mercoledì 5 novembre 2025

BOSCH IL SOGNATORE

 Gian Giorgio Massara

Giardino delle delizie
Hieronymus Bosch
Giardino delle delizie
1480-1490 circa
Olio su tavola, 220×389 cm
Museo del Prado, Madrid

«Un linguaggio che stupisce
e affascina, un mistero
ancora da svelarsi».

Massimo Centini, dopo il successo della pubblicazione dedicata alla biografia di Caravaggio (2024), s'accosta ora a un mondo altrettanto bizzarro, bilanciato fra il dolore e la tragedia, l'allegoria e l'umana stoltezza. Un fil rouge che giungerà sino al Surrealismo, trovando però l'avvio nel mondo di Hieronymus BOSCH (1450/60 - 1516).
Nave dei folli
Hieronymus Bosch
Nave dei folli
1494 ca
Olio su tavola, 57,9×32,6 cm
Parigi, Museo del Louvre

Occorre precisare che questo Maestro - che scruta l'animo umano come pochissimi altri pittori - nasce a 's-Hertogenbosch; come era usanza prende il nome del luogo d'origine: un presunto ritratto inciso reca la scritta Hieronimo Boschio Pictori.
Rimanendo nel mondo dell'immagine non si può scordare il pur discusso, ma di qualità Ritratto di Bosch disegnato da Pieter Bruegel il Vecchio (1525 - 1569); si tratta di un pittore osservato forse da un committente attento, foglio realizzato pochi anni dopo la scomparsa di Bosch.

Le opere dipinte da Hieronymus sono superbe, talvolta toccate dal blu - simbolo della pazzia - contraddistinte dalla scansione dei colori.
Seguendo lo studio di Massimo Centini, ampio e ben concertato, ci si imbatte nelle opere più note di Bosch (mai datate) purtroppo riprodotte solo in bianco e nero.
Sono da ricordare almeno il grandioso Trittico delle delizie, avvolto nel mistero, con un volto che occhieggia, i vari Viandanti che s'appoggiano al bastone, alle cui spalle figurano un borgo, un ampio paesaggio, un sentiero luminoso a conferma dell'intento di raffigurare il vero. Un cronista del passato, dunque.
E che dire dell'opera Il prestigiatore con l'astante incuriosito e il ladruncolo che finge un'espressione di sorpresa?

Il viandante
Hieronymus Bosch
Il viandante (o Venditore ambulante)
1494 circa
Olio su tavola, 71×70,6 cm
Museum Boijmans Van Beuningen
Rotterdam
Molti dei dipinti di Bosch sono animati da fragili e ignude immagini che pagano il prezzo del peccato.
Nel 1584 il Lomazzo scrive di orribili sogni tuttavia abbinati al "divino".
Alla bellissima Nave dei folli fanno riscontro i soggetti sacri dal tondo raffigurante l'Ecce Homo a Le nozze di Cana, opera caratterizzata da sguardi, sommessi dialoghi, stoviglie e simbologie.
Concludiamo citando i Grilli d'antica memoria, "personaggi bizzarri e (in) atteggiamenti curiosi"; ben quindici sono gli esempi pubblicati da Massimo: omuncoli che consentono al lettore di entrare con maggiore convinzione in un mondo misterioso e inquieto, dominato dal MALE, nel quale si confondono tentazioni e ansia di spiritualità.
Ieri come oggi, questo è l'umano cammino.

lunedì 29 settembre 2025

TAZIO 100

Claudia Cardinale, Backstage del film 8 ½
Tazio Secchiaroli
Claudia Cardinale, Backstage del film 8 ½, 1963
© David Secchiaroli/Courtesy Glenda Cinquegrana Art Consulting

