mercoledì 24 aprile 2024

FABBRICATORI DI FAVOLE

Giacomo Gullo
Giacomo Gullo
Fidati di me (2018)
cm 90 x 90, olio su tela
«Se dovessi scegliere un simbolo augurale per l’affacciarsi del nuovo millennio, sceglierei questo: l’agile salto del poeta filosofo che si solleva sulla pesantezza del mondo, dimostrando che la sua gravità contiene il segreto della leggerezza, mentre quella che molti credono essere la vitalità dei tempi, rumorosa, aggressiva, scalpitante e rombante, appartiene al regno della morte, come un cimitero di automobili arrugginite». Nella citazione tratta dalle Lezioni americane di Italo Calvino¹ risiede il significato e la necessità, affatto secondaria, di riconoscere alla creazione artistica e al genere fiabesco in particolare, un valore etico e una pedagogia edificante.
Cristina De Maria
Cristina De Maria
Falene rosse (2010)
cm 76 x 56, acquerello, ecoline
Lo hanno inteso da tempo i ventisei autori che, interpellati dal critico e curatore Elio Rabbione a confrontarsi sul tema della fiaba, hanno attinto al personale immaginario per prodursi in una settantina di narrazioni pittoriche riunite nella mostra collettiva FABBRICATORI DI FAVOLE, presso il MIIT - Museo Internazionale Italia Arte, polo espositivo diretto da Guido Folco. Affacciato sulla pittoresca cornice del fiume Po, con la presenza solenne del Monte dei Cappuccini a dominare la collina torinese, anche il paesaggio, attore comprimario fra i lavori protagonisti, concorre dalle finestre a definire lo scenario fiabesco promesso al visitatore.
Giorgia Madonno
Giorgia Madonno
La nostra anima è un iceberg (2024)
cm 36 x 48, acquerello e pastello ad olio su carta
Non solo appannaggio dell’infanzia, la dimensione fantastica abbraccia attitudini molto diverse fra loro, vi si sono cimentati Esopo, Apuleio, Hesse, Orwell, Rodari, insigni letterati dalla notte dei tempi ai giorni nostri.
In maniera analoga la rassegna si presta a varie letture: i dipinti di paesaggio possono raffigurare paure inconsce o nostalgie arcadiche, la fisionomia di un volto evocare mondi lontani (Fioraso) o l’intimità degli affetti (Destefanis). Nulla di più fuorviante che tentare un parallelismo fra le opere esposte e i racconti dei fratelli Grimm o di Perrault: mentre lì la morale è espressa in chiave allegorica, sulla tela le pennellate di colore dichiarano apertamente l’intento dell’autore. Non mere illustrazioni di storie leggendarie, bensì figurazioni di esperienze concrete, autobiografiche in alcuni casi, per soggetti descrittivi, portatori di un significato proprio.
Andreina Bertolini
Andreina Bertolini
Frutti di Stagione - Primavera (2023)
cm 40 x 40, olio su tela 
Il mistero, componente essenziale di ogni prodotto dell’inconscio, si ritrova nella tecnica, nello stile che contraddistingue ogni artista. Espressionismo astratto (Brosio), rimandi metafisici (Branciari), concettuali (Curletto), sono altrettanti modi (forse anche etichette riduttive) per descrivere spazi interiori, enigmi o simboli universalmente condivisi, archetipi junghiani (centrali nella ricerca di Giorgia Madonno) nei quali ognuno può rispecchiarsi.
Non manca tuttavia un’esplicita vocazione fiabesca, nella dimensione agreste di Bruno Molinaro, nel mondo fluttuante di Giacomo Gullo, nel lirico idillio di Simonetta Secci, nel realismo straniante di Giacomo Sampieri e in molti dipinti fedeli al dato reale. È il caso dei paesaggi di Dario Cornero e di Enrica Carbone, dei fiori di Giancarlo Costantino, delle nature morte di Andreina Bertolini.
Occorre dunque tacitare il frastuono del mondo e fermarsi. Si udrà allora l’eco fatata risuonare nel quadro, effimero diaframma sospeso fra mito e realtà. 

I. CALVINO, Lezioni americane. Sei proposte per il terzo millennio, Garzanti, Milano 1988, p. 13

Dario Cornero
Dario Cornero
Trasparenze estive (2023)
cm 54 x 80, acrilico su foglio di carta ad alta grammatura,
su pannello di masonite

Espongono: Graziella Alessiato, Andreina Bertolini, Anna Branciari, Maria Brosio, Enrica Carbone, Giorgio Cestari, Dario Cornero, Giancarlo Costantino, Ezio Curletto, Cristina De Maria, Lidia Delloste, Mara Destefanis, Alessandro Fioraso, Franco Goia, Giacomo Gullo, Giorgia Madonno, Adelma Mapelli, Bruno Molinaro, Marina Monzeglio, Annamaria Palumbo, Luisella Rolle, Giacomo Sampieri, Simonetta Secci, Magda Tardon, Eleonora Tranfo, Paolo Viola.

