lunedì 23 maggio 2016

BOTTO&BRUNO

Prosegue presso la Fondazione Merz  l'esposizione Society, you’re a crazy breed, un progetto inedito degli artisti BOTTO&BRUNO concepito come un’unica grande installazione che si relaziona al luogo che la ospita e in particolare si sofferma sul valore simbolico che esso rappresenta, nella sua trasformazione da edificio industriale dismesso a centro di cultura.
Il titolo - tratto dal brano Society di Eddie Vedder, colonna sonora del film “Into the Wild” -, invita a riflettere sul futuro della nostra società e sulla follia contemporanea che tende ad azzerare la memoria per costruire un presente senza storia.
Entrando nella spazio espositivo si è avvolti da un paesaggio fotografico che ricopre quasi per intero le pareti perimetrali e la pavimentazione, un fitto intreccio di immagini stampate con inchiostri ecosostenibili che riproducono generici scenari di margini urbani, uguali in tante parti del mondo.
Sono le periferie di Botto&Bruno, il prezzo pagato per passare dalle civiltà arcaiche e contadine al “benessere” della contemporaneità.
All’interno di questo scenario apocalittico gli artisti individuano alcune pause di riflessione: tre strutture, un silos, un muro e un cinema concepiti dagli artisti come “ristori dell’anima”. Luoghi onirici per ripensare il nostro rapporto con la terra e con la natura, per affrontare temi quali l’inquietudine, la sensazione di solitudine dell’adolescenza, le problematiche sociali delle banlieue e per cercare di vivere il  presente in modo propositivo, con maggiore  rispetto per l'ambiente.

BOTTO&BRUNO
Society, you’re a crazy breed
a cura di Beatrice Merz e Maria Centonze
9 marzo – 19 giugno 2016
Fondazione Merz
via Limone 24, 10141 Torino
Orario: martedì-domenica 11-19
Info: tel. 011.19719437; info@fondazionemerz.org
www.fondazionemerz.org