La mostra TAZIO 100, a cura di Glenda Cinquegrana, realizzata in occasione del centenario dalla nascita di Tazio  Secchiaroli (1925–1998), celebra uno dei fotografi italiani più iconici del XX secolo, considerato non solo il fondatore della fotografia d’assalto - quella che verrà poi identificata con il termine paparazzo – ma anche il cronista visivo dello spirito di Roma. Le sue immagini hanno catturato l’essenza di una città in fermento, capace di risorgere dalle macerie del Dopoguerra e trasformarsi in una capitale mondiale del cinema e del glamour.
Federico Fellini sul set di La Dolce Vita
Tazio Secchiaroli
Federico Fellini sul set di La Dolce Vita, Cinecittà, 1959
© David Secchiaroli/ Courtesy Glenda Cinquegrana Art Consulting

Cresciuto a Centocelle, Tazio Secchiaroli si afferma alla metà degli anni Cinquanta per la capacità di raccontare in modo diverso e dissacratorio la vita mondana dei locali di via Veneto.
È lì che incontra Federico Fellini, il quale lo sceglie come ispirazione per il personaggio del paparazzo nel celebre film La Dolce Vita (1960). Da quel momento, la carriera di Secchiaroli ha una svolta: abbandona la cronaca per diventare fotografo di cinema, frequentando i set e i backstage di Cinecittà, per raccontare l’epopea del cinema italiano ed internazionale nella sua stagione più feconda. Dal 1964 è il fotografo personale di Sophia Loren, che seguirà in tutto il mondo per oltre vent’anni.
Pier Paolo Pasolini sul set di Accattone,
Tazio Secchiaroli
Pier Paolo Pasolini sul set di Accattone, Roma 1961
© David Secchiaroli/ Courtesy Glenda Cinquegrana Art Consulting
Realizzata in collaborazione con David Secchiaroli e Giovanna Bertelli, la mostra propone un nucleo di circa venticinque immagini suddivise in tre sezioni. La prima è dedicata al lavoro del paparazzo, fra inseguimenti e fughe, alla Roma della Dolce Vita e del Rugantino; procedendo, il focus si sposta sui volti più significativi del cinema internazionale e italiano: da Claudia Cardinale, a Brigitte Bardot, oltre a David Hemmings, Marcello Mastroianni, e ai registi Federico Fellini, Michelangelo Antonioni e Pierpaolo Pasolini; infine un particolare approfondimento è dedicato a Sophia Loren, in veste di attrice e donna.
Sophia Loren e Richard Avedon
Tazio Secchiaroli
Sophia Loren e Richard Avedon, 1966
© David Secchiaroli/ Courtesy Glenda Cinquegrana Art Consulting

A Secchiaroli la storiografia riconosce la capacità di allontanarsi dagli schemi della fotografia neorealista verso nuove forme di comunicazione. Cresciuto come fotografo nelle agenzie di fotocronaca, è il primo a capire il potenziale comunicativo delle notti esagerate e fuori dalle regole dei divi in Via Veneto. Quando si misura con il cinema il suo  sguardo si fa documentario, epico ed intimo, testimone oculare di un racconto in bilico fra realtà e immaginazione.

TAZIO 100
Dal 10 ottobre al 13 dicembre 2025
Glenda Cinquegrana Art Consulting
via Luigi Settembrini 17 - 20124, Milano. 
Orario: dal martedì al sabato, dalle 15 alle 19
https://www.glendacinquegrana.com/

venerdì 19 settembre 2025

FRONT, FRA STORIA E REALTÀ

Gian Giorgio Massara
Torre neogotica
Torre neogotica 
La costruzione del Castello di Front (To) - oggi sede della RSA “Fondazione Destefanis” è preceduta nel 1300 dal Castrum frontis distrutto nel secolo XVI. Successivamente, Ottaviano di San Martino d'Agliè vi costruisce una dimora, preferita dalla Duchessa di Savoia Cristina di Francia. Nel 1706, anno della Battaglia di Torino, i francesi tentano invano di occupare il castello. 
L'ultima castellana di Front è stata Irma d’Oncieu de Chaffardon; nel 1866 il complesso medievale viene alienato. Nel 1910 l'Ing. Giuseppe Destefanis ne risulta proprietario; erige una coppia di torri e per lascito testamentario destina l'intera proprietà a “casa di riposo per vecchi poveri”¹.
Come si rileva dalla pubblicazione “Atlante Castellano” (Celid, 2007) nell'area boschiva che si trova a monte, sono presenti resti di strutture murarie, forse di un antico castello.
È Clemente Rovere, nel 1850, a disegnare sia la Veduta generale di Front, sovrastata dalla presenza di un edificio fortificato, sia i Resti dell'antico maniero.
A. Gritti, Plastico del castello
A. Gritti
Plastico del castello
 
