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PERCORSI/Flows Fili e colori acrilici, tela di juta montata su tavola 120 x 90 cm 2020 ©ClaudioCenaArte |
Cosa accomuna il tatà, patrimonio del folklore valdostano
e il movimento suprematista teorizzato da Kazimir Malevič agli inizi del Novecento?
Nella produzione artistica di
Claudio Cena, rappresentano indubbiamente l’esordio e l’approdo di una ricerca tuttora
in corso, intrapresa nel 2017, dai traguardi ignoti al loro stesso artefice.
Alfa e omega di un corpus di oltre cinquanta lavori, il
principio è da ricercare nella tavola con due cavallini in legno muniti di
ruote, i tatà per l’appunto (che includevano
in passato anche muli, capre, gatti ed altri animali), ludica composizione da
regalare ai propri nipoti. La decorazione impose di colmare con uno spessore le
scanalature delle piccole sculture lignee. Ecco che allora il comune spago da
cucina, entrato a pieno titolo nel novero dei materiali nobili della creazione,
‘ageminato’ in legno, insieme alla tela di juta genera un tableau ad altorilievo, prototipo per una serie di successive,
sempre più sofisticate elaborazioni concettuali.
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ONDE/Flows (particolare) Filo e tela su tavola 110 x 80 cm 2020 ©ClaudioCenaArte |
L’originale tecnica adottata da
Claudio Cena, ex manager ora dedito a tempo pieno all’attività artistica,
consiste nella posa di fili di vario spessore a sezione circolare o piatta, intrisi
di colore acrilico (prima ancora erano le soluzioni impregnanti per legno),
montati su juta o tela su tavola, per ottenere effetti cromatici e sinestetici,
tattili in primo luogo, di rarefatta ricercatezza con implicazioni che molto
hanno in comune con l’astrattismo lirico di Vasilij Kandinskij.
Cena non nega di far riferimento
al pittore sovietico. Si prenda ad esempio Percorsi/Flows
(2020) nel quale dodici tonalità
differenti di giallo si alternano a fasce in quattro o cinque sfumature di
azzurro, in rapporto numerico predefinito ad aumento e diminuzione periodici.
Qui gli studi teorici sulla
valenza simbolica dei colori, l’indagine delle leggi fisiche relative alla rifrazione
della luce e alle differenti lunghezze d’onda dell’iride – già caposaldo di
impressionisti e postimpressionisti – trovano nelle fibre giustapposte un perfetto
equilibrio dinamico e la massima vibrazione cromatica.
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MONOLITE/Monolith Super light panel, acrilico lilla 50% 60 x 80 cm ©ClaudioCenaArte |
Dal 2017 ad oggi la ricerca dell’autore canavesano, forte di una pluriennale carriera in vari ambiti della progettazione industriale, ha dato origine a quattro serie di manufatti – FLUSSO/FLOW, ESPANSIONE/EXPANSE, MONOLITE/MONOLITH, SCULTURA/SCULPTURE – corrispondenti ad altrettanti livelli di analisi e di acquisizione della tecnica.
Nei FLUSSI, afferma l’autore, “c’è una generatrice e il tempo
non esiste, se non in relazione allo spazio fisico della composizione”. Analogamente al sasso gettato
nello stagno, i fili incastonati nel supporto generano un’onda d’urto travolgente
volti e corpi solidi con energia soverchiante (Onde/Flows, 2020).
Al centro di ESPANSIONI domina la scissione, l’irruzione di un elemento di
rottura: due semicerchi asimmetrici (Frattura/The
Elegant Expansion), l’emisfero emerso dagli abissi (Espansione blu/ The Expanse n.3,
monocromo del 2021) divengono potenziali catalizzatori di campi magnetici.
I MONOLITI rappresentano un’evoluzione plastica delle trame bidimensionali.
Strutture totemiche, differiscono dai Flussi per lo scheletro in polistirene rivestito di tela e per la supremazia di un solo colore: pigmenti lilla,
arancione, giallo, blu cobalto esaltati in massimo grado.
La serie SCULTURE è infine il più recente traguardo di una prassi sperimentale
consolidata, consapevole delle potenzialità del mezzo. Lo spago, versatile e
modellabile secondo direttrici curvilinee, avvolge come un guscio i volumi in polistirolo
espanso in reti complesse nettamente scandite, dettate da un accurato studio preliminare.
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SCULTURA/Sculpture Super light panel, acrilico giallo 90 x 75 x 30 cm ©ClaudioCenaArte |
L’intera produzione comprende manufatti
di medie e grandi dimensioni: il figurativo amusant
di Illusione, trittico a soggetto
marino; Ballerina, coreografica
evoluzione di danzatrice; Clown e cagnolino,
questi con il manto intessuto di fili; Deserto,
carovana avvolta da dune sabbiose, oltre ad Abbraccio, unico dipinto tradizionale con campiture piane ad
acrilico e lavori simbolici come i quattro moduli di Debito italiano/Nuclear energy in Italy (2017). Termini ammonitori,
il frammento in zirconio, relitto di una centrale nucleare, la boccia in
metallo prominente dal supporto, il reticolo (neoplastico), i fili a raggiera
denunciano il mancato sviluppo della componente elettronucleare e il
fallimentare varo nel 1975 del primo Piano Energetico Nazionale in Italia.
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IL PULSARE DELL'ENERGIA/The Expanse Filo e tela su tavola, acrilico nero, rosso, oro 70 x 70 cm 2021 ©ClaudioCenaArte |
Altrove la scelta dei colori è
emotiva, libero indizio di una fugace intuizione. I molteplici viaggi
intrapresi in ogni parte del mondo, i luoghi, le architetture, odori, sapori ed
ogni aspetto sensibile non mancano di ispirare l’autore. Se Quattro Stati/Four Corners Monument (2019) è riferita all’omonima installazione posta
al confine fra Arizona, Colorado, New Mexico, Utah; se Il pulsare dell’energia dominato dalla centrale cupola d’oro, rimanda
alle sontuose residenze indiane; il blu Klein, accostato all’arancione intenso,
nell’opera The Simple Expansion
(2021) evoca l’esotico tramonto di un pianeta quasi perduto.
Ne risulta una libera sintesi
formale, quella stessa libertà che conduce l’artista a percorrere in sella alla
propria bicicletta le dolci traiettorie dell’orografia canavesana, anch’egli come
l’ucraino Malevič “convinto, in questo deserto, di poter sentire finalmente,
nella sua purezza, quella vox clamantis
dell’arte che nell’assordante vicenda del mondo oggettivo è impossibile udire”.1