lunedì 30 aprile 2018

FRANK HORVAT. STORIA DI UN FOTOGRAFO

Cappello di Givenchy
1958
Fino al 20 maggio 2018 le Sale Chiablese dei Musei Reali di Torino ospitano FRANK HORVAT. STORIA DI UN FOTOGRAFO. La mostra antologica è curata da Horvat stesso e traccia il percorso di un maestro che ha segnato gli ultimi settant’anni di storia della fotografia.
Il grande interesse del lavoro di Horvat è insito nella ricchezza e nella varietà del suo percorso: cronista attento di realtà sconosciute in luoghi allora lontani, fotografo di moda che immerge le sue modelle nei fatti quotidiani, studioso sensibile alla storia dell’arte pronto a confrontarsi con la pittura e affascinato dalla scultura, indagatatore del rapporto fra uomo e natura nelle foto di paesaggi, autore di virtuosismi digitali e ricercatore dallo sguardo libero. Tutto questo viene narrato attraverso 210 immagini realizzate da Horvat, insieme a una trentina di esemplari firmati da Henri Cartier-Bresson, Robert Doisneau e altri, tratti dalla sua collezione privata, esposti al pubblico in anteprima assoluta.
Parigi. Scarpe e Tour Eiffel
1974
Fotografo difficilmente incasellabile, l'esposizione ripercorre l’intera carriera di Horvat attraverso una rappresentazione critica suddivisa in quindici ‘chiavi’ di lettura, tradotte in altrettante sezioni: Luce, Condizione umana, Tempo sospeso, Voyeur, Da occhio a occhio, Metafore, Fa pensare a..., Uno, Due, Molti, La vera donna, Fuori luogo, Cose, Foto fesse, Autoritratti, oltre a Vere somiglianze. "L’eclettismo - dice Horvat - non è sempre stato un vantaggio per me: alcuni hanno messo in dubbio la sincerità del mio impegno, altri hanno trovato che le mie foto erano poco ‘riconoscibili’, come se, dicevano, fossero state fatte da autori diversi. Questo mi ha spinto a ripercorrere la mia opera per cercarvi un denominatore comune. Ne ho trovati quindici e non solo uno, quindici in tutto il mio percorso e li ho chiamati ‘chiavi’".
Il racconto esplora ciò che sta dietro a ogni scatto: il rapporto col mondo dell’alta moda, di cui Horvat combatté gli stereotipi; il connubio tra le lezioni di fotografia e uno spiccato gusto per l’aneddotica; la trasversalità delle influenze sul suo linguaggio (da Caravaggio a Rembrandt per la luce, all’istante decisivo di Henri Cartier-Bresson, passando per l’amico Marc Riboud).
Londra. Autoritratto al Brick Lane Market
1955
La ricchissima raccolta personale di Horvat composta da alcune centinaia di immagini ad opera di amici, colleghi e giovani fotografi, riserva in alcuni casi vere e proprie icone della Storia della fotografia, come il celebre scatto di Jeff Widener con lo studente di fronte ai carri armati in piazza Tienanmen a Pechino, del 1989. Fra i nomi celebri, documentati nella sua collezione "non per passatempo ma piuttosto quale supporto del mio personale cammino", spiccano quelli di André Kertesz, Bill Brandt, Henri Cartier-Bresson, Eugene Smith, Brassai, Robert Doisneau, Edward Weston, Elliott Erwitt, Mario Giacomelli, Edouard Boubat, Irving Penn, Helmut Newton, Jacques-Henri Lartigue, Sebastiao Salgado, August Sander, Weegee.
Nell’arco di settant’anni, il tempo del suo iter professionale tuttora in corso, Horvat non smette di affrontare nuovi percorsi di visione senza mai ripetersi. Il suo lavoro è un confronto costante con gli sviluppi dell’arte e della fotografia, in rapporto dialettico con artefici di scatti che egli definisce "ottime domande" o "coraggiosi tentativi di risposta".
Derbyshire UK. Vecchia quercia
1977
Frank Horvat è nato nel 1928 a Opatjia (Abbazia, allora città italiana, oggi Croazia), attualmente vive in Francia. Ha viaggiato ovunque e parla correntemente quattro lingue.
Divenuto famoso per le sue fotografie di moda, pubblicate sulle maggiori testate fin dal 1950, si dedica anche alla scrittura e all’oleicoltura.
Nel 1988 ha pubblicato uno dei suoi libri più importanti, Entre vues, che raccoglie sue interviste rivolte a fotografi famosi come Edouard Boubat, Helmut Newton, Robert Doisneau, Don McCullin, Marc Riboud. Fin dal 1990 ha intrapreso un lavoro sperimentale con le nuove tecnologie, sostituendo nel 1998 il tradizionale equipaggiamento con una piccola macchina digitale che porta sempre con sé. Nel 2011 ha messo a punto una applicazione per iPad chiamata Horvatland. Malgrado l'esperienza acquisita, il medium prescelto non è mai dato in maniera assoluta, ma pone sempre il quesito di fondo: "ho proprio creduto, ogni volta che scattavo, che quel momento fosse degno di essere preservato? E voi, spettatori, credete davvero che il fluire del tempo sia stato sospeso?". Al pubblico l'ardua sentenza.

FRANK HORVAT. STORIA DI UN FOTOGRAFO
Moda, cronaca e vita nelle immagini della sua carriera e della sua collezione

Dal 28 febbraio al 20 maggio 2018
Musei Reali Torino - Sale Chiablese
Orario: lunedì 14-19; martedì - domenica 10-19 (ultimo ingresso alle 18).
Biglietteria presso Palazzo Reale, Piazzetta Reale 1
Orario: dalle 8,30 alle 18.
Informazioni: +39 011 5211106; mr-to@beniculturali.it
www.museireali.beniculturali.it