FABBRICATORI DI FAVOLE
Dal 18 aprile al 4 maggio 2024
MIIT - Museo Internazionale Italia Arte
Corso Cairoli 4 - Torino
Orario: dal martedì al venerdì dalle 15,30 alle 19,30; sabato dalle  10 alle ore 12,30 e dalle 15,30 alle 19,30; domenica e le festività del 25 aprile e del 1° maggio dalle 10 alle ore 12,30
https://www.italia-arte.it/museo-miit/

giovedì 11 aprile 2024

L’ INFORMALE A TORINO

Pinot GALLIZIO
Pinot GALLIZIO 
Senza titolo, 1961 
Olio su tavola, 68,5x46,5 cm 
Collezione privata
Guarda al futuro la mostra TORINO ANNI ‘50. La grande stagione dell’Informale, allestita fino al 1 settembre 2024 a Palazzo Accorsi Ometto, nel cuore della Torino barocca.
Sede del Museo di Arti Decorative, dimora del lungimirante antiquario Pietro Accorsi, le esposizioni ospitate negli spazi rinnovati intendono ampliare il dibattito intorno alle arti figurative focalizzando l’attenzione sui movimenti d’avanguardia che dal dopoguerra ad oggi hanno proiettato la città in un una dimensione di respiro internazionale.
Karel APPEL
Karel APPEL 
Maternità, 1956 
Olio su tela, 100x70 cm 
Collezione privata 
© Karel Appel, by SIAE 2024
Senza tradire l’originaria vocazione, il Museo, dopo il secondo ampliamento inaugurato nell'ottobre 2023, dalle arti applicate si rivolge alle collezioni private e di prestigiose istituzioni contestualizzando l’oggetto d’arte attraverso ricostruzioni documentarie e il confronto dialettico fra gli autori.
Curata da Francesco Poli l’esposizione presenta 70 quadri provenienti da 50 prestatori in un «percorso fluido», a partire dall’«immagine guida» di Pinot Gallizio - di cui ricorrono sessanta anni dalla morte, avvenuta il 25 febbraio 1964, artista glocal di stanza ad Alba in contatto col cenacolo di Albisola - punto di riferimento visivo in ardita connessione con il cassettone intarsiato in avorio e madreperla, capolavoro dell'ebanista Pietro Piffetti.
Umberto MASTROIANNI
Umberto MASTROIANNI 
Deflagrazione, 1962-1963 
Bronzo, 110x98x60 cm 
Torino, Galleria del Ponte 
Il percorso si snoda a partire dall’astrattismo geometrico del gruppo MAC (Movimento Arte Concreta) - fondato a Milano nel 1948 da Dorfles, Munari, Monnet e Soldati - per ripercorrere la fortuna dell’Informale a Torino  con Soffiantino, Carena, Mastroianni e una trentina di pittori e scultori di area torinese (fra cui, uniche presenze femminili, Carol Rama e Paola Levi Montalcini) aderenti in modi del tutto originali e diversificati al movimento consacrato dal critico Michel Tapié in una serie di grandi mostre parigine e culminato nella rassegna al circolo degli Artisti di Torino “Arte Nuova. Esposizione internazionale di pittura e scultura” (1959), curata dallo stesso Tapié con Luciano Pistoi e Angelo Dragone.
Mario LATTES
Mario LATTES 
Kaddish , 1959 
Olio su tela, 75x55 cm 
Collezione Caterina Bottari Lattes
Nato dalla crisi causata dal secondo conflitto mondiale, in reazione al Novecentismo, non mancano nelle sue fila rappresentanti dall’indole narrativa, come Lattes, artefice di un volto ieratico memore della Shoah (Kaddish), insieme alla sintesi formale operata da Aimone (Testa), uniche tracce persistenti di una figurazione non del tutto superata.
Il paesaggio è ancora riconoscibile sia nella pennellata gestuale di Spazzapan (La palude ardente), Martina (Paesaggio d’inverno) e Chessa (Monti a Torre Pellice), sia negli ambienti fiabeschi di Casorati (Lampare) e Tabusso, (Peschereccio Freccia verde).
Mauro CHESSA
Mauro CHESSA
Monti a Torre Pellice, 1961-1962
Olio su tela, 50x70 cm
Torre Pellice, collezione civica
Comune di Torre P
ellice, inv. 2815
Nella sezione dedicata alla scena estera, le opere di Jorn, Tapiés, Riopelle, Alechinsky, il giapponese Gruppo Gutai, per non citarne che alcuni, accanto al video dedicato alle architetture di Gabetti e Isola, Mollino, Venturelli, Nervi e altri protagonisti di Italia ‘61, raccontano la Torino del boom economico, teatro di un collezionismo colto dalla forte impronta internazionale. Proposte di pregnante attualità a settant’anni dalla loro comparsa, efficaci nel suscitare interrogativi fra le giovani generazioni di studenti, chiamate a cogliere con rinnovata creatività le sfide estetiche e tecnologiche del terzo millennio.

TORINO ANNI ‘50. La grande stagione dell’Informale
Fino al 1 settembre 2024
Museo di Arti Decorative Accorsi Ometto
Via Po, 55 - Torino
Tel. 011837688 int. 3
Info@fondazioneaccorsi-ometto.it
www.fondazioneaccorsi-ometto.it

venerdì 5 aprile 2024

VOCI DAL PASSATO. FILM E VIDEOGIOCHI

Gian Giorgio Massara

Pellicola d’un tempo 
In questi giorni al Casino Luxembourg, Forum art contemporain (41, Rue Notre-Dame) sono state inaugurate Mostre curate da due signore nate entrambe nel 1990. Rispetto allo scrivente che compie 93 anni e che si occupa d’arte fin dagli anni Sessanta del Novecento, si tratta di giovani leve nel mondo della cultura europea.
Il primo commissario è LAURA LUX che ha invitato dodici presenze in occasione della mostra IMAGES AT WORK .
Dal 1895, con i fratelli Lumière, la macchina fotografica s’impone nel campo delle evoluzioni, tanto storiche quanto lavorative.
In catalogo, il testo di Harun Farocki è dedicato alle immagini di Sortie d’usine: l’autore considera e inquadra l’importante presenza dei lavoratori fotografati nella realtà del quotidiano.

