fra realtà e immaginazione.

TAZIO 100
Dal 10 ottobre al 13 dicembre 2025
Glenda Cinquegrana Art Consulting
via Luigi Settembrini 17 - 20124, Milano. 
Orario: dal martedì al sabato, dalle 15 alle 19
https://www.glendacinquegrana.com/