giovedì 19 maggio 2016

DOBUZHINSKY, L’ARTE DELLA SCENA

Eugene Onegin, di Pëtr Il'ic Cajkovskij
dal romanzo in versi omonimo di Aleksandr Sergeevic Puškin
Bozzetto di costume da uomo, atto II, scena I
Sabato 23 aprile scorso (giornata mondiale del libro e celebrativa della morte di Cervantes e di Shakespeare), presenti la Direttrice, Regina Lopienė e il Conservatore, Živilė Ambrasaitė, si è inaugurata la mostra DOBUZHINSKY, L’ARTE DELLA SCENA, Bozzetti di scenografie e costumi dal Museo del Teatro, della Musica e del Cinema della Lituania, curata da Enzo Fornaro e Valeria Piasentà. Con l'occasione è stato conferito il titolo di Accademico d'Onore dell'Accademia Albertina a Paola de' Cavero, dal 1982 al 2011 docente di ruolo del corso di Costume dello Spettacolo nella medesima Accademia, cui ha donato il suo personale fondo di costumi.
Costumi di scena per il Don Giovanni di W. A. Mozart
Archivio della Sartoria del Teatro Regio di Torino
(Foto Tiziano Rossetto)
La mostra presso la Pinacoteca Albertina presenta 71 bozzetti di scenografie e costumi, selezionati da 13 produzioni del Teatro di Stato della Lituania, molti già esposti in varie realtà museali internazionali. Conoscenza storica e capacità di interpretare le fonti emergono negli schizzi per La Dama di Picche (1934) e Eugene Onegin (1936) di Čajkovskij, nel Boris Godunov di Mussorgsky (1939), nel Don Giovanni (1933) di Mozart, opere finite dove Dobuzhinsky integra magistralmente musica, drammaturgia e tratti originali, a cui si aggiungono, nella scena creata per l’opera di Karnavicius Radvila Perkunas (1937), motivi architettonici di Vilnius ed elementi tipici dei costumi lituani.
Coppélia, balletto su musiche di Léo Delibes
Progetto di scena, atto II
Meno naturalistici e più vicini al decorativismo novecentesco i disegni per Coppelia (1933) di Delibes e Il granatierie nano (1935) di Preston. Lavori ironici e talora visionari, posti in dialogo con scene e costumi contemporanei provenienti dall'Archivio della Sartoria del Teatro Regio di Torino, realizzati da P. Tommasi per il Don Giovanni di W. A. Mozart, stagione 1987/88, con la direzione d’orchestra di M. Erdélyi e la regia di L. Squarzina, e quelli di D. Krief, regista de La dama di picche di P. Cajkovskij, stagione 2008/09, direzione d’orchestra di G. Noseda.
Principe Igor, l'unica opera in musica di Aleksandr Porfir'evic Borodin
Costume del kan Konchak
Mstislav Dobuzhinsky nasce il 15 agosto 1875 a Novgorod, in Russia. Di nobile famiglia lituana, figlio di un ufficiale dell'esercito, si laurea in legge e poi Belle Arti a San Pietroburgo, dove entra in contatto e collabora attivamente con i circoli intellettuali ed artistici. Influenzato dallo Jugendstil e dall'espressionismo tedesco, inizia collaborando con Stanislavskij al Teatro delle Arti di Mosca, lavora alle messe in scena dei Balletti russi di Diaghilev a Parigi poi nei teatri di tutta Europa, infine in Inghilterra e negli Stati Uniti. Compie tre lunghi viaggi in Italia, a Capri è ospite di Gor'kij, progetta scenografie per La Scala di Milano e il San Carlo di Napoli.
Coppélia, balletto su musiche di Léo Delibes
Bozzetto per il costume del mago, atto II
La predilezione per l’umanesimo italiano e per il Bernini è documentata in un corposo lascito di disegni architettonici, e in un libro a stampa. Nel 1924, su consiglio di Jurgis Baltrušaitis, si ritira in Lituania dove mette in scena 38 opere per il Teatro di Stato, e dal ’31 ne diviene principale artista. Valente pittore di paesaggi immaginari, città degradate, dell’assedio di Leningrado (la sua amata Pietroburgo), come afferma Marco Rosci: "le sue opere influenzarono il futurismo italiano, specie la pittura di Boccioni".
Il suo amico Chagall lo chiama a insegnare nella scuola d’arte lituana di Kaunas, tra i giovani allievi vi è Vladimir Nabokov. Di Chagall, Dobuzhinsky ammira l’aspetto fiabesco e visionario, come è evidente in una delle sue migliori realizzazioni: il bozzetto per il balletto Coppelia.
Quella di Dobuzhinsky, conservata al Museo del Teatro, della Musica e del Cinema della Lituania, con più di 1300 bozzetti è la più grande collezione lituana di lavori teatrali dell’artista, dal 2009 è ritenuta dall’UNESCO patrimonio mondiale dell’umanità.
Muore il 22 Novembre 1957 a New York, dove organizza e allestisce mostre oltre a lavorare per il teatro e nel cinema. Per sua precisa volontà, insieme alla moglie è sepolto nel cimitero russo di Sainte-Geneviève-des-Bois, a Parigi, là “dove tutto ebbe inizio”. (Dal testo critico di V. Piasentà)

DOBUZHINSKY, L’ARTE DELLA SCENA
Dal 24 aprile al 5 giugno 2016
Pinacoteca dell'Accademia Albertina
via Accademia Albertina 8, Torino
Orario: 10 - 18. Chiuso il mercoledì
Info: t. 0110897370; pinacoteca.albertina@copatitalia.com; www.accademialbertina.torino.it