Laura Lux - puntuale studiosa che vive a Londra - propone quindi una mostra che conduce ai films, alla cinematografia vissuti attraverso il tema che guarda sempre al lavoro, utilizzando documentari, “films d’artistes”, per approdare alla poetica della fatica fisica; senza scordare il rivoluzionario maggio francese che ha sconvolto le scuole e le menti di mezza Europa, quel Sessantotto che a poco a poco svanisce.
FORCED AMNESIA
Allestimento mostra
Parallelamente i commissari NADIA  ISMAIL  e KEVIN  MUHLEN hanno scelto le opere dell’artista lussemburghese Mary-Andrey Ramirez  in occasione della mostra FORCED AMNESIA incentrata sulla realtà dei videogiochi. Si tratta pur sempre di faticare!
Lo spirito di creatività dell’artista valuta la realtà dei “numeri” che convivono con il nostro quotidiano: si tratta di installazioni - non prive di un sottile “humour” - destinate a sfociare nell’incontro fra finzione e realtà.
D’altra parte, la vita tutta veste spesso l’abito della finzione! Le opere della Ramirez sono state esposte a Düsseldorf, Praga, Colonia e New York dove ha vissuto per sei mesi con una sorta di Borsa Premio (ISCP).

Come sempre i minuscoli cataloghi del Casino sono agevoli nel riferire le notizie e tutti insieme forniscono uno specchio reale nel campo delle Arti Visive europee.
La mostra è stata organizzata in coproduzione con Kunsthalle Gießen.

Con la scomparsa del notaio Ettore Morone, Console Onorario del Lussemburgo Piemonte - Valle d’Aosta, “vero torinese”, è stato nominato - nel medesimo ruolo - il figlio Remo, anch’egli notaio. Complimenti e buon lavoro.

giovedì 4 aprile 2024

L' AUTORITRATTO DI LEONARDO

Autoritratto
Leonardo da Vinci
Autoritratto
ca. 1517-1518
pietra rossa su carta
Torino, Musei Reali.
Biblioteca Reale, inv. 15571 D.C.
Il format A tu per tu con Leonardo - l’incontro con le opere del Maestro conservate alla Biblioteca Reale di Torino -, torna quest’anno in una versione totalmente inedita, dedicata al celeberrimo autoritratto a sanguigna, icona della storia dell’arte di tutti i tempi.

Posta sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il patrocinio della Regione Piemonte, l’esposizione L’Autoritratto di Leonardo. Storia e contemporaneità di un capolavoro, a cura di Paola Salvi, docente all’Accademia di Belle Arti di Brera, presenta oltre 60 opere delle quali 15 originali di Leonardo, tra cui spiccano 6 fogli del Codice Atlantico realizzati in Francia, nel periodo in cui egli disegnava il celebre Autoritratto, tra il 1517 e il 1518, negli ultimi anni di vita trascorsi ad Amboise alla corte del re Francesco I.
Madonna con il Bambino
Lorenzo di Credi (Firenze, circa 1457 – 1537)
 Madonna con il Bambino
circa 1488-1490
tavola, 66 x 48 cm
Torino, Musei Reali
Galleria Sabauda, inv. 170
La mostra è arricchita da numerosi prestiti, accordati da prestigiose istituzioni italiane e da collezioni private e presenta testimonianze originali dell’attività del Genio di Vinci integrate da una nutrita selezione di dipinti, disegni, incisioni, matrici calcografiche e fotolitografie che documentano la fortuna del celebre disegno di Torino dal Cinquecento al Novecento.

A impreziosire questo racconto per immagini, la Galleria Sabauda dedica per la prima volta una sala a venti opere eseguite da pittori leonardeschi – allievi, seguaci e imitatori – nelle quali si evidenzia l’attualità della lezione di Leonardo.
Uomo con le mani al viso
Giuliano Vangi
Uomo con le mani al viso
2000
legno policromo, cm 200 x 50 x 52
(particolare)
Una selezionata rassegna di 15 sculture di Giuliano Vangi (Barberino del Mugello, Firenze, 1931, deceduto a Pesaro dopo lunga malattia nella notte del 26 marzo scorso), segnate da una peculiare intensità espressiva, completa con uno sguardo contemporaneo l’ambito della raffigurazione del volto.

Per tutta la durata della mostra, la facciata di Palazzo Reale ospiterà un videomapping sostenuto dalla Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino e dall'Unione Industriali Torino.
Accompagna la rassegna il catalogo L’Autoritratto di Leonardo. Storia e contemporaneità di un capolavoro, a cura di Paola Salvi, pubblicato da Silvana Editoriale.

L’AUTORITRATTO DI LEONARDO
Storia e contemporaneità di un capolavoro

28 marzo – 30 giugno 2024
Musei Reali, Biblioteca Reale
Piazza Castello 191, Torino
Orario: Da martedì a domenica, orario 9-19 (ultimo ingresso ore 18).

