Sono molte le ragioni che inducono il turista consapevole e non esclusivamente di passaggio a soggiornare per qualche tempo nel comune di Bene: il panorama delle vicine Langhe, i percorsi naturalistici, la gastronomia, le pietre permeate di storia, oltre a numerose iniziative culturali e artistiche di grande pregio.
Fra le manifestazioni che il 19 gennaio scorso hanno inaugurato il cartellone di eventi in programma per il 2019 occorre segnalare la mostra collettiva Ensemble, a cura di Angelo Mistrangelo, ospitata nei locali di Palazzo Lucerna di Rorà, sede del Museo Civico. Ines Daniela Bertolino, Liliana Cecchin, Lidia Delloste, Gabriella Malfatti, Renzo Miglio, Francesco Murlo e Angela Sepe Novara hanno risposto all'appello di Ricominciare a vivere (R.a Vi.) Onlus, per promuovere le numerose attività dell'Associazione, che dal 2000 offre supporto alle donne colpite da tumore al seno, in collaborazione col personale medico e infermieristico del day hospital di senologia delle Molinette.
Dirimpetto, inoltrandosi negli ambienti di Casa Ravera - presso la quale sono conservati reperti romani e barocchi, corredi liturgici e due tabernacoli capolavoro ebanistico di Pietro Piffetti, già nella Chiesa delle Figlie di Maria -, si ammira una selezione della preziosa collezione di Margherita Goglino, curatrice della mostra Pizzi e Merletti del tempo che fu, massima esperta dei manufatti esposti, del loro significato, dei filati e del valore sociale intrecciati dalle mani sapienti di donne di area lombarda, piemontese e transalpina.
Infine, passando fra le vie Roma e Vittorio Emanuele, si raggiunge la Chiesa di San Bernardino dei Disciplinati Bianchi, dove una rassegna di cartoline e documenti d'epoca della collezione di Giovanni Cornaglia, illustra L'avventura coloniale francese in Marocco, fra gusto orientalista e resoconto scientifico dai risvolti antropologici.
Nondimeno la sua identità è strettamente legata a quella del capoluogo sabaudo. La seconda metà del Seicento e il principio del Settecento rappresentano per Bene un intenso periodo ricostruttivo ascrivibile alla reggenza di Cristina di Borbone (Parigi, 1606 - Torino, 1663), a cui risalgono nel 1659 la parrocchiale e la Chiesa di San Francesco - all'interno della quale è conservato l'altare marmoreo progettato da Filippo Juvarra -, la chiesa di San Rocco (edificata dalla famiglia Borra per scongiurare un'epidemia di peste), la chiesa dei Cappuccini (1650 circa); mentre i palazzi dei Magistrati, dei Marchesi del Villar, dei Giriodi di Monastero sanciscono il potere congiunto al mecenatismo gentilizio, spesso motivato da un fervente spirito filantropico che ancora oggi anima insigni personalità dell'aristocratica cittadina.
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Orari feriali: 9-13 e 14-16; festivi: 9-17. Chiuso martedì.
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