sabato 9 dicembre 2023

ANTONIO CAMPI A TORRE PALLAVICINA

Cristo davanti a Caifa
Antonio Campi
Cristo davanti a Caifa
Crediti Fotostudio
Rapuzzi Brescia
per Galleria Caness
Nella sala del Tardo Manierismo internazionale della Galleria Sabauda (primo piano, sala 13), fino al 10 marzo 2024, i Musei Reali di Torino
Orazione nell'orto
Antonio Campi
Orazione nell'orto
Crediti Fotostudio
Rapuzzi Brescia
per Galleria Canesso

ospitano l’esposizione ANTONIO CAMPI A TORRE PALLAVICINA, che riunisce le tavole superstiti di un ampio ciclo dipinto dal grande manierista cremonese negli anni Settanta del Cinquecento.
Seconda tappa della mostra dossier, aperta dal 19 settembre al 3 dicembre 2023 al Museo Diocesano di Cremona, quest’importante iniziativa mette in luce l’attività del pittore per l’Oratorio di Santa Lucia a Torre Pallavicina,
 comune nella diocesi di Cremona, oggi in provincia di Bergamo, e presenta quello che rimane di una grande ancona a tema cristologico della quale facevano parte i due pannelli con l’Andata al Calvario e la Resurrezione,

appartenenti alle collezioni della Galleria Sabauda,  e le due tavole con l’Orazione nell’orto e Cristo davanti a Caifa della Galleria Canesso, che ne ha gentilmente concesso il prestito.
Le due tavole, dopo essere state pubblicate nel 1974 dalla storica dell’arte Maria Luisa Ferrari e poi a lungo disperse, sono state di recente ritrovate ed esposte al pubblico per la prima volta nel 2021 nella sede milanese della Galleria Canesso.

Salita al Calvario
Antonio Campi
Salita al Calvario
Crediti Ernani Orcorte
L’Andata al Calvario e la Resurrezione, acquisite dallo Stato nel 1957 per le collezioni della Galleria Sabauda con un’attribuzione a “pittore fiammingo intorno alla metà del Cinquecento”, sono state riconosciute da Marco Tanzi
Resurrezione di Cristo
Antonio Campi
Resurrezione di Cristo
Crediti Ernani Orcorte

 come significative testimonianze della pittura di Antonio Campi, debitrice verso la maniera del Nord e le invenzioni düreriane.
Oggi sappiamo dunque che la cappella privata voluta da Adalberto Pallavicino era arricchita da almeno quindici pannelli con episodi della Passione di Cristo, un caso unico nella Lombardia dell’epoca. Le tavole torinesi mostrano la vena manierista del pittore cremonese, mentre le due opere Canesso sono alti esemplari di quello sperimentalismo luministico che portò Antonio Campi a dipingere alcuni dei più emozionanti notturni della Lombardia prima di Caravaggio.
Della sorte delle altre tavole del ciclo di Torre Pallavicina, alcune certamente danneggiate e forse distrutte, ancora non sappiamo nulla.
Le novità documentarie e le recenti scoperte, corredate da nuove campagne fotografiche, sono pubblicate nel catalogo della mostra a cura di Eleonora Scianna edito da Persico Dosimo nel 2023.

ANTONIO CAMPI A TORRE PALLAVICINA
Fino al 10 marzo 2024
Musei Reali – Galleria Sabauda 
Piazzetta Reale 1, Torino
Orario: dal martedì alla domenica dalle 9 alle 19. La biglietteria chiude un’ora prima.
https://museireali.beniculturali.it/galleria-sabauda/