CON LEONARDO NEGLI OCCHI
Un percorso nelle collezioni della Galleria Sabauda
28 marzo – 28 luglio 2024
Galleria Sabauda, primo piano

GIULIANO VANGI. Volti contemporanei
 
Galleria Sabauda, primo piano e Giardino Ducale
28 marzo – 30 giugno 2024

L’ingresso alle esposizioni in Galleria Sabauda è compreso nel biglietto dei Musei Reali
Da martedì a domenica orario 9-19 (ultimo ingresso ore 18).

sabato 9 marzo 2024

ALLA SCOPERTA DELLE DELIZIE ESTENSI

Copparo. Palazzo Municipale
Copparo. Palazzo Municipale
Ph. Jessica Morelli 
La presenza di Casa d’Este nella provincia di Ferrara ha consegnato alla storia testimonianze uniche del Rinascimento italiano.
Fra il 1264 e il 1598 gli estensi costruirono un’imponente rete di residenze, oltre 50, chiamate Delizie; sorta di sedi decentrate del governo, ma anche luoghi di svago e di caccia nelle campagne ferraresi.
Copparo (FE). Torre Estense
Copparo (FE). Torre Estense
Ph. Jessica Morelli 
Fra gli edifici ancora esistenti, tre sono situati fra i comuni di Tresignana e Copparo. La Delizia di Copparo, attuale sede del Comune, fu frequentata da Niccolò III e da Borso d’Este con le rispettive corti. Dopo le incursioni veneziane nel 1482, Ercole II ne affidò la ricostruzione all’architetto Terzo de’ Terzi che, tra il 1540 e il 1547, eresse un palazzo con quattro torri angolari ed ampie sale affrescate da Benvenuto Tisi da Garofalo e Girolamo da Carpi. Gravemente danneggiato da un incendio nel 1808, l’intero corpo centrale è stato ricostruito nel XIX secolo, conservando quale unico elemento di pregio la Torre Estense a nord della Villa, con funzioni difensive verso il Po, al tempo teatro di scorribande da parte di truppe veneziane.
Copparo (FE). Nuova ciclabile per Villa della Mensa
Copparo (FE). Nuova ciclabile per Villa della Mensa
Sulla sponda sinistra del Po di Volano, si erge la suggestiva Villa chiamata La Mensa. Fu edificata per volontà di Bartolomeo della Rovere, vescovo di Ferrara dal 1474 al 1495 e nipote di papa Sisto IV.
È Patrimonio Unesco come tutte le Delizie Estensi ed è l’unica raggiungibile via acqua come in origine. La recente inaugurazione della pista ciclabile interconnessa con l’itinerario VenTo consente di includere la Delizia nel percorso turistico. Domenica 17 marzo, è prevista un’apertura straordinaria della Villa per visitare, accompagnati da una guida, i suoi suggestivi ambienti e conoscere le storie che l’hanno vista protagonista.
Copparo (FE). Villa della Mensa
Copparo (FE). Villa della Mensa
Ph. Jessica Morelli 
A circa tre chilometri dal centro di Copparo si trova anche la tenuta di Zenzalino, entro la quale sorge l’omonimo Palazzo risalente al XV secolo. Assegnata attorno al 1434 a Bartolomeo Pendaglia, uomo facoltoso vicino al marchese Nicolò III d’Este, a lui si devono l’ampliamento e la decorazione. Oggi è un’azienda agricola privata, sede dell’allevamento di cavalli da trotto dove, nel 1995, nacque il pluripremiato Varenne.
Tresignana (FE). Palazzo Pio
Tresignana (FE). Palazzo Pio
Ph. Jessica Morelli
Nel comune di Tresignana, a circa un chilometro dalla città di Tresigallo, nota per le architetture razionaliste anni Trenta, sorge Palazzo Pio. Edificato fra il 1517 ed il 1531 per volontà di Alessandro Feruffino, capitano delle milizie del duca Alfonso I d’Este, in assenza di eredi diretti, fu affidato nel 1653 al cardinale Carlo Pio di Savoia, in seguito ai nipoti e poi venduto ad una lunga serie di proprietari sino al XX secolo. Nel 2009 è stato acquistato dal Comune divenendo proprietà dei tresigallesi. Recentemente ristrutturato, il Palazzo è visitabile in occasione di iniziative speciali (mostre, residenze d’artista) o su richiesta.

Informazioni:
Unione dei Comuni Terre e Fiumi 
Via Mazzini 47 
44034 Copparo (FE)
Tel: 0532 383111

Terre e fiumi da vivere 
Ufficio Turismo c/o Ufficio di Piano a Tresignana
via del Lavoro 2
Tel: 0532 383111930/931
turismo@unioneterrefiumi.fe.it

mercoledì 6 marzo 2024

TORINO VENEZIA E RITORNO

Gian Giorgio Massara

 
Ancora una volta Luciano Cappellari - che affida i propri sogni alle acque - è protagonista in un’importante manifestazione.
Si tratta di Venezia (palazzo Giovannelli, Campo San Stae): la città accoglie una sua opera che richiama “la memoria”; al pari di Giancarlo Ferraris, autore di un lavoro che s’impone. Maschere di Carnevale cioè, inizialmente bianche, opere tutte legate alle Accademie di Belle Arti di Torino, Milano, Genova.
Il coordinamento dell’attento e anche faticoso lavoro è dovuto alle Associazioni “Arte in ogni dove” e ALA, Associazione questa voluta da colleghi ed ex allievi del Primo Liceo Artistico di Torino ove abbiamo trascorso metà della nostra lunga esistenza lavorativa.¹
Indossare una maschera significa vivere l’illusione, assumere una seconda identità; e sono tanti gli artisti partiti per Venezia che indossano maschere, ora ben giocate sul colore (E. Bersezio, C. Mantovani, F. Montà, P. Pastura), aeree o poetiche (T. Canfari e E. Donetti), invase dalla luce (Marienzo e L. Bastia).

