giovedì 10 gennaio 2013

Degas. Capolavori dal Musée d'Orsay

Autoritratto, 1855
olio su carta applicata su tela
81,3x64,5 cm (RF 2649)
© RMN (Musée d'Orsay) / Hervé Lewandowski -
Réunion des Musée Nationaux/ distr. Alinari
Degas fu eccellente disegnatore e artista eclettico, inventore di nuove tecniche grafiche e curioso sperimentatore di strumenti innovativi.
Circa ottanta dipinti, sculture, incisioni, pastelli, monotipi provenienti dal Museo d’Orsay, in esposizione fino al 27 gennaio presso la Palazzina della Promotrice delle Belle Arti di Torino, documentano le fasi salienti del vasto percorso artistico che fece di Edgar Degas un uomo del suo tempo, come ebbe a definirlo Edouard Manet.
Realizzò copie da originali antichi, specie durante il primo viaggio in Italia tra il 1956 e il 1959, a partire dal periodo classicista, compreso nel decennio fra il 1850 e il 1860, con ritorni alla tradizione anche in epoca tarda, ad esempio in La saggezza vittoriosa sui vizi, bozzetto del 1897 a pastello su tela, tratto da Mantegna.
Semiramide alla costruzione di Babilonia, 1861 circa
olio su tela; 151x258 cm (RF 2207)
© RMN (Musée d'Orsay) / Hervé Lewandowski -

Réunion des Musée Nationaux/ distr. Alinari
Confesserà a Vollard, mecenate degli impressionisti: “Bisogna copiare e ricopiare i maestri; solo dopo aver dato prova di essere un buon copista ci si può permettere di ritrarre un ravanello dal vero”.
Sono parole che anticipano le opere del periodo naturalista risalenti al decennio 1870 - 1880, quando Degas abbandonerà i canoni classici per ricorrere alle fisionomie stereotipate, con  naso all’insù e fronte sfuggente, delle ballerine e delle 'donne di bordello'; quando, interessato agli studi criminologici ed etnologici delle scienze sociali, identificherà nel dato fisico i vizi e la decadente dissolutezza del ceto borghese.
L’orchestra dell’Opéra, 1870 circa
olio su tela; 56,5x46 cm (RF 2417)
© RMN (Musée d'Orsay) / Hervé Lewandowski -
Réunion des Musée Nationaux/ distr. Alinari
Se Il defilé (Cavalli da corsa davanti alle tribune) del 1866-1868 e L'orchestra dell'Opéra (1870 circa) offrono uno spaccato della vita mondana e degli svaghi di fine secolo, il volto dell’étoile investito dalla luce radente del palco e le Donne fuori da un caffé la sera (1877), rivelano la natura corruttibile della società parigina.
All' origine vi è il primo naturalismo francese, impietoso e rivoluzionario, con le Teste di suppliziati e la Zattera della Medusa di Théodore Gericault, o della Libertà che guida il popolo (1830) di Delacroix, con il corpo livido in primo piano, ripreso da Degas nella figura esanime del dipinto Scene di guerra nel Medioevo (1865 circa).
Donna alla toilette che si asciuga il piede, 1886
pastello su cartone; 54,3x52,4 cm (RF 4045)
© RMN (Musée d'Orsay) / Hervé Lewandowski -
Réunion des Musée Nationaux/ distr. Alinari
In seguito l’indagine antropologica interessa un preciso substrato sociale, si fa più ‘chirurgica’ grazie al supporto tecnico dell’obiettivo fotografico, fino a rasentare il voyerismo nelle inquadrature d’interni. Non mancano precedenti formali ne Il bagno turco (1862) di Ingres, inscritto nel tondo (o buco della serratura?) che restituisce una visione ancora stereotipata dei costumi e delle tradizioni mediorientali, nelle Donne d’Algeri (1834) di Delacroix antesignani di una sensualità esotica, assente in Degas, che invece mette a nudo nella dimensione privata l'intima vulnerabilità e la modesta estrazione sociale delle sue danzatrici. Le stesse anatomie contorte, il corpo avvolto su se stesso del pastello su cartone Donna alla toilette che si asciuga il piede (1886), non fanno che enfatizzare lo spazio angusto in cui si muovono le giovani modelle.
Prove di balletto in scena, 1874
olio su tela; 65x81 cm (RF 1978)
© RMN (Musée d'Orsay) / Hervé Lewandowski -
Réunion des Musée Nationaux/ distr. Alinari
La complessità dei volumi, lo studio assiduo dei corpi in  movimento si risolve sul finire della carriera di Degas in forme semplificate, velocemente abbozzate a pastello con ‘linee nervose e colori chiassosi’ o modellate in cera in numerosi tocchi di materia, più vicine al dinamismo analitico futurista che alla scomposizione cromatica impressionista. La plastica dei cavalli e delle ballerine in bronzo patinato, fusi postumi dagli eredi tra il 1921 e il 1931, sono ormai rivolti alle avanguardie del primo Novecento.
In mostra compaiono anche alcuni paesaggi, appartenenti alla produzione minore di Degas -Falesia in riva al mare (1869), Alberi su una pianura (1870-1875), Casa sul mare (1870-75)-, dove il tratto rarefatto e le atmosfere impalpabili convalidano l’estraneità dell’autore alle istanze del gruppo impressionista e ne affermano, in toni lirici, la totale indipendenza di pensiero.

Degas. Capolavori dal Musée d'Orsay
Dal 18 ottobre al 27 gennaio 2013
Orario: tutti giorni 10 - 14,30; giovedì 10-22,30. Chiuso al martedì
Palazzina della Società Promotrice delle Belle Arti in Torino
Viale Balsamo Crivelli, 11 - 10126 Torino
www.mostradegas.it