Il Castello di Front domina oggi il pendio d’un colle e risulta frutto di un gradevole rifacimento fra Ottocento e Novecento ricco di decorazioni: una struttura già fortificata che confonde il gusto architettonico di almeno cinque secoli.
All'accogliente salone-biblioteca del primo piano fanno riscontro gli spazi interni dei torrioni, la scenografica gradinata d’accesso, il terrazzo e un'ampia zona verde che sconfina nella boscaglia.
Il plastico di Aurora Gritti (2011) ci restituisce l’immagine neomedievale del castello, con ricca decorazione esterna, gallerie vetrate, stemmi, un ingresso solenne. Una struttura lontana ormai dagli edifici longobardi che la storia menziona, costruiti “a forma di nave” (“Storia illustrata dei castelli italiani”, vol. 2⁰, Centro italiano di Studi Storici, 1970)².

1.  L'Ing. Destefanis scompare nel 1926; costruttore edile, è stato nominato Cavaliere della Corona d’Italia.
2.  È programmata la pubblicazione (n. 2) di un volume dedicato a Front e alla sua storia. Presidente della Fondazione, Claudio Bianco. Coordinatrice RSA Chiara Scamuffo.

venerdì 12 settembre 2025

DONNE DI QUADRI

Pace infinita
Carmen Pedullà
Pace infinita
2024
Olio su tela
40x50 cm
Mentre Hermann Hesse si accingeva a raggiungere l'eremo di Montagnola, in Canton Ticino, la sua risposta all'urgenza creativa diveniva prioritaria, totalizzante rispetto a tutto ciò che l'opinione pubblica ed egli in primis avevano sempre ritenuto essenziale per il raggiungimento della piena felicità: famiglia, lavoro, denaro, affetti.
Un sentimento di pari abnegazione nei confronti del fare artistico deve aver accomunato il poker d’assi protagonista, fino all'11 settembre scorso, della collettiva DONNE DI QUADRI, presso la Galleria del Chiostro della SS. Annunziata in via Po 45 a Torino.
Nella rassegna a cadenza annuale, quattro autrici hanno proposto manufatti inediti e il repertorio significativo di una carriera prolifica costellata di concorsi, mostre personali ed esposizioni collettive.
Cifra condivisa della rassegna è la nota ludica, lieve, a tratti malinconica, in antitesi allo stile unico e al percorso soggettivo di ciascuna espositrice.
Berretti rossi
Ambretta Rossi
Berretti rossi
2025
Acquerello
40x50 cm
Di Ambretta Rossi si è già rilevata la natura poliedrica, versatile, la volontà di attribuire un messaggio sociale alle scene di vita quotidiana (Giochi di carteSabato al supermercatoLibertà di scelta?), l'invito a guardare oltre l'apparente semplicità della superficie dipinta. Pittrice dallo sguardo attento, realizza inoltre oggetti e accessori, spesso con materiali di recupero, che dicono molto della sua traboccante creatività.
Al contrario, Luigina Buffoni si definisce ‘acquerellista pura’. L'acqua, medium privilegiato di pigmenti vividi e brillanti, è per Buffoni tecnica d’elezione sin dagli esordi, ad oggi praticata e insegnata in maniera esclusiva. Il suo portfolio comprende dettagli naturalistici: fiere selvatiche (tigri, ghepardi), fauna africana (zebre, scimmiette), animali domestici (cani, gatti) oltre a cavalli, orsi e al raro panda cinese. Pesci variopinti nuotano nel loro elemento, incuranti di presenze aliene, fiabesche, buffe creature sgorgate dalla fantasia dell’artista. Vicecersa, l'acqua fatta neve avvolge l’atleta, figura plastica in tuta e bastoni da sci saldamente ancorata al mondo reale.
Senza titolo
Luigina Buffoni
Senza titolo
2022
Acquerello su tela
30x30 cm
Il fil rouge dell’azione conduce al “Vitaldinamismo” di Carmen Pedullà, movimento inteso a “suscitare una riflessione sulla condizione umana e sul mondo che ci circonda”. Il termine da lei coniato descrive con esattezza un carattere che, reso esplicito nei quadri, ricerca l'essenza del vero e del bello in natura e nell'uomo. Paesaggi, forme astratte, danzatrici in movimento, scene corali concorrono a ricreare una dimensione ideale - tuttavia non meno immanente della realtà oggettiva - in cui ogni elemento rifulge di gioia. Qui il fine ultimo dell'arte, ovvero allietare lo spirito, si attua senza riserve. 
Se qualche dubbio persiste, una vaga mestizia adombra i pensieri, subito le nubi diradano lasciando spazio a cieli tersi, prati fioriti e scenari di intensa luminosità. La pittura di Carmen Pedullà rimane fedele a se stessa in rapporto dialettico con quanto cattura la sua attenzione, dà voce a un linguaggio poetico affine al lirismo di Giacomo Leopardi per cui: “È soltanto il voler essere ciò che non siamo che guasta ogni cosa al mondo”.
Luci del mattino
Franca Bisio
Luci del mattino
Acrilico
42x52 cm