Preziosa è la maschera creata da M. Focone, legata alla storia della Rinascenza l’opera di Massimo Ghiotti, naturalistica quella di Maté ed enigmatica la scultura di M. R. Benso.
È pervasa da raffinati segni la maschera di E. Monaco, mentre Mariella Bogliacino ed Enzo Sciavolino avvolgono nel mistero la propria presenza al Carnevale.
S. Beccaria inventa una chioma naturalistica, L. Caprioglio e Mauro Chessa giocano con lo splendore degli ori, mentre G. Durazzo traduce la storia del Carnevale in una contemporanea forma.
È F. Febbraro a isolare la scultura nello spazio, al pari di C. Giuliano e S. Grandi che propongono maschere appena “smesse” dopo la sfilata.
Concludono la Rassegna la fantasiosa C. Siccardi, E. Torrieri e la maschera decorata a grandi zone di Hiromi Yamaguchi.
Cosa è inizialmente la maschera che appartiene all’antica commedia italica ma altresì alla Commedia dell’Arte animata a Venezia dai servi Brighella e Arlecchino? La personalità d’un “servo” ora furbo ora sciocco e di un padrone “magretto e tradizionalista” pronti entrambi a travestirsi; travestimento che riguarda anche quelle maschere create per
ingannare le donne con piacevoli e alquanto
fallaci sembianze”. (G. Sormani)

1. Cento maschere sono già state esposte nell’Ecomuseo del Freidano di Settimo Torinese.

lunedì 4 marzo 2024

SULLA VIA DI SAN MICHELE ARCANGELO

San Michele
Ha visto la partecipazione di don Marcello Stanzione, parroco, scrittore ed esperto in angelologia cristiana, l’inaugurazione il 29 febbraio scorso della mostra personale di Valentina Gigante presso lo spazio polivalente LOFT5, in via Pralungo 5, a Torino. MICAELICA. Sulla via di San Michele Arcangelo e i suoi santuari vuole essere al contempo esposizione artistica e momento speciale per approfondire la figura dell’Arcangelo Michele, il suo ruolo nella storia sacra e l’itinerario che vede perfettamente allineati i sette santuari a lui dedicati - Skellig Michael, St. Michael’s Mount, Mont Saint Michel, Sacra di San Michele, Monte Sant’Angelo, Monastero di San Michele Arcangelo (Simi), Monastero Stella Maris - dall’Irlanda fino in Medio Oriente.
Sacra di San Michele
L’intervento di don Marcello Stanzione, fondatore dell’Associazione Cattolica Milizia di San Michele Arcangelo ha posto in luce alcune peculiarità delle milizie angeliche, suscitando quesiti e curiosità nel pubblico presente e fra gli utenti collegati in diretta streaming.
Valentina Gigante, pittrice e psicologa ha poi illustrato le dodici tele che compongono il ciclo pittorico. I cinque esemplari dedicati a San Michele presentano in sintesi l'Arcangelo con tratti di grigio su fondo oro, argento e rame. I sette dipinti riferiti a ciascuna tappa del cammino, collegati idealmente da un elemento in oro, mostrano architetture variopinte dai luminosi accostamenti di colori ad acrilico in tinte pastello.
Monte Sant'Angelo
Riferisce l’autrice veneziana in proposito: «L’intero progetto, a partire dallo sviluppo dell’idea, a cui ho aderito senza incertezza, alla fase esecutiva, è stato per me come una lunga e profonda meditazione. Ripercorrere la storia di quei luoghi, sviluppati su questa linea retta immaginaria, mi ha dato forza e rettitudine, come se ogni opera rappresentasse un punto energetico, una tappa del valore che stavo sviluppando attraverso la mia interpretazione delle immagini e dei colori».

Mariachiara Martina, imprenditrice impegnata nella valorizzazione del Made in Italy e del patrimonio culturale ed artistico italiano ha così motivato l’evento da lei ideato: «Stiamo vivendo tempi molto particolari e un incontro sul ruolo [di San Michele Arcangelo] nella storia cristiana presente e passata, mi sembra un buon modo per contribuire a offrire chiavi di lettura ricche e sfidanti».

MICAELICA. Sulla via di San Michele Arcangelo e i suoi santuari
Personale di pittura di Valentina Gigante
Fino al 27 aprile 2024
LOFT5
Via Pralungo 5 - Torino
Orario: dal martedì al giovedì 10–18 previa prenotazione obbligatoria alla mail esperienze@fioredentro.com. Sabato esclusivamente previa prenotazione obbligatoria entro il giovedì.

Ingresso libero.

