lunedì 19 novembre 2018

ERCOLE E IL SUO MITO

Testa colossale di Ercole in riposo (tipo Farnese)
copia marmorea romana della seconda metà del I secolo a.C.
di un’opera di Lisippo risalente al 320/310 a.C. circa
Antikenmuseum Basel und Sammlung Ludwig
Fno al 10 marzo 2019, le Sale delle Arti della Reggia di Venaria (Torino) ospitano la mostra ERCOLE E IL SUO MITO.
L’esposizione illustra la figura dell’eroe mitologico, attraverso una selezione di oltre 70 opere, tra ritrovamenti archeologici, gioielli, opere d’arte applicata, dipinti, sculture, manifesti, filmati e molto altro, dall’antichità classica al Novecento.
La visita inizia idealmente dai lavori di restauro in corso della Fontana d’Ercole, fulcro del progetto secentesco dei Giardini della Reggia, un tempo dominata dalla Statua dell’Ercole Colosso del 1670.
La rassegna, curata da un comitato scientifico presieduto da Friedrich-Wilhelm von Hase e composto da Gabriele Barucca, Angelo Bozzolini, Paolo Jorio, Darko Pandakovic, Laura Pasquini, Gerhard Schmidt, Rüdiger Splitter, Claudio Strinati, Paola Venturelli, è organizzata da Swiss Lab for Culture Projects e Consorzio Residenze Reali Sabaude, in collaborazione, fra gli altri, con l’Antikenmuseum und Sammlung Ludwig di Basilea (CH), il Museumslandschaft di Hessen-Kassel (D), il Museo Archeologico Nazionale e il Museo Filangieri di Napoli.
Steve Reeves in Ercole e la regina di Lidia, 1959
Il percorso alla Venaria si apre con una sezione che ripercorre l’origine del mito in epoca pagana, con una serie di raffinati vasi, anfore, coppe, realizzate nella regione greca dell’Attica tra il 560 e il 480 a.C.; fra queste spiccano la monumentale anfora del Pittore di Berlino, una delle massime espressioni della ceramica ateniese e l’hydria (vaso) attribuita al Gruppo dei Pionieri.
La mostra prosegue testimoniando la diffusa rappresentazione della leggenda erculea in àmbito romano, con alcune statuette in bronzo o in terracotta, oltre a una testa colossale di Ercole in riposo, copia della seconda metà del I secolo a.C. di un’opera di Lisippo risalente al 320/310 a.C.
Raffigurano Eracle con il Cinghiale e con il Leone di Nemea i due intonaci dipinti provenienti dall’Augusteum di Ercolano, oggi conservati al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Chiudono la sezione due coppe in argento realizzate da Gianmaria Buccellati, sbalzate e cesellate con le fatiche di Ercole, le cui forme si ispirano a quelle di altrettanti skyphoi rinvenuti a Pompei nella casa del Menandro e di cui in mostra si possono vedere i passaggi di fabbricazione, ancor oggi identici a quelli antichi.
Eracle disputa ad Apollo il tripode di Delfi
anfora attica a figure nere attribuita al Pittore di Antimene
510 a. C. ca., altezza 47,2 cm
Antikenmuseum Basel und Sammlung Ludwig
La mostra di Venaria analizza quindi il recupero del mito pagano di Ercole da parte del cristianesimo nel Medioevo, quando la figura del semidio dalla forza straordinaria e dal carattere esemplare è associata a quella del Salvatore, al punto che la discesa agli inferi di Ercole per strappare Alcesti a Thanatos, prefigura la discesa di Cristo nel Limbo per liberare le anime dei giusti, così come le sue vittorie contro gli animali mitologici annunciano la vittoria del Redentore sul demonio. In questa sezione s’incontra un prezioso cofanetto in avorio, prodotto da una bottega costantinopolitana nella prima metà dell’XI secolo, raffigurante l’eroe che strangola il leone e solleva Anteo, il gigante figlio di Poseidone e di Gea che perdeva la sua forza se non toccava terra, proveniente dal Museo Archeologico nazionale di Cividale del Friuli.
Il mito di Ercole persiste in capolavori di arte decorativa, come ventagli, elmi, boccali, coppe, cassoni, e altro. Qui spicca un prezioso e raffinato boccale tratto da un monoblocco di avorio proveniente dalla Kunstkammer dei granduchi di Baden oggi conservato al Badisches Landesmuseum di Karlsruhe in Germania.
Gregorio de Ferrari (1647-1726)
Ercole e l'Idra di Lerna
fine XVII sec, olio su tela
Genova, Galleria Nazionale della Liguria a Palazzo Spinola
La celebrazione dell’eroe invincibile prosegue nel Rinascimento, con opere pittoriche  quali L’Apoteosi di Ercole (1539) del Garofalo e nel Seicento con la scultura di scuola romana Ercole Fanciullo con il serpente, pezzo molto suggestivo della Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli. Al Settecento risalgono due pregevoli manufatti in terracotta dorata di Lorenzo Vaccaro, forse importanti committenze del vicerè spagnolo Don Gaspar de Haro allora a Napoli, e oggi custodite nel Museo Filangieri.
Un focus speciale è riservato a Gregorio de Ferrari, pittore del barocco genovese, qui per la prima volta con tutte le cinque grandi tele raffiguranti Ercole durante le sue più celebri fatiche e il momento in cui viene accolto nell’Olimpo, provenienti dalla Galleria Nazionale di Palazzo Spinola di Genova.
L'approfondimento a cura di Darko Pandakovic esamina la statuaria erculea nei giardini e le piante a essa collegate nei parchi delle residenze private e dei palazzi aristocratici, come Palazzo Pitti a Firenze, Le Tuileries a Parigi, il Castello di Powis in Gran Bretagna, o La Venaria stessa.
In una video-passeggiata Claudio Strinati analizza invece l’influenza che l’eroe ebbe nella storia dell’architettura.
Ercole e il toro di Creta
Reggia di Versailles
Afferma Strinati: "La figura di Ercole è impastata con la nostra storia. Semidio, protettore dell'umanità è pieno di difetti, di 'oscurità', direbbe Jung nei suoi studi sul mito". Seguendo questa traccia la rassegna prosegue con una sezione dedicata alla città tedesca di Kassel, che ha nella gigantesca statua dell’eroe uno dei suoi simboli; dal suo museo provengono alcuni cammei del Sei-Settecento e in questa occasione verrà presentato un eccezionale filmato aereo della reggia e del parco che furono voluti da Guglielmo I d’Assia-Kassel.
Conclude l’esposizione una curiosa sezione che, ricostruendo un’ambiente di foyer cinematografico anni ‘50-'60, testimonia il rifiorire negli ultimi decenni dell’interesse sul mito di Ercole, con i grandi film, cosiddetti del "peplo", prodotti a Cinecittà negli anni sessanta e poi ancora recentemente a Hollywood, che videro impegnati attori quali Giuliano Gemma o Arnold Schwarzenegger, oltre alla trasposizione in disegni animati di Walt Disney.

ERCOLE E IL SUO MITO
Dal 13 settembre 2018 al 10 marzo 2019
Reggia di Venaria, Sale delle Arti, II piano
piazza della Repubblica 4 - Venaria Reale (Torino)
Orari: dal martedì al venerdì, 9 - 17; sabato, domenica e festivi, 9 - 18.30; chiuso il lunedì. La biglietteria chiude un’ora prima. Aperture speciali: 1° gennaio, 11 - 18, 6 gennaio.
Informazioni: t. +39 011 4992333
www.lavenaria.it
www.residenzereali.it