mercoledì 18 maggio 2016

SPIRITELLI, AMORINI, GENIETTI E CHERUBINI

Claudio Francesco Beaumont (Torino 1694-1766)
Decorazione del paracamino con coppia di putti e ghirlanda di fiori, 1750 circa
Olio su tela entro cornice in legno dorato
Torino, Polo Reale di Torino - Palazzo Reale
Ultimi giorni per visitare la mostra, a cura di Vittorio Natale, dedicata dalla Fondazione Accorsi – Ometto alla fortuna del tema iconografico dei putti, argomento in passato trattato da eminenti studiosi, eppure mai stato oggetto di un' esposizione monografica in Europa.
Sotto le variate spoglie di SPIRITELLI, AMORINI, GENIETTI E CHERUBINI, i  putti, ispirati all’arte antica romana, hanno trovato ampia diffusione soprattutto a partire dal Rinascimento, dilagando durante il Sei e il Settecento con funzioni decorative e allegoriche, caratterizzando in vario modo sia l’arte profana che sacra.
Scultore della Roma antica e scultore romano
Eros e Anteros, I sec. d.C. e seconda metà del sec. XVI
Marmo scolpito, altezza cm 75. Collezione privata
Sessantotto selezionatissimi oggetti provenienti da collezioni pubbliche italiane e private italiane e straniere sono suddivisi in sei sezioni tematiche che sviluppano il tema dal punto di vista privilegiato delle committenze sabaude e piemontesi. Nel percorso, articolato a partire dall’ origine e diffusione del tema attraverso le sezioni Nelle vesti di Amore, Allegorie profane, Angioletti e cherubini, Giochi di putti, Putti e arti decorative, sono esposti dipinti, sculture in terracotta, in marmo, in legno policromo, mobili, stampe, bronzi e argenti.
Jean Baptiste Taraval
Cupido tra Mercurio e Venere, 1778
Olio su tela. Collezione privata
Accanto ad opere di Guido Reni, Isidoro Bianchi, Bartolomeo Guidobono, Guglielmo Caccia detto il Moncalvo, Francesco Cairo, Francesco Ladatte, Pietro Piffetti, Michele Antonio Rapous, Ignazio e Filippo Collino, lo sguardo viene allargato in alcune sezioni al contesto internazionale, con autori quali Carle Van Loo, Camillo Rusconi e di Paul Heermann.
L’organizzazione della mostra è stata occasione per alcuni significativi recuperi di preziosi manufatti, individuati nei depositi di collezioni pubbliche e restituite alla pubblica fruizione, anche futura, grazie a specifici restauri.
Ignazio Collino (Torino 1724 - 1793)
Filippo Collino (Torino 1737 circa – 1800)
Il Genio della scultura, 1782 circa
Marmo bianco di Pont, base in marmo verde, cm 38 x 52,5 x 22,5
Collezione privata
È il caso del dipinto di Beaumont, ritenuto un bozzetto per l’Allegoria della Concordia che orna la volta della Galleria delle Battaglie di Palazzo Reale, proveniente dai depositi di Racconigi, della Vanitas con Amore dormiente di Bartolomeo Guidobono, appartenente al Museo del Territorio di Biella, o, ancora, di quattro piccole tele conservate nei depositi di Palazzo Madama, le quali raffigurano putti che reggono attributi, accompagnati da cartigli con iscrizioni, riferite a un pittore emiliano attivo nel secondo quarto del secolo XVII, forse identificabile in Francesco Gessi, restaurati grazie al contributo della Fondazione Accorsi-Ometto. 
Manifattura di Meissen
Coppia di Allegorie dei Continenti, 1745-1750
Porcellana policroma, cm 25 x 20
Torino, Antichità Delfa Loqui
SPIRITELLI, AMORINI, GENIETTI E CHERUBINI
Allegorie e decorazione di putti dal Barocco al Neoclassico

19 febbraio -  5 giugno 2016
Fondazione Accorsi - Ometto
Museo di Arti Decorative

Via Po, 55 - 10124 Torino
Orario: martedì-venerdì 10–13; 14–18; sabato e festivi 10–13; 14–19; lunedì chiuso
tel. 011.837688 int.3; info@fondazioneaccorsi-ometto.it
www.fondazioneaccorsi-ometto.it