giovedì 30 novembre 2023

LA COLLEZIONE FALLETTI DI BAROLO

Giulia Colbert Falletti di Barolo
Luigi Bernero
Ritratto di Giulia Colbert Falletti di Barolo, 1811
pastello su carta, 27 x 20,5 cm
Torino, Opera Barolo, Palazzo Falletti di Barolo
In occasione del bicentenario della nascita del Distretto Sociale Barolo lo Spazio Scoperte della Galleria Sabauda di Torino ospita fino al 7 aprile 2024 la mostra dossier GIULIA & TANCREDI FALLETTI DI BAROLO COLLEZIONISTI.
L'esposizione, curata dai Musei Reali in collaborazione con l’Opera Barolo, presenta una selezione tra le 45 opere d’arte antica donate dalla coppia nel 1864 con lascito testamentario alla Regia Pinacoteca, oggi Galleria Sabauda.
Carlo Tancredi Falletti di Barolo
Luigi Bernero (Torino 1775 – 1848)
Ritratto del marchese Carlo Tancredi Falletti di Barolo in divisa da ufficiale napoleonico, 1811
pastello su carta, 25,6 x 20,5 cm
Torino, Opera Barolo, Palazzo Falletti di Barolo
Il percorso espositivo si apre con la sezione dedicata alla produzione artistica contemporanea, con capolavori quali l’Erma di Saffo, commissionata ad Antonio Canova nel 1819-1820 dal marchese Tancredi, oggi conservata alla GAM - Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, le sculture di Luigi Pampaloni ispirate alle teorie estetiche di Bertel Thorvaldsen, la tela Gesù e i fanciulli di Pietro Ayres e i celebri ritratti a pastello di Giulia e Carlo Tancredi, eseguiti nel 1812 da Luigi Bernero.
I viaggi in Italia tra il 1815 e il 1834 furono descritti in tre Diari, due dei quali sono esposti insieme a documenti di archivio e a un nucleo di disegni realizzati dai due coniugi, a riprova di come l’esercizio del disegno fosse una consuetudine che entrambi praticavano e condividevano.
Saffo
Antonio Canova (Possagno 1757 – Venezia 1822)
Saffo (Erma di Saffo), circa 1819 – 1820
marmo, 49 x 27 x 24,5 cm
Torino, GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea
Su concessione della Fondazione Torino Musei
(foto: Studio Fotografico Gonella 2000)
L’esposizione prosegue lungo il percorso permanente della Galleria Sabauda con opere devozionali significative fra cui l’Incoronazione della Vergine, attribuita a Bernardo Daddi, la Madonna e san Giovannino in adorazione del Bambino di Giovanni Antonio Della Robbia, e il San Pietro in cattedra eseguito da Anton Raphael Mengs.
La mostra dossier presenta inoltre un gruppo di dipinti della cerchia di Guercino, Guido Reni, Francesco Albani, Carlo Cignani finora conservato nei depositi della Galleria Sabauda.
Infine, la sala 18, al primo piano della Galleria mostra  il Suonatore di Antiveduto Gramatica (1569-1626) e il bellissimo Concertino, ricondotto all’attività giovanile di Mattia Preti, testimoni dell’interesse dei marchesi per la pittura caravaggesca a tema musicale.
Gesù tra i fanciull
Pietro Ayres (Savigliano 1794 – Torino 1878)
Gesù tra i fanciulli, 1833
olio su tela, 88 x 84 cm
Torino, Opera Barolo, Palazzo Falletti di Barolo
Giulia e Tancredi Falletti di Barolo, mecenati dai numerosi interessi culturali, si distinsero com’è noto per le  attività in campo assistenziale. In particolare, dopo aver riformato le carceri femminili torinesi, il 7 marzo 1823 Giulia Colbert fondò il Rifugio, una delle prime istituzioni ad accogliere ed educare le cosiddette “donne pericolanti” (ex detenute cui risultava arduo il reinserimento in società).
Oggi quel Rifugio è divenuto una vera e propria cittadella della solidarietà tra le vie Cigna e Cottolengo a Torino, in cui operano 17 enti assistenziali e oltre 500 operatori e volontari in favore di persone che vivono in condizione di marginalità.
Suonatore
Antiveduto Gramatica (Roma 1570/1571 - 1626)
Suonatore, circa 1605 – 1610
olio su tela, 119 x 85 cm
Torino, Musei Reali - Galleria Sabauda
Per comprendere appieno la personalità dei Marchesi di Barolo sono in programma visite guidate al Distretto Sociale il 16 gennaio e il 13 febbraio (prenotazioni: palazzobarolo@arestorino.it); a Barolo il  21 gennaio e il 24 marzo (info@wimubarolo.it) e al Castello di Serralunga d’Alba domenica 24 marzo (info@castellodiserralunga.it).

GIULIA & TANCREDI FALLETTI DI BAROLO COLLEZIONISTI
28 novembre 2023 - 7 aprile 2024
Musei Reali
Galleria Sabauda | Spazio Scoperte

Piazzetta Reale, 1 - Torino
Orari: dal martedì alla domenica, dalle 9 alle 19. La biglietteria chiude un’ora prima.
https://museireali.beniculturali.it

domenica 26 novembre 2023

IL MONDO DI TIM BURTON

photo A. Guermani

Il cinema dell’assurdo è quello che, superando tutte le convenzioni e i limiti della ragionevolezza, ci trasporta nel mondo dell’imprevedibile dove tutto può succedere.

È dedicata al genio visionario di Timothy Walter Burton (Burbank, California 1958) la mostra in corso fino al 7 aprile 2024 al Museo Nazionale del Cinema di Torino.
Co-curata dallo stesso Burton e da Jenny He, con l’adattamento del direttore Domenico De Gaetano, IL MONDO DI TIM BURTON è una rassegna multimediale tra suoni stereofonici, video proiezioni, ambientazioni scenografiche in cui tutti i sensi sono coinvolti in un’eccezionale esperienza immersiva.
Surrounded©TimBurton
Il viaggio nell’universo gotico - grottesco del regista, illustratore, fotografo, scrittore, artista di fama internazionale ideatore di personaggi indimenticabili quanto reietti si snoda in 9 sezioni tematiche nell’Aula del Tempio, sulla rampa elicoidale e al piano di accoglienza della Mole Antonelliana con oltre 550 opere d’arte originali, raramente o mai viste prima, che vanno dagli inizi fino ai progetti più recenti, passando per schizzi, dipinti, disegni, fotografie, concept art, storyboard, costumi, opere in movimento, maquette, pupazzi e installazioni scultoree a grandezza naturale.
Molto prima del successo critico e commerciale nei generi live-action e animazione, Burton si è ispirato ai film in televisione, alle animazioni, ai fumetti sui giornali, ai miti e alle favole raccontate a scuola e ad altre forme di cultura popolare, incorporando queste influenze di sempre nella sua arte e nei suoi film.
Numbers
È l’autore stesso a raccontare i propri esordi: “Burbank, in California, dove sono cresciuto, non brillava per la sua cultura museale. Se escludiamo il Museo delle Cere di Hollywood, non ho mai visitato un museo fino all’adolescenza. Invece, occupavo il mio tempo guardando film di mostri, disegnando qualsiasi cosa mi venisse in mente o giocando nel cimitero locale. In seguito, quando ho iniziato a frequentare i musei, sono rimasto colpito da quanto la loro atmosfera fosse simile a quella dei cimiteri. Sono entrambi ambienti silenziosi, introspettivi, eppure entusiasmanti. Eccitazione, mistero, scoperta, vita e morte... trovi tutto nello stesso posto.”
Mistero e spirito dark caratterizzano, insieme all’ironia e alla dimensione fiabesca, l’esposizione torinese, omaggio dell’autore di Edward mani di forbice (1990), Nightmare before Christmas (1993), La sposa cadavere (2005) ai registi italiani più amati: Dario Argento, Mario Bava e Federico Fellini. L’evento è anche un tributo al fascino esoterico della città, ritenuta dal cineasta “lo spazio perfetto” per ospitare il proprio mondo immaginifico, officina di meravigliose illusioni e di incantevole stupore.

