Body Nature, accostamento di due sostantivi in lingua inglese, rimanda alla natura intesa come corpo, ma anche al corpo in senso proprio, fatto di natura e in essa immerso, ossia agente vivente e comunicante nel mondo. I lavori in mostra si caratterizzano così per l’impiego, quasi esclusivo, di materiali biologici (DNA, proteine, cellule, batteri) intesi come medium. Interpellando le più recenti ricerche biotech, Neira e De Menezes intendono mostrare come il corpo sia di fatto accomunato al resto del vivente in virtù della comune componente organica. Se uomo e mondo condividono la stessa natura, il corpo non è altro che il filtro attraverso il quale interno ed esterno comunicano.
Mentre la biologia e le biotecnologie, con gli ultimi sviluppi della chirurgia plastica e dell’ingegneria tessutale, fino a poco tempo fa erano utilizzate dagli artisti con intento provocatorio (Stelarc, Orlan), oggi costituiscono semplicemente lo strumento con cui esprimersi, e non il tema centrale affrontato. Filtrati dunque con gli strumenti tipici del laboratorio, propri della scienza, i loro sguardi sono narrazioni che parlano dell’esistenza, ossia dell’essere - attraverso il corpo biologico - in un preciso contesto. Proteic Portrait, installazione principale di Marta De Menezes (1975, Lisbona; alla sua prima presenza italiana) si presenta come vero e proprio atelier d’artista, luogo della creazione e della sperimentazione. Si tratta a tutti gli effetti di un laboratorio in cui si fondono esperienze artistiche e scientifiche, l’una funzionale all’altra nella creazione di mArta, ritratto proteico dell’artista. Lo studio dei meccanismi chimico-organici è anche la base di Functional Portrait, immagini registrate dalla risonanza magnetica del cervello dell’artista impegnata in una precisa attività. Uno scan-selfportrait, sempre realizzato attraverso l’impiego di strumentazioni mediche come l’RMN, è anche Somato Landscape di Dario Neira (1963, Torino) che restituisce un’immagine di sé “all’osso”, essenziale e organica, eppure ancora capace di raccontare le emozioni e l’intimità, anche psichica, del soggetto. In questa direzione, i lavori di Neira parlano di una terza natura, dimensione che costituisce l’unione di arte, scienza e sacro, poiché l’essere umano, conscio dei processi e dei meccanismi corporei, s’interroga da sempre sul mistero dell’esistenza e della morte. Nasce così, nella corte del PAV, Claustrum, installazione sonora sul mondo dello spirito che, conservato nel corpo e nella mente, si sviluppa artisticamente attraverso una narrazione frammentata, un percorso emotivo scandito da parole tratte da Le Ceneri di Gramsci e pronunciate dallo stesso Pasolini.
Nella serra, spazio principale del PAV, le opere di De Menezes e Neira sono accostate in modo da rintracciare una matrice comune, un’affinità che va al di là degli strumenti e dei soggetti che, apparentemente simili, sfumano le categorie di genere maschile e femminile. La relazione dei lavori è infatti riscontrabile nell’attenta, quanto critica, visione della realtà, la stessa che spinge entrambi a indagare i problemi etici sollevati dalle pratiche mediche e scientifiche impiegate e, più in generale, il loro modo di inscriversi nella società. (com.st.)
Body Nature: Marta De Menezes – Dario Neira
Mentre la biologia e le biotecnologie, con gli ultimi sviluppi della chirurgia plastica e dell’ingegneria tessutale, fino a poco tempo fa erano utilizzate dagli artisti con intento provocatorio (Stelarc, Orlan), oggi costituiscono semplicemente lo strumento con cui esprimersi, e non il tema centrale affrontato. Filtrati dunque con gli strumenti tipici del laboratorio, propri della scienza, i loro sguardi sono narrazioni che parlano dell’esistenza, ossia dell’essere - attraverso il corpo biologico - in un preciso contesto. Proteic Portrait, installazione principale di Marta De Menezes (1975, Lisbona; alla sua prima presenza italiana) si presenta come vero e proprio atelier d’artista, luogo della creazione e della sperimentazione. Si tratta a tutti gli effetti di un laboratorio in cui si fondono esperienze artistiche e scientifiche, l’una funzionale all’altra nella creazione di mArta, ritratto proteico dell’artista. Lo studio dei meccanismi chimico-organici è anche la base di Functional Portrait, immagini registrate dalla risonanza magnetica del cervello dell’artista impegnata in una precisa attività. Uno scan-selfportrait, sempre realizzato attraverso l’impiego di strumentazioni mediche come l’RMN, è anche Somato Landscape di Dario Neira (1963, Torino) che restituisce un’immagine di sé “all’osso”, essenziale e organica, eppure ancora capace di raccontare le emozioni e l’intimità, anche psichica, del soggetto. In questa direzione, i lavori di Neira parlano di una terza natura, dimensione che costituisce l’unione di arte, scienza e sacro, poiché l’essere umano, conscio dei processi e dei meccanismi corporei, s’interroga da sempre sul mistero dell’esistenza e della morte. Nasce così, nella corte del PAV, Claustrum, installazione sonora sul mondo dello spirito che, conservato nel corpo e nella mente, si sviluppa artisticamente attraverso una narrazione frammentata, un percorso emotivo scandito da parole tratte da Le Ceneri di Gramsci e pronunciate dallo stesso Pasolini.
Nella serra, spazio principale del PAV, le opere di De Menezes e Neira sono accostate in modo da rintracciare una matrice comune, un’affinità che va al di là degli strumenti e dei soggetti che, apparentemente simili, sfumano le categorie di genere maschile e femminile. La relazione dei lavori è infatti riscontrabile nell’attenta, quanto critica, visione della realtà, la stessa che spinge entrambi a indagare i problemi etici sollevati dalle pratiche mediche e scientifiche impiegate e, più in generale, il loro modo di inscriversi nella società. (com.st.)
Body Nature: Marta De Menezes – Dario Neira
a cura di Claudio Cravero e nell’ambito dell’Art Program diretto da Piero Gilardi
Fino al 24 aprile 2011
Orario: da mercoledì a venerdì, ore 15 – 18; sabato e domenica 12 – 19
Fino al 24 aprile 2011
Orario: da mercoledì a venerdì, ore 15 – 18; sabato e domenica 12 – 19
PAV – Centro Sperimentale d’Arte Contemporanea
Via Giordano Bruno, 31 – 10134 Torino
Tel.: 011.3182235, http://www.parcoartevivente.it/
Tel.: 011.3182235, http://www.parcoartevivente.it/