giovedì 17 maggio 2018

GIORGIO DE CHIRICO

Giorgio de Chirico
Muse metafisiche, 1918
Olio su tela
Collezione Francesco Federico Cerruti per l'Arte
Deposito a lungo termine, Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea
La mostra Giorgio de Chirico. Capolavori dalla Collezione di Francesco Federico Cerruti, a cura di Carolyn Christov-Bakargiev e Marcella Beccaria, presenta per la prima volta al Castello di Rivoli alcuni capolavori di Giorgio de Chirico provenienti dalla collezione di Francesco Federico Cerruti (Genova, 1922 - Torino, 2015). Per ammissione dello stesso de Chirico, Torino, luogo che vide l’esplosione della pazzia di Nietzsche, è tra le città italiane che ispirarono i primi quadri metafisici con le loro atmosfere malinconiche.
In linea con lo spirito dell'eclettico patrimonio privato, che dai fondi oro medievali spazia all’arte contemporanea, la rassegna mette in relazione le opere del Pictor optimus con alcuni capisaldi della collezione permanente del Museo.
Nato a Volos, in Grecia nel 1888, e vissuto ad Atene, Monaco di Baviera, Milano, Firenze, Parigi, Ferrara, New York, Roma, dove morirà nel 1978, dopo gli studi al Politecnico di Atene e all’Accademia di Belle Arti di Monaco - periodo in cui approfondisce la pittura simbolista di Arnold Böcklin e si avvicina al pensiero filosofico di Arthur Schopenhauer e di Friedrich Nietzsche -, de Chirico arriva in Italia nel 1909. Nel 1911 è per un breve periodo a Torino, città dalle lunghe ombre pomeridiane, dalla griglia ordinata di strade, con piazze e teorie di portici, che gli pare "costruita per le dissertazioni filosofiche".
Giorgio de Chirico
Il saluto degli Argonauti partenti, 1920
Tempera su tela
Collezione Francesco Federico Cerruti per l'Arte
Deposito a lungo termine, Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea
Afferma la direttrice Carolyn Christov-Bakargiev: "In de Chirico la riscoperta della mitologia classica non avviene come nel Rinascimento per ricostruire una storia del passato, ma per uscire dalla Storia".
Presentato nelle sale auliche al primo piano della Residenza Sabauda, l'itinerario pone in relazione Muse metafisiche (1918) con Casa di Lucrezio (1981) di Giulio Paolini, in merito ai temi del doppio e dell’enigma poetico, in continuità con Il Trovatore (1922) e la meraviglia della sospensione metafisica pura de Il saluto degli Argonauti partenti (1920). La centralità del soggetto è invece nell'accostamento tra Autoritratto con la propria ombra (ca. 1920) e l’imponente L’architettura dello specchio (1990) di Michelangelo Pistoletto, mentre Interno metafisico (con faro) (ca. 1918) si apre al contrasto con le architetture immaginifiche dipinte da Franz Ackermann. Il percorso continua con la Composizione metafisica (1916) e le opere di Fabio Mauri. All’insegna dell’interesse per dettagli concreti, tratti con apparente semplicità dalla vita quotidiana sono Interno metafisico (1917) e le opere di Alighiero Boetti. A completare il percorso, Due cavalli (1927) e Novecento (1997) di Maurizio Cattelan, contrappongono l’impeto dionisiaco del Maestro e la cinica e sconsolata visione dell’artista contemporaneo.
Giorgio de Chirico
Due cavalli, 1927
Olio su tela
Collezione Francesco Federico Cerruti per l'Arte
Deposito a lungo termine, Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea
Custodita nella Villa Cerruti di Rivoli, appositamente voluta dall’imprenditore torinese negli anni Sessanta per ospitarvela, la raccolta per anni accessibile solo a pochi e fidati "amici intenditori", rappresenta un unicum nella storia del collezionismo privato italiano per vastità e importanza.
È l’esito di un lavoro di ricerca e selezione durato circa 70 anni, un'avventura eccezionale che riverbera la personalità schiva, silenziosa e austera di un uomo appassionato spinto dal desiderio di sottrarre al transitorio e all’effimero la bellezza immutabile della creazione artistica.
Nella villa di Rivoli, che sarà aperta al pubblico nel 2019, sono conservate opere rarissime  dal Medioevo fino all’età contemporanea passando per il Surrealismo e le principali correnti del Novecento.
È un percorso di formazione, di affinamento della sensibilità, di ricerca del sublime che si avverte in tutti i capolavori della collezione - vasi, arredi, quadri, statue, libri e rari tappeti - intesa come totalità e iniziata da un Cerruti giovanissimo con l’acquisto di un disegno del 1918 di Kandinsky. Un rapporto esclusivo e assoluto con l’arte che si evince dalla cura degli accostamenti e dalla disposizione degli oggetti nello spazio, in sintonia con una personale geografia affettiva.
Giulio Paolini
Casa di Lucrezio, 1981-1984 (part.)
2 teste e frammenti in gesso, basi in legno, pittura acrilica, tessuto,
4 basi in legno 120 x 30 x 30 cm ciascuna
Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea
Di particolare interesse e perfettamente conservati sono i medievali fondi d’oro con cui egli amava iniziare le rare visite al "suo museo". Indiscutibile è il valore dei pittori sacri Bernardo Daddi, Gentile da Fabriano, Sassetta - autore del Sant’Agostino nella camera padronale - e Neri di Bicci. Dai maestri rinascimentali Dosso Dossi, Pontormo, ai successivi Tiepolo, Ribera, Sebastiano Ricci, Fra’ Galgario, si passa alle opere allegoriche di Batoni, negate al Getty Museum, per giungere ai più recenti Pellizza da Volpedo, Jawlensky, Balla, Boccioni, Casorati, Severini, Picasso e Magritte. Dieci esemplari di de Chirico collocati nella sala da pranzo della villa gareggiano con opere di Modigliani, Bacon e Giacometti, si contendono la scena con Warhol, Paolini, Burri e Manzoni, fino all'ultima acquisizione, Jeune Fille aux Roses (1987) di Renoir. Molti gli autoritratti o i ritratti di uomini soli:  Ritratto di un gentiluomo con libri (1534-1535) di Pontormo, Studio per Ritratto IX (1957) di Francis Bacon, Ritratto di Harry Melville (ca. 1930) di Man Ray, altrettante proiezioni figurate dello stesso Cerruti.
Oltre ai capolavori di alta ebanisteria - il secrétaire in avorio di Piffetti e due divani disegnati dall’architetto Filippo Juvarra - la Collezione Cerruti contempla libri, incunaboli, rare edizioni e rilegature preziose fra cui il più ambizioso progetto editoriale del XVII secolo: l’Atlas Maior di Joan Blaeu in dodici volumi perfettamente conservati, e una copia di À la recherche du temps perdu, in un’elegante finitura Art Déco. Testimonianze uniche a suggello di una vita spesa per l'arte e per il lavoro, scandito dai ritmi familiari della Legatoria Industriale Torinese.

GIORGIO DE CHIRICO
Capolavori dalla Collezione di Francesco Federico Cerruti

Dal 6 marzo al 27 maggio 2018
Castello di Rivoli
Piazza Mafalda di Savoia - 10098 Rivoli (To)
Orario: da martedì a venerdì 10 - 17; sabato e domenica 10 - 19. La biglietteria chiude 15 minuti prima della chiusura.
Info: +39 011 9565222
www.castellodirivoli.org