IL MONDO DI TIM BURTON
Fino al 7 Aprile 2024
Museo Nazionale del Cinema
Mole Antonelliana
Via Montebello 20, Torino
Orario: da lunedì a domenica 9-19; sabato 9-22. Martedì chiuso.

sabato 25 novembre 2023

UN TRITTICO DEL TRECENTO RESTAURATO

Madonna con Bambino e angeli
Madonna con Bambino e angeli
dopo il restauro
È stato presentano il 24 novembre scorso il complesso restauro del trittico a fondo oro che raffigura la Madonna con il Bambino, San Gaudenzio, Santa Caterina e due angeli, attribuito a Niccolò di Tommaso, allievo di Nardo di Cione, attivo in Toscana e a Napoli e testimone della diffusione del linguaggio giottesco nella seconda metà del Trecento.

Il restauro - realizzato dal laboratorio “Restauro e Conservazione Opere di Pittura” di Cesare Pagliero, grazie al generoso finanziamento dell’Avvocato Marziano Marzano a sostegno del patrimonio pubblico italiano tramite Art Bonus – ha restituito alla tavola, a lungo conservata nei depositi della Pinacoteca, la solidità strutturale e la brillante cromia.

San Gaudenzio
San Gaudenzio
dopo il 
restauro
Il trittico è riferito al fiorentino Niccolò di Tommaso, pittore ancora per larga parte misterioso, documentato dal 1346 al 1375 e collaboratore di Nardo di Cione. Attivo a Firenze, per Santa Maria del Fiore, in Toscana e a Napoli, il suo vertice artistico è stato individuato negli affreschi della chiesa del Tau di Pistoia, ricondotti all’attività matura; la sua unica opera firmata e datata 1371 è Sant’Antonio abate e altri santi ora a Napoli, al Museo di Capodimonte, che si ritiene commissionato dalla regina Giovanna d’Angiò.

L’opera rappresenta al centro la Madonna
Santa Caterina
Santa Caterina
dopo il restauro
con il Bambino e due angeli musicanti, ai lati san Gaudenzio, a sinistra, e santa Caterina d’Alessandria a destra; nelle cuspidi Cristo è affiancato dalla Vergine e dall’arcangelo Gabriele al momento dell’Annunciazione. La carpenteria di gusto neogotico e le iscrizioni identificative che compaiono sulla base sono frutto di restauri ottocenteschi.

Già parte della prestigiosa collezione di Riccardo Gualino, il noto e poliedrico imprenditore biellese diventato uno dei personaggi di spicco del panorama finanziario, economico e collezionistico dell’Italia di primo Novecento, il dipinto andrà ad arricchire le sale al secondo piano della Galleria Sabauda dedicate alla raccolta dell’industriale, documentandone il gusto per i primitivi italiani.

Musei Reali | Galleria Sabauda
piazzetta Reale, 1 - Torino
https://museireali.beniculturali.it

OSTINATO RIGORE

Villa Rossi, Venaria
Xavier de Maistre
Villa Rossi, Venaria
acquaforte
formato carta mm 690x490

Sabato 2 dicembre 2023 alle ore 17,30 presso la Galleria Fogliato in via Mazzini 9 a Torino verrà inaugurata la mostra L'acquaforte: OSTINATO RIGORE nella quale saranno presenti una cinquantina di acqueforti raffiguranti dimore, alberi ed animali realizzate dall’incisore Xavier de Maistre (Torino, 1949). La mostra rimarrà aperta fino al 13 gennaio 2024 con aperture straordinarie 8,10,17 e 24 dicembre. Orario: da martedì a sabato 10.30-12.30 / 16-19.

https://www.xdem.it/

giovedì 9 novembre 2023

DONNE RIBELLI ALLA GALLERIA FOGLIATO

Sefora Pons, ANNETTE
Sefora Pons
Annette Kellerman
Acrilici e matite acquerellabili su betulla
Fino al 25 novembre 2023 la Galleria Fogliato ospita la doppia personale di Enrico Challier  e Sefora Pons per celebrare donne RIBELLI che, a vario titolo, hanno contribuito a cambiare il corso della storia in favore dell’emancipazione femminile.
Dieci sculture in legno e dieci dipinti a tecnica mista su tavola di betulla raffigurano la medesima donna in modo differente: Ipazia astronoma, Antonia Pozzi poetessa, Annette Kellerman nuotatrice, Camille Claudel scultrice, le sorelle rivoluzionarie sudamericane Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal, la scrittrice svedese Tove Jansson, Lidia Poët prima avvocatessa d’Italia, Lozen guerriera apache, Artemisia Gentileschi pittrice, Elizabeth I regina d’Inghilterra si raccontano attraverso indizi e attributi specifici della loro personalità.
Enrico Challier, ANNETTE
Enrico Challier
Annette Kellerman
Acero di monte, acrilico, pastelli e foglia d’oro
Commenta Enrico Challier: «Il progetto espositivo, ideato due anni or sono ha richiesto un anno di lavoro, partendo dal disegno preparatorio per arrivare all’opera finita senza ricorrere ad un preliminare modellino in scala. Solitamente lavoro con essenze più scure, come il noce, mentre per questa mostra ho scelto di utilizzare esclusivamente legni chiari».
Ogni scultura è estratta da un unico ceppo. Lozen è scolpita in  acero montano, i piedi racchiusi in un plinto dai tipici anelli concentrici.
Sefora Pons, IPAZIA
Sefora Pons
Ipazia
Acrilici, matite acquerellabili, foglia oro, glitter oro su betulla 
Tove Jansson, creatura elfica, si erge da un solido tronco d’acero appena sbozzato. Ed anche Annette Kellerman, emerge dall’acqua a suo agio nel proprio elemento; mentre Lidia Poët porta su di sé i nodi del coriaceo pino cembro, simbolo di ardue battaglie forensi.
Sefora Pons ha intrapreso un ciclo pittorico denominato Symbiosis dove natura e corpo umano si fondono in un’unica figura. In mostra ne costituisce esempio Tove in cui il busto della scrittrice finlandese immerso nell’acqua trasparente, avvolto d’alghe, rimanda al romanzo autografo Il libro dell’estate. Le sorelle Patria, Minerva e Maria Teresa sono simboleggiate dalla mariposa che riunisce in una sola anima tre distinte identità.
Enrico Challier, IPAZIA
Enrico Challier
Ipazia
Acero, acrilico, pastelli, foglia d’oro e foglia d’argento
L’effetto è nitido, levigato grazie all’imprimitura con fissativo del supporto le cui venature s'intravedono attraverso impalpabili velature di colori acrilici, attribuendo così all’incarnato una particolare trasparenza. La grazia delle figure non deve però trarre in inganno, poiché in esse è implicita una forte determinazione condivisa con l’artista, che afferma: “Dalle mie origini valdesi ho ereditato quel senso di ribellione tipico di un popolo perseguitato per secoli. Negli anni è diventato parte fondamentale della narrazione della mia arte”.
Artisti entrambi attivi in val Chisone, teatro di assedi, lotte partigiane e sito di interesse naturalistico, il genius loci del territorio permea ed armonizza le opere di Challier e Pons conferendo ai ritratti eleganza e fierezza, il volto naturale di chi crede nei propri ideali e combatte ogni giorno per non tradirli.

