Anton van Dyck (Anversa, 1559 - Londra, 1641) Ritratto di Caterina Balbi Durazzo, 1624 olio su tela, 220,2 x 149 cm Genova, Palazzo Reale, Sala delle Udienze |
Fino al 16 settembre 2018, la Tomba di Henib, dal Museo Egizio di Torino; la preziosa Testa di Basilea, dal Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria; il Ritratto di Caterina Balbi Durazzo di Anton Van Dyck, da Palazzo Reale di Genova; San Girolamo penitente di Tiziano, dalla Pinacoteca di Brera; San Daniele nella fossa dei leoni di Pietro da Cortona, dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia e altri 200 capolavori restaurati, raccontano delle maestranze messe in campo nel difficile compito di restituire al pubblico un vasto patrimonio pittorico, scultoreo e di alta manifattura artigianale in seguito ad attente indagini scientifiche e accurati interventi di recupero.
Ad eccezione della tela del Bellotto proveniente da Dresda1 le opere appartengono a 17 regioni italiane coinvolte in un itinerario da nord a sud: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche. Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Toscana, Umbria, Veneto.
Tiziano Vecellio (Pieve di Cadore, Belluno, 1488/1490 - Venezia, 1576) San Gerolamo penitente, 1556-1561 Olio su tavola 235 × 125 cm Milano, Pinacoteca di Brera |
Dal 1989 ad oggi, sono ormai oltre 1300 le opere recuperate che spaziano dalle epoche proto-storiche fino all’età contemporanea, dall’archeologia all’oreficeria, alle arti plastiche e pittoriche.
Codice di disegni dall’Ambrosiana (F245 inf.) disegni del XVI secolo raccolta di 76 disegni realizzati in tecniche varie su carta 47 x 34 cm (codice) Milano, Veneranda Biblioteca Ambrosiana (acquisizione Federico Borromeo, inv. F245 inf.) |
Alle analisi scientifiche svolte attraverso mappature grafiche, radiografie e fotografie ai raggi ultravioletti e agli infrarossi si sono aggiunte soluzioni di ultima generazione, come la scansione in 3D (utilizzata per I tre crocifissi di Vincenzo Foppa) e la riproduzione fotografica ‘in falso colore’, indispensabile per procedere con puliture più approfondite "senza 'svelare o 'spellare' un dipinto" come nel caso della Madonna con il Bambino di Jacopo Bellini.
Fra i reperti più delicati il Reliquiario ostensorio del braccio di sant’Eugenio (1430) opera di Argentiere ligure (?), testimone più integro e cospicuo del mecenatismo artistico del vescovo Vegerio sul fronte savonese e nolese; riconducibile al «braccio di S. Eugenio guarnito d’argento» inventariato nell’ottobre 1585 da monsignor Niccolò Mascardi, in visita apostolica nella chiesa di San Pietro a Noli, è tuttora compreso fra i beni di San Pietro.
Argentiere ligure (?) Reliquiario ostensorio del braccio di sant’Eugenio, 1430 (proveniente da Noli (Savona), antica cattedrale di San Paragorio) rame inciso a bulino e a cesello; argento sbalzato inciso a bulino e a cesello, smalti translucidi champlevé e a basse-taille 51 x 53 x 27 cm Noli (Savona), concattedrale di San Pietro |
Uccelli e fiori su un cielo del Seicento sono invece riemersi dalla pulitura della decorazione all'interno del coperchio del Clavicembalo sei - settecentesco, esposto al Museo Nazionale degli Strumenti Musicali a Roma.
Manifattura romana (?) Clavicembalo, prima metà del XVII secolo - prima metà del XVIII secolo legno di pioppo, cipresso, abete, noce, faggio, bosso, ebano e legno di frutto sagomato, modanato, intagliato e assemblato, ottone, penne di uccello (strumento); legno sagomato, modanato, intagliato, dorato a guazzo, dipinto a olio su tavola (cassa esterna); 20 x 82,5 x 258 cm (strumento); 88,5 (alt. con gambe) x 90 x 266 cm (astuccio) Roma, Museo Nazionale degli Strumenti Musicali |
Anche opere recenti, soggette all'erosione del tempo, sono state oggetto di specifici interventi adatti ai materiali utilizzati da artisti precursori o protagonisti del linguaggio artistico contemporaneo, fra esse: Fiori (1918), olio su tela di Giorgio Morandi, il tessuto combusto e i cretti in Nero Bianco Nero (1955) di Alberto Burri, il complesso graffito ad olio, acrilici, pastelli a cera e carboncino su tela di Cy Twombly, Senza titolo. Roma (Il muro), conservato alla GAM di Torino.
Alberto Burri (Città di Castello, Perugia 1915 - Nizza, 1995) Nero Bianco Nero, 1955 assemblaggio di tessuti, cerniera lampo, plastiche, cartone, olio, resina vinilica, bianco di zinco e nero d’ossa su tela di iuta; 150 x 250 cm. Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea |
Quale strumento di supporto all'importante compito divulgativo assolto dalla mostra è da considerarsi la pubblicazione del catalogo Marsilio, a cura di Carlo Bertelli e Giorgio Bonsanti, con schede storico-artistiche redatte grazie alla collaborazione di 70 storici dell'arte coinvolti nello studio e nella collocazione contestuale delle opere e con le relazioni di restauro effettuate dagli oltre 200 professionisti attivi in centinaia di laboratori qualificati in Italia. All'edizione a stampa si affianca il catalogo in versione digitale, di quasi 800 pagine e 1500 immagini, scaricabile gratuitamente dal sito web dedicato a Restituzioni.
1) Bernardo Bellotto, detto Canaletto (Venezia 1722 - Varsavia 1780), Il Mercato nuovo di Dresda visto dallo Jüdenhof, 1749 (?), olio su tela, 136 × 236 cm. Dresda, Staatliche Kunstsammlungen Dresden, Gemäldegalerie Alte Meister.
LA FRAGILITÀ DELLA BELLEZZA
Tiziano, Van Dyck, Twombly e altri 200 capolavori restaurati
Fino al 16 settembre 2018
Reggia di Venaria, Sale delle Arti
Piazza della Repubblica 4, Venaria Reale - Torino
Orario: da martedì a venerdì 9 - 17; sabato, domenica e festivi 9 - 18.30. Lunedì chiuso. Le biglietterie e gli ingressi chiudono un’ora prima rispetto agli orari indicati.
www.lavenaria.it
www.restituzioni.com