domenica 11 ottobre 2020

CRONACHE DALL’OTTOCENTO

Carlo Bossoli
Piazza Navona a Roma, 1848
Tempera su carta, cm 88 x 98
Collezione privata

Pensata come un racconto storico, la mostra CRONACHE DALL’OTTOCENTO, dedicata a Carlo Bossoli presso il Museo Accorsi, "risponde al preciso desiderio del cavalier Ometto di raggiungere varie fasce di pubblico" - sottolinea il direttore Luca Mana, ricordando il compianto presidente della Fondazione. L'allestimento, realizzato dallo studio "Officina delle Idee", osserva criteri conservativi ed estetici, adottando per le pareti il colore granito bianco "il numero 44 della 'Cartella colori della città di Torino', basata sulle terre naturali del territorio, in sostituzione del blu precedente. Anche l'adattamento delle luci fra 50 e 70 lux - spiega l'architetto Diego Giachello - è stato studiato nel rispetto di una tecnica estremante delicata qual è la tempera", dati tecnici che pongono al centro la tutela e una fruizione confortevole delle opere, calate in una diffusa quanto suggestiva atmosfera d'altri tempi.

Henri Le Lieure
Traforo del Moncenisio, perforatrice primo tipo, circa 1861
Stampa all’albumina, 196 × 260 mm
Collezione Marco Antonetto

Secolo di grandi cambiamenti, con lo sgretolamento dei privilegi nobiliari, l'insorgere di moti insurrezionali, l'Ottocento sancisce l'affermarsi del ceto borghese a sua volta messo in crisi dal profilarsi di sensibilità romantiche e di teorie capitaliste.
Ben affrescata nel capolavoro di Thomas Mann, dedicato alle vicende della dinastia lubecchese dei Buddenbrook, la società mercantile ottocentesca subisce e produce i grandi progressi della tecnica che porteranno, complici posizioni socialiste, al loro totale ribaltamento agli albori del XX secolo. "Quel crogiolo fra vecchio e nuovo che si addensò nel XIX secolo", secondo la definizione datane dallo storico Andrea Merlotti, è descritto in mostra attraverso cinque sezioni tematiche - vita quotidiana, risorgimento, ferrovie, esotismo, ville e giardini.

Carlo Bossoli
Interno di un bazar a Costantinopoli, 1847
Tempera su carta, cm 41 x 56
Vedano al Lambro, Collezione Litta

Curata da Sergio Rebora in collaborazione con Daniela Giordi (per la sezione fotografica) l'esposizione celebra la tradizione accademica del pittore svizzero, cronista del proprio tempo, vedutista, scenografo, autore di ‘cosmorami’ panoramici, antitesi e complemento della nascente fotografia, di cui tuttavia non si servì, preferendo consegnare ai fogli dei suoi taccuini il resoconto dei viaggi in Russia, Inghilterra, Scozia, Irlanda, Spagna, Marocco.
Con piglio di reporter, documenta la guerra di Crimea, le Cinque giornate di Milano e i luoghi della avveniristica rete ferroviaria del regno sardo, al soldo della corte sabauda, elaborando in studio i disegni realizzati dal vero.
In parallelo fotografi celebri ne tracciano su lastra il ricordo: Henri Le Lieure, fotografo con studio presso il caffè "La Rotonda" nel Giardino dei Ripari a Torino, i Fratelli D'Alessandri a Roma, Giacomo Brogi a Firenze, James Robertson, inviato al fronte in Crimea, e altri.

James Robertson
Guerra di Crimea. Il bastione Malachov, veduta dall’interno della cittadella, 1855
Carta salata (da negativo all’albumina), 223 × 281 mm
Collezione Marco Antonetto

Carlo Bossoli (1815-1884), nato a Lugano, in Canton Ticino, impara ad Odessa, dove la famiglia si trasferisce nel 1820, la tecnica della tempera all'uovo, impiegata nella realizzazione delle tradizionali icone russe, contribuendo a diffonderne la fortuna nei Paesi dell'Europa occidentale. Giunto in Italia nel 1839, grazie ai principi Voroncov, primi sostenitori e mecenati dell’artista, si dedicò anche alla pittura ad olio ed alla litografia. Fu un valente orientalista, celebri le sue vedute di Costantinopoli, nonché attento narratore "della moderna quotidianità urbana nei vari centri della penisola, con un’attenzione particolare per Torino, ritratta nelle sue piazze e nelle sue strade in momenti di svago e di festa, ma anche nelle attività lavorative di tutti i giorni."
Momenti che compongono lo scenario descritto in dettaglio da circa 50 dipinti, 40 fotografie, e da brevi video della durata di un minuto a commento di ciascuna sezione, per una ricostruzione d'epoca dalle marcate finalità didattiche.

Carlo Bossoli
Progetto per Villa Litta a Vedano al Lambro, 1847-1848
Tempera su carta, cm 66 x 88
Vedano al Lambro, Collezione Litta

Autore prolifico "secondo una prassi più simile a quella della riproduzione industriale che non
attraverso modalità proprie dell’artista obbediente allo stereotipo dell’immaginario romantico", - annota Sergio Rebora nel saggio in catalogo - raccolte di disegni e dipinti sono diffuse capillarmente in numerose collezioni private, dalle quali proviene parte del corpus in mostra; fra i prestatori figurano gli eredi Litta Visconti Arese, proprietari della villa di Vedano al Lambro in stile Tudor ideata da Luigi Clerichetti, con motivi esotici ispirati alle architetture moresche e ispaniche, effigiata da Carlo Bossoli nell'ambito di un ciclo dedicato alle residenze di famiglia, sulla quale ricalcherà il progetto per la sua abitazione torinese, situata in lungo Po Diaz, oggi completamente trasformata.

CRONACHE DALL’OTTOCENTO
La vita moderna nelle opere di Carlo Bossoli e nelle fotografie del suo tempo

Dal 7 ottobre 2020 al 25 aprile 2021
Museo Accorsi - Ometto
V. Po, 55 - 10124 Torino
Orario: da mercoledì a venerdì 10 - 18; sabato, domenica e festivi 10 - 19
La biglietteria chiude mezz’ora prima. Lunedì e martedì chiuso
t. 011 837 688 int. 3; info@fondazioneaccorsi-ometto.it
www.fondazioneaccorsi-ometto.it