RIBELLI
Fino al 25 novembre 2023
Galleria Fratelli Fogliato
Via Mazzini 9 - 10123 Torino
Tel. 011887733
Orario: da martedì a sabato 10.30-12.30 / 16-19.
http://www.galleriafogliatotorino.com

martedì 7 novembre 2023

NEL VENTRE DELLA BALENA


«Guai a quei ragazzi che si ribellano ai loro genitori e che abbandonano capricciosamente la casa paterna! Non avranno mai bene in questo mondo; e prima o poi dovranno pentirsene amaramente!»¹.

La voce del Grillo parlante ammonisce fin dalle prime pagine l’ingenuo e ribelle burattino: da subito Pinocchio deve fare i conti con la propria coscienza. Così la sagace eloquenza di Carlo Collodi (1826-1890) mostra al fanciullino nascosto in ogni adulto le conseguenze dei propri errori.

Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino, testo tradotto in oltre 220 lingue, a 140 anni dalla pubblicazione in volume (1883) incontra la fantasia di Antonella Staltari, artista dell’immagine e della parola e assume la forma di una mongolfiera la quale, fluttuando di carta leggera nei cieli torinesi, raggiunta la storica Libreria Luxemburg, staziona cangiante d’argento su libri pop up, albi illustrati e novità editoriali destinate ai ragazzi.

Pinocchio intrappolato nelle fauci del Pesce-cane è qui al culmine della metamorfosi: figliuol prodigo in cellulosa, preconizza il bambino in carne ed ossa redento dall’amore oblativo per l’anziano padre e per la fata dai capelli turchini. Chiunque attraverso le generazioni vi ha individuato una parte di sé, per AntoS il burattino, con la gorgiera bianca, il corpo di carta ondulata, rappresenta l’importanza del gioco, il profondo interesse per la letteratura, il rispetto per l’infanzia e per la libertà d’espressione che da sempre ne ispirano il lavoro.

Altre volte Antonella ha abbinato il manufatto alla parola scritta, ad esempio nel volume Sogni di Carta, florilegio di mongolfiere e liriche a fronte del 2009. Nel 2013 il gioco e la relazione sono al centro del testo didattico Uso e riuso della carta da giornale. Laboratori e giochi per sviluppare la creatività, per le edizioni Erickson, dove già compare un Pinocchio “dipinto con le forbici” per educare i bambini alla percezione dei colori. La pedagogia dell’atto creativo risiede dunque nei binomi parola-immagine, idea-materia, astrazione-concretezza, pensiero-azione intesi in rapporto dialettico.

Vincitrice quest’ anno del primo premio sezione lingua italiana del XX Concorso Nazionale “Una fiaba per la montagna” di Ronco Canavese con la fiaba Acquablu, l’autrice ribadisce il valore edificante del genere fiabesco. Tale è l'insegnamento morale consegnato a noi dal capolavoro di Collodi: l’abbandono volontario di una cattiva condotta, la conseguente assunzione di responsabilità e l’effettivo ingresso nell’età adulta del protagonista. Finalmente Pinocchio, stabilita la rotta dell’aerostatico vettore, può librarsi in volo e riprendere il viaggio alla ricerca della parte migliore di sé.

1) C. Collodi, Le avventure di Pinocchio, Ed. B.I.I. Onlus, Treviso 2018, p. 31.


