Fino al 1 settembre il MAO di Torino celebra i 700 anni dalla morte di Marco Polo con la mostra TRADU/IZIONI D’EURASIA.
Il nuovo allestimento armonizzato da una versione aggiornata di Distilled, ambientazione sonora di Chiara Lee e Freddie Murphy, si apre con l’ installazione dello studio berlinese Zeitguised, incentrato sul tema del blu, accostato al bianco in vasi, piatti e ciotole provenienti dalla Cina, da Delft, dall’Iran giunti in prestito dai Musei di Roma, Faenza e Napoli. Parimenti due nature morte di Giovanna Garzoni con un vaso e una tazza cinesi dai caratteristici motivi bianchi e blu - appartenenti alla collezione delle Gallerie degli Uffizi di Firenze - raccontano della fascinazione per l’esotico della corte medicea.
Ospite d’onore del progetto espositivo l’artista franco-marocchina Yto Barrada, traendo ispirazione dal testo Color Problems: A Practical Manual for the Lay Student of Color di Emily Noyes Vanderpoel (1842-1939), ha prodotto una serie di otto tele con inserti in velluto per riflettere sul tema della diaspora e della contaminazione culturale.
Trova spazio nella sezione successiva il motivo delle squame - con le varianti della carpa e del dragone -, emblema dei “mondi in connessione”, tema a cui la mostra è dedicata.
Non manca poi una ricca decorazione zoomorfa con leoni, tori e uccelli, specie nei lussuosi paramenti giapponesi e buddisti.
Bruciaprofumi a forma di felino Iran, XII-XIII secolo Bronzo fuso, traforato, inciso e ageminato in argento The Aron Collection |
La mostra si chiude con la poetica installazione immersiva Shimmering Mirage (Black), 2018, di Anila Quayyum Agha, affidata alla curatela di Reading Room, spazio milanese dedicato alle pubblicazioni indipendenti.
Dalle atmosfere rarefatte il video dell’artista libanese Ali Cherri, The Watchman (2023), versione post moderna de Il deserto dei Tartari di Dino Buzzati.
Ultimo tassello dell’esposizione l’installazione luminosaMOSADEGH (2023), dell’artista iraniana Shadi Harouni, che racconta la complessa storia dell’Iran moderno, in dialogo con uno dei 100 frammenti della copia di un tappeto caucasico prodotto per il Pergamon Museum di Berlino nell’ambito del progetto di arte partecipativa “CULTURALXCOLLABS - WEAVING THE FUTURE”.
Al frammento-copia sono affiancati due preziosi tappeti caucasici del XVII secolo con motivi floreali e draghi, simboli di potere e spiritualità tipicamente cinesi e persiani.
Dalle atmosfere rarefatte il video dell’artista libanese Ali Cherri, The Watchman (2023), versione post moderna de Il deserto dei Tartari di Dino Buzzati.
Ultimo tassello dell’esposizione l’installazione luminosa
Al frammento-copia sono affiancati due preziosi tappeti caucasici del XVII secolo con motivi floreali e draghi, simboli di potere e spiritualità tipicamente cinesi e persiani.
Shadi Harouni MOSADEGH, 2023 Insegna in plexiglass scatolato, luce a LED cm 60 x 150 x 9 Courtesy dell’artista e Tiziana di Caro Foto di Giorgio Perottino |
Al progetto RELOAD corrisponde il riallestimento della galleria dei Paesi islamici dell’Asia, con uno straordinario gruppo di tappeti Kerman di epoca safavide (1501-1722) dalla caratteristica decorazione “a vasi”.
Grazie alla convenzione con l’Istituto dei Sordi di Torino, i contenuti saranno disponibili in LIS Lingua dei Segni italiana e in versione audio.
Al profumiere Luca Maffei di Atelier Fragranze Milano si deve l’installazione olfattiva, per una fruizione totale delle opere in mostra.
TRADU/IZIONI D’EURASIA RELOADED
12 aprile – 1 settembre 2024
MAO Museo d’Arte Orientale
Via San Domenico, 11, Torino
Orario: martedì - domenica: 10 – 18. Lunedì chiuso. La biglietteria chiude un'ora prima. Ultimo ingresso ore 17.