Franca Bisio appare in iperbole, quasi in forma metonimica, inscritta nella materia di dipinti silenziosi, intimi, nel grigio avvolgente di disegni a grafite. Artista defilata, compare di rado accanto alle sue opere. Eloquenti quanto basta per rivelare la personalità dell’autrice, le tele ad acrilico (Resti, Luci del mattino, La bambola) e i lavori grafici (Dolcetto e merletti, La colazione, Anime in cammino, Maria Caterina e i cruciverba) mostrano con garbo, soffusa di luce, la trama sottile che sostiene il fragile destino di ogni esistenza.
Panta rei, il fiume di esperienze del quartetto scorre lento, a volte gorgoglia vivace, infine si espande per scomparire in una selva di ricordi. Sedimenta. Nell’alveo resta una messe di colori, di universi brulicanti di vita, l'eterno gioco di alternanze che armonizza e dà corpo al grande affresco della moltitudine umana.

venerdì 5 settembre 2025

OLTRE LA REALTÀ

Vincitori e vinti
Luigi Benedicenti 
Vincitori e vinti
2008, olio su tavola, cm. 53x109,5
Dal 6 al 14 settembre 2025, l’Accademia Vergnano di Chieri ospita Oltre la realtà, una retrospettiva dedicata a LUIGI BENEDICENTI (Chieri, 1948 – 2015), a dieci anni dalla sua scomparsa.
La mostra rende omaggio a uno dei protagonisti italiani dell’iperrealismo contemporaneo, attraverso una selezione di dipinti provenienti da collezioni private e dall’archivio di famiglia.
Le opere in esposizione ripercorrono gli aspetti più emblematici della sua ricerca artistica, rivelando la raffinata precisione tecnica e l’intensità evocativa del suo linguaggio.
È una pittura luminosa quella di Benedicenti, capace di trasformare dolci, frutti e fiori in icone sensoriali sospese tra memoria e desiderio.
Con uno stile personale e profondamente riconoscibile, l’artista esplora a fondo il rapporto tra percezione e rappresentazione, giungendo a una visione tanto analitica quanto poetica.
La rassegna, curata da Carlotta S. Benedicenti, invita il pubblico a rallentare lo sguardo e a riscoprire, nella perfezione silenziosa di una tavola dipinta, la meraviglia della quotidianità.

OLTRE LA REALTÀ
Mostra retrospettiva di Luigi Benedicenti
Dal 7 al 14 settembre 2025
Accademia Vergnano
Via Balbo, 4, 10023 Chieri TO
Orari di visita: 10.30–12.30 / 15–18
Ingresso libero
Per informazioni: t. 011 942 7454