giovedì 2 novembre 2023

TORINO CAPITALE DEL LIBERTY

Alfons Mucha, Manifesto pubblicitario
Alfons Mucha
Manifesto pubblicitario, F. Champenois Imprimeur-Editeur, Parigi
1897
Litografia a colori, 72,7x55,2 cm
Collezione privata
Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica di Torino presenta, fino a lunedì 10 giugno 2024, la mostra LIBERTY. TORINO CAPITALE.
Circa cento opere suddivise in cinque sezioni affrontano ogni aspetto delle manifestazioni artistiche del Liberty, potendo per la prima volta percepire il farsi delle opere, siano esse di architettura, di design d’interni, pitture, sculture, lavori grafici o di decorazione, oggetti d’uso, testi letterari, poesia o musica.
Alessandro Mazzucotelli, Lampadario libellula di Mazzucotelli
Alessandro Mazzucotelli
Lampadario libellula di Mazzucotelli
Inizio sec. XX,
Ferro battuto e vetro, 20x45 cm
Fondazione Arte Nuova, Torino
L’esordio è consacrato all’eterno femminino, all’immagine della donna raffigurata nelle grandi opere di Boldini e Bistolfi, Corcos e Canonica. Da qui si passa all’ambiente privato de La casa moderna: accolti all’interno di un bow window di Palazzina Turbiglio, - elemento architettonico distintivo del panorama liberty torinese - Illuminato dal lampadario zoomorfo dell’Officina Mazzucotelli.
La Gran Via, cuore dell’esposizione, narra Torino a partire dalla rivoluzionaria Esposizione Internazionale di Arte Decorativa Moderna (aprile – novembre 1902). Solo Torino ha la capacità di declinare questa storia in ogni ambito dell’edificare, poiché il Liberty connota scuole e fabbriche, case popolari e ville signorili, bagni pubblici e palazzi in oltre 500 capolavori distribuiti su tutto il territorio cittadino.
Vittorio Matteo Corcos, Lettura sul mare
Vittorio Matteo Corcos
Lettura sul mare
1910
Olio su tela, 250x152 cm
Collezione privata
Nella quarta sezione Nuovi linguaggi per una nuova società l’industria dell’arredamento e degli interni deflagra dall’editoria scolastica alla grafica pubblicitaria e alle riviste, tutti rispondenti ad un canone estetico che trova il proprio massimo interprete in Leonardo Bistolfi, protagonista assoluto dell’ultima sala Dalla Sfinge a Città del Messico.
È la nascita di uno stile che trova la propria cassa di risonanza nel Parco del Valentino con l’Esposizione generale italiana del 1898 per cui Carlo Ceppi concepisce la Fontana dei Mesi utilizzando il moderno cemento. L’architetto-ingegnere Pietro Fenoglio crea capolavori quali Villa Scott – protagonista del film Profondo rosso di Dario Argento – e Casa Fenoglio-La Fleur ove tutto, dai telai delle finestre ai caloriferi in ghisa e dagli stipiti in legno alle maniglie delle porte, è stato disegnato dall’artista.
Leonardo Bistolfi, Vaso portafrutta
Leonardo Bistolfi
Vaso portafrutta
1890-1895
Bronzo e vetro, 49x45x59 cm
Gipsoteca Bistolfi, Casale Monferrato (TO)
Queste costruzioni preludono a esperienze originalissime quali il Villaggio Leumann, nato nel solco dello spirito del Nord Europa, ai caseggiati nei quartieri operai, artigianali e impiegatizi di Barriera di Milano e San Paolo e ai bagni pubblici presenti in tutti i quartieri della città. Le tecniche, i nuovi materiali – come il litocemento – e le forme sinuose si adattano e applicano a ogni contesto con semplicità e grazia, giungendo a un monumento esemplare del gusto del tempo: quell’Amedeo di Savoia duca d’Aosta di Davide Calandra posto all’ingresso del parco del Valentino nel 1902.
L’esposizione si avvale dell’eccezionale contributo dato dalla campagna fotografica appositamente svolta dall’architetto Pino Dell’Aquila.
Giuseppe Velati Bellini, Casa Florio Nizza
Giuseppe Velati Bellini (Torino, 1867 - 1926)
Casa Florio Nizza, 1901
Torino, via Antonio Giuseppe Bertola 20.
© Ph. Arch. Pino Dell'Aquila
L’ allestimento, la mostra e il catalogo – edito da Silvana Editoriale – sono a cura di Beatrice Coda Negozio, Roberto Fraternali, Carlo Ostorero, Rosalba Stura e Maria Carla Visconti che, come SIAT – Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, da decenni hanno intrapreso un percorso di tutela e approfondiscono dei temi della cultura Liberty a Torino, rendendosi protagonisti di importanti iniziative scientifiche, editoriali e divulgative.
All’esposizione si accompagna il ricco programma off Libertyamo, che vede il supporto della Camera di commercio di Torino, operazioni focali per l’ingresso di Torino nel RANN - Réseau Art Nouveau Network di Bruxelles e la sua candidatura a Città Patrimonio Mondiale UNESCO per il Liberty.

LIBERTY. TORINO CAPITALE
Fino al 10 giugno 2024
Palazzo Madama –  Museo Civico d’Arte Antica 
Sala del Senato 
Piazza Castello, Torino 
Orario: lunedì e da mercoledì a domenica 10 - 18. Martedì chiuso. Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura.