ROSE, CAMELIE, USIGNOLI E PASTORELLE

Manifattura francese, Scena pastorale, 1747-1749
Bronzo dorato, lamiera verniciata, fiori in porcellana a pasta tenera di Vincennes, figure in porcellana di Meissen
Proseguono gli incontri presso il Museo Accorsi – Ometto, per far conoscere al pubblico il contenuto della sala oggetti montati recentemente riallestita, raccontando l’utilizzo, le tecniche di realizzazione, le diverse tipologie degli straordinari oggetti ivi contenuti.
Manifattura francese, Coppia di doppieri, metà XVIII secolo
Bronzo dorato e porcellana cinese
Eredi della grande tradizione francese degli smalti policromi, gli oggetti montati devono il loro nome alla pratica tardo barocca di impreziosire manufatti di per sé già rari con guarnizioni assolutamente straordinarie per forma e materiale. Creati soprattutto nel Settecento, essi rappresentarono la libertà e il desiderio di lusso che dopo la morte del Re Sole caratterizzarono la Corte di Francia, paese che più di tutti in Europa si specializzò nella realizzazione di queste particolari opere. Un universo rococò fatto di fiori, uccelli e tenere figure in porcellana, inseriti all’interno di nobili giardini di bronzo, di cui il Museo Accorsi-Ometto conserva molti esempi.
Manifattura francese, Orologio, metà XVIII secolo
Bronzo dorato, ferro verniciato, fiori in porcellana a pasta tenera di Vincennes,
figure in porcellana di Meissen
Per ogni appuntamento, dopo un’introduzione in sala conferenze, Luca Mana, conservatore del Museo, guiderà i partecipanti in un percorso tematico, partendo dal nuovo allestimento della sala oggetti montati.

Prossimi incontri:
Sabato 21 maggio, dalle 11 alle 12.30
Le forme del lusso. Origine e sviluppo degli oggetti montati, dal Medio Evo all’Età Moderna
Sabato 28 maggio, dalle 11 alle 12.30
“Tutto vendevano, nulla creavano”: i mercanti del “bello” nella Parigi del Settecento
Sabato 4 giugno, dalle 11 alle 12.30
L’arte del tempo: dalla misurazione delle ore all’interpretazione dell’effimero

ROSE, CAMELIE, USIGNOLI E PASTORELLE
Il “ritratto” della primavera negli oggetti montati
del Museo Accorsi – Ometto

Museo di Arti Decorative Accorsi – Ometto
Via Po, 55 -10124 Torino
Costi: intero € 14; ridotto € 12;
possessori Abbonamento Musei e Torino + Piemonte Card € 4.
Prenotazione obbligatoria : 011 837 688 int. 5 (dal lunedì al venerdì),
int. 3 (sabato e domenica)
www.fondazioneaccorsi-ometto.it; info@fondazioneaccorsi-ometto.it

lunedì 16 maggio 2016

MI SONO ARRAMPICATO SULL'ALBERO PER VEDERE IL MONDO

L’ASL TO1 e il PAV Parco Arte Vivente, Centro sperimentale d’arte contemporanea, presentano l’esposizione MI SONO ARRAMPICATO SULL'ALBERO PER VEDERE IL MONDO | Oltre Modo. Muoversi – dall’interno.
In mostra gli esiti di un percoso quadriennale svolto da persone con fragilità - dal 2011 riunite in un collettivo, chiamato Oltre Modo nell’ottobre 2014, a coronamento di un intervento urbano  realizzato in Strada comunale di Mirafiori -, insieme agli educatori dell’ASLTO1, delle Cooperative P. G. Frassati, La Rondine e Associazione Il Bandolo Onlus - Gruppo Fotografia.
Il percorso, iniziato al PAV a partire dalla visione delle opere di Laura Viale e botto&bruno e continuato con l’esplorazione degli spazi urbani, ha prodotto un intervento murale inserito nel recente piano di riqualificazione della Borgata Mirafiori, a cui è seguita una nuova produzione murale, sempre all’interno della Circoscrizione 10.
Ne è derivato un interessante corpus di lavori diviso in tre parti: costruire rifugi temporanei/muri leggeri come carta/specie rare, che ha portato gli autori a uscire dalle rotte consuete, mediante la costruzione di spazi intimi e privati all’interno di aree sconosciute, utilizzando immagini di grande formato da applicare con la tecnica del papier collé. Il percorso giunge oggi a un nuovo grado di evoluzione personale, sociale e relazionale che chiede di dialogare con spazi nuovi e con il pubblico.

MI SONO ARRAMPICATO SULL'ALBERO
PER VEDERE IL MONDO
Oltre Modo | Muoversi – dall’interno

29 aprile – 27 maggio 2016
Direzione Generale ASL TO1
Via San Secondo 29 - Torino
Orari di apertura: dal lunedì al venerdì, ore 10-12/ 15-17
Ingresso libero

mercoledì 11 maggio 2016

LE STANZE DEL VISIBILE

di Tiziano Rossetto
Giovanni Battista Gamba (Binago - Como, 1846 - 1925)
L’odalisca allungata (part.)
marmo bianco, cm 64 x 28 x 35
Foto © Tiziano Rossetto
Nelle Antiche Scuderie dell’Ex Caserma “Mario Musso” a Saluzzo si è appena conclusa la mostra LE STANZE DEL VISIBILE, a cura di Giuseppe Biasutti, nella cornice della manifestazione “Saluzzo Arte 2016” organizzata dalla Fondazione Amleto Bertoni con il coordinamento artistico di Paolo Infossi e Roberto Giordana.
L’esposizione ha raccolto opere appartenenti ad un arco temporale di circa centocinquant’anni; fra le prime sculture, assai interessante è L’odalisca allungata di Giovanni Battista Gamba, immagine d’impronta ancor canoviana che domina con languida riflessività sulla ferocia della belva sconfitta.
Felice Casorati (Novara 1883 - Torino 1963)
Testa della sorella, 1922
bronzo, altezza cm 25
Foto © Tiziano Rossetto
La Giovinezza è rappresentata invece da Leonardo Bistolfi attraverso il volto femminile di un’innocenza quasi estatica, mentre Gaetano Cellini – l’autore del grandioso monumento torinese dedicato a San Giovanni Bosco attorniato dai suoi “masnà” – coglie La fumatrice in un gesto quotidiano, come se si trattasse di un’istantanea scattata nel momento in cui gli occhi sono chiusi. Felice Casorati – il maestro del Novecento pittorico piemontese, e non solo – caratterizza la Testa della sorella con intenti d’essenzialità, ottenendo così un’espressione austera.
Gaetano Cellini (Ravenna 1873 - Torino 1937)
La fumatrice (part.)
bronzo, altezza cm 37
Foto © Tiziano Rossetto
Nella famiglia di Archeologi con bambino ritratta da Giorgio de Chirico le matrici genitoriale e culturale si fondono felicemente in un tutt’uno, ma è nello scrigno Untitled di Louise Nevelson che si scoprono forme sorprendenti: un’opera che lo storico dell’arte Argan definirebbe “relitto”.
Fra le numerose sculture presenti alla rassegna, piace citare inoltre Senza titolo di Arnaldo Pomodoro, testimonianza di quanta forza espressiva e di quali giochi d’ombre possano emergere da un’opera di dimensioni ridotte.
Daniel Spoerri (Galati - Romania, 1930)
Ragazza cefalopede col piede d’elefante, 2007
bronzo, cm 50 x 50 x 180
Foto © Tiziano Rossetto
Il Cavallo di Nag Arnoldi sembra forgiarsi nella materia sotto lo sguardo dello spettatore, mentre Ragazza cefalopede col piede d’elefante di Daniel Spoerri è da intendersi quale composizione sospesa tra il surreale ed il drammatico. Stupisce infine l’utilizzo magistrale delle carte da gioco da parte dell’artista saluzzese Nicola Bolla amante altresì di effimere luci.
Una rassegna dunque proiettata verso il domani, che testimonia il concatenarsi di opere e situazioni dal mondo romantico al contemporaneo.
Nag Arnoldi (Locarno - Svizzera, 1928)
Cavallo
bronzo, cm 10 x 10 x 21
LE STANZE DEL VISIBILE
Sculture dal mondo
Dal 16 aprile al 1 maggio 2016 (mostra conclusa)
Ex Caserma “Mario Musso” - Antiche Scuderie
Piazza Montebello, 1 - 12037 Saluzzo (CN)
Orario: dal venerdì alla domenica, 15 -19

martedì 10 maggio 2016

SEI


Rosa Bosco, Angela Guiffrey, Dora Paiano, Antonio Panino, Rita Scotellaro e Livio Stroppiana sono gli artisti invitati ad esporre nella mostra SEI, collettiva al Centro Congressi Piero Martinetti di Castellamonte.
Li accomuna una pittura di carattere informale a tratti espressionista, che assume ora toni lirici (Paiano, Scotellaro), ora una gestualità più decisa (Bosco, Panino, Stroppiana) e in altri casi rivela un meditato equilibrio formale (Guiffrey).
Il loro procedere si colloca nella scia di quella corrente ‘informale’ che proprio a Torino mise le radici già negli anni ’50 e diede vita ad esperienze linguistiche e artistiche inedite, ancora oggi fertili e vitali.
L’allestimento, modellato sulle specifiche caratteristiche dello spazio espositivo, risulta articolato e dinamico: ciascun artista espone una serie di dipinti su tela o su carta, che mette in luce le singole inclinazioni stilistiche e formali, le quali trovano rispondenza in una grande scultura corale -eseguita dagli artisti con l’argilla di Castellamonte, in omaggio alla città ospitante- posta ad accogliere il visitatore all’ingresso della mostra.
Testo critico in catalogo di Paola Malato.

SEI - Mostra d’arte Contemporanea
dal 7 al 29 maggio 2016
Centro Congressi Piero Martinetti
Via Educ, Castellamonte (To)
Orario: sabato e domenica, 15–18
INGRESSO LIBERO

IMPARA L’ARTE

Prosegue Impara l’arte, il ciclo di conferenze a cura della Fondazione Torino Musei che, in questa seconda edizione, si tiene a Palazzo Madama - Museo Civico d’Arte Antica.
Venerdì 13 maggio DON LUCA PEYRON, sacerdote che dirige la Pastorale universitaria per la Curia di Torino, terrà l’incontro Arte e Fede a dialogo, per introdurre il pubblico nel mistero dell'uomo e nel mistero del Divino a partire da uno sguardo curioso ed attento sull'espressione artistica.
Dalla creazione del mondo all'ultimo tratto di penna su di un foglio di carta come possiamo essere generativi di legami e di mondi migliori?  A questi e altri interrogativi si cercherà di dare risposta durante la conversazione.

Don Luca Peyron - Classe 1973, torinese, dopo gli studi classici, la laurea in giurisprudenza, il servizio militare nel corpo degli Alpini ed una esperienza professionale di alcuni anni come consulente legale, entra in seminario. Sacerdote diocesano, consegue il baccellierato in Sacra Teologia e la Licenza in Teologia Pastorale. Attualmente ricopre alcuni incarichi locali e nazionali tra i quali direttore della Pastorale Universitaria dell'Arcidiocesi di Torino e delegato dei vescovi di Piemonte e Valle d'Aosta, membro della Consulta Nazionale della Cei per la pastorale della Scuola e dell'Università e della Commissione Presbiterale italiana. Rettore della Chiesa della SS. Trinità é membro del Cda dell'Opera Barolo con delega alle attività educative ed ai rapporti con le congregazioni.

Prossimo appuntamento: Lunedì 6 giugno, ore 18.00 - UGO NESPOLO
 

IMPARA L’ARTE
Ciclo di conferenze a cura della Fondazione Torino Musei

DON LUCA PEYRON
Arte e Fede a dialogo

Venerdì 13 maggio, ore 18.00
Palazzo Madama
Piazza Castello – Torino
Ingresso: 5 euro, fino a esaurimento posti disponibili (non è necessaria la prenotazione). Conservando il biglietto si avrà diritto all’ingresso ridotto alle collezioni permanenti di Palazzo Madama, GAM e MAO.
www.fondazionetorinomusei.it