mercoledì 11 aprile 2018

FERENC PINTÉR. L’ILLUSTRATORE PERFETTO

Esecutivo per copertina di Cesare Pavese
Prima che il gallo canti
Oscar Mondadori, 1969
tempera su carta
cm 32,5 x 39,3
Terminerà il prossimo 22 aprile la mostra dedicata all'autore italo-ungherese, celebre soprattutto per le copertine dei romanzi Mondadori, casa editrice con la quale collabora per oltre trent'anni a partire dal 1960. La rassegna, ospitata negli spazi del MEF Outside a Torino, inaugurati il 3 ottobre 2017, conta circa 150 opere provenienti dalla collezione di Pietro Alligo, co-curatore dell'esposizione insieme ad Andrea Busto.
Estremamente variegato il panorama dei soggetti, da quelli politici, alla tragedia classica (Iliade. 2001), alla narrativa (Cesare Pavese, Racconti voll. I e II, La spiaggia, Paesi tuoi; Yasunari Kawabata, Il paese delle nevi, Graham Greene, I commedianti), fino alla ritrattistica e alla serie di illustrazioni per il Decamerone, per Pinocchio e, infine, alla selezione di arcani maggiori (Il Bagatto, La Ruota, La Temperanza) realizzati per "I tarocchi dell'immaginario", editi da Lo Scarabeo nel 1991, campiti con stesure delicate di pigmento opaco, ciò nondimeno dalla grande forza iconografica.
Manifesto culturale
Amleto
tempera su carta
cm 47,5 x 68
Ferenc Pintér (Alassio 1931 - Milano 2008) è indubbiamente un grafico geniale, dal tratto incisivo, dallo sguardo arguto, e dallo stile unico, capace di coniugare nella varietà di linee il realismo rinascimentale, la sintesi chiaroscurale di Rembrandt e il drammatismo delle xilografie espressioniste mitteleuropee.
Capacità, questa, che ne fa un grafico pubblicitario sempre attuale, come dimostrano le campagne per il farmaco Sedibaina, o per il vasetto di yogurt (collocato dentro una gabbia bianca sulla superficie del foglio verde smeraldo, osservato con avidità da un gatto nero pronto a braccare la preda). Bozzetti pubblicitari che annoverano marchi importanti quali Martini (1956), Coca-Cola (anni '50), Euchessina (2005), dove il linguaggio visivo assume una forte valenza semantica, ancor più evidente nei diktat perentori dei manifesti politici per Solidarnosc e la Perestroika,  simboli di una fervente lotta al potere.
Copertina per Miller Wade
Max Thursday investigatore
omnibus gialli Mondadori, 1972
tempera su carta schoeller
cm 13 x 13
Le tavole originali sono realizzate magistralmente, quasi sempre a tempera su cartoncino con pennellate efficaci e rigorose, virate sui toni malinconici delle tinte pastello oppure su colori più vivaci, a seconda del soggetto rappresentato, per lo più giocato sul netto contrasto fra i non colori bianco e nero e la terna primaria variamente modulata. Nulla appare fuori luogo, neppure gli spazi vuoti, funzionali alla maggiore resa volumetrica degli elementi. Significativi a tale proposito risultano la copertina per il disco datato fine anni Cinquanta, Oscar Peterson Plays George Gershwin, il corpo nudo di A che punto è la notte di Fruttero & Lucentini (1981), l'inquietante manifesto contro i manicomi per dissidenti in URSS, risalente agli anni '80, e la psichedelica copertina del romanzo di Cornell Woolrich (William Irish), Vertigine. Funzionale alle ricostruzioni d'ambiente è anche il cromantismo dei primi piani verde prato e rosa carnicino de La capanna dello zio Tom, di Harriet Beecher Stowe, e della divisa ocra e rosa antico dell'esotico Le miniere di re Salomone, di Henry Rider Haggard, entrambi pubblicati per Oscar Grandi Romanzi Mondadori nel 1985.
Bozzetto per A che punto è la notte di Fruttero e Lucentini
Oscar Mondadori, 1981
tempera su cartoncino
cm 16,8 x 23,5