mercoledì 1 novembre 2023

AFRICA. LE COLLEZIONI DIMENTICATE

Negarit
Negarit, Eritrea, XIX secolo (?)
Lega di rame, cuoio
Dalle collezioni personali di Umberto I
Torino, Musei Reali - Armeria Reale
Fino al 25 febbraio 2024, le Sale Chiablese dei Musei Reali di Torino ospitano la mostra AFRICA. Le collezioni dimenticate, a cura di Elena De Filippis, Enrica Pagella e Cecilia Pennacini.
A partire dal 2021, i Musei Reali e la Direzione Regionale Musei hanno condotto interventi di studio, recupero e restauro delle collezioni africane conservate nei depositi dell’Armeria Reale e nelle raccolte dei Castelli di Agliè e Racconigi, avviando progetti di ricerca e digitalizzazione anche sugli album fotografici della Biblioteca Reale di Torino e del Castello di Racconigi.
Fitaurari Cassà, nipote di Re Teodoro
Fitaurari Cassà, nipote di Re Teodoro
Foto di Luigi Malvezzi dall’album Gondar e la Regione del Lago Tana, 1913-1920
Torino, Musei Reali - Biblioteca Reale
Nell’intento di guardare alle opere con occhi nuovi, confrontandosi con esperti di storia africana e le comunità di origine, è nata la collaborazione con il Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università di Torino, con l'artista etiope Bekele Mekonnen, docente all’Università di Addis Abeba, e con Lucrezia Cippitelli, storica dell’arte, curatrice e docente all’Accademia di Brera, ospiti ai Musei Reali per una residenza finalizzata ad approfondire i significati delle collezioni e a reinterpretarli in un’ottica post-coloniale.
Manto
Manto
Dono del degiac Apte Micael
a Vittorio Emanuele III di Savoia, 1936
Torino, Musei Reali – Armeria Reale
160 opere provenienti dalle collezioni delle residenze sabaude e dal Museo di Antropologia di Torino, con prestiti dal Museo delle Civiltà di Roma e da Palazzo Madama - Museo Civico d’Arte Antica di Torino documentano in cinque sezioni una pagina delle relazioni tra la nuova Italia, prima sabauda e poi fascista, con il Congo Belga, l’Eritrea, la Libia, la Somalia e l’Etiopia nell’età neoimperialista dello scramble for Africa.
Faretra e frecce
Faretra e frecce, Somalia, seconda metà XIX secolo
Dono di Giorgio Sorrentino a Umberto I, 1897
Torino, Musei Reali – Armeria Reale
La prima sezione, Esploratori, avventurieri e consoli, indaga le raccolte che si sono formate tra il 1857 e il 1890 attraverso le figure di Giacomo Antonio Brun-Rollet, esploratore delle sorgenti del Nilo in Sudan, di Vincenzo Filonardi, armatore e console a Zanzibar nel 1882, e di Giuseppe Corona, attivo in Congo. All’amministrazione coloniale in Congo è dedicata Le vie dello sfruttamento: ingegneri in Congo con una selezione di armi, strumenti musicali, tessuti, monili e oggetti d’uso quotidiano.
La terza sezione, Colonizzare la montagna: il Rwenzori, rilegge la spedizione di Luigi Amedeo di Savoia-Aosta, Duca degli Abruzzi e del suo compagno d’avventura Vittorio Sella, uno dei più importanti fotografi di montagna.
Fitaurari capo della guerra Uold Jesus
Fitaurari capo della guerra Uold Jesus
Foto di Luigi Malvezzi dall’album Gondar e la Regione del Lago Tana, 1913-1920
Torino, Musei Reali - Biblioteca Reale
Dalla spartizione dell’Africa all’aggressione coloniale racconta l’espansione del Regno d’Italia in Eritrea, avvenuta dopo l’apertura del Canale di Suez nel 1869.
In un’ottica di risarcimento, la sezione documentaria al centro del percorso induce a riflettere sulle violenze perpetrate dagli europei in Africa.
La mostra termina con The Smoking Table di Bekele Mekonnen, un intervento site-specific che, a partire dalla conferenza di Berlino che nel 1884-1885 sancì la spartizione del continente africano, esplora l’eredità del colonialismo nella nostra storia presente.

AFRICA. Le collezioni dimenticate
Fino al 25 febbraio 2024
Torino, Musei Reali – Sale Chiablese 
Piazzetta Reale
Orari: dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 19. La biglietteria chiude un’ora prima.
https://museireali.beniculturali.it/events/africa-le-collezioni-dimenticate/

martedì 24 ottobre 2023

TURNER. MITO E MODERNITÀ

William Turner, Apollo uccide il Pitone
Joseph Mallord William Turner (Londra 1775 – Chelsea 1851)
Apollo uccide il Pitone
esposto nel 1811
olio su tela
Tate: accepted by the nation as part of the Turner Bequest 1856
Photo: ©Tate
Continua alla Reggia di Venaria la collaborazione con la Tate UK. Dopo il successo riscosso dall’esposizione John Constable. Paesaggi dell’anima, la seconda tappa della trilogia dedicata ai principali esponenti del romanticismo inglese rende omaggio ad uno dei maggiori paesaggisti del XIX secolo con la rassegna Turner. Paesaggi della Mitologia, per terminare nell’autunno 2024 con un focus sull’opera del pittore e poeta William Blake.
William Turner, La morte di Atteone
Joseph Mallord William Turner (Londra 1775 – Chelsea 1851)
La morte di Atteone, con una veduta in lontananza di Montjovet, Val d'Aosta, 1837 ca.
Olio su tela
Tate: accepted by the nation as part of the Turner Bequest 1856
Photo: ©Tate

Fino al 28 gennaio 2024 oltre quaranta opere sono ospitate nelle  Sale delle Arti al primo piano della Reggia. Grandi tele ad olio (Apollo e Pitone, Bacco e Arianna), acquerelli (per lo più colours beginnings, prove colore propedeutiche alle più ampie composizioni), incisioni, fino ai rapidi disegni appuntati sui taccuini nel corso del viaggio che, nel 1819, passando da Torino lo condusse a Roma e Napoli (di analoga fattura gli Studies for Pictures, realizzati intorno al 1805 lungo le rive del Tamigi), illustrano lo stretto legame di Turner con il paesaggio e il mito classico, secondo il taglio filologico operato dalla curatrice Anne Lyles, della Tate UK.
William Turner, Scena portuale alla maniera di Claude
Joseph Mallord William Turner (Londra 1775 – 1851)
Scena portuale alla maniera di Claude: Studio per 'Didone che dirige l'equipaggiamento della
flotta’
, 1827 - 1828 ca
olio su tela
Tate: accepted by the nation as part of the Turner Bequest 1856
Photo: ©Tate
Spiega Anne Lyles: “La collezione del Museo britannico vanta circa ottantamila opere di cui trentacinquemila di Turner. Lavori prestigiosi costantemente richiesti in tutto il mondo. La mostra alla Reggia di Venaria è frutto di una condivisione di intenti fra le due istituzioni che, per la sua particolare complessità, rientra in un progetto pensato in esclusiva per il museo torinese, destinato a non approdare in altre sedi”.
Joseph Mallord William Turner (1775-1851) considerato colorista moderno, 'luminista" di riferimento per gli impressionisti, realizza quadri a soggetto storico e mitologico - ispirati alle Metamorfosi di Ovidio, ai testi classici di Virgilio, al poema epico di Omero e da episodi della Bibbia - finalizzati a consolidare la sua appartenenza alla Royal Academy di Londra a partire dal 1802.
William Turner, Bacco e Arianna
Joseph Mallord William Turner (Londra 1775 – Chelsea 1851)
Bacco e Arianna
esposto nel 1840
Olio su tela
Tate: accepted by the nation as part of the Turner Bequest 1856
Photo: ©Tate
Pittoricamente influenzato da Claude Lorrain e da Nicolas Poussin egli riprodusse fedelmente i calchi in gesso conservati alla National Gallery, oltre a studiare i dipinti di Rembrandt, di Tiziano e degli Antichi Maestri. Sulle orme dell’artista britannico Richard Wilson (1713/14 - 1782), ritroverà luoghi e soggetti della prima formazione nel corso dei viaggi in Italia risalenti al 1819 e al 1828, traendo ispirazione dal litorale e dagli ambienti lacustri per elaborare le quinte aeree dei suoi più ambiziosi dipinti.
William Turner, La baia di Baia con Apollo e la Sibilla
Joseph Mallord William Turner (Londra 1775 – Chelsea 1851)
La baia di Baia con Apollo e la Sibilla
esposto nel 1823
Olio su tela
Tate: accepted by the nation as part of the Turner Bequest 1856
Photo: ©Tate
L’estetica del sublime sviluppata da Turner, indice di uno spirito autonomo tecnicamente affrancato dagli stilemi tradizionali (così come, sul fronte opposto, Constable si fece assertore di una natura pittoresca e di modelli arcadici), si colloca a buon diritto nella sottile linea di confine che separa esercizio della ragione e volontà del sentimento. Terreno di contesa ambivalente fra bellezza e decadenza, gloria e declino, fragilità della vita e caduta degli imperi, l’incontro di universi in antitesi diviene tema centrale della mostra e materia costitutiva dell’intera produzione dell’autore.