Per informazioni: Mariachiara Martina t. +39 348 6532707

sabato 2 marzo 2024

FRAMMENTI DA LEGGERE

Frammenti/Communicor
Frammenti/Communicor
2024
Il frammento è alla base della nostra memoria. Difficilmente un’opera viene tramandata nella sua completezza, lo stesso avviene nei ricordi. Sui dipinti ad olio e ad acrilico di Vittorio Marchis brandelli e briciole di pagine a stampa trovano una nuova vita. Così quel ritaglio di foglio, scampato al macero, appare da protagonista sulla tela emergendo dallo sfondo colorato per suscitare nuove curiosità. Righe di giornale, annunci di obsolete pubblicità si offrono così a riletture e storie inedite.
Frammenti/Abbandonate
Frammenti/Abbandonate
2024
La mostra personale FRAMMENTI DA LEGGERE nell’atrio della Biblioteca Civica Centrale di Torino dal 13 marzo al 2 aprile 2024, espone appunti e quaderni dell’autore a fianco di libri noti e meno noti, portando alla ribalta alcune ‘reliquie’ letterarie oggetto di puntuali studi filologici. Due feltri dell’autore, il primo intitolato Il libro dei numeri (lungo 6 metri) e il secondo Segni, cifre e lettere (lungo 32 metri) accompagnano i lettori lungo le scale della Biblioteca.
Remembering
Remembering
2024
Vittorio Marchis è professore emerito del Politecnico di Torino, già ordinario di Storia della scienza e della tecnica. Ha pubblicato libri, articoli e saggi, dedicando particolare attenzione alla cultura materiale, quella che definisce “la sostenibile pesantezza della materia”. È narratore di storie celate all’interno di macchine di uso comune: da sempre indaga i meandri dell'antropologia della tecnica in recital composti di forme e colori “perché le immagini sono immediate e non hanno bisogno di traduzioni”.

FRAMMENTI DA LEGGERE
Mostra personale di Vittorio Marchis
13 marzo – 2 aprile 2024
Biblioteca Civica Centrale
Via della Cittadella 5 - 10122 Torino
Orario: lunedì 14-19, da martedì a venerdì 9-19, sabato 9-15. Domenica chiuso.
Ingresso libero

giovedì 29 febbraio 2024

IL CIBO IN CITTÀ


Il Festival Internazionale dell’Agricoltura prosegue il percorso di avvicinamento a ColtivaTo 2025, con un appuntamento che tratta un tema di grande interesse per tutti noi consumatori: la sicurezza alimentare, intesa nel suo senso più ampio. Come sicurezza dei prodotti che consumiamo ed effetti sulla salute ma anche come disponibilità di cibo per tutti, per evitare diseguaglianze.  
Ph. Manuela Gomez
Mai come ora, dopo anni di abbondanza, si sente il bisogno di affrontare questi temi in modo razionale, con un’analisi di quanto sta avvenendo. Senza trascurare l’attenzione che il nostro Paese riserva ai controlli e l’importanza di trasmettere queste informazioni ai ragazzi. 
Accesso libero fino a esaurimento posti.

Lunedì 18 Marzo 2024 
h 18 
Circolo dei lettori - Sala Grande 
Via Bogino, 9 - Torino 

sabato 24 febbraio 2024

L’ODISSEA TERRENA DI ANTONIO LIGABUE

AUTORITRATTO
AUTORITRATTO
1951
cm 72x51
olio su faesite
«Lo so che nessuno mi crede, ma andrò nei più grandi musei del mondo».
(Antonio Ligabue)

Il corpus di 71 dipinti, 8 sculture e 13 disegni esposto in 8 sale della Promotrice delle Belle Arti di Torino, fino al 26 maggio 2024, offre un saggio dell’immaginario traboccante del pittore LIGABUE (Zurigo, 1899 - Gualtieri, 1965), grazie al patrocinio della Fondazione Augusto Agosta Tota per Antonio Ligabue, a quasi un anno dalla scomparsa di Augusto Agosta Tota, che dell’artista fu amico, promotore e studioso.
VOLPE CON RAPACE
VOLPE CON RAPACE
1959
cm 120x150
olio su tela 
Antonio LIGABUE nasce il 18 dicembre 1899 a Zurigo da Elisabetta Costa, originaria di Cencenighe Agordino (BL). Registrato all’anagrafe come Antonio Costa, nel 1900 viene affidato ai coniugi svizzero-tedeschi Elise Hanselmann e Johannes Valentin Göbel, con i quali rimarrà sino al 1919 facendo il contadino, svolgendo lavori saltuari e conducendo una vita girovaga. Sposata ad Amrisweil Elisabetta Costa il 18 gennaio 1901, Bonfiglio Laccabue, emigrato in Svizzera dal Comune di Gualtieri (RE), legittima il piccolo Antonio dandogli il proprio cognome.
PAESAGGIO AGRESTE
PAESAGGIO AGRESTE
1955
cm 45,8x68,3
olio su faesite 
Questi trascorre l’infanzia in collegi e ospedali psichiatrici, lacerato da sentimenti contrastanti nei confronti della matrigna. A lei si deve l’espulsione di Antonio dalla Svizzera e il conseguente trasferimento nel 1919 a Gualtieri, comune d’origine del padre, dove rimarrà sino alla morte, avvenuta il 27 maggio 1965 nel locale ricovero "F. Carri".
Tra la fine degli anni Venti e i primi anni Trenta si consolida una prolifica vocazione artistica che lo porterà al riconoscimento pubblico e di critica alla fine degli anni Quaranta.
PANTERA
PANTERA
1938
cm 39x19,5x15,8
bronzo 
Il pieno raggiungimento della maturità tecnica negli anni Cinquanta rivela una personalità al tempo stesso fauve e naïf.
Da un lato vi è il robusto bestiario con tigri, leoni, antilopi, cervi, uccelli rapaci e altri animali selvatici nei dipinti materici o modellati in bronzo con accentuato vigore plastico e una spiccata tensione dinamica.
Dall’altro la nostalgia per la Svizzera e la mancanza della famiglia trovano spazio negli ambienti contadini, nel Paesaggio agreste, nelle scene di vita ordinaria in Fattoria, nel Trasporto della birra, e in simili contesti rurali desunti dal repertorio iconografico dei pittori alpestri dell’Appenzell.
LEOPARDO
LEOPARDO
1960
cm 60x80
olio su tela 
Di matrice barocca, la presenza di mosche, scarafaggi, corvi, tanto nei ritratti quanto nelle tipiche lotte ferine, allude al maligno, alla morte e alla caducità della vita. Sì scorge nello scheletro adagiato accanto al Leopardo, il memento mori ammonitore, la beffarda allegoria di un animo in conflitto, alfine sconfitto dai propri demoni interiori.
Rileva Giovanni Faccenda, curatore della mostra: “L’arte [...] rappresentò per Ligabue non già un itinerario terapeutico o un’evasione salvifica dai propri, insanabili, tormenti esistenziali, ma il racconto, crudo, dei medesimi, attraverso argute allegorie caratterizzate dalla presenza degli amati animali: tigri, vipere, cani, mosche, api. [...] Era, tutto questo, per Ligabue, l’unico modo per sottrarsi, almeno temporaneamente, alla propria, fatale, odissea terrena”.