Si deve certamente alla storica casa editrice milanese la diffusione capillare del talento pittorico di Pintér, grazie anche all'edizione economica Oscar, in formato tascabile, trattato dall'autore con miniaturistica precisione. Si possono citare fra i numerosi titoli in catalogo La madre di Grazia Deledda; la collana "Guida alla lettura di"  Pirandello, Verga e Svevo (tempera e pennarello su carta, 1986), con eleganti silhouettes disposte nello spazio minimale, risolte a tecnica mista, in un perfetto connubio fra linea e colore, superfici iridate e vuoti neutri. Artista eclettico, Pintér eccelle anche nei ritratti: in mostra quelli di Jean Paul Belmondo, di Fausto Coppi, oltre all'effigie di politici, statisti ed eroi della Roma imperiale (I dodici Cesari. Dal mito alla realtà).
Il mio amico Maigret
tempera su cartoncino
cm 24,5 x 35,5
Dove tuttavia il suo genio si esprime in massimo grado sono le raffigurazioni del commissario Maigret di George Simenon, ispirati alla caratterizzazione di Gino Cervi per l'omonima serie tv. Veri e propri capolavori, summa di indagine psicologica e armonia compositiva, Maigret è solo (1980), Maigret e l'affare strip-tease, a penna e china su carta (1974),  Maigret e il libanese (1975), illustrazione dal rigoroso equilibrio, Maigret al convegno dei Terranova (1971), tempera su carta di giornale applicata su cartone - quest'ultime due nella versione rielaborata del 2002 - 2006 -, dimostrano al tempo stesso la profonda conoscenza del tema raffigurato e l'affinità peculiare con lo scrittore. È lo stesso Pintér a rivelarlo: "Ho cominciato a leggere Maigret quando ho fatto la prima copertina e poi li ho letti quasi tutti. (...) pochi come lui sanno raccontare una storia e dare un'anima ai personaggi utilizzando pochi elementi essenziali".
Ugualmente si può dire riguardo alla raffigurazione dell'investigatore Hercule Poirot, creato dalla fantasia di Agatha Christie, in cui, nuovamente, protagonista è l'accostamento sapiente di colori brillanti: blu Klein per il treno Orient Express, giallo oro per le piramidi egizie, per alcune fra le più celebri trame investigative intessute dall'autrice britannica.
Piramide
tempera su tela
cm 23,3 x 33
Nella commemorazione del decennale dalla morte, la mostra rappresenta un omaggio anche alle pubblicazioni postume, nella fattispecie Moby Dick (2002 - 2004), romanzo edito da Lo Scarabeo nel 2015, eseguito a tempera su garza applicata su cartone, per un effetto di ruvida consunzione in perfetta sintonia con lo spirito del racconto. Risultato della ricerca materica, meticolosa quanto le dettagliate ricostruzioni d'epoca, ricolme di dettagli e accessori riconducibili alla moda del tempo storico e alla disinvolta padronanza nel piegare il mezzo al fine. Anche nell'uso suggestivo del monocromo, congeniale al racconto ottocentesco L'uomo senza ombra di Adalbert Von Chamisso, edito da CartaCanta nel 2000, eccellente esempio di sintesi compositivo-narrativa.
Infine occorre soffermarsi sull'ultimo Pintér, dove la tempera è diluita alla stregua di un guazzo per illustrare Il gatto nero e I delitti della via Morgue di Edgar Allan Poe (2004 - 2005) o si dispiega in accostamenti e impaginazioni ardite negli episodi boccacceschi del Decamerone (2006 - 2007).
Non ultime, le tavole dedicate alle avventure di Pinocchio (fra le altre, Pinocchio riconosce Lucignolo trasformato in ciuco, Pinocchio e Lucignolo verso il Paese dei Balocchi, Pinocchio e il Grillo parlante, 2001 - 2005), costruite su un ductus rapido ed espressivo, destinate ad un pubblico trasversale, assorto in attonito rapimento davanti all' immaginifica produzione di uno fra i più grandi narratori della grafica italiana e internazionale.
Allestimento mostra

FERENC PINTÉR. L’ILLUSTRATORE PERFETTO
Dal 24 gennaio al 22 aprile 2018
MEF OUTSIDE
via Filippo Juvarra 13, Torino
Orario: da mercoledì a venerdì ore 14 - 19, sabato e domenica ore 11 - 19
www.museofico.it