venerdì 10 marzo 2017

LUDOVICO IL MORO A SCUOLA DI RETORICA

Particolare della c.8r del ms Varia 75 che illustra la bordura superiore.
A destra Francesco Filelfo intento nella dettatura al suo allievo Ludovico Maria Sforza, seduto di fronte a lui.
Al centro della scena la raffigurazione del frutto del gelso moro e la scopetta con il motto "Merito et tempore".
            Sono stati presentati presso Palazzo Madama Museo Civico d'Arte Antica a Torino, venerdì 3 marzo scorso, il restauro del Codice Sforza, Varia 75, il facsimile e il saggio sul restauro Pagine di scuola a cura di Giovanni Saccani (direttore della Biblioteca Reale di Torino) editi da Nova Charta.
Il volume originale è stato esposto presso il Museo dal 2 dicembre 2016 al 6 marzo 2017 in occasione della mostra Emanuele d’Azeglio. Il collezionismo come passione - curata da Cristina Maritano, conservatore per le arti decorative - dedicata al valente diplomatico e collezionista torinese, nobile di raffinata cultura che acquistò il manoscritto a Londra nel 1860.
Particolare della c.7v che illustra l'armata di Annibale
che si fa largo tra le postazioni romane.
Mecenate lungimirante. Come Vittoria de Buzzaccarini, fondatrice nel 2000 della casa editrice con sedi a Padova e Venezia, alla quale vanno ascritti i progetti "Salviamo un codice" e "Salviamo una biblioteca", finalizzati al restauro e alla ricerca, nonché la relativa collana Quaderni di Restauro per lo studio e la diffusione dei testi di pregio. Tanto fra un pubblico di bibliofili quanto, mediante il linguaggio divulgativo dei periodici Alumina e Charta, fra i non addetti ai lavori.
            Il piccolo manoscritto su pergamena, datato 27 novembre 1467, fu redatto a Cremona dal giovane Ludovico Maria Sforza, noto come Ludovico il Moro, sotto la guida del precettore Francesco Filelfo¹ all'età di 15 anni quale dimostrazione di affetto e di progresso negli studi alla madre Bianca Maria Visconti, sposa di Francesco Sforza.
La c. 4r del Codice Sforza raffigura, in alto su un cartiglio la scritta "Leonidas",
sulla bordura destra due ritratti di condottieri greci (Temistocle in alto e Leonida in basso),
mentre la scena principale ripropone la difesa delle Termopili e la morte di Leonida nel 480 a. C.
            Acquistato da Domenico Promis nel 1863², all'epoca direttore della Biblioteca Reale di Torino, il prezioso volume fa tuttora parte del ricco patrimonio dell'Istituto, profondamente rinnovato nel 2012 con un programma di iniziative volte a valorizzarne e a renderne più fruibile il prestigioso corpus bibligrafico.
Proteggere l'originale dalla luce, evitare che sia maneggiato, facilitare il lavoro degli studiosi, sono le ragioni principali che hanno coinvolto biblioteca, editore e restauratore nella moderna riproduzione del Codice Sforza, commento alla Rhetorica ad Herennium di Cicerone. Le stesse che convinsero il d’Azeglio (dal 1879 al 1890 direttore del Museo Civico di Torino) a pubblicare nel 1860 una copia fotografica con immagini al collodio umido realizzate dal fotografo Camille Silvy. 
           Oggi la tecnologia ha permesso di aggiungere a quel primo strumento di studio una coloritura estremamente fedele, così da ottenere con il cofanetto di incisioni e la riedizione del commentario compilato dallo stesso d’Azeglio un indispensabile apparato di indagine filologica.
Particolare della c.1r. Il tradizionale stemma dei visconti,
sorretto da due putti alati e raffigurante una vipera o biscione ondeggiante,
che divora un bambino ignudo.
          Una pubblicazione esclusiva, quella di Nova Charta, in tiratura limitata di sole 200 copie che consentirà alle biblioteche, agli enti culturali o agli acquirenti privati di dotarsi di una riproduzione in scala 1:1 conforme in tutto all’originale, preservando l’accurata opera di restauro condotta dallo Studio Paolo Crisostomi di Roma.
Osservare le dettagliate illustrazioni opera di anonimo miniatore con ritratti dei Visconti e degli Sforza, episodi di storia antica - quali, ad esempio, la Battaglia navale di Salamina, l'attraversamento dell'Ellesponto dell'esercito persiano di Serse, la presa di Gerusalemme e la battaglia delle Termopili-, esaminare la meticolosa calligrafia del giovane studente e, infine, ripercorrere le tappe di una storia d'amore per la cultura attraverso le generazioni, permetterà di ritornare alle radici della civiltà umanistica che resta, malgrado l'erosione del tempo, stabile fondamento della società contemporanea.
Veduta dall'alto del Salone palagiano
della Biblioteca Reale di Torino

1. Molti studiosi ritengono che il precettore di Ludovico il Moro fosse il cremonese Giovanni Francesco Picenardi. A questo proposito è intenzione dell'editore istituire una borsa di studio per proseguire le ricerche sull'argomento.

2.  L'acquisto comprendeva la teca fatta realizzare appositamente per la conservazione del Codice e la copia fotografica londinese. L'ammontare di spesa fu di 5000 Lire, suddivise in due tranches. Importo notevole se si pensa che un medico guadagnava circa 1000 Lire all'anno.