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Zolfara, 1953
Olio su tela, 201,5 x 311 cm
Regole d’Ampezzo, Museo d’Arte Moderna "Mario Rimoldi", Cortina d’Ampezzo |
È in corso,
fino al 24 giugno 2018, l'esposizione curata da Pier Giovanni Castagnoli,
RENATO GUTTUSO. L’arte rivoluzionaria nel cinquantenario del ‘68, ospitata negli spazi rinnovati della
GAM di Torino. Il pittore siciliano, presenza di forte rilievo nella storia dell’arte italiana del Novecento, è qui rappresentato da alcune delle più significative tele di soggetto politico e civile dipinte tra la fine degli anni Trenta e la metà degli anni Settanta.
Figura nodale nel dibattito concernente i rapporti tra arte e società nel secondo dopoguerra, ha significativamente accompagnato un ampio tratto del suo cammino.
Curata da Pier Giovanni Castagnoli, con la collaborazione degli Archivi Guttuso, la mostra raccoglie e presenta circa 60 opere provenienti da importanti musei e collezioni pubbliche e private europee. Primeggiano alcune delle più significative tele di soggetto politico e civile dipinte dall’artista lungo un arco di tempo che corre dalla fine degli anni Trenta alla metà degli anni Settanta.
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Balcone (figure tavolo e balcone), 1942
Olio su tela, 150,5 x 110,5 cm.
Rovereto, Mart - Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto
Collezione VAF - Stiftung |
Nell’ottobre del 1967, cinquantesimo anniversario della rivoluzione d’ottobre, Renato Guttuso (Bagheria, Palermo 1911 - Roma 1987) scriveva su "Rinascita", rivista politico-culturale del Partito Comunista Italiano, un articolo intitolato
Avanguardie e Rivoluzione, nel quale il pittore riconosceva alla rivoluzione il titolo inconfutabile e meritorio di essere stata il fondamento di una nuova cultura, con la quale profondamente sentiva di identificarsi e che lo induceva a chiudere il suo scritto con l’esplicita professione di fede: "L’arte è umanesimo e il socialismo è umanesimo".
Guttuso era stato, a partire dagli anni della fronda antifascista e tanto più nel secondo dopoguerra, un artista che, come pochi altri in Italia, si era dedicato con perseverante dedizione e ferma convinzione a ricercare una saldatura tra impegno politico e sociale ed esperienza creativa, nella persuasione che l’arte, nel suo caso la pittura, possa e debba svolgere una funzione civile e sia costitutivamente dotata di una valenza profondamente morale.
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Funerali di Togliatti, 1972
Tecnica mista su tavola, 340 x 440 cm.
MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna (deposito permanente dell’Associazione Enrico Berlinguer)
Foto: Matteo Monti, courtesy Istituzione Bologna Musei | MAMbo |
A poco più di cinquant’anni dalla pubblicazione dell’articolo e nella ricorrenza del cinquantenario del ‘68, la GAM di Torino si propone di riconsiderare il rapporto tra politica e cultura, attraverso una mostra dedicata all’esperienza dell’artista siciliano, raccogliendo alcune delle sue opere maggiori di soggetto politico e civile. A partire da un dipinto quale
Fucilazione in campagna del 1938, ispirato alla fucilazione di Federico Garcìa Lorca, che a buon diritto può essere assunto a incunabolo di una lunga e ininterrotta visitazione del tema delle lotte per la libertà, per giungere alla condanna della violenza nazista, nei disegni urlati e urticanti del
Gott mit uns (1944) e successivamente, dopo i giorni tragici della guerra e della tirannia, alle intonazioni di una reinventata epica popolare risuonanti in opere nuove per stile e sentimento come:
Marsigliese contadina, 1947 o
Lotta di minatori francesi, 1948.
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Gott mit uns, 1944
China e acquerello su carta, 46,5 x 35,5 cm
Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma |
Un grande, ininterrotto racconto che approda, negli anni Sessanta a risultati di partecipe testimonianza militante, come in
Vietnam (1965) o a espressioni di affettuosa vicinanza, come avviene, nel richiamo alle giornate del maggio parigino, con
Giovani innamorati (1969) e più tardi, in chiusura della rassegna, a quel compianto denso di nostalgia che raffigura i
Funerali di Togliatti (1972) e in cui si condensa la storia delle lotte e delle speranze di un popolo e le ragioni della militanza di un uomo e di un artista.
"Nel secondo dopoguerra - afferma Carolyn Christov-Bakargiev Direttore uscente della GAM, ora a capo del Castello di Rivoli, a seguito della rinuncia al doppio mandato - negli ambienti della cultura di sinistra si discuteva tra avanguardia formalista e realismo figurativo. Ci si chiedeva quale fosse più rivoluzionaria e quale più reazionaria. Oggi, paradossalmente, nell’era della realtà aumentata e della virtualità, la pittura di Guttuso può sembrarci tanto reale e materica quanto il mondo che stiamo perdendo".
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La finestra blu, 1940-41
Olio su tela 45 x 50 cm
Collezione Giuseppe Iannaccone, Milano |
A fronte dell’antologia di tali dipinti e in dialogo con essi, la mostra offre anche un repertorio variegato di opere di differente soggetto: ritratti e autoritratti, paesaggi, nature morte, nudi, vedute di interno, scene di conversazione. Quadri tutti coevi ai tempi di esecuzione dei dipinti di ispirazione politica e sociale, selezionati con il proposito di offrire indiscutibile prova dei traguardi di alta qualità formale conquistati da Guttuso nell’esercizio di una pittura che - afferma il curatore Pier Giovanni Castagnoli - "per comodità, potremmo chiamare pura, con l’intendimento di saggiare, attraverso il confronto dei diversi orizzonti immaginativi, l’intensità dei risultati raggiunti su entrambi i versanti ideativi su cui si è esercitato il suo impegno di pittore e poter consegnare infine all’esposizione, pur nel primato assegnato al cardine tematico su cui la mostra si incerniera, un profilo ampiamente rappresentativo della ricchezza dei registri espressivi presenti nel ricchissimo catalogo della sua opera e della poliedrica versatilità del suo estro creativo".
La mostra è accompagnata dal catalogo edito da Silvana Editoriale, con saggi di Pier Giovanni Castagnoli, Elena Volpato, Fabio Belloni, Carolyn Christov-Bakargiev e un’antologia di scritti di Renato Guttuso.
RENATO GUTTUSO
L'arte rivoluzionaria nel cinquantenario del '68
Dal 23 febbraio al 24 giugno 2018
GAM - Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino
Via Magenta, 31 - 10128 Torino
Orari: da martedì a domenica 10 - 18, lunedì chiuso. La biglietteria chiude un’ora prima.
tel. +39 011 4429518, +39 011 443690,
gam@fondazionetorinomusei.it
www.gamtorino.it