Turner. Paesaggi della Mitologia 
Fino al 28 gennaio 2024
Reggia di Venaria
Piazza della Repubblica, 4 - 10078 Venaria Reale (TO)
Per informazioni: t. +39 011 4992300
www.lavenaria.it

sabato 21 ottobre 2023

HAYEZ. L’OFFICINA DEL PITTORE ROMANTICO

Francesco Hayez, Ritratto di Carolina Zucchi (1822)
Francesco Hayez
Ritratto di Carolina Zucchi (L’ammalata) (Carolina
Zucchi a letto
)
1822
olio su tavola, 60 x 49,5 cm
Torino, GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e
Contemporanea. Su concessione della Fondazione
Torino Musei
(foto: Studio Fotografico Gonella 2009)
Arte, storia e politica si intrecciano nella grande mostra Hayez. L’officina del pittore romantico, a cura di Fernando Mazzocca ed Elena Lissoni, che la GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino dedica al genio romantico di Francesco Hayez (Venezia 1791 - Milano 1882).
Fino al 1° aprile 2024, saranno esposte oltre 100 opere, fra cui un importante nucleo di circa cinquanta disegni e alcuni tra i più importanti dipinti provenienti dall’Accademia di Belle Arti di Brera, dove fu per quarant’anni professore di pittura.
Francesco Hayez, Accusa segreta (1847-1848)
Francesco Hayez
Accusa segreta
1847-1848
olio su tela, 153 x 120 cm
Pavia, Musei Civici del Castello Visconteo
Agli inediti  si aggiungono alcuni dei capolavori più popolari, come La Meditazione dei Musei Civici di Verona - Galleria d'Arte Moderna Achille Forti e l’Accusa segreta dei Musei Civici del Castello Visconteo di Pavia, cui è accostato Il Consiglio alla Vendetta, prestigioso prestito proveniente da Liechtenstein. The Princely Collections, Vaduz–Vienna.

Dieci sezioni illustrano gli anni della formazione tra Venezia e Roma, dove Hayez ha goduto della protezione e dell’amicizia di Canova, fino alla prima affermazione a Milano e alle ultime prove della maturità. Una speciale sezione focus è dedicata ai disegni per la Sete dei Crociati, la sua opera più ambiziosa e impegnativa, eseguita tra il 1833 e il 1850 e destinata al Palazzo Reale di Torino, dove si può ancora ammirare.
Francesco Hayez, Laocoonte (1812)
Francesco Hayez
Laocoonte, figlio di Priamo e sacerdote di Apollo,
vittima, coi figli, della vendetta di Minerva, per cui
partirono due grossi serpenti da Tenedo per avvinghiarli
a morte nelle loro spire

1812
olio su tela, 175 x 246 cm
Milano, Accademia di Belle Arti di Brera
Cantore della bellezza, dell’amore e dei valori risorgimentali, è stato celebrato da Giuseppe Mazzini e ha condiviso con Manzoni e Verdi gli stessi ideali stringendo con loro un rapporto unico, di amicizia e di intesa culturale.
Nella tecnica di Hayez il disegno può sembrare a una prima analisi secondario rispetto al colore, ma di Hayez si conoscono centinaia di disegni il più delle volte tracciati con un gesto rapido e immediato, quasi fossero appunti visivi da impiegare poi nella creazione delle composizioni.
L’artista ha lasciato una raffinatissima produzione di d'après: disegni e acquerelli che riproducono fedelmente alcune delle sue opere più celebri e che hanno costituito un formidabile strumento di diffusione delle sue invenzioni.
Francesco Hayez
L’Angelo annunziatore (L’angelo ammonitore)
1824
olio su tavola, 59,5 x 49,5 cm
Torino, GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e
Contemporanea, Fondazione Guido ed Ettore De
Fornaris. Su concessione della Fondazione Torino Musei
(foto: Studio Fotografico Gonella 2012)
“La sua è stata una vita eccezionale sia dal punto di vista personale, essendosi riscattato dalle umilissime origini e dall’abbandono da parte della sua famiglia, sia sul versante di una strepitosa carriera che lo ha visto dialogare con i grandi artisti del suo tempo, cultori, letterati e musicisti. I suoi moltissimi amori e un grande slancio vitale sono documentati dalla sua pittura che ha espresso una serie di valori universali, celebrando la bellezza femminile e la forza dell’amore, come nella serie dedicata a Giulietta e Romeo” - commenta il curatore Fernando Mazzocca.

Considerato da Stendhal ‘il maggiore pittore vivente', Francesco Hayez, nato a Venezia nel 1791, ha trascorso quasi tutta la vita e ha raggiunto il suo successo a Milano, dove è scomparso nel 1882, carico di anni e di gloria come un novello Tiziano, il pittore cui amava paragonarsi.

Hayez. L’officina del pittore romantico
Fino al 1° aprile 2024
GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea
Via Magenta, 31 Torino
Orario: Da martedì a domenica 10 - 18. Lunedì chiuso. Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura.

venerdì 20 ottobre 2023

CASORATI, SIRONI E I NUOVI FUTURISTI

FELICE CASORATI, Beethoven (1928)
FELICE CASORATI 
Beethoven (1928) 
Olio su tavola, 139x120 cm 
Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto
Rovereto, Collezione VAF- Stiftung (inv. n. MART 972, VAF 0722)
© Felice Casorati, by SIAE 2023 
La mostra  DA CASORATI A SIRONI AI NUOVI FUTURISTI. Torino-Milano 1920-1930. Pittura tra classico e avanguardia, curata da Nicoletta Colombo e Giuliana Godio, prende le mosse dal 1920, anno che segna l’ingresso italiano nella temperie artistica del Ritorno all’ordine, caratterizzata dal recupero della classicità in ottica moderna. Il clima di ricostruzione che interessa non solo l’Italia, ma anche il «terribile rinascimento artistico europeo», come lo denominava Giorgio de Chirico nel 1918, inseguiva la speranza di una vera e propria rinascita morale e spirituale. 
L’indagine critica della mostra ne traccia gli sviluppi a partire dal ruolo centrale assunto in tale contesto dalle città di Milano e Torino.
Circa settanta opere - provenienti da Musei, Fondazioni italiane, collezioni private e dalla collaborazione con gli archivi degli autori selezionati - sono ripartite in quattro sezioni ospitate, fino all'11 febbraio 2024, nelle nuove sale espositive del Museo Accorsi-Ometto.
MARIO SIRONI, Il contadino (1928)
MARIO SIRONI 
Il contadino (Composizione o La vanga o Uomo con vanga) (1928) 
Olio su tela, 151x121 cm 
Collezione Confagricoltura, Milano, Lodi e Monza Brianza (inv. n. UPA-MI ISP010252)
© Mario Sironi, by SIAE 2023 
Negli anni Venti a Torino il superamento della tradizione, saldamente ancorata alle figure di Giacomo Grosso e di Leonardo Bistolfi si attua grazie al trasferimento nel capoluogo piemontese di Felice Casorati (cui è dedicata la prima sezione della rassegna), avvenuto nel 1918 dopo l’esperienza secessionista di Ca’ Pesaro. La presenza dell’imprenditore e mecenate Riccardo Gualino, l’ambiente intellettuale gobettiano, nonché l’insegnamento di Lionello Venturi, contribuiscono a partire dal 1919 a riguadagnare alla città una dimensione culturale europea.
Milano - oggetto della seconda sezione - è sede del Futurismo marinettiano e culla del “Novecento” artistico ispirato alle linee teoriche di Margherita Sarfatti, le cui premesse vertono su sobrietà del colore, equilibrio, proporzione e importanza della forma, scandita da linee architettoniche e geometriche.
JESSIE BOSWELL,  Casa Gualino (1930)
JESSIE BOSWELL 
Casa Gualino ( 1930) 
Olio su cartone, 64x59 cm 
Collezione privata 
Ne sono protagonisti fra gli altri Mario Sironi, Achille Funi, Piero Marussig, Carlo Carrà, e ancora Arturo Tosi, Pompeo Borra, Gian Filippo Usellini e Paola Consolo.
A partire dal 1920 intorno alla scuola-bottega di Felice Casorati, in cui la sapienza tecnica si accompagna alla trasmissione di valori morali suffragati dall’insegnamento di Lionello Venturi e dal successivo avvento del critico Edoardo Persico, si riuniscono fin dal 1923 in un comune indirizzo filo-francese e neo-romantico Jessie Boswell, Gigi Chessa, Nicola Galante, Carlo Levi, Francesco Menzio, Enrico Paulucci.
Ai Sei di Torino, alla cerchia di Casorati: Daphne Maugham, Giulio da Milano, Emilio Sobrero, e all’interessante e raro Progetto di pittura murale (1923), dell’inquieto e autonomo Luigi Spazzapan si rivolge la terza sezione.
ENRICO PRAMPOLINI, Apparizione magica (1931)
ENRICO PRAMPOLINI 
Apparizione magica (Visione magica) (1931) 
Olio su tela applicata su masonite, 89x116 cm 
Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto
Rovereto, Collezione VAF-Stiftung (inv. n. MART 982, VAF 0845)
 
Infine, la quarta sezione conclude l’indagine sul Nuovo Futurismo in aperta polemica con “Novecento”. Il gruppo torinese, formatosi già dal 1923 attorno a Fillia (Luigi Colombo), costituisce l’avanguardia secondo-futurista più solida e attiva in ambito nazionale. Sono esposte opere storiche di Fillia, come Femminilità (1928), Superamento terrestre (1930-1931); Merli futuristi (1924) di Giacomo Balla, oltre ai dipinti di Nicolaj Diulgheroff, Pippo Oriani, Ivanhoe Gambini, Bruno Munari, Cesare Andreoni, Osvaldo Bot e all’innovativo contributo di Enrico Prampolini, personalità determinante per le sorti del Futurismo torinese e nazionale.

DA CASORATI A SIRONI AI NUOVI FUTURISTI
Torino - Milano 1920 - 1930
Pittura tra classico e avanguardia

Fino all’11 febbraio 2024
Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto
Via Po 55 - Torino
Orario: martedì, mercoledì e venerdì 10 - 18; giovedì 10 - 20; sabato, domenica e festivi 
10 - 19. La biglietteria chiude mezz’ora prima. Lunedì chiuso
Per informazioni: t. 011 837 688 int. 3, info@fondazioneaccorsi-ometto.it
www.fondazioneaccorsi-ometto.it