mercoledì 9 marzo 2022

QUANDO LA MACCHIA SI FA PITTURA

Telemaco Signorini
Una via di Ravenna, 1876
Olio su tela, 47x75 cm

Fino al 1 maggio 2022, Palazzo Mazzetti di Asti apre le sue porte a I MACCHIAIOLI. L’avventura dell’arte moderna, mostra a cura di Tiziano Panconi che, attraverso un corpus di oltre 80 opere, illustra il movimento pittorico più importante dell’Italia risorgimentale e il clima sociale che ne fa da sfondo. Formatosi a Firenze, a partire dal 1855-56, il gruppo dei Macchiaioli nacque per sovvertire i rigidi dettami accademici, così come concettualizzarono i teorici e critici del gruppo Telemaco Signorini, Diego Martelli e Adriano Cecioni.
I pittori dell’avanguardia ottocentesca - dapprima riunitisi nelle sale del Caffè Michelangelo di Firenze e poi in luoghi emblematici come Castiglioncello o La Spezia - riformarono il lessico espressivo corrente, coniando una rivoluzionaria sintesi formale e luministica.

Giovanni Fattori
L’amore nei campi, 1890-1900
Olio su tela, 92x75 cm
Collezione privata
Courtesy Butterfly Institute Fine Art
Galleria d’arte, Lugano
Nei decenni successivi ebbe luogo un’ulteriore trasformazione: come nel resto d’Europa, sbocciò anche in Toscana un peculiare filone naturalista, nel quale veniva recuperata la vena narrativa e descrittiva, poggiata sulla severa tenuta formale del disegno.
L’arte, svincolata dagli obblighi delle committenze nobiliari o regie, assunse l’onere di rappresentare la realtà, chiamata dal comune senso civico e dall’amor patrio a fotografare la vita delle classi più disagiate, sovente impegnate nel duro lavoro dei campi o in quelli più umili nelle città.
Prima tappa di un percorso tematico suddiviso in sei sezioni, la pittura di storia occupa un ruolo dominate nella costruzione, anche da parte degli artisti in mostra, dell’indipendenza e dell’Unità d’Italia.
Odoardo Borrani
Antica porta a Pinti, 1880 ca.
Olio su tela, 100x70 cm
Collezione privata
Nella sezione successiva, brevi spaccati di paesaggio costituiscono le tessere e le molecole vitali del grande mosaico della natura, declinato nell’intimismo della Scuola di Piagentina, un luogo così descritto da Signorini: "pianeggiante con orti, frutteti e ancora poche case; le colline celebri di Fiesole, San Miniato e Arcetri si scorgono solo in lontananza. Qui appena fuori dalle mura, uscendo da Porta alla Croce, [...] abitavano contadini occupati nella coltivazione degli ortaggi, e poche famiglie borghesi, non aristocratiche, che vivevano in villette, casali, assai diverse dalle dimore di campagna signorili". La luce abbagliante della città portuale di La Spezia, in una serie di luminosissime tavolette di piccole dimensioni dipinte en plein air, costituisce poi la prova più emblematica del lessico empirico macchiaiolo.
Cristiano Banti
Contadine toscane, 1865 ca.
Olio su tavola, 18x11 cm
Collezione privata
Alla pittura nella società civile  è dedicata la terza sezione, con scorci esterni e ricostruzioni d'interni, presentati alle mostre promotrici di Firenze, aperte nel 1845 e frequentate da un pubblico numerosissimo di potenziali acquirenti.
Proseguendo nel percorso, si giunge agli anni Sessanta del XIX secolo, dove Tetti al sole di Sernesi o Il muro bianco di Cabianca o, per citare un’altra opera fondamentale, La rotonda dei Bagni Palmieri di Fattori, recuperano quelle connotazioni narrative che permeano tutta l’arte del periodo. Da Giotto a Leonardo, la tradizione rimane assai radicata nel retaggio culturale locale, il pensiero contemporaneo recupera la limpida immediatezza delle austere forme chiuse e i panneggi  de La vendemmiatrice di Arturo Faldi, solidi e lineari come altrove negli abiti delle donne contadine, assurgono a icona dell'arcaica civiltà rurale.
Giuseppe De Nittis
Bambino al sole, 1869
Olio su tavola, 19x16 cm
Collezione privata, Courtesy Butterfly
Institute Fine Art, Galleria d’arte, Lugano
Non manca, esemplificato nella sezione dedicata, una marcata ricerca intimista, anche religiosa, specie nella visione di Silvestro Lega e di Telemaco Signorini, con accentuazioni cromatiche di stampo purista, cariche di rimandi lirici ed emotivi. Il percorso si snoda infine fra quegli artisti della avanguardia toscana che avviarono un’opera di modificazione dei principi e dei riferimenti culturali autoctoni, non più esasperati dai violenti contrasti luminosi né dalle abbreviazioni formali neo-quattrocentesche della prima ora, ma temperati ormai dalle innovazioni prodotte in ambito europeo dal Réalisme e dal contemporaneo Impressionismo.

Elenco degli autori: Giuseppe Abbati, Cristiano Banti, Stefano Bruzzi, Giovanni Boldini, Luigi Bechi, Odoardo Borrani, Vincenzo Cabianca, Adriano Cecioni, Eugenio Cecconi, Nino Costa, Vito D’Ancona, Giuseppe De Nittis, Arturo Faldi, Giovanni Fattori, Ruggero Focardi, Luigi Gioli, Silvestro Lega, Giorgio Lucchesi, Giuseppe Magni, Ugo Manaresi, Ruggero Panerai, Antonio Puccinelli, Raffaello Sernesi, Filadelfo Simi, Telemaco Signorini, Raffaello Sorbi, Adolfo Tommasi, Ludovico Tommasi, Angiolo Tommasi.

I MACCHIAIOLI
L’avventura dell’arte moderna

Fino al 1 maggio 2022
Palazzo Mazzetti
Corso Vittorio Alfieri, 357 - Asti
Orario: martedì - domenica 10-19 (la biglietteria chiude un’ora prima). Lunedì chiuso
Informazioni e prenotazioni: 0141 530403; 388 1640915; info@fondazioneastimusei.it; prenotazioni@fondazioneastimusei.it
www.museidiasti.com