LIGABUE
26 gennaio – 26 maggio 2024
Società Promotrice delle Belle Arti
Viale Diego Balsamo Crivelli, 11 - Torino
Orario: da martedì a domenica, dalle 10 alle 20 (ultimo ingresso ore 19). Chiusa il lunedì, eccetto i giorni festivi. Apertura straordinaria: Pasqua (31 marzo) e Pasquetta (1 aprile), 25 aprile, 1 maggio.
www.mostraligabuetorino.com
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mercoledì 21 febbraio 2024

PALAZZO MADAMA È EUROPA

Palazzo Madama
Matteo Berton
Palazzo Madama
Episodio conclusivo del progetto Europa. L’illustrazione italiana racconta l’Europa dei popoli, inaugurato nel 2022 e approdato in oltre 43 Paesi dei cinque continenti, l’allestimento PALAZZO MADAMA È EUROPA nella Corte Medievale di Palazzo Madama a Torino, fino al 2 aprile 2024, descrive accanto al percorso La porta della città. Un racconto di 2.000 anni il ruolo giocato dal Museo nell’edificazione di una cittadinanza attiva e multietnica.
Ventotene. Per un'Europa libera e unita. Progetto d'un manifesto
Gio Quasirosso
Ventotene. Per un'Europa libera e unita.
Progetto d'un manifesto

Sede del primo Senato del Regno d’Italia nel 1861, Palazzo Madama ha ospitato il 18 ottobre 1961 i firmatari della Carta Sociale Europea, il trattato del Consiglio d’Europa che protegge i diritti di ogni individuo nella sua vita quotidiana. Sono i diritti generati dai valori fondanti i popoli europei – la Libertà, il Rispetto della dignità umana, l’Uguaglianza, la Democrazia, la Scienza e il Rispetto dei diritti umani – cui si affiancano i valori primari dell’Unione Europea: la Fraternità, il Lavoro, la Cultura, la Pace, l’Ambiente, lo Stato di diritto e l’Inclusione.
25 marzo 1957. I Trattati di Roma
Rita Petruccioli
25 marzo 1957. I Trattati di Roma
A questi temi e a quella che allora era solo l’utopia di Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, redattori nel 1941 del Manifesto di Ventotene (pubblicato nel 1944 da Eugenio Colorni), sono dedicate alcune opere in mostra. Altri lavori illustrano la nascita della Comunità Economica Europea con i Trattati di Roma del 25 marzo 1957, due tra i più significativi documenti compiuti dall’Italia per il farsi della comune storia europea.
Lo Statuto del Regno del 4 marzo 1848
Marta Signori
Lo Statuto del Regno del 4 marzo 1848
(lo Statuto Albertino)
Fra le 15 illustrazioni in rassegna figurano momenti peculiari della storia di Torino, culla del Risorgimento e patria dello Statuto Albertino, promulgato da Carlo Alberto di Savoia Carignano il 3 marzo 1848, premessa ineludibile della Costituzione della Repubblica Italiana.
Torino
Francesco Bongiorni
Torino
L’allestimento, dunque, esprime il pluralismo di una metropoli che attualmente accoglie cittadini provenienti da quarantaquattro paesi europei e da più di centoquaranta differenti nazioni, nell’ottica di valorizzare le collezioni comunali torinesi in dialogo con il territorio.


PALAZZO MADAMA È EUROPA
7 febbraio – 2 aprile 2024
Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica
Corte Medievale

Piazza Castello – Torino
Orari: lunedì e da mercoledì a domenica: 10. - 18. Martedì chiuso. Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura.
Informazioni: palazzomadama@fondazionetorinomusei.it; t. 011 4433501
www.palazzomadamatorino.it

venerdì 16 febbraio 2024

L’ EVOLUZIONE DELLA PITTURA MACCHIAIOLA

Donne che lavorano nei campi
CRISTIANO BANTI 
Donne che lavorano nei campi
1870
Olio su tavola
Collezione Palazzo Foresti, Carpi
A Torino, fino al 1° aprile 2024, al Mastio della Cittadella la mostra I MACCHIAIOLI E LA PITTURA EN PLEIN AIR TRA FRANCIA E ITALIA ripercorre le vicende della pittura macchiaiola tra Toscana, Campania, Piemonte e Francia, ponendo a confronto i linguaggi dei suoi principali protagonisti:  Fattori, Signorini, Banti, Cabianca, Sernesi, Abbati ed altri.
A partire dalla Scuola di Barbizon, dieci tematiche descrivono il movimento nel suo farsi, fondato sull’osservazione dal vero della natura.
Negli anni Trenta dell’Ottocento, il paesaggio ai margini della foresta di Fontainebleau diventa oggetto di studio per Rousseau, Millet, Corot, Daubigny, precursori di quei giovani artisti toscani che, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, riuniti nella dimora estiva dell’amico e mecenate Diego Martelli a Castiglioncello, intendono ribellarsi alle norme accademiche e ai codici dell’arte ufficiale.
Bovins dans le paysage
JULES DUPRÉ
Bovins dans le paysage
Olio su tavola
Collezione privata
Come gli Impressionisti al Café Guerbois, il gruppo si ritrova al Caffè Michelangelo a Firenze, frequentato da intellettuali d’avanguardia, per condividere l’utopia di un rinnovamento culturale in un clima di grandi rivolgimenti politico-sociali. Annota a riguardo Giovanni Fattori: «Si stava alla sera riuniti senza rancori né antipatie e vi erano accaniti oppositori dell’arte che si chiamava nuova, sperando di raggiungere il nostro ideale, però le discussioni erano amene, allegre». Tale prossimità alla scena parigina si riscontra anche nel gusto goliardico della caricatura (Cecioni è simile a Monet), nell’attenzione agli effetti luministici, ma al tempo stesso evidenzia il metodo peculiare dei pittori ‘della macchia’.
Santa Maria Novella
TELEMACO SIGNORINI
Santa Maria Novella
1860
Olio su cartone
Collezione privata
Emuli della Scuola di Staggia, essi rifuggono sia certa enfasi romantica (come già Fontanesi), sia le sperimentazioni positiviste sul colore dei cugini d’oltralpe, per giustapporre luci e ombre in campiture piane ben delineate onde accentuare la resa plastica del chiaroscuro.
In questa direzione la fotografia - è oramai rinomato a Firenze lo Studio dei Fratelli Alinari - concorre quale strumento propedeutico alla realizzazione del dipinto, come dimostrano gli scatti eseguiti da molti autori fra cui Vincenzo Cabianca e Cristiano Banti.
Bovi al carro
GIOVANNI FATTORI
Bovi al carro
1868
Olio su cartone
Collezione Palazzo Foresti, Carpi
Scene di vita quotidiana sono restituite sulla tela senza retorica, con pari dignità rispetto ai soggetti storici e letterari.  La quinta scenografica del Chiostro di Santa Maria Novella di Odoardo Borrani, la Donna nel Parco di Vito d’Ancona, romantica alla maniera di Hayez,  Dante nel Casentino di Vincenzo Cabianca, al pari dei Bovi al carro di Giovanni Fattori, delle Donne che lavorano i campi di Cristiano Banti, sono raffigurati privilegiando il dato atmosferico al racconto didascalico.
Lavandaia del Gabbro
SILVESTRO LEGA
Lavandaia del Gabbro
Olio su tela
Collezione privata
Alla fine degli anni Sessanta il sodalizio può dirsi concluso; scriverà nel 1902 il pittore Marco Calderini: «[Nell’inverno 1869] la Parigi artistica si trasformava e molti di quei mutamenti erano troppo sprezzanti del periodo precedente pur così glorioso»¹ per garantirne un seguito.
È un cambiamento che investe l’Italia con risvolti quasi reazionari: negli anni Ottanta del XIX secolo artisti quali Niccolò Cannicci, i Tommasi e i fratelli Gioli seguono con accenti veristi l’esempio  di Telemaco Signorini, Silvestro Lega e Giovanni Fattori, considerati i tre  capisaldi della stagione macchiaiola. Ultimo baluardo della pittura tradizionale, anche quest’ultima abdicherà di lì a breve in favore di correnti non figurative, ritenute pietre miliari nel fervente dibattito ancora aperto sull’arte contemporanea.

1. M. CALDERINI, Alberto Pasini Pittore, Edizioni d’Arte E. Celanza, Torino 1916, p.12.

Autori: Giuseppe Abbati, Cristiano Banti, Giovanni Boldini, Odoardo Borrani, Vincenzo Cabianca, Niccolò Cannicci, Eugenio Cecconi, Jean-Baptiste Camille Corot, Vito D’Ancona, Charles-François Daubigny, Serafino De Tivoli, Jules Duprè, Giovanni Fattori, Antonio Fontanesi, Francesco Gioli, Luigi Gioli, Silvestro Lega, Jean-François Millet, Filippo Palizzi, Giuseppe Palizzi, François-Auguste Ravier, Theodore Rousseau, Raffaello Sernesi, Telemaco Signorini, Adolfo Tommasi, Angiolo Tommasi, Lodovico Tommasi, Angiolo Tricca, Constant Troyon.

I MACCHIAIOLI E LA PITTURA EN PLEIN AIR TRA FRANCIA E ITALIA
Dal 3 febbraio al 1° aprile 2024
Museo Storico Nazionale d’Artiglieria
Mastio della Cittadella
C.so Galileo Ferraris, 0 - Torino
Orario: da lunedì a venerdì 9.30 – 19.30; sabato, domenica e festivi 9.30 – 20.
www.navigaresrl.com