mercoledì 27 febbraio 2013

TESORI DEL PATRIMONIO CULTURALE ALBANESE

Molti dei luoghi che il Novecento ci ha abituato a percepire come barriere e come confini politici tra le nazioni, sono stati invece per secoli luoghi di incontro e di scambio tra diverse civiltà, aree di incubazione di nuove culture scaturite dall’intreccio dei linguaggi, delle tradizioni, delle idee.
È con questo spirito che si deve guardare al Mediterraneo e a quello stretto ramo di mare che si insinua tra la costa orientale italiana e la penisola balcanica, l’Adriatico, in passato collegamento diretto con le coste dell’Albania e della Grecia, ponte verso le grandi civiltà dell’Oriente.
Le 150 opere raccolte nella mostra Tesori del patrimonio culturale albanese, organizzata per il centenario dell’indipendenza dell’Albania (1912) -esposte  in precedenza a Roma al Complesso del Vittoriano-, raccontano la millenaria vicenda della sedimentazione e della trasformazione della cultura di un popolo che affonda le sue radici nell’età preistorica per poi aprirsi alle influenze greco-ellenistiche, a quelle della Roma imperiale e, nel medioevo, accogliere i segni della civiltà dei comuni italiani, fino all’ingresso nell’orbita dell’impero ottomano (1479).
Se la mostra rappresenta, da un lato, un’occasione per riscoprire le radici europee dell’Albania, dall’altro intende delineare l’antico e profondo rapporto con l’Italia, che da secoli dialoga e collabora con l’Albania e ne accoglie le comunità in diaspora. Il percorso espositivo è curato dal prof. Apollon Baçe, Direttore dell’Istituto dei Monumenti della Repubblica d’Albania; organizzato in quattro sezioni cronologiche, prende avvio dalla Preistoria e comprende oggetti in ceramica, gioielli, armi, statue dell’Antico Neolitico, dell’età del bronzo, dell’età del ferro e del periodo arcaico. Vasi, manufatti, statue, ritratti, monete, stele istoriate illustrano l’antichità, dal periodo ellenistico all'epoca romana, sino ad arrivare all’Alto Medioevo.
Gran parte di questo tesoro è stato portato alla luce grazie all’opera di ricerca e scavo di archeologi albanesi ed europei, tra cui anche alcuni italiani, come Luigi Ugolini (1895–1936). Il percorso giunge infine all’epoca bizantina presentando al pubblico una selezione di oggetti della liturgia bizantina -tra cui il paramento ricamato di Gllavenica-, molti dei quali esposti per la prima volta in Italia e realizzati tra il XII e il XVIII secolo. Le icone presenti in mostra illustrano la ricezione della pittura italiana del Trecento e le trasformazioni apportate dal maestro Onufri e dalla sua scuola, confermando l’estrema permeabilità della cultura albanese.

Il catalogo pubblicato da Gangemi Editore è a cura di Apollon Baçe, con la collaborazione di Shpresa Gjongecaj dell’Istituto di Archeologia d’Albania e di Neritan Ceka, archeologo e Consigliere del Primo Ministro per la Cultura e il Patrimonio Culturale Albanese, con il coordinamento generale e la direzione di Alessandro Nicosia.
L’esposizione è promossa dal Ministero degli Affari Esteri e dal Ministero del Turismo, Cultura, Gioventù e Sport della Repubblica d’Albania, dall’Ambasciata della Repubblica di Albania in Italia, con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri italiano, in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e la Città di Torino.

Tesori del patrimonio culturale albanese
Dal 24 gennaio al 7 aprile 2013
Orario del museo: martedì-sabato 10-18, domenica 10-19, chiuso lunedì.
La biglietteria chiude un’ora prima
Palazzo Madama - Museo Civico d’Arte Antica – Sala del SenatoPiazza Castello - 10122 Torino
Tel: 011 4433501; www.palazzomadamatorino.it