mercoledì 11 novembre 2015

I PAESAGGI DI CARLO VAULÀ

Dai prati di Verrand
cm 30x40
La vocazione artistica di Carlo Vaulà ha origini lontane e radici profonde. Inizia a dipingere in gioventù, seguendo gli insegnamenti della pittrice Maria Antonietta Prelle, incentrati sull'attenzione al disegno e sulle peculiarità della tecnica ad olio e dell'acquerello. Insegnamenti che costituiscono il denominatore comune del suo stile autentico e onesto: un saldo impianto compositivo, mescolato alla brillantezza dell'olio e agli effetti luministici delle terse campiture proprie dell'acquerello. Sicure fondamenta su cui ha costruito una carriera più che trentennale, riconosciuta dalla critica, dal pubblico e da una vasta schiera di acquirenti privati che hanno individuato nell'autore un degno epigono dei maestri figurativi di solida formazione accademica.
Il vecchio e il nuovo a Perinera
cm 45x35
La Galleria Vailati presenta circa trenta opere recenti di una produzione che conta oltre 700 quadri, risultato di un lavoro diventato quotidiano a partire dagli anni Ottanta -risale al 1994 ad Ala di Stura la prima mostra personale-, per i quali è inevitabile l'accostamento con i paesaggi rappresentati dai pittori piemontesi a cavallo tra XIX e XX secolo, fra tutti Cesare Ferro Milone e ancor più Lorenzo Delleani. Non è un caso che nel 2013, Alberto Tazzetti, Presidente del Museo Civico Alpino "Arnaldo Tazzetti" di Usseglio, abbia deciso di acquisire una delle sue vedute ussegliesi per ampliare la collezione permanente del museo, in un'ottica di continuità con la tradizione, quale valore da trasmettere e preservare per mantenere intatta la forte identità culturale di quei territori.  
Cascinali in campagna
cm 24x30
Già ad un primo sguardo il pensiero corre alle vedute della prima metà del Novecento di Giovanni Guarlotti, Camillo Merlo, Ugo Malvano, nelle quali malgrado le influenze parigine e l'avanzare di un linguaggio sempre meno realista, permangono idilli bucolici e soluzioni intimiste, ultimo baluardo tutt'altro che anacronistico contro le pressanti istanze moderniste.
Nonostante un'innegabile volontà di seguire le orme dei suoi predecessori, Vaulà ripercorre i temi di scuola piemontese utilizzando un differente modo di intendere il racconto: là, spesso, una scena di genere si cristallizza sulla tela, attività abituali o quotidiane si innestano nel tessuto narrativo, per completare una quinta di case scandite da stretti selciati o per animare piccole borgate, conferendo allo scenario la rassicurante tranquillità delle occupazioni domestiche; in Vaulà l'enunciato non è didascalico, non tende a descrivere un momento, bensì a restituire un'atmosfera. 
Neve a Bairo Canavese
cm 18x24
Le figure mancano o restano in posizione marginale poiché è lo stesso spettatore in soggettiva a percorrere, meglio, ad essere condotto per mano all'interno della scena, in uno scambio dialettico che coinvolge il riguardante senza ridurlo a passivo fruitore di un'immagine da cartolina. Sono gli scenari delle Valli di Lanzo e di Viù, perlustrate palmo a palmo fin dall'adolescenza ad ispirare la produzione dell'artista, inizialmente colte en plein air e ultimamente rielaborate in studio, mescolando invenzione e fedeltà al soggetto, con l'ausilio di immagini fotografiche scattate in gran numero nel corso di lunghe passeggiate fra i boschi.
Il castello di Nus
cm 30x24
Si tratta a tutti gli effetti di una sorta di canovaccio su cui imbastire la sceneggiatura, dove il più delle volte è la montagna il principale interlocutore, con il suo mutare a seconda dei colori e delle stagioni. Invenzioni che si pongono come licenze poetiche volte a suscitare stupore, generare momenti di riflessione, creare aspettative, per raggiungere infine un dato scenario e immergersi in esso fino a diventare parte integrante dell'ambiente circostante. "Cerco le atmosfere", è l'assunto imprescindibile. "Voglio che la pittura piemontese non finisca", dichiara la voce fuori campo dell'autore, testimone di un mondo familiare da far conoscere o riscoprire.
Pascolo presso la masseria
cm 40x30
"Mi piaceva sentire il suono dei campanacci delle mucche pascolare nella nebbia", ricorda, ed in effetti pare proprio di udire nelle sue vedute l'eco lontana di una mandria brucare pigramente i pendii erbosi del Pian della Mussa, della Val Germanasca, scordandosi gli aspetti più prosaici della pastorizia moderna, che non di rado si avvale di dispositivi tecnologici ed è inserita in un ecosistema ben più complesso di allora. Ma questo non conta nell'economia generale della resa poetica, dove il ricordo e una visione analitica della realtà hanno la capacità di porre in evidenza ciò che conta e lasciare in secondo piano quanto non è funzionale alla percezione emotiva.
Vecchie imbarcazioni in laguna
cm 24x30
Il gesto pittorico di Vaulà restituisce un percorso fatto di spazi nei quali l'occhio lungi dal perdersi, cattura ogni dettaglio con pennellate sicure, piccole spatolate, cedendo solo in parte al colorismo materico, sia nelle vedute alpine, sia negli scorci marini altrettanto amati, tra cui la riviera del Metaponto in Basilicata, Camogli, o ancora nelle vedute di Torino, a completare il personale carnet di viaggio del pittore torinese.

I PAESAGGI DI CARLO VAULÀ
Dal 6 al 21 novembre 2015
Galleria Vailati
C.so Bramante 78 - Torino
Orario: lunedì 15,30-19,30, da martedì a sabato 9,30-12,30 e 15,30-19,30
Per informazioni: +39 011 6